Sufismo

Data pubblicazione: Feb 28, 2015 10:4:33 PM

* SUFISMO *

Cos'è il sufismo

Il sufismo non è differente dal misticismo di tutte le religioni. Il misticismo viene da Adamo. Esso ha assunto strutture e forme differenti durante molti secoli; ad esempio, il misticismo di Gesù, dei monaci, degli eremiti e del Profeta Maometto. Un fiume passa attraverso molti paesi ed ognuno Lo rivendica per se. Ma è un unico fiume.

La verità non cambia; cambia la gente. La gente cerca di possedere la verità e tenerla per se, lontana dagli altri. Ma nessuno può avere il possesso della verità.

La via del sufismo è innanzi tutto l'eliminazione di qualsiasi intermediario fra l'individuo e Dio. Il fine è agire come un'estensione di Dio, e non come una barriera. Essere un sufi è servire ed aiutare gli altri, e non semplicemente star seduto a pregare. Essere un vero sufi vuol dire rialzare chi è caduto, asciugare le lacrime di chi soffre, accarezzare l'orfano e chi non ha amici.

Le diverse persone hanno capacità diverse, chi può aiutare con le azioni, chi con la parola, chi con le preghiere, e altri con la ricchezza.

Puoi arrivare alla meta anche con il tuo solo sforzo, ma questa è la via più dura. I nostri fini personali conducono tutti alla stessa meta. Vi è una verità soltanto. Ma perché negare le migliaia d'anni d'esperienza che si trovano nella religione? Vi è una vera saggezza, data da tanti anni di ricerca, di tentativi, d'errori.

Un grande sbaglio è avere soltanto una mezza religione. Ciò tiene lontano dalla vera fede. E' una vera assurdità. Ricorrere ad uno che è solo un mezzo medico è terribilmente pericoloso. Chi governa a metà è soltanto un tiranno. Quante lotte nel labirinto della religione e delle diverse religioni! Sono come cani che lottano per un osso, tendendo ai loro propri interessi egoistici. La soluzione è ricordare che esiste un unico Creatore che provvede a noi tutti. Più ricordiamo l'Unico, meno si combatte.

Uno shayikh sufi è come un medico, e un discepolo è qualcuno che ha il cuore malato. Il discepolo viene dallo shaykh per guarire. Un vero medico darà una certa dieta e certe medicine per curare i mali di una persona. Se i discepoli seguono le prescrizioni del loro shaykh, guariscono. Altrimenti, possono anche morire. Ma i pazienti che seguono male le prescrizioni del loro medico corrono alla propria rovina.

Ad un livello superiore il rapporto di uno shaykh e dei discepoli è come il rapporto tra un grappolo d'uva ed il ramo. Lo shaykh tiene legato il grappolo all'albero, alla linfa e alla fonte della linfa. E' estremamente importante capire questo collegamento. E' come quello fra la lampadina e l'elettricità. L'effetto e lo stesso. Alcuni shaykh hanno 20 volt, altri hanno 100 volt, ma l'elettricità è sempre la stessa.

Gli occhi sono le finestre dell'anima. Guardando i discepoli lo shaykh li unisce. Può esserci una gran forza nello sguardo di uno shaykh.

Il primo stadio è avere fede. Il primo passo in questo stadio è la fiducia nel proprio shaykh. Espressione esteriore di ciò è sottomettersi allo shaykh. Con questa sottomissione la vostra arroganza si trasformerà in umiltà, la vostra irosità e la vostra negatività si trasformeranno in gentilezza di carattere e mitezza. Questo primo passo è veramente grande.

Non ogni persona con un turbante, vestito con toghe ricercate o altro particolare abbigliamento è uno shaykh. Ma quando trovate uno shaykh, grazie al volere di Dio, il primo passo è la sottomissione; ma, attenzione... Il chiedere e il dubitare che oggi sono tanto accentuati in Occidente, possono anche portarvi alla verità. In effetti, vi è una certa cecità nella sottomissione irriflessiva. Può esser meglio, dapprima, osservare, cercare, e pensare, al fine di scegliere uno shaykh da seguire soltanto quando avete risolto i vostri dubbi e i vostri interrogativi.

Nella nostra tradizione generalmente si considera grande infrazione all'etichetta porre domande o dubbi al vostro shaykh. Tuttavia può esser giusto chiedere se, ottenute le risposte alle vostre domande, la vostra fede può diventare più chiara e ferma.

Persino il profeta Abramo chiese a Dio: "Come puoi riportare in vita il morto?" Dio rispose: "Abramo, non hai fede in me? Dubiti di me?" Abramo rispose: "Si, ho fede e Tu sai che cosa c'e nel mio cuore. Ma volevo vedere con i miei occhi".

Vi sono quattro vie alla Fede. La prima è la via della conoscenza.Qualcuno viene da voi e vi parla di qualche cosa che non avete mai visto. Ad esempio, molti parlavano di un certo paese, ma io non lo avevo mai visto. Alla fine salii su un aeroplano e vidi con i miei propri occhi quel paese dalla finestra dell'aeroplano. Quando vidi il paese con i miei occhi, la mia conoscenza si accrebbe. Ma dopo che percorsi quel paese la mia conoscenza divenne maggiore. Il livello finale sarebbe diventare parte di quel paese.

Allora, le quattro vie verso la fede sono:

sapere che esiste una cosa

vedere una cosa

essere in una cosa

diventare la cosa

E' bene avere dubbi, ma non dovete rimanere nel dubbio. Il dubbio deve condurvi alla verità. Non fermatevi alle domande. La mente può anche ingannarvi. La conoscenza e la scienza possono ingannarvi. Vi è anche una condizione che fa parte del destino di certi popoli -e cioè: gli occhi che vedono cessano di veddere, le orecchie che odono cessano di udire, e la mente che immagina le cose cessa di immaginare.

Nel caso del profeta Abramo, il suo popolo era adoratore d'idoli. Egli aspirava a trovare Dio. Guardò la stella più luminosa e disse: "Tu sei il mio Signore". Poi spuntò la luna piena. Era molto più grande e più luminosa di qualsiasi stella. Abramo guardò luna e disse: "Tu sei il mio Signore." Poi spuntò il sole; la luna e le stelle disparvero. Abramo disse: "Tu sei il più grande, tu sei il mio Signore". Venne la notte e il sole scomparve. Abramo disse: "Il mio Signore è colui che cambia le cose e le riporta indietro. Il mio Signore e Colui che sta dietro tutti i cambiamenti".

Vedete, passo dopo passo, con questo procedimento Abramo passò dall'adorazione dell'idolo all'adorazione di Dio. Egli salvò il suo popolo dalla falsità. Si può davvero giungere all'unità dalla molteplicità.

C'è una lotta fra il nafs, il basso istinto, e l'anima. Questa lotta continuerà durante la vita. La domanda è: chi educa chi? Chi diventerà il maestro di chi? Se l'anima diventa il maestro, allora sarai un credente, uno che abbraccia la Verità. Se il basso istinto diventa maestro dell'anima, sarai uno che nega la Verità.

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Si dice che uno shaykh non deve mai essere ospite di un sultano, e che anche se uno shaykh fa visita ad un sultano, è il sultano ad essere il suo ospite. Ossia, lo shaykh va per insegnare e per portare un beneficio al sultano, non a ricevere qualche cosa da lui. Anche uno shaykh deve difendersi dalle tentazioni del denaro, della fama e del potere. Anni or sono il Sultano dell'Impero Ottomano cominciò a venire alle riunioni del nostro Ordine. Il Sultano fu molto colpito dalla saggezza dello shaykh Jerrahi, e gli piacque molto anche la cerimonia zikr dei dervisci.

Dopo un paio di mesi, il Sultano disse allo shaykh: "Sono stato veramente impressionato e ispirato dalle mie visite qui, e da voi e dai vostri dervisci. Desidero aiutarvi comunque io possa. Per favore, chiedetemi qualsiasi cosa".

Era un'offerta completa, carta bianca da parte del governatore di uno dei più grandi imperi del mondo. Lo shaykh disse: "Si, o mio sultano, potete fare qualcosa per me. Per favore, non tornate da noi."

Il Sultano, colpito, chiese: "Ho fatto qualcosa di sbagliato? Non conosco tutte le regole d'etichetta dei sufi, e mi duole se vi ho offeso."

"No -disse lo shaykh- non mi avete assolutamente offeso. Il problema non è a causa vostra, ma dei miei dervisci. Prima che voi veniste, essi pregavano e cantavano i Nomi Divini soltanto per amore di Dio. Ora, quando pregano e cantano essi pensano a voi. Pensano di ottenere la vostra approvazione e a quanta ricchezza e potere possono conseguire quelli che ottengono il vostro favore. No, o Sultano, non si tratta di voi ma di noi. Temo che non siamo abbastanza maturi spiritualmente per adeguarci saggiamente alla vostra presenza qui. Per questo motivo sono costretto a chiedervi di non tornare qui."

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Un giorno il Sultano cavalcava nelle strade di Istanbul, circondato da cortigiani e soldati. Tutta la popolazione della città venne fuori per vedere il Sultano. Ognuno s'inchinò al passaggio del Sultano, eccetto un solo, cencioso derviscio.

Il Sultano fece fermare la sua processione e si fece condurre il derviscio. Volle sapere perché il derviscio non si era inchinato al suo passaggio.

Il derviscio rispose: "Sì inchini a voi tutta questa gente. Essi vogliono tutti ciò che voi avete: denaro, potere, stato sociale. Grazie a Dio queste cose non significano più nulla per me. Inoltre, perché devo inchinarmi a voi, mentre io ho due schiavi che sono vostri padroni?"

La folla rimase senza fiato e il Sultano impallidì di collera. "Che cosa intendi dire?" gridò. "I miei due schiavi che sono vostri padroni sono l'ira e la bramosia" disse calmo il derviscio, guardando bene in faccia il Sultano.

Riconoscendo la verità di quanto aveva udito, il Sultano si inchinò al derviscio.

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Dio ha detto: "L'universo intero non può contenermi, ma mi contiene il cuore del mio fedele." Orbene, Dio non è contenuto effettivamente nei cuori umani. Dio non può esser limitato ad un luogo. Le manifestazioni di Dio si adattano ai cuori di tutta la gente. Noi non siamo "parte" di Dio, poiché Dio e indivisibile. L'umanità è creazione di Dio. La manifestazione di Dio nei nostri cuori è che noi siamo vicari di Dio, rappresentanti di Dio. Siamo l'espressione, l'esempio visibile di Dio. E cosi la Misericordia di Dio si esprime tramite i pensieri e le azioni di una persona, la Compassione di Dio tramite un'altra persona, la Generosità di Dio tramite un'altra.

Vi è l'essenza di Dio e vi sono gli attributi di Dio. Capire l'essenza è per noi impossibile; ma possiamo cominciare a capire gli attributi. In effetti, parte dell'educazione di un Sufi è capire quegli attributi in noi.

Dio ha detto: "I miei servi Mi troveranno come essi Mi vedono." Ciò non significa che se voi considerate Dio come un albero o una montagna Dio sarà quell'albero o quella montagna. Se voi pensate a Dio come Dio di misericordia, .d'amore, o di collera o di vendetta, cosi troverete Dio.

Nel Sufismo è ammesso parlare degli attributi di Dio, ma alla fine, il Sufi giunge allo stadio della sottomissione, e allora smette di porre domande.

L'elettricità è dovunque, ma se voi avete soltanto tre lampadine, tutto ciò che vedrete sono quelle tre lampadine. Dovete aver consapevolezza di voi stessi. Questo è l'inizio e anche la dimensione totale. Soltanto conoscendo voi stessi conoscerete certi attributi. La connessione con gli attributi si attua attraverso la conoscenza del se. Di fuor da voi non troverete nulla.Tutta la creazione è manifestazione di Dio. Ma, come alcune parti della terra ricevono più luce di altre, alcune persone ricevono più luce. I profeti ricevono il massimo della luce Divina. Oltre alla quantità vi è la qualità. Dipende da quali attributi sono manifestati. Alcune persone sono manifestazioni di vari attributi Divini. I profeti manifestano la totalità degli attributi divini. La luna riflette la luce del sole. Il sole è la Verità; la luna è ogni profeta.

I sette livelli dell'essere

Fin dal primo momento in cui abbiamo fatto il nostro ingresso nella scuola del Sufismo, ci hanno parlato dei sette livelli dell'essere. Questi sette livelli sono come esami in un sistema educativo che ognuno deve superare per ottenere la laurea. Però nel nostro sistema le valutazioni sono fatte da un'Autorità più Alta di qualunque insegnante.

L'aver superato o no un esame ci viene reso noto mediante sogni veritieri, ed è attraverso l'interpretazione di questi che l'insegnante assegna nuove responsabilità e nuovi compiti al ricercatore. Ma ciò che è più importante e che il ricercatore stesso dovrebbe essere in grado di realizzare qual è il proprio stato, cosi che possa passare allo stato successivo al quale egli aspira. Ovviamente è in primo luogo necessario che egli sia cosciente, consapevole del proprio carattere e delle proprie azioni, e che sia sincero nell'osservare se stesso. Ma è anche necessario che egli conosca a fondo le caratteristiche d'ogni livello, specialmente del livello in cui presume di essere e del livello successivo al quale egli spera di giungere.

Quindi ancora una volta dobbiamo accingerci a studiare le caratteristiche dei sette livelli dell'essere e cercare di vedere a che livello siamo. Con la speranza che questo tentativo incrementi i nostri sforzi per raggiungere il livello immediatamente successivo e ci renda attenti a non regrederire al livello più basso.

Non è assolutamente in dubbio che il potenziale per la perfezione è presente in ogni esser umano, poiché Iddio Altissimo ha posto i Suoi Divini Segreti nell'essenza dell'uomo, al fine di far apparire dai regni sconosciuti i Suoi Bei Nomi e Attributi. Ma noi abbiamo dimenticato la perfezione che è stata posta prima che giungessimo in questo mondo rivestiti di carne e ossa. Il nostro essere fisico e il suo attaccamento al mondo in cui vive, copre e lascia nell'oscurità la bellezza e la sapienza che sono nascoste in noi e ci ha fatto dimenticare la nostra origine: ci ha lasciato in uno stato d'ignoranza.

Dio nella Sua Misericordia ci ha rivelato nei Suoi Libri Divini degli insegnamenti e ci ha inviato i Suoi profeti e i Suoi santi come guide ed esempi per insegnarci e riportarci alla consapevolezza, alla luce, dalle tenebre con le quali noi abbiamo coperto noi stessi. A quelli di noi che sono in grado di svegliarsi, che riscoprono ciò che di santo c'è in noi stessi e che desiderano giungere più vicini al nostro Creatore e alla nostra origine, che è la perfezione, è stato promesso che se "facciamo un passo verso Dio, Lui ci correrà incontro".

L'uomo ha due anime. Una è detta Ruhu Hayvani, l'anima animale, e l'altra Ruhu Insani, l'anima umana. L'anima animale è una sostanza creata, raffinata che controlla la vita, la mente, i sensi, i sentimenti, le emozioni, la volontà e i movimenti del corpo fisico. E il nostro essere, che si collega a quest'anima è detto "io animale", l'io governato dai desideri della nostra carne o Nafsi Ammara, l'io che comanda il male, che è il primo e il più basso dei sette livelli dell'essere.

Il Nafsi Ammara è una manifestazione dell'anima animale nell'uomo, mentre i sei gradini successivi all'io che comanda il male sono lo sviluppo dell'anima umana, che è N anche chiamata Nafsi Natiqa, l'essere che può comunicare con il linguaggio, o l'Essere Razionale.

I successivi sei livelli sono:

Nafsi Lawwama, quando l'uomo ascolta la voce della sua coscienza e tenta di resistere ai suoi desideri carnali;

Nafsi Mulhima, quando l'uomo riceve istruzioni dirette mediante le ispirazioni del suo Signore;

Nafsi Mutmainna, quando l'uomo è liberato dall'auto-indulgenza e trova pace e tranquillità nel suo stato di pietà e obbedienza al suo Signore;

Nafsi Radiyya, quando l'uomo accetta tutto ciò che gli accade senza alcun risentimento o sofferenza e quando il bene e il male diventano uguali per lui ed è contento della sua sorte;

Nafsi Mardiyya, quando l'uomo assume gli Attributi Divini, abbandonando al sua materialità

Nafsi Safiyya, quando l'uomo raggiunge la purezza della perfetta armonia.

Nafsi Ammara

In questo primo livello dello sviluppo dell'uomo, l'io razionale e la coscienza umana sono stati sconfitti dalla cupidigia e dai desideri carnali. A questo stadio il nostro io non riconosce alcuna barriera morale o razionale al prendere ciò che vuole. Esso si esprime con l'egoismo, l'arroganza, l'ambizione, la tirchieria, l'invidia, l'ira, il cinismo, l'oziosità e la stupidità. All'origine gli io, i nostri se, le nostre identità, le nostre personalità e realtà, sono uno dei doni che il creatore ha fatto all'uomo. Ma poiché noi gli permettiamo di inclinare verso i valori materiali, di trarre piacere solo dalla vita mondana e poiché soccombiamo ai desideri della carne, allora diventa brutto e diventa quasi come un animale, mentre la sua forma rimane quella di un essere umano. È una belva camuffata da uomo, un pazzo animale selvaggio che morde e azzanna se stesso e gli altri. Quest'io è il nostro diavolo privato, il nostro peggior nemico, che vive dentro di noi, ci domina e ci tiranneggia e tiene la nostra anima umana imprigionata e dimenticata nelle profondità del nostro subconscio. Se siamo abbastanza fortunati da essere condotti da una guida alla ricerca di uno stato migliore, allora il diavolo ci sussurra nelle orecchie: "Che affare fai ad essere su questa via? Non vedi che tutti quelli che sono su questa Via alla fine muoiono? Tutto ciò che rimane di loro sono poche parole. Lo so che desideri la Verità, ma dove sono i saggi uomini in grado di insegnarti qualcosa? Mostrami un solo singolo uomo santo che riceve rivelazioni, che può mostrare dei miracoli! Essi appartengono ad un'altra epoca. Ora è l'epoca dei fatti, della scienza, della prosperità e del benessere. Se vuoi essere religioso - va bene! Vai alla moschea, prega, digiuna e prega gli spiriti di questi santi uomini del passato che ti aiutino, perché non c'è più nessun valido insegnate vivente!"

In questo modo il diavolo nasconde la verità. Kufr, infedeltà, significa coprire, nascondere in arabo. Kafir, l'infedele, significa colui che nasconde qualcosa. Il diavolo nasconde il fatto che in ogni epoca esistono uomini perfetti al mondo e insegnanti validi che possono condurre alla salvezza.

Il nostro maestro, l'inviato di Dio (saws), ha due aspetti. Uno è la sua profezia, hubuwwa; l'altro è la sua santitudine, la sua amicizia, la sua vicinanza a Dio, o walaya. Lui è Hatemul Enbiya: l'ultimo, il Sigillo della Profezia, ma il suo altro aspetto di santitudine è sempre stato e sempre sarà ereditato dagli uomini perfetti, che lo amano e lo imitano, e questi esisteranno in ogni epoca fino alla fine dei tempi. Ma se il ricercatore presta la benché minima attenzione alle insinuazioni del diavolo, allora soffre di dubbi sul suo maestro, è distolto dalla Via, i suoi sforzi sono rallentati e i suoi orecchi si protenderanno di nuovo verso i sussurri del diavolo il maledetto. Questa volta dirà: Dio perdona, fai conto sulla Sua Misericordia, a Lui non dispiace la gente che fa le cose che Lui permette. Sii dolce con te stesso e non tiranneggiarti. Se tu sarai gentile con il tuo io e gli darai ciò che vuole, allora ti obbedirà!". Se il ricercatore viene ingannato da queste tentazioni, comincerà a dubitare; non gli sarà chiaro quali cose siano legittime e quali no, se sono giuste o sbagliate. Quando ciò accade è più probabile che egli scelga l'illegittima, poiché di solito è la più piacevole per i sensi. E più i suoi sensi sono soddisfatti, più il suo cuore sarà accecato e indurito, e più sarà incline al male.

A livello dell'io che comanda il male, tutte queste influenze sono molto forti. Per uscirne fuori, ci vuole qualcuno che ci prenda per mano e ci districhi. È molto difficile se non impossibile farlo da soli.

Ma mediante l'aiuto di Dio, tu puoi ascoltare la voce della ragione che dice, "fare ciò che Dio ci permette di fare grazie alla sua Misericordia, invece di fare ciò che ci ordina di fare, è la professione delle creature pigre". Per il vero servitore di Dio è un obbligo vivere secondo le regole della Shariat e gli ideali della Tariqat.

E se noi seguiamo questa decisione razionale, che è un dono immeritato di Dio Altissimo oppure siamo salvati dalla nostra miseria da un solido insegnante, allora potremmo salire al secondo livello del Nafsi Lawwama. Così l'anima è spinta fuori dalla caverna tenebrosa dell'io alla luce della coscienza, e noi vedremo la nostra arroganza trasformata in umiltà, la vendicatività e l'odio in amore, l'ira in dolcezza, la lussuria in castità ... Se Dio vuole.

Nafsi Lawwama

Questo è il secondo passo nello sviluppo dell'uomo. Quando l'uomo diventa cosciente delle sue azioni è in grado di distinguere il giusto dallo sbagliato, si dispiace per i suoi atti sbagliati. Egli non è ancora in grado di smettere del tutto di commettere errori perché è molto difficile rompere le abitudini del suo stadio precedente. Egli prova a seguire gli obblighi della sua religione e prega, digiuna, fa la carità e tenta di comportarsi in modo decente. Ma vuole essere noto come una persona trasformata. Pubblicizza la sua pietà, i suoi buoni atti e si aspetta apprezzamento dalla gente. Questo rende il suo comportamento ipocrita. Talvolta egli realizza tutto ciò, e si dispiace e tenta di cambiare. L'ipocrisia, uno dei peccati maggiori, è il pericolo principale in questo stato.

Esistono altri due gravi pericoli: l'arroganza e l'ira. Ogni piccolo sforzo di essere buono, comparato con lo stato precedente, sembra un gran risultato. In tal modo pensiamo di essere i migliori, e ci adiriamo con gli altri che sembra non ci rispettino. L'arroganza, il mentire a se stessi, l'ipocrisia, l'ira e l'intolleranza, sono i soldati del diavolo. Al livello del Nafsi Lawwama non siamo in salvo dal diavolo, che ci inietta nelle vene il suo carattere di arroganza e ci sussurra nelle orecchie: "tu adesso sei buono quanto i tuoi insegnanti; non solo sai quanto sanno loro, ma il tuo comportamento è migliore. Se essi fossero in grado di applicare alle proprie vite quello che insegnano sarebbero la metà di te. Tu non hai bisogno delle loro prediche e dei loro consigli. Che adesso la gente veda la tua sapienza e i tuoi atti cosicché tu possa essere loro di esempio." Non solo i sussurri del diavolo, ma a questo stadio l'intera vita mondana è contro il ricercatore. Per lui Certamente il mondo non può perdere la sua attrattività; lo chiama e lo tenta.

Se la risolutezza del ricercatore è debole, sarà afflitto dall'arroganza, non ascolterà i buoni consigli, e, di fatto, combatterà contro quelli che vogliono il suo bene, pensando che essi lo stiano sminuendo e che facciano i superiori. Adirato, può tentare atti più grandi di quelli che è in grado di compiere, e fallire. Il fallimento lo farà adirare ulteriormente. Il suo umore diventerà nero, deluso; penserà di avere preso la via sbagliata, che stava meglio prima e potrebbe biasimare quelli che lo hanno condotto sulla Via, ricadendo nella condizione precedente di animale in forma umana.

Se il ricercatore viene messo in guardia da questi pericoli all'inizio del secondo stadio di Nafsi Lawwama e se è abbastanza intelligente da non lasciare la mano che lo conduce, e se segue i consigli su come combattere i tre nemici dell'ipocrisia, dell'ira e dell'arroganza, supererà velocemente questo stadio. Più a lungo resta in questo stato transitorio, peggiori saranno le difficoltà.

La cura per l'ipocrisia, sta nel realizzare che il valore di ogni cosa in questo mondo, incluso l'opinione degli altri, è temporanea, incostante e soggettiva, mutevole di minuto in minuto, da luogo a luogo, da persona a persona, e infine scompare. Quindi uno dovrebbe scegliere ciò che è permanente, eterno e potente invece di qualcosa che oggi c'è e domani non c'è più. Quale folle accenderebbe una candela in pieno sole? Non fare affidamento sul rispetto e l'elogio degli altri, e non temerli. Poiché è stato detto: "Chiunque ti loda è tuo nemico perché è un alleato dei tuoi nemici e chiunque ti indica i tuoi errori è nemico dei tuoi nemici."

La cura per l'arroganza è ricordare che sei venuto da una goccia di seme di tuo padre e da un uovo nel ventre di tua madre, e che finirai come un putrido cadavere nella terra. Bellezza, forza, intelligenza, presto diminuiranno e spariranno. Tutte le tue fortune, proprietà reputazione e amici non ci saranno quando sarai calato da solo nella tua tomba. Le tue preghiere, la tua pietà, i tuoi buoni atti, se fatti per impressionare gli altri, svaniranno, e ancora peggio si rivolteranno contro di te. Realizza che tutto ciò che hai, incluso il tuo corpo e la tua stessa vita, non sono tuoi, ma sono ti sono prestati e affidati dal tuo Creatore. Anche le tue azioni, se sono buone, sono Sue e se sono cattive sei tu che stai tiranneggiando te stesso. Offri grazie per ogni cosa e prova vergogna per i tuoi errori. La caduta di chi sta in basso è meno dolorosa di quella di chi sta in alto.

La cura per l'ira è fondamentalmente raggiunta se puoi curare la tua arroganza. È l'arrogante che si adira per le avversità, persino se ha meno riconoscimenti di quelli che pensi gli spettino. L'emozione negativa dell'ira, quando scoppia, è più veloce dello sforzo razionale di sopprimerla. Una volta che si è accesi d'ira è difficile estinguerla. Come il fuoco, brucia tutto ciò che di umano c'è in noi; compassione, amore, gentilezza, generosità, la capacità di comunicare, di pensare alle conseguenze, e l'intelligenza sono ridotte in polpette. Tutto ciò che rimane è un pericoloso animale selvaggio ferito.

Come rimedio per richiamare e ricordare la propria umanità, l'inviato di Dio (saws) suggerisce che quando siamo colpiti dall'ira, immediatamente dobbiamo cambiare posizione. Se si è in piedi, dovremmo sederci. Se si è seduti, dovremmo inginocchiarci. È difficile urlare e maledire nell'umilissima posizione di ingínocchíato.

Oppure ci si dovrebbe sdraiare sulla schiena e pregare: "Oh Signore, arricchiscimi con la conoscenza, abbelliscimi con la gentilezza, dammi il dono della pietà e della paura e dell'amore per Te e la sanità mentale e la salute, Amin". Oppure si dovrebbero fare abluzioni con acqua fredda.

Se potessimo evitare questi pericoli, con la volontà di Dio e la guida della nostra religione e l'aiuto del nostro maestro e il nostro desiderio di avanzare, potremmo salire al terzo livello del Nafsi Mulhima, il livello dove si ricevono le ispirazioni del nostro Signore.

Nafsi Mulhima

Questo è lo stadio in cui il ricercatore viene ricompensato per i suoi sforzi, la sua costanza e la sua obbedienza al maestro. Ora lui riceve occasionalmente messaggi dal di dentro: parole senza suono, ispirazioni che gli danno la direzione, l'incoraggiamento e la forza per continuare nel suo progresso. Ci sono ancora gravi pericoli, il peggiore dei quali è che il diavolo è capace di imitare le ispirazioni divine. E il ricercatore potrebbe non essere in grado di distinguerle. Questo è il motivo per Cui a questo stadio la guida di un maestro è così necessaria, di uno che sia in grado di distinguere tra la vera ispirazione e le false immaginazioni ispirate dal diavolo.

È durante questo periodo che la relazione tra il ricercatore e il suo maestro dovrebbe essere più stretta. Il ricercatore non dovrebbe nascondere nulla al suo insegnante: dovrebbe rivelargli tutte le sue speranze, le sue paure, le sue mancanze, persino se nutre del risentimento o dell'opposizione verso di lui, deve confessarglielo. Questi sono come i sintomi di una malattia che un ammalato deve rivelare al dottore in cui ha fiducia. Proprio come tiene conto dei consigli dati o della dieta prescritta, o prende diligentemente le medicine prescritte, se obbedisce al consiglio del suo maestro, sarà in grado di avanzare.

La voce dell'io potrebbe facilmente essere erroneamente presa per ispirazione, specialmente quando l'io cambia il suo vocabolario da materiale a spirituale. Il suo scopo è isolare il ricercatore dai suoi compagni nella ricerca e dal loro insegnante. I suoi fratelli sulla Via gli sembreranno degli schiavi ossequiosi del maestro e il maestro un tiranno egocentrico che trae vantaggio dal suoi seguaci; in realtà i suoi fratelli e i suoi maestri sono degli specchi in cui vede la propria bruttezza. Quando ciò accade, il diavolo maledetto gli parla, pretendendo di essere un'ispirazione, e dice; "Ora hai visto e capito tutto. Ora sai tutto. Tu sei un uomo saggio, un insegnante tu stesso. Perché devi obbedire e fare tutte questo cose non necessarie che il tuo insegnante ti impone. Lui sta tentando di pretendere di essere ancora superiore a te. Abbandona lui e i suoi seguaci che non hanno penetrato il significato interno delle cose e continuano a praticare il lavoro esteriore di pregare e servire. Tu sei ora a un livello nel quale il tuo Signore ti parla direttamente. Quindi svolgi il lavoro interiore: medita, sforzati di ascoltare i messaggi segreti che ti giungono ...".

In questa tempesta il solo salvagente che lo salverà dall'annegare saranno le regole della sua religione. Deve pregare, digiunare e fare la carità con più fervore e attenzione che mai. Soprattutto deve cercare di far rivivere i sentimenti di amore che una volta provava per il suo shaykh e i suoi fratelli sulla Via. Perché l'amore cura tutte le malattie e l'amante è in grado di seguire tutti i desideri dell'amato.

Un'altra afflizione durante questo periodo è un mutamento nella comprensione e nella sensibilità. È come se dimenticasse tutto ciò che sapeva, persino la sua idea di se stesso. Le nuove impressioni non corrispondono alle vecchie. Egli è in grado di vedere le cose in modo differente, di fraintenderle, di sbagliare. Si sente come se non esistesse. Può immaginare di aver raggiunto il livello finale di Fana Fillah - smarrire se stessi in Dio. Ma questo sentimento non ha nulla a che fare con quell'alto stato. Dovrebbe realizzare che è uno stato di impotenza, di vuotezza, uno stato di bisogno disperato, lo stato del Fakr, lo stato che è stato elogiato dal nostro Profeta (saws), che ha detto, "Sono orgoglioso del mio fakr".

Ma se il ricercatore si e stancato di combattere contro il suo io ed è diventato mal disposto nell'esecuzione dei suoi doveri religiosi, allora ode di nuovo la voce del diavolo, "il tuo Signore è il tuo segreto e tu sei il segreto del tuo Signore. Hai raggiunto l'obiettivo finale di perdere te stesso in Dio, l'Eterno. Tutto ciò che è stato proibito o reso obbligatorio per i suoi servi non si applica a te. Qualunque cosa ti venga in mente, falla, perché tutto ciò che tu fai viene da Lui ed è corretto. Tu non hai alcuna responsabilità"

Possa Dio proteggerci da una tale eventualità, perché cadere in questo stato è come cadere giù dalla cima di un alto edificio. È mortale. Uccide il cuore. Chi è senza cuore non ha coscienza né paura di Dio; diventa un giocattolo del diavolo. Ruba, uccide, beve, diventa un dissoluto; non c'è limite ai peccati che commette. È anche cieco quando sta per cadere nella fossa dell'inferno, quando il suo shaykh e i suoi fratelli sulla Via tentano di trattenerlo, lui scalcia e tira e c'è il pericolo che li spinga all'inferno con lui.

Ma Dio Onnipotente salverà quelli che tengono conto degli avvertimenti e che si attengono alla loro religione e alla mano del loro insegnante. E che alimentano l'amore che sentono per il loro shaykh e i propri fratelli sulla Via per amore di Dio. E sicuramente sarà spinto al livello della pace e dell'armonia nel regno del Nafsi Mutmainna.

Nafsi Mutmainna

Questo stadio è il posto sicuro raggiunto dal ricercatore dopo un lungo e difficile combattimento con il diavolo privato, il suo io, e l'esercito dei diavoli che lo tentano nella sua vita di questo mondo. Per essere in grado di raggiungere questo livello, deve avere placato ambedue. Così è relativamente libero dai pericoli. Ora è sotto il comando della sua anima umana. Che trae piacere nel seguire le regole della religione e l'esempio del Profeta (saws). Possiede le qualità che Dio loda: è gentile, generoso, paziente, perdonatore, sincero, grato, contento e in pace. Ha udito Dio dire:

"O tu che hai trovato pace

Ritorna al tuo Signore, contento con Lui

E Lui contento di te.

Entra tra i miei bravi servi

Ed entra nel mio Paradiso."

Lui trova la sua pace, la sua felicità, la sua delizia, nel suo Signore. Gli è stato dato il cielo in terra. Entra in Paradiso in vita.

Ogni parola che scaturisce dalle sue labbra o è dal Santo Corano o dalla tradizione del Profeta (saws) o dall'insegnamento dei santi. La sua adorazione e devozione sono nutrimento per la crescita della sua anima. È un insegnante non solo mediante le parole, ma con l'esempio. I miracoli che accadono tramite lui, li attribuisce ad altre cause, non li rivendica mai, li ripudia al punto di negarli. Ogni sua azione corrisponde alle regole della religione. Lui ha riguadagnato il nome di Insan, vero essere umano; il nome deriva dalla parola uns, essere vicino, intimo con il proprio Signore. Così il suo Signore lo prenderà per mano e lo condurrà senza molte difficoltà da qui in poi.

Nafsi Radiyya

Ahimè! Veramente pochi uomini possono aspirare a raggiungere questo alto stato. Da questo livello compreso in su il ricercatore non impara, con le parole o l'esempio, da altri che se stesso, mediante la Ilm al Yaqin, la conoscenza acquisita. Ora ha raggiunto il livello della conoscenza tramite l'esperienza personale e le rivelazioni: Ayn al Yaqln, Certezza. Fin qua ogni cosa era relativa. Ora lui offre la Verità. La manifestazione di questo stato è amore, amore che tutto avvolge. Vede tutto e ogni cosa come atti perfetti di Dio, così li ama come le azioni, fil, dell'Amato. Raggiunge la perfetta sottomissione a ogni cosa che accade. Questa è la "Verità dell'Islam". C'è una perfetta armonia, di cui egli e conscio. Non ci sono possibilità di errore perché lui è il maestro del suo io, e l'io stesso è diventato un Musulmano, sottomesso al suo Signore. Lui non vuole altro che ciò che ha. Quindi non chiede a Dio alcunché per se. Ma quando prega per qualcun altro, le sue preghiere sono immediatamente soddisfatte. Lui siede sul trono nel regno spirituale, mentre il mondo esteriore è presente per servirlo. La sua accettazione, sottomissione, piacere. gratitudine e amore per il suo Signore sono così perfetti, che il Signore risponde con il Suo piacere per il Suo servo.

Nafsi Mardiyya

A questo livello si manifesta il legame tra il Creatore e il creato, con un amore comune ad entrambi. Il Creatore trova nell'uomo perfetto le qualità che Egli gli ha conferito quando lo ha creato, cosi come ha detto:

"In verità abbiamo creato l'uomo nella forma migliore …"

I Suoi Bei Nomi, i Suoi Attributi, che ha insegnato a nostro padre Adamo, si manifestano nel ricercatore. Così l'uomo perfetto che ha raggiunto il livello dove merita il piacere di Dio, ha perso tutte le sue caratteristiche fisiche animali così come i suoi aspetti umani imperfetti sotto il comando del suo io. Ora i Divini Attributi di Dio sono manifesti in lui e lui vede la Vera Realtà, la Verità, perché è benedetto con Ayn al Yaqin, la Certezza. Lui vede bellezza in ogni cosa, ama tutti, perdona le colpe di quelli che non sanno, è compassionevole, generoso, dà, non chiede mai, serve con tutto ciò che ha per portare gli altri alla luce dell'anima e per proteggerli dai pericoli dei loro io e dall'oscurità della loro mondanità. Tutto questo lo fa per amore di Dio e in Suo nome.

È difficile riconoscere questi esseri. Il loro stato non può essere descritto a parole. Non possono essere paragonati ai concetti che uno conosce ordinariamente. Una loro caratteristica particolare identificabile è che sono sempre in uno stato di perfetto equilibrio, come il centro di un circolo, come il fulcro di una bilancia: giusto nel mezzo, né di più né di meno, il mezzo. Dio ce lo chiede, il Profeta (saws) ci avvisa, tutti lo desiderano, ma nessuno riesce a raggiungere quest'obiettivo di eqilibrio eccetto questi uomi perfetti.

Nafsi Safiyya

Nel mezzo di ogni cosa, avendo trovato il centro, l'anima trova il proprio luogo. È un punto, senza lunghezza o estensione, non ricopre alcun area o spazio. Così è pura. Non esiste desiderio, non esiste richiesta. È l'inizio e la fine. È come il punto sotto la Ba e il punto sopra la Nun, tutta la conoscenza è contenuta in esso. Quando l'essere che possiede questa anima pura si muove, i suoi movimenti sono un potere che reca beneficio; quando parla è sapienza e musica per le orecchie; quando appare è bellezza e gioia per chi vede. Tutto il suo essere è adorazione, ogni cellula del suo corpo è in continua lode del suo Signore. È umile. Sebbene sia senza peccato, versa lacrime di pentimento. La sua gioia è vedere l'uomo che si tende verso il suo Signore, la sua pena è vederlo smarrirsi. Più di ogni cosa ama quelli che servono Dio. È adirato con quelli che si rivoltano. Tutto ciò che desidera per l'umanità è ciò che vuole Dio, e teme per il destino degli infedeli. È giusto, più che giusto! È quello che intercederà per i peccatori.

Dio è il più sapiente. Possa guidarci sulla Retta Via e condurci ai livelli che incontrano la Sua approvazione e ci dia la pazienza, la perseveranza, la forza e la sapienza per avere successo nella Via. Amin.

[Adattato da Marifetname di Hd. Ibrahim Hakki Erzurumi (1703-1780) dallo Shaikh Tosun Bayrak al-jerrahi Zul-Qi'dah, 1420]

gli articoli sono tratti dal sito:

http://www.sufijerrahi.it/

La Via del Cuore nel Sufismo

Il Sufismo é conosciuto come la Via del Cuore, la Via del puro, mistico cammino dell'Islam. Con qualunque nome lo vogliate chiamare, é il sentiero che conduce il ricercatore alla Presenza Divina.

Cos'è il Sufismo

nelle parole dei Maestri Sufi

In verità egli (il sufi) è come la terra, calpestata dai pii e dagli empi, è come le nubi, la cui ombra si estende su ogni cosa, è come la pioggia che bagna ogni cosa (senza distinzione).

Junayd al-Baghdadi

Il Sufismo è abbendonare quello che hai nella testa, donare ciò che hai nella mano e non ritrarti da ciò che sopravviene.

Abu Said ben Abi-l-Khair

La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano la trovano.

Bayazid al-Bistami

Sufismo consiste nel ristabilirsi nello stato di equilibrio di prima che si entrasse nell'esistenza.

Abu Bakr ash-Shibli

Sufismo consiste nell'essere con Allah, senza attaccamenti per nulla che non sia Lui.

Junayd al-Baghdadi

Il Sufismo consiste nell’abbandonarsi a Dio in conformità con ciò che Dio vuole.

ibn Ahmad di Ruwaym

Il Tasawwuf non é un sistema costituito da regole o da scienze, ma comportamento: se fosse una regola, potrebbe essere fatto proprio con lo sforzo accanito, se fosse una scienza, potrebbe essere acquisito con l’istruzione.

E’ invece un comportamento (analogico): conformatevi all’azione di Allah! Ma è impossibile adeguarsi all’azione di Allah per mezzo di regole o di scienze.

Abu-l-Hussain an-Nuri

Sufismo consiste nel non possedere alcunché e che niente e nessuno possegga te.

Samnun

Sufismo consiste nel possedere tutte le qualità dell’eccellenza del carattere (khulq) e lasciare ogni qualità riprovevole.

Abu Muhammad Al-Jariri

Sufismo è quando in ogni momento il servitore di Allah è in accordo con ciò che è più appropriato (awla) a quel momento.

'Amr ibn 'Uthman al-Makki

Sufismo consiste nel raggiungere una stazione spirituale (nashr maqam) ed essere nell'unione costante (ittisal bi-dawam)."

'Ali ibn 'Abd al-Rahim al-Qannad

Il Sufismo è abbandonarsi all'attimo fuggente (waqt).

Abu Sa'id Kharraz

- Il tasawwuf è afferrare le verità e rinunciare a ciò che è nelle mani degli uomini.

Ma'ruf Al-Karkhi (+ 2oo E.) (R., 149, I; T.A., 1, 272).

La scienza utile è quella i cui raggi si dispiegano nel petto e con la quale dal cuore è tolto il suo velo

Ibn 'Atà Allàh

- Il tasawwuf è questo: che le azioni (del sufi) non tengano conto del sùfì: esse sono note soltanto ad Alláh; che egli sia sempre con Alláh in un modo conosciuto soltanto da Alláh.

Abu Sulayman Ad-Darani (+ 215 E.) (T.A., I, 233).

- sufi è colui che conserva un cuore puro nei confronti di Alláh.

Bishr Al-Hafi (+ 227 E.)(T.A., 1, 112).

- Gli fu chiesto del tasawwuf, ed egli rispose: « Sono gente che hanno preferito Alláh a qualsiasi altra cosa, perciò Alláh li ha preferiti a qualsiasi altra cosa».

Dhul-L-Nun (+ 245 E.) (R., 149, 20; T.A., 1, 133).

- Il sufi è tale che, quando parla, il suo linguaggio è l'essenza del suo stato, ciò significa che quando parla non dice nulla senza essere egli stesso quel qualcosa; e quando tace il suo comportamento esprime il suo stato e traduce all'esterno il distacco di esso. (T.A. 126).

- Il sufi non è insozzato da nulla e tutto è da lui purificato.

Abu Turab Al-Nakshabi (+ 245 E.)(R., 149).

- Il tasawwuf è un nome che include tre concetti.

Il sufi è colui in cui la luce della conoscenza divina non spegne la luce della pietà;

è colui che non manifesta all'esterno dottrine esoteriche in contraddizione con il significato letterale del Corano e con la Sunna;

e il potere di compiere miracoli non gli fa violate gli obblighi sacri imposti da Alláh.

Sari As-Saqati (+ 257 E.)(R., 12; T.A., ->82).

- Il tasawwuf è tutto disciplina.

Abu Hafs Al-Haddad (+ circa 265 E.) (T.A., 1, 33I)

- Il sufi è colui che si è purgato da ogni lordura ed è diventato un ricettacolo di meditazione, e in Prossimità di Allàh è escluso dal genere umano; ai suoi occhi l'oro e la terra sono di egual valore.

Sahl B. Adullah At-Tustari (T. A., I, 264).

-Il tasawwuf è: nutrirsi parcarnente, riposarsi in Alláh e fuggire dagli uomini. (T.A., 264).

Abu Sa 'id al-Kharraz (+ 286 E.)

- Gli dornandarono cosa fosse il tasawwuf. Rispose: « Il súfi è reso puro dal suo Signore ed è riempito di splendori, ed è immerso nella quintessenza delle delizie grazie alla pratica dell' " incantazione" (dhikr) ».

Summun al Muhlbb (+ 297 E.)

- Interrogato a proposito del tasawwuf, rispose: «Consiste in ciò: che non possederai nulla e nulla ti possiederà ». (R., 148).

'Amr Ben 'Uthman Al-Makki (+ 291 E.)

- Gli fu domandato cosa fosse il tasawwuf. Rispose: « (Si applica) a qualcuno che è sempre occupato di ciò che è piú adatto a lui in quel rnomento ». (R., -148).

Abu-L Hussayn An-Nuri (+ 295 E.)

- E' un attributo del súfi esser sereno quando non ha nulla, e non esser egoista quando gli vien dato qualcosa. (R., -149).

- I sufi sono coloro che si sono liberati dalle sozzure dello stato umano e si sono purificati dalla macchia dell'ego e liberati dalle brame; perciò sono in pace con Allàh e sono situati nei primi ranghi della prossimità e nel grado piú elevato;

sfuggiti da tutto ciò che non sia Lui, non sono né padroni né schiavi. (T.A.).

- Il sufi è colui a cui nulla è attaccato, e non si attacca a nulla. (T.A.).

- Il tasawwuf non è un sistema costituito da regole o da scienze, ma comportamento: (ciò equivale a dire che) se fosse una regola, potrebbe esser fatto proprio con lo sforzo accanito, e se fosse una scienza, potrebbe essere acquisito con l'istruzione; è invece un comportamento (analogico). Formatevi sull'azione di Alláh! Ma è impossibile adeguarsi all'azione di Allàh per mezzo di regole o di scienze. (T.A.).

- Il tasawwuf è libertà, generosità, assenza di autorepressione, e liberalità. (T.A.).

- Il tasawwuf è rinunciare a ogni acquisizione egoistica per conquistare la Verità. (T.A.).

- Il tasawwuf è odio per il mondo e desiderio del Signore. (T.A.).

Sheikh Ansari

- L'occhio pieno della visione di questo mondo non può vedere gli attributi dell'altro mondo. L'occhio pieno degli attributi dell'altro mondo sarà privato della Bellezza dell'Unicità (Kashf al Asrar, Vol. 7, p. 511)

Sufi non è chi porta sempre il tappeto da preghiera, né chi indossa vestiti rattoppati, né chi mantiene certe abitudini e apparenze; ma Sufi è colui che attira l'attenzione di tutti, pur nascondendosi. Sufi è colui che durante il giorno non necessita di sole e di notte non ha bisogno della luna. L'essenza del Sufismo è l'inesistenza assoluta che non necessita di esistenza, dato che non c'è esistenza oltre a quella di Allah." Abul Hassan Ali ibn Jafar Al Kharqani, il grande Naqshbandi sheikh, possa Allah santificare la sua anima e benedire il suo segreto.

Abul Hassan Ali ibn Jafar Al Kharqani

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Legenda:

R.: Tratto dalla Risalat al Qushairiyya di Imam Qushairi

T.A.:tratto dalla Tadhkiratu-l-Awliyya di Fariduddin 'Attar

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Dalle Fatawa di Sheykh 'Abd al-Halim Mahmud: Sul Sufismo

Shaykh 'Abd al-Halim Mahmud, il capo dell'autorità religiosa in Egitto (Shaikh al-Azhar) fino alla sua morte nel 1978, nel suo libro di dichiarazioni legali (Fatawa) mise in chiaro la natura del Sufismo nel modo seguente:

Abu Bakr al-Kattani affermò nella sua defnizione di Sufismo (at-Tasawwuf) che (esso) consiste in comportamenti [di qualità elevata] (kuluq). Perciò chi assume un comportamento che migliora in qualità, anche la sua purezza aumenterà.

Abu al-Hasan al-Nawawi affermava, "il Sufismo non consiste né in particolari usi, né nella conoscenza. Ma è costituito da un comportamento [di qualità elevata] (kuluq). Là dove è costituito da consuetudini particolari, può essere ottenuto attraverso lo sforzo (al-mujahada) e là dove è costituito dalla conoscenza, può essere raggiunto attraverso l'istruzione, Il Sufismo, tuttavia, consiste nell'assumere le qualità di Dio (aklaq-Allah).

Shibli ha definito il Sufismo dicendo che il suo inizio è la gnosi di Dio; e il suo punto finale è la Sua affermazione di unità. E la definizione comprensiva è nelle parole di Abu Bakr al-Kattani, il Sufismo è purità e testimonianza.

E il Sufismo cominciò immediatamente con [l'avvento de] l'Islam. Questo è perché l'Islam è costituito da un comportamento nobile così come da un'armonizzazione a Dio sia nelle faccende semplici che in quelle di enorme importanza. Trai primi Sufi dopo i Compagni [del Profeta] e i Seguaci [che sono succeduti a loro] ci fu Ibrahim ibn Ad'ham e Fudayl ibn'Ayyad.

Come conseguenza della confusione della gente tra i termini asceta (zahid), adoratore ('abid), e Sufi, possiamo affermare quel che segue: l'asceta è colui che si allontana dai beni del mondo e dalle sue cose piacevoli.. L'adoratore è colui che pone attenzione nell'osservare gli atti di adorazione, come alzarsi di notte per pregare (al-qiyam), compiere le preghiere canoniche (al-salat), e così via. Il Sufi è sia un asceta che un adoratore. Così il Sufi si astiene dal mondo, visto che è al di là del punto in cui niente può distrarlo da Dio. Ma il Sufi è anche un adoratore per la sua costanza con Dio e il suo legame con Dio (possa Egli essere esaltato). Egli adora Dio perché Dio è "adorabile", non per desiderio, né per paura.

La santa donna Sufi Rabi'ah al-'Adawiya- possa Allah essere compiaciuto di lei- disse, "Oh Dio, se io Ti adorassi per paura del Tuo fuoco infernale, gettamici dentro. E se Ti adorassi per il desiderio del Tuo paradiso, impediscimi di entrarvi. E se Ti adorassi per amore del Tuo nobile volto, non proibirmi di vederTi." (Dalla Fatwa dell'Imam 'Abd al-Halim Mahmud, p. 334)

Il Sufismo

Il sufismo è una scoula di realizzazione etica mediante illuminazione interiore e non mediante ragionamenti intellettualistici; implica rivelazione, testimonianza e non logica.

Per Etica si intende la morale che trascende semplici convenzioni sociali; un modo di essere che è la realizzazione degli Attributi di Dio.

Spiegare cosa è la Verità non è facile. Le parole limitate come sono, non potranno mai esprimere la Perfezione dell'Assoluto, dell'Illiminato. Così in coloro che sono imperfetti nascono dubbi e smarrimenti. Ma se non si può esaurire l'acqua dell"oceano, vi si può almeno smorzare la propria sete.

I filosofi hanno scritto innumerevoli volumi e parlato senza fine della Verità, ma senza essere esaurienti. Per cui vedono solo una parte dell'Assoluto e non l'Infinito nella sua globalità.

E' infatti vero che i filosofi vedono è giusto; ma non è che una parte dell'insieme. Unanimemente sappiamo che la parte corrisponde al tutto.

A tale proposito ricordo la famosa storia, raccontata da Rumi, di un gruppo di Indù che non avevano mai visto un elefante. Un giorno, giunsero in un luogo in cui ce n'era uno. Nell'oscurità completa si avvicinarono all'animale e ognuno, dopo averlo toccato, descrisse ciò che pensava di aver percepito. Naturalmente le descrizioni erano diverse. Coloro che avevano toccato la zampa dell'animale, pensavano fosse una colonna. Altri, che avevano toccato l'orecchio, dissero che era un ventaglio, altri ancora lo definirono dalla proboscide e così via.

Ciascuna delle descrizioni corrispondeva esattamente alle diverse parti che ognuno aveva toccato, ma la realtà dell'insieme era ben lontana dai singoli concetti. Se avessero avuto una candela, le divergenza di opinioni non sarebbero emerse. La luce avrebbe rivelato nel suo insieme l'elefante. E' soltanto con la luce della Via spirituale e della Via mistica, che la Verità può realmente essere conosciuta.

L'individuo deve divenire testimonianza della Perfezione dell'Assoluto, perché possa vedere con la vista interiore di chi percepisce la Realtà nella sua interezza.

Questa testimonianza si manifesta quando si diventa perfetti, cioè quando si perde la propria esistenza parziale nel Globale.

Se il tutto può essere paragonato all'Oceano, e la parte a una goccia, il sufi dice che è impossibile vedere l'Oceano con l'occhio della goccia. Tuttavia, quando la goccia si confonde con l'Oceano, può vedere l'Oceano con l'occhio dell'Oceano.

Come è possibile raggiungere la perfezione?

L'uomo è dominato dai sensi e, se permane imprigionato dagli istinti abituali, si allontana dall'armonia e dunque si ammala.

La sua malattia, causa alterazione dei sentimenti e, di conseguenza, pensieri e percezioni diventano incerti.

Così sia la fede che la conoscenza individuale della verità si allontanano dalla realtà.

Per poter progredire verso Perfezione, l'individuo deve, prima di tutto, cambiare il suo modo negativo di pensare e tramutare le sue passioni in virtù. Perché ciò avvenga bisogna armonizzarsi con la Natura Divina. Questa via d'Armonia (la Via Spirituale), consiste nella povertà spirituale; nella devozione e nel ricordo constante di Dio; totalmente dimentico si sé. In questo modo, l'individuo percepisce la Verità quale essa è veramente.

Ascetismo e astinenza nel sufismo

Per poter percorrere la via, il sufi ha bisogno di energia che trae da una buona alimentazione.

E' stato detto che tutto ciò che il sufi mangia è trasformato in qualità e luce. Mentere il nutrimento di coloro che sono schiavi dei propri desideri e turbamenti non farà che aumentare le pulsioni egoistiche, allontanandoli ancora di più dalla Verità.

A questo proposito, Rumi ha scritto:

Costui mangia e solamente avarizia e invidia ne risultano,

invece costui si nutre e il risultato è la luce dell'Unico.

Quest'altro mangia e gliene viene solo impurità,

mentere quello nutrendosi

diventa luce di Dio.

E' allora chiaro che il Sufismo non è fondato su pratiche ascetiche come l'astinenza dal cibo. Nella nostra scoula, al viaggiatore sulla via di Dio; viene consigliato di astenersi dal mangiare soltanto quando è malato o preda delle passioni. In questo caso, il Maestro o la Guida Spirituale, lo autorizza ad astenersi dal mangiare per un certo lasso di tempo, consigliandogli di concentrarsi piuttosto su pratiche spirituali.

In questo modo, l'eccesso è trasmutato e l'essere interiore del viaggiatore diventa armonioso. Il darvisc potrà così continuare la sua difficoltosa ascesa verso l'Infinito.

I filosofi che praticano l'induismo, credono che nel digiuno si trovi la forza necessaria per la purificazione dell'individuo.

Nel sufismo, invece, la sola astinenza non basta a purificare l'individuo. E' vero che l'ascetismo e l'astinenza danno uno stato spirituale particolare, nel quale la percezione dell'individuo potrebbe essere acuita. Ma le nostre passioni potrebbero essere paragonate ad un drago, che diventa meno potente durante il digiuno, ma appena sazio, si rianima, diventa più forte che mai e cerca di soddisfare i suoi desideri.

Nel Sufismo è per mezzo della Tariqat (la Via Spirituale) che le passioni vengono progressivamente purificate e trasformate in Attributi Divini, finché tutto ciò che è coercitivo dell'io individuale, scompare. Allora, tutto ciò che resta è il Perfetto, I'Io Divino. Ascetismo e astinenza, al confronto di un impresa così precisa, sono praticamente senza valore.

La via spirituale (Tariqat)

La Tarigat è il cammino, la Via attraverso la quale il sufi si pone in armonia con la Natura Divina. Come abbiamo detto, questa via comprende il "fagr", cioé la povertà spirituale, la devozione, e il ricordo continuo e disinteressato di Dio, che sono rappresentati dal Kherqe, investitura onorifica del discepolo.

1. La Poverta Spirituale (Faqr)

E' contemporaneamente il sentimento di essere imperfetto e bisognoso e l'aspirazione alla Perfezione. Il Profeta Maometto diceva: " La povertà spirituale è il mio orgoglio ". E Dio rivelò al Profeta: " Di, o Dio, accresci la mia vera conoscenza di Te "(Corano: Ta Ha; 144).

Come indica quest'ultima frase, benché il Profeta avesse il compito onorifico della Profezia, era necessario che si sentisse povero e quindi desideroso di essere più vicino all'Essenza di Dio.

2. L'Investitura Onorifica (Kherqe)

Il Kherqe è il mantello d'onore del darvisc. Esso simbolizza la Natura Divina e i Suoi Attributi. Alcuni hanno erroneamente pensato che il mantello possieda, di per sé le proprietà relativa agli Attributi Divini e hanno ritenuto che portandolo si divenga santi. Al contrario il fatto di portare un " abito spirituale ", non rende necessariamente spirituali.

I sufi indossano ciò che vogliono o ciò che piace a loro, ma restando in armonia con ciò che è socialmente accettato. Ali, il primo Imam, diceva: " Il tuo abito non deve essere tale da provocare disprezzo, ammirazione o invidia" . perciò non è l'abito che fa il sufi, sono piuttosto i suoi atti e il suo stato interiore.

" Riposa sul trono del cuore,

sei un Sufi

nella purezza delle tue maniere".

(di Sa'di)

Il mantello è tessuto con l'ago della devozione e col filo del Ricordo Permanente di Dio. Colui o colei che voglia essere onorato di questo mantello di povertà deve, con devozione, sottomettersi ad una Guida Spirituale.

La vera devozione attira il cuore dell'individuo verso il Beneamato. Ciò implica un' attenzione continua alla Verità Reale e uno sforzo costante nel distogliere l'attenzione dal "sé".

L'indiscutibile sottomissione alla guida spirituale è indispensabile.

La guida, con mezzi spirituali, penetra nelle profondità dell'anima del discepolo, trasmutando le sue qualità negative liberandolo dalle impurità del mondo della pluralità. In altri termini, la guida prende l'ago della devozione dalle mani del discepolo e tesse per lui il mantello del sufi, con il filo del Ricordo Permanente di Dio. Solo allora per mezzo della Grazia del mantello dei Nomi e degli Attributi divini, il discepolo diventerà un Uomo Perfetto.

3. RICORDO PERPETUO DI DIO (Zekr)

Le forze dell'Unicità Assoluta, attraverso il canale della Divinità, possono manifestarsi negli esseri.

Ogni essere secondo la sua capacità, beneficia di queste Forze Divine.

Nell'ambito del linguaggio, le manifestazioni di queste forze o verità sono espresse dai Nomi Divini. Così, per esempio: il Vivente (al-Hayy), che significa che la vita universale gli è subordinata, e il Trascendente (al-Ali), che significa che la forza dell'universo gli appartiene.

I Nomi Divini, nel ricordo continuo e permanente di Dio (zekr), sono prescritti dal Maestro della Via Spirituale, allo scopo di preservare i discepoli dal dominio dell'ego, dalle pulsioni naturali. Ma questo ricordo ha valore solo se tutti i sensi dell'individuo vengono a centrarsi totalmente sul Significato Reale di questi diversi Nomi. E' solamente per mezzo di una perfetta conoscenza del significato e della Verità di questi Nomi Divini che l'attenzione sull'io sparisce. Allora l'ego si purifica e si orna dagli Attributi Divini. Il poeta Maghrebi ha detto:

" Il Beneamato si manifestò così lungamente

al mio cuore predisposto

che dei suoi Attributi e della sua Natura

completamente si impregnò ".

E' soltanto così che la ripetizione dei Nomi Divini (litania o zekr) poù essere definita ricordo disinteressato di Dio. Il discepolo è simile ad una macchina la cui energia proviene dalla devozione. questa macchina, con l'aiuto prezioso dello zekr, trasforma tutte le passioni in Attributi Divini.

Gradualmente, l'io del discepolo sparisce e lascia il posto alla Natura Divina; solo allora il discepolo può ricevere l'investitura del sufi. Il suo cuorre e la sua anima si illuminano della grazia degli Attributi Divini. In questo stato, il discepolo è pronto a partecipare alla festa spirituale dei sufi che ha luogo nella " Taverna della Rovina " (Kharabàt). Questo è lo stato spirituale del totale annullamento in Dio (fana). Ora il sufi percepisce direttamente i segreti della Verità. Come è detto nel Corano (al-waqe'a, L'Avvenimento; LVI: 79): " Solo i puri possono provarla ". Puri, nel sufismo, sono chiamati gli esseri perfetti.

Per poter dimostrare come si pratica il ricordo di Dio (zekr), prediamo l'esempio del " la elàha ella' llàh " che significa " non c'è alcuna divinità oltre a Dio Unico ".

I sufi si siedono, con le gambe incrociate o sui talloni, la mano destra posta al di sopra del ginocchio sinistro, e la mano sinistra sul polso destro. In questa posizione le mani e le gambe dell'individuo formano un "la" (no in arabo) che simbolizza la non esistenza del sufi di fronte al suo Beneamato. In questa posizione il sufi deve rinunciare a questo mondo, all'altro mondo e a sé medesimo. Il "la" delle braccia comincia dall'ombelico e continua su sino al collo del discepolo. E' come un paio di cesoie, che simbolizzano il distacco; l'assenza della testa, del sé, e la rinuncia della fede e dell'attaccamento all'esistenza limitata dell'individuo.

Con la elàha (Dio), il sufi inclina la testa e la gira verso destra in un semicerchio. Questo è chiamato arco dell'esistenza possibile (emkàn). Questa parola simbolizza la negazione o piuttosto la rinuncia alla credenza di tutto ciò che non è Dio o il mondo di emkàn. " Altro all'infuori di Dio " nel sufismo significa ogni esistenze effimra, limitata e possibile; gli esseri umani si preoccupano di queste esistenze possibili al posto dell'Eternità che comprende il Necessario e l'Assoluto Reale di Dio. Allora, con ella llàh, inclina e volge la testa a sinistra. Questo è chiamato arco della necessità (l'arco del vogiube) e simbolizza la realtà del Necessario, la Realtà Assoluta.

La Manifestazione del Divino (Mazhariat)

Poiché le parole simbolizzano oggetti, conceti e realtà, i sufi credono che coloro che iniziano a percorrere la Via (i discepoli) con l'aiuto del ricordo costante e con la completa attenzione al significato del ricordo do Dio, diventano la vera manifestazione del ricordo stesso; in altri termini ricordando costantemente e disintressatamente Dio, il sufi diviene Superiore e questo è uno degli Attributi Divini.

I sufi credono che ci sia un attributo Divino particolare che domina l'essere di ogni profeta e di ogni santo (wali), per cui si potrebbe dire che ciascuno di loro è la manifestazione di una teofania particolare. Per esempio, i sufi considerano Mosè come il simbolo di oluwyàt (superiorità o aspetto trascedente della realtà), grazie alla capacità che aveva di indirizzarsi direttamente a Dio senza alcun intermediario. Nel Corano, Dio dice a Mosè: " non temere nulla perché sei il Superiore " (Il Corano: Ta Ha; XX: 68).

Gesù è la manifestazione della Profezia. In effetti, ancora bambino, esclamò: " Dio mi diede il Libro e mi nominò suo inviato " (Il Corano: Maria; XIX: 30).

Tutti i profeti incarnano l'Unita Divina e la Perfezione, ma il profeta Maometto ne è la manifestazione suprema. E' il simbolo del Nome Superiore (al-A'zam). Il Suo Nome è il più glorificato di tutti i Nomi Divini, poiché li comprende tutti. Perciò Maometto è l'incarnazione spirituale e la manifestazione dei Nomi Divini.

Maometto stesso diceva: " La prima cosa che Dio ha creato era la mia Luce ".

Inoltre, ogni profeta è la manifestazione di un solo Attributo Divino, mentre tutti gli Attributi si ritrovano nel nome più glorificato: il nome al-A'zam di cui Maometto era il simbolo.

In altri termini, Maometto è la manifestazione del Grande Nome.

Così, per il fatto che la sua manifestazione include tutti i Nomi, egli viene gerarchicamente prima di tutte le creature. per questa ragione ha detto: " Ero l'inviato di dio, quando Adamo era ancora fra acqua e fango ".

Samà

Se nonsei con il Beneamato,

perché non lo cerchi?

E se arrivi al tuo Beneamato,

perché non ne gioisci?

L'aspetto musicale ed estatico del sufismo si chiama samà. Il Sufi durante il suo rapimento spirituale, rivolge l'attenzione del suo cuore al Beneamato attraverso movimenti particolari, spesso con una musica speciale e ritmica ripetendo lo zekr. In questo stato di ebbrezza spirituale, il sufi è paragonabile all'innamorato per eccellenza che non ha niente altro nella sua mente fuorché Dio. Con tutte le sue facoltà è attento al Beneamato ed è totalmente distratto per tutto il resto e dimentico di sé. Non tutti i discepoli sono autorizzati ad impegnarsi nel Samà. Soltanto la guida spirituale decide dell'opportunità di tale pratica.

Può perciò prescrivere il Samà come un vero e proprio rimedio o talvolta proibirlo.

La Santità (Welayat)

Abbiamo detto sopra che il fine del Sufismo è formare Uomini Perfetti che riflettano i Nomi e gli Attributi Divini.

Nell Sufismo, l'Uomo Perfetto è chiamato anche "Wali" (santo), parola che significa letteralmente "amico sincero"; tutti i profeti sono stati anche santi. Il grado spirituale di santità è uno stadio che indica lo stato interiore dell'individuo, mentere il rango di profeta riflette la missione dell'individuo come inviato di Dio.

La missine profetica di Maometto era contemporaneamente la Santità Assoluta e la Profezia. Ali pur non essendo un profeta ha raggiunto la stessa Sanitità Assoluta.

Maometto diceva: " Ali ed io siamo della stessa luce " e Ali diceva: "Spiritualmente, sono sato con tutti i profeti".

Per i grandi sufi, i santi comprendono i successori di Ali, nel suo ruolo politico-spirituale, come primo Imam sciita. Tra i santi ci sono anche i Grandi Maestri degli Ordini Sufi che hanno seguito la via esoterica tracciata da Ali.

Questi Esseri di luce, ciascuno secondo la propria capacità, si sono dissetati alla fontana della Verità.

Solo Dio conosce veramente i loro diversi livelli spirituali. In una delle tradizioni del profeta, (hadith), Dio dice: " I miei amici sono sotto il mio vessillo, nessun altro all'infuori di Me li conosce ".

La maggior parte della gente non ha l'attitudine necessaria per conoscere i santi. Inolte, bisogna aggiungere e sottolineare che il contenuto non poù mai conoscere il contenente. La vera conoscenza dei santi, che non è una facoltà facile o comune, proviene dall'essere consapevoli di avere una realtà interiore.

Un errore comune a molta gente è credere che vivendo da eremita, si diventi santi. Mentere nella via del sufi, di Maometto e di Ali, si deve vivere in società. Restare in isolamente, lontano dal contatto col mondo, non ha valore spirituale duraturo.

Maometto diceva: " La fede di un credente non è perfetta fino a che mille uomini di irreprensibile rettitudine non lo abbiano incolpato di ateismo ". Quello che voleva dire è che la conoscenza divina di un credente perfetto è al di là del livello della capacità di intendere della maggior parte della gente. Coloro che sentono parlare un tale Uomo Perfetto, premesso che non possono percepire la verità di ciò che dice, lo tacciano di miscredenza. Un vero credente, un sufi, deve vivere nella società, servirla e guidarla, deve essere il veicolo attraverso il quale la società riceve la Grazia Divina. E' per questa ragione che l'accordarsi, l'adattarsi, e l'armonizzarsi con l'ambiente, l'essere in pace con il tutto sono requisiti basilari dell'Uomo perfetto

La Purificazione e i suoi stadi

Gli stadi della Purificazione sono i seguenti:

1. L'io svuotato da sé stesso (L'eliminazione o takliyà).

2. L'io illuminato (L'illuminazione o tajliyà).

3. L'io ornato (L'ornamento o tahliyà).

4. L'io scomparso (L'annichilimento o fanà).

Questi stadi si manifestano nel corso del ricordo disinteressato di Dio (zekr).

Il primo stadio, l'essere svuotato di sé stesso, implica il rigetto delle qualità negative, delle passioni che vengono dall'io egoista.

Il secondo stadio, quello dell'io illuminato, implica svuotare il cuore e l'anima dalle impurità.

Nel terzo stadio, l'essere interiore dell'individuo si adorna degli Attributi Divini.

Finalmente l'essere interiore del discepolo diventa completamente colmo degli Attributi della Verità-Reale, nella misura in cui non c'è più alcun segno della propria esistenza limitata. Questo quarto stadio è chiamato " l'io scomparsa " (fanà). Un poeta sufi ha detto:

Ho pensato a Te così spesso

che sono diventato Te.

A poco a poco Tu sei avvicinato

e a poco a poco io sono scomparso.

Il discepolo attraverso questi gradi di purificazione, viaggia sulla Via interiore, la Via spirituale (Tariqat). Ma egli (o ella) può fare questo viaggio solo seguendo i doveri e gli obblighi della religione. Dopo aver percorso questa via, il discepolo diventa un Uomo Perfetto e arriva alla soglia della Verità (Haqiqat).

Maometto ha detto: " La shari'at è la mia parola, la tariqat le mie azioni e l'haqiqat è il mio stato ".

Si potrebbe considerare il viaggio attraverso l'haqiqat, attraverso la Verità come una formazione nell'Università Divina, la " Taverna della rovina " (Kharabat). In questo reale centro di studi superiori non ci sono professori, la sola guida dello studente è l'Amore Assoluto. Qui L'Amore è il solo maestro, il solo programma di studi, ma anche l'essere interiore dell'individuo. Prima del suo ingresso in questa Universita, un individuo perfetto potrebbe essere ancora definito. Ma una volta entrato nella Realtà, egli diventa indefinibile, al di là mondo delle parole.

Fino alla riva dell'Oceano del fanà

si intravendono le orme

che spariscono poi

nell'Oceano del " la" (non).

(di Rumi)

Se gli domandate il suo nome, come Bayazid, risponderà: " E' da molto tempo che l' ho perduto. Più lo cerco, meno lo trovo ".

Se gli chiedete della sua religione, come Rumi, risponderà:

"La via di un innamorato

non è fra le religioni.

La chiesa e lo stato degli amanti

è Dio ".

Se gli domandate come sta, come Bayazid risponde: " Non c'è che Dio sotto il mio mantello ".

Se parlasse come Hallaj, potreste sentirlo cantare: " Sono la Verità " (Ana'l-Haqq).

Tali parole veramente non possono venire che da Uomini Perfetti che hanno perduto il loro "io" e sono divenuti la manifestazione della Natura dei Misteri Divini. Il loro io ha preso il volo e solo Dio è rimasto.

http://www.nimatullahi.org/it/WIS/WIS9.html

http://www.sufi.it/sufismo/index.htm

Dio è la risposta ad ogni domanda.

Hazrat Inayat Khan

IL SUFISMO E IL MESSAGGIO SUFI

Sufismo significa saggezza. Tutti sappiamo che i Cristiani sentono che c'è saggezza nell'essere Cristiani. Gli Ebrei sentono che c'è saggezza nell'essere Ebrei. I Musulmani sentono che c'è saggezza nell'essere Musulmani. Gli Indù e i Buddisti, e così molti altri, sentono anche che c'è saggezza nell'appartenere alla religione cui appartengono. Infatti, se i Cristiani scoprono veramente la saggezza, allora sono Sufi, sia loro scelgano di chiamarsi così oppure non. Se gli Ebrei scoprono veramente la saggezza, allora sono Sufi. Se i Musulmani scoprono veramente la saggezza, allora sono dei Sufi, e lo stesso vale per i Buddisti e gli Indù e per tutti coloro che seguono qualsiasi religione.

Un Sufi, per definizione, è un'anima religiosa, tuttavia, il Sufismo non è una religione, né un culto o una scuola. Il Sufismo è proprio solo una "porta aperta", un atteggiamento di simpatia interiore verso tutte le credenze. Tutte le religioni sembrano essere tutte derivazioni di uno e dello stesso impulso, il grido del cuore, la brama dell'anima per Dio.

Un Sufi sente la necessità di fare certe pratiche che non sono tenute segrete egoisticamente come nel caso di vari culti e sette. Queste pratiche sono salutari da un punto di vista fisico come anche psicologico. Per esempio, le pratiche di respirazione sono incoraggiate per sviluppare la finezza dell'energia del Prana nel respiro. Non è il volume del respiro che è importante ma piuttosto l'intensità della luce del Cosmo che il respiro trasmette. Altre discipline come le pratiche di concentrazione aiutano estremamente l'allenamento della mente. Sorprendentemente, più siamo capaci di concentrarci su un dato pensiero e tenerlo saldo più siamo capaci di liberare la mente da un pensiero che non è voluto. Ci sono talmente tante persone che sono infelici perché sono ossessionati da pensieri che disturbano, e non sanno come sbarazzarsene.

Ci sono anche pratiche di tipo devozionale, quali le preghiere in cui il Sufi si trattiene dal chiedere, ma invece tenta di offrire amore e gratitudine al Divino Amato. La parola amore rappresenta una realtà vastissima che ha significato soltanto quando l'io è dimenticato nello schiudersi dell'Amore.

Il Sufi prende gli altri più seriamente di sé, e questa è la ragione per cui è molto difficile comprendere ciò che un Sufi pensa e sente veramente. In riguardo all'esistenza materiale, il Sufi è sveglio alla realtà della creazione, mentre allo stesso tempo osserva l'infinita realtà dell'illusione. Un Sufi è sveglio alla realtà della creazione, mentre allo stesso tempo osserva l'infinita realtà dell'illusione.

SCOPI DEL MOVIMENTO SUFI FONDATO DA HAZRAT INAYAT KHAN

I. Realizzare e diffondere la conoscenza dell'UNITÀ, la religione dell'AMORE e della SAGGEZZA, cosicche vengano cancellate le diversità delle fedi e delle credenze e che il cuore umano trabocchi di amore e dissolva tutto l'odio causato dalle differenze e dalle distinzioni.

2. Scoprire la luce e la forza latenti dell'anima, il segreto di ogni religione, il potere del misticismo e l'essenza della filosofia, senza turbare usi e credenze.

3. Adoperarsi affinché i due poli estremi del mondo, l'Oriente e l'Occidente, si avvicinino nello scambio reciproco del pensiero e delle idee, affinché la FRATELLANZA UNIVERSALE possa formarsi da sé e gli uomini possano comunicare fra di loro al di là dei ristretti confini di nazionalità e di razze.