la Sorellanza Nera della Morrigan

Data pubblicazione: Jun 03, 2014 10:50:19 AM

foto: Morgan le Fay – Artwork by Jessica Galbreth

La Triade e la Morrigan

La Dea è rappresentata a discrezione di ciascuno da molti colori, ma i suoi colori fondamentali sono da sempre la triade Bianco/Rosso/Nero. La cosa interessante di questo tris archetipico è che sia il Bianco che il Nero, a dispetto di ciò che si crede, sono entrambi colori di Morte e di Nascita/Fertilità. La triade non è quindi che un cerchio, che rappresenta l’essenza ciclica e multiforme della Dea: Fanciulla/Madre/Crona.

Questi tre colori possono essere usati per lavorare con qualsiasi Dea Triplice, ma in questa sede vi parlerò solo del loro accostamento alla Morrigan.

Negli articoli precedenti avevo spiegato come i colori caratteristici della Dea fossero proprio il Bianco e il Rosso, poi divenuti colori tipici anche del regno delle Fate. Il Nero è il colore del Corvo, ma anche della Terra Fertile. E’ un colore che rappresenta l’infinita possibilità, il caos primigenio, la probabilità. Le associazioni con la Morrigan sono tante quante ne vogliamo trovare. Ognuno di questi colori può avvicinarci alla comprensione delle tre dee che la compongono.

Vi riporto in sintesi le associazioni che opera la Woodfield nel suo libro. Lei attribuisce il bianco ad Anu, il rosso a Macha e il nero a Badb. Ma Anu è una Dea Madre, è in qualche modo la Danu Irlandese strettamente associata alla fertilità e all’acqua come fonte di vita. Secondo me Anu è quindi anche il Rosso. Badb è invece è il presagio di morte quando viene vista in forma di lavandaia, il suo colore secondo me è anche il Bianco (bianco come morte e come purificazione tramite il lavaggio delle vesti insanguinate). Questo per far capire che le interpretazioni sono varie e dipendono molto dalla sensibilità personale.

Il Rosso, il Bianco e il Nero congiuntamente possono essere utilizzati sotto forma di candele, oggetti ecc. per lavorare con la triplice Morrigan. Il mio consiglio è quello di lasciare che questi colori parlino al vostro inconscio tramite la visualizzazione e la meditazione, sicuramente imparerete di più così che tramite le classiche corrispondenze.

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Le nove sorelle di Avalon e Morgan le Fay

In Vita Merlini è narrato che l’Isola di Avalon era abitata da nove sorelle, tra le quali Morgan Le Fay era la più dotata nelle arti magiche. Ho riflettuto spesso sul significato di queste donne. Chi erano queste sorelle? Morgan le Fay è l’unica figura nota tra di loro. I nomi delle altre otto sorelle non compaiono in nessun’altra delle fonti mitologiche a noi disponibili, tutto ciò che sappiamo su di loro sono i loro nomi e il loro legame con Morgan le Fay. Queste donne furono sacerdotesse ricordate poi da Geoffrey di Monmouth come figure mitiche nella saga arturiana? Oppure erano aspetti di una singola dea, come altri gruppi sacri di donne, come le muse o le sette sorelle del fato? Erano la personificazione della complessa personalità di Morgan le Fay, e quindi della Morrigan?

Stephanie Woodfield

Morgana la Fata appare in Vita Merlini (disponibile in traduzione inglese a questo link) con il nome di Morgen; riporto in traduzione il passaggio:

La’ [Avalon] nove sorelle comandano tramite un piacevole sistema di leggi che proviene dal nostro paese. La prima di loro è la più abile nelle arti della guarigione, e supera di gran lunga le altre in bellezza. Morgen è il suo nome e ha imparato tutte le proprietà utili contenute nelle erbe, così che ella può curare i corpi malati. conosce anche l’arte che permette di cambiare forma, e di fendere l’aria con nuove ali come Dedalo; se lo desidera può andare fino a Brest, Chartres o Pavia, e quando lo farà scivolerà giù dall’aria presso le tue coste. E gli uomini dicono che ella abbia insegnato la matematica alle sue sorelle, Moronoe, Mazoe, Gliten, Glitonea, Gliton, Tyronoe, Thiten; Thiten notissima per la sua cetra. Colà dopo la battaglia di Camlan abbiamo portato Artù ferito, guidati da Barinthus a cui le acque e le stelle del cielo erano ben noti. Con lui che governava la barca siamo arrivati lì portando il principe, e Morgen ci ha accolto con il dovuto riguardo, e nella sua stanza ha sistemato il re su un letto d’oro e con le sue stesse mani ha scoperto le sue onorevoli ferite e le ha osservate a lungo. Alla fine ha detto che la sua salute poteva essere recuperata se egli fosse rimasto con lei per un lungo tempo in modo che lei potesse usare le sue arti di guarigione. Con gioia pertanto le affidammo il re e ammainammo le vele ai venti favorevoli.

Piccola nota sui nomi e la loro traduzione: Le sorelle dovrebbero essere nove, ma se ne contano solo otto, a meno che Thiten non sia il nome di due sorelle. In molte traduzioni troverete che invece di due Thiten ci sono una Tithis/Thiten e una Thetis. Ma il testo latino riporta esattamente così:

Hanc que mathematicam dicunt didicisse sorores

Moronoe- mazoe- gliten- glitonea- gliton

Tyronoe- thiten- cithara notissima thiten

Spulciando tra le varie traduzioni la più papabile è quella che distingue Thyten e Tithen. La discussione è comunque abbastanza sterile dal momento che non esistono altre fonti con cui fare un paragone.

Riponiamoci la domanda iniziale: cosa rappresentano queste nove sorelle? Secondo la Woodfield esse incarnano 9 aspetti della Morrigan. (Aggiungo io: successivamente scissi in più figure come conseguenza della perdita di potere delle divinità femminili). Lei individua questi nove aspetti derivandoli dalla sua profonda conoscenza del corpus narrativo riguardante sia la Morrigan sia tutte le figure che in qualche modo le assomigliano; sono in ordine:

Mutaforma

Regina delle Fate

Madre Terra [solo se accettiamo che Anu sia una delle Morrigan]

Dea della Sovranità

Profetessa

Regina della Battaglia

Regina Fantasma

Maga

Amante

Prima di proseguire a parlare di Morgan le Fay, vorrei assolutamente consigliarvi lo studio accuratissimo di Violet sulla Sorellanza delle Nove. E’ veramente un articolo completo e pieno di spunti, che rende superflua qualsiasi ulteriore aggiunta sulle nove di Avalon in questa sede.

Morgan le Fay/Morgana

Morgan le Fay – Artwork by Jessica Galbreth

http://www.enchanted-art.com/

Morgan le Fay è un’evoluzione della controparte gallese della Morrigan, la dea Modron. Entrambe erano sposate al re Urien e entrambe erano signore dell’Isola di Avalon. Come Morgan le Fay, la Morrigan compie un giro completo, evolvendosi da dea a fata a donna mortale attraverso tutta la letteratura e il folklore celtico.

Le versioni più note del ciclo arturiano sono Le Morte d’Arthur di Sir Thomas Malory e Vita Merlini di Geoffrey di Monmouth, entrambe derivano da fonti multiple ed è forse per questo che esistono molte differenze tra le due in particolare sulla visione che viene data di Morgan le Fay. In Vita Merlini Morgana era una guaritrice e una di nove sorelle che abitavano l’Isola di Avalon. Sembra più connessa al regno delle fate che a quello mortale, e non viene fatta nessuna menzione di un suo rapporto parentale con Artù.

Nella versione di Malory invece Morgana è una donna mortale, sorellastra di Artù. E’ dipinta come un personaggio negativo e come acerrima nemica del re. La sua natura seduttiva – un tratto spesso associato alle donne fatate – si manifesta nella sua relazione incestuosa con il fratello. In alcune versioni Morgana seduce Artù e partorisce suo figlio; in altre è l’altra sua sorellastra Morgause che lo seduce. Morgana tenta anche di detronizzare Artù e di mettere al suo posto il suo giovane amante, Accolon. Come le antiche dee della terra, Morgana detiene il diritto di disfarsi del re se ritiene che egli non sia più fedele ai suoi voti nei confronti di lei e della terra.

Diventa una figura simile alle fatate Leanan Sidhe o alle Bretoni mari-morgans e la sua sensualità acquista i tratti del pericolo. Come dea la sua sessualità sarebbe stata connessa alla sovranità e al potere di concedere il diritto di governo ai re, ma la sua vera natura viene distorta in quella di una donna fatata o in quella di una donna mortale in contatto con i regni fatati. Ciò che una volta era sacro alla dea diventa un aspetto minaccioso della sua personalità; nonostante abbia ancora questo potere il significato di esso – la sua sacralità – sono andati persi.

In Sir Gawain e il Cavaliere Verde, Morgan le Fay invia il Cavaliere Verde alla corte di Artù per mettere alla prova il coraggio dei suoi cavalieri. Il Cavaliere Verde si appella a Morgan le Fay come a una Dea, rivelando in modo chiaro la sua natura divina ["Morgan the Goddess"]. Quindi nonostante sia trattata come una donna fatata, continua a mantenere il titolo di Dea. Il Cavaliere Verde, che è sotto il suo comando, potrebbe essere infatti un altro abitante del Regno delle Fate. Il Cavaliere Verde indossa abiti verdi, ma anche pelle e capelli verdi, e subito fa pensare al Green Man dei più antichi miti celtici.

Nelle leggende Danesi Morgan le Fay (Morgue le Faye) conduce l’eroe Ogieri il Danese* all’Isola di Avalon, così come fece con il fratello Artù, in modo che possa dormire fino al giorno in cui il suo paese avesse avuto ancora bisogno di lui. Un’altra credenza è che Morgan le Fay fosse la madre di Oberon, il re delle fate.

Stephanie Woodfield

*Scrive Robert Graves ne “La Dea Bianca”: “il nome Ogieri non è altro che una corruzione di <<Ogyr Vran>>, che, come si è detto nel capitolo 5, significa <<Bran il Maligno>>, ovvero <<Bran il dio dei morti>>. Il suo corrispettivo norreno Ogir (<<il terribile>>) era il dio del mare e della morte, e suonava l’arpa su un’isola in cui viveva insieme con le sue nove figlie [E qui aggiungo io, che coincidenza!?]

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Incontro con Anu

Prima di proporvi il materiale riguardante Anu vi invito a leggere per chiarezza l’articolo dove riportavo la questione Danu/Morrigan. Questo perchè la Woodfield abbraccia fondamentalmente la teoria secondo cui è Anu la terza Morrigan e non Nemain, la quale invece sarebbe il vero nome di Badb. Si complica ulteriormente la vicenda se notiamo che Anu e Danu sono trattate come la stessa dea e sollevano le stesse questioni. La cruda verità è che sia su Danu che su Anu non abbiamo materiale per avanzare ipotesi concrete, vale lo stesso discorso che facevamo per la Morrigan e Danu: i testi potrebbero confermare l’ipotesi ma essendo fonti tutto sommato recenti e molto probabilmente manipolate nella traduzione non possiamo arrivare a nessuna certezza. L’unica cosa che possiamo fare, se lo vogliamo, è fare esperienza di queste dee e ascoltare ciò che loro ci insegnano in prima persona.

Come sempre, vi consiglio di registrare la meditazione guidata e vi ricordo che il materiale è liberamente tradotto da Stephanie Woodfield – Celtic Lore & Spellcraft of the Dark Goddess: Invoking the Morrigan

Vi trovate in una ampia vallata verdeggiante. Alberi di mele carichi di frutti crescono sulle colline intorno a voi. Camminate verso una collina, tra gli alberi, finché non notate un grande tumulo che sorge sul lato del boschetto. Il suo aspetto è perfettamente simmetrico e, osservandolo da vicino, vedete un sentiero a spirale inciso attorno al tumulo, che lo avvolge come un grande serpente. Realizzate che questo deve essere un antico manufatto della terra, un forte delle fate e un ingresso per l’ Altromondo.

Vi sentite spinti a seguire il sentiero serpeggiante e così cominciate a camminare. Il sentiero curva e sale, ma anche se state salendo molto, la camminata non è faticosa.

Improvvisamente udite un suono provenire da lontano. Più in alto vi arrampicate, più forte diventa il suono.

E’ il suono ritmico di un tamburo, che vi ricorda il battito del cuore. Posate una mano sul vostro cuore, percepite il suo ritmo incessante, poi continuate a salire, guidate dal suono del tamburo.

Presto il suono diventa ancora più forte, e potete sentire la sua vibrazione sotto i vostri piedi.

Il sentiero curva e alla vostra destra osservate un’apertura nel fianco della collina: è l’entrata di una caverna. Non siete lontane dalla cima, ma capite che il suono di tamburo proviene dall’interno della caverna, e dunque entrate.

La caverna è ampia abbastanza da consentirvi di stare in piedi comodamente. Un passaggio davanti a voi vi conduce ancora più in profondità dentro la collina, e vi trovate a seguire il suono del tamburo sempre più in profondità nella terra.

Lungo le pareti del tunnel scintillano centinaia di cristalli. Vi avvicinate per toccarne uno, e come le vostre dita ne sfiorano la superficie, un pallido bagliore stellare emana dal cristallo, illuminando la vostra via.

Mentre scendete sempre più in profondità, vi accorgete di un’altra melodia che emerge dal cuore della terra. La melodia è parte del suono di tamburo, è fuori e dentro di esso, e non capite come non avete fatto a notarla prima. Assomiglia al canto di una donna.

Il tunnel finisce e si apre in una grandiosa caverna di cristallo, proprio nel cuore della collina.

Nel centro c’è una donna che canta accanto ad un calderone largo e riccamente adornato. Ora che avete trovato la fonte del suono, vi accorgete che proviene sia dalla donna che dal calderone, e riverbera per la caverna dalle profondità della terra.

I lunghi capelli della donna scendono sulle sue spalle in morbide onde. Ella indossa un lungo vestito, verde come l’erba che cresce sulla collina. I suoi occhi sono del colore del terreno fertile e quando li posa su di voi sapete che siete in presenza della Grande Madre Anu.

Vi fa segno di avvicinarvi, e voi vi avvicinate al calderone. Il calderone è più grande di quanto avevate pensato all’inizio. Alto fino alla vostra vita e largo tanto da poter contenere un essere umano. E’ fatto di un metallo grigio scuro e notate che è intagliato finemente con intricate figure annodate. Il metallo vibra. Posate una mano sul bordo del calderone e sentite una vibrazione pulsante che emana da esso.

Anu vi parla con voce dolce come miele: “Io sono la canzone, il battito del cuore, che unifica tutta la vita. Io stabilisco i ritmi e i cicli della vita. Miei sono i misteri della terra scura, del suolo sotto i tuoi piedi. Senza di me non esiste stabilità, non c’è sostentamento. Sono dentro tutto ciò che è verde e cresce. Sono in ogni cosa che vive, e lo sarò per sempre”.

Anu allunga una mano, con il palmo rivolto verso l’alto, sopra il calderone. Nel palmo tiene un piccolo seme di mela.

“Miei sono i misteri della terra e della crescita, ogni cosa troverà un tempo di rinnovo e un tempo di decadenza. E nemmeno questo sarà permanente. Tuttò ciò che esiste è in costante movimento, condotto dall’incessante ritmo della vita. Vuoi tu apprendere questi misteri?

Rispondete di sì. Anu vi sorride e vi posa il seme sul palmo della mano.

“Gettalo nel calderone” vi sussurra, e voi obbedite.

Sentite un tintinnio come il seme tocca il fondo del calderone. Il ritmo del tamburo si intensifica, e percepite onde sonore tutto intorno a voi. Un germoglio verde spunta dal fondo del calderone. Mentre lo guardate diventa sempre più alto, fino a diventare un albero. Le radici dell’albero fuoriescono dal calderone, affondando nel terreno attorno a voi. Guardate l’albero: è carico di mele mature.

Anu vi si avvicina. Vi prende la mano e la posa sulla corteccia dell’albero. Chiudete gli occhi e diventate l’albero, percepite le radici che affondano nelle profondità del suolo e l’energia pulsante che passa dal terreno all’albero. Sentite i rami dell’albero che si protendono verso l’alto, unendo i poteri del cielo e della terra.

“Tutte le cose crescono e cambiano secondo la loro natura. Sii come l’albero, saldamente radicata nella terra, protesa verso il cielo. Durante l’inverno l’albero perde le foglie e dorme per un periodo, ma l’albero sa che la primaverà tornerà e porterà nuovi inizi e una nuova crescita.”

Abbracciate Anu, sentendo che il calore e l’amore che emanano dalla Dea vi riempiono l’anima. La visione si annebbia, e voi vi ritrovate nuovamente nel vostro corpo.

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Badb, colei che bolle

L’ultimo aspetto della Morrigan di cui avevo riportato la meditazione era Badb. Cercherò di illustrarvi questa figura alquanto affascinante della mitologia celtica e di rendere giustizia a tutti i suoi aspetti. Il materiale citato è stato liberamente tradotto da Stephanie Woodfield – Celtic Lore & Spellcraft of the Dark Goddess: Invoking the Morrigan.

[Bayv, Bibe, Bive, or Beev] Il suo nome può anche essere scritto Badhbh e Badb Catha (“corvo da battaglia”), nella triade della Morrigan rappresenta generalmente l’aspetto della Crona (anche se, come vedremo, non è del tutto esatto) . Il suo archetipo di Dea guerriera è particolarmente forte, tanto che il campo di battaglia veniva soprannominato “il giardino di Badb”.

Secondo il Glossario di Cormac, Badb era la moglie del dio della guerra Neit, del quale però si conosce molto poco ad eccezione del nome. Nel Libro di Leinster, Neit è riportato anche come marito della dea Nemain, perciò alcuni sono giunti alla conclusione che Nemain e Badb potrebbero essere la stessa dea: “Neit figlia di Indu, e le sue due mogli, Badb e Nemain” (MacAlister, Lebor Gabàla Erenn, verso 64). Il nome “Badb” era anche utilizzato per indicare in generale la furia della battaglia, portando alcuni storici a pensare che Nemain fosse il vero nome della dea e che Badb invece fosse solo un titolo.

Nelle sue apparizioni prima delle battaglie prevedeva l’entità del massacro o annunciava la morte di una persona illustre. A volte, nel farlo, piangeva o si lamentava. Per questo è spesso associata alle Beansidhe (le “Banshee”), che potevano essere osservate mentre lavavano piangendo l’armatura dei soldati che sarebbero presto morti in battaglia.

NB In una delle versioni della morte di Cúchulain l’eroe, sulla strada per affrontare i suoi avversari, incontra la Morrigan/Badb sotto forma di una donna che lava la sua armatura insanguinata nel guado di un fiume, chiaro presagio di morte.

Figlia di Ernmas (una Dea Madre Irlandese, a sua volta madre di Macha e Anu), è soprannominata “colei che bolle”, in quanto presiede al calderone della morte e della rinascita nei regni dell’aldilà, decidendo il destino di coloro che vi passano attraverso. Nell’escatologia Celtica (fine del mondo), è proprio Badb che causerà la fine della Terra lasciando traboccare il contenuto del calderone e trasformando così il pianeta in un deserto.

Badb appare spesso sui campi di battaglia in veste di corvo incappucciato, il cui verso infonde terrore in chi lo ascolta (similmente a Macha). Altre volte invece si presenta sotto forma di lupo.

Quando non sorvolava i guerrieri in forma di corvo, Badb vagava per il campo di battaglia prendendo l’aspetto di un lupo. La sua connessione con entrambi gli animali (stessa, tra l’altro, della Morrigan), è dovuta probabilmente al fatto che entrambi questi animali frequentavano i campi di battaglia alla ricerca di cibo. Nutrendosi della carne dei caduti questi animali ne assumevano simbolicamente l’essenza. Dopo aver raccolto le anime sotto forma di animale, Badb le avrebbe dunque condotte nell’Altromondo verso la rinascita.

“Witch Riding Wolf” by Bernard Zuber (1926)

In molte sue apparizioni Badb è descritta pallida e rossa di labbra. Nei miti successivi questo pallore potrebbe aver contribuito alla sua trasformazione in un fantasma. Sia il rosso che il bianco erano associati con l’oltretomba, e il bianco era in particolare connesso con la morte e con il lutto. [...] Tuttavia pensare che il fantasma messaggero della morte appaia come una Crona non è sempre esatto. Infatti l’aspetto della Morrigan più spesso associato con la morte (la lavandaia accanto al corso d’acqua), appare nella mitologia Celtica sia come giovane Fanciulla che come vecchia Crona. Anche Badb [...] appare varie volte come una bellissima ragazza. [...] Quando Badb appare a coloro che hanno infranto un geis o hanno agito in modo sbagliato appare come una vecchia; ai suoi guerrieri favoriti ella appare giovane e bella. Il fatto che appaia sia giovane che vecchia sta ad indicare la stretta connessione tra la Fanciulla e la Crona. La Crona governa la morte, ma allo stesso tempo veglia sulla rinascita e la rigenerazione della vita, sulle quali è la Fanciulla a governare, in un ciclo senza termine.

Un’ultima nota riguardo Badb. Cercando in rete informazioni sull’ Hedgewitchcraft, ho scoperto che Badb è uno dei nomi della strega della siepe, colei che cavalca tra i mondi. Senza approfondire l’argomento in questa sede, è interessante chiedersi il perché. Online non ho trovato nessuna spiegazione soddisfacente. L’unica ipotesi che può avere un senso è la stretta connessione di questa dea con l’elemento dell’acqua (al contrario di Anu e Macha che invece sono prettamente legate alla terra, come riporta anche la Woodfield nel suo ormai pluricitato libro). Così come la siepe, anche i corsi d’acqua rappresentavano per i Celti un confine con altri mondi. E’ quindi probabile che questo facesse di Badb la dea del viaggio tra i mondi per eccellenza.

Rivolgetevi a Badb per protezione, vite passate, sbarazzarvi di abitudini o emozioni negative, comunicare con i morti e divinare.

Un’offerta appropriata per questa dea potrebbe essere del sidro di mele o, meglio ancora, del buon vino rosso scuro, a simbleggiare il sangue di vita e di morte.

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Dalle Madri continentali alle Morrigan

In questo breve articolo tento di delineare il collegamento tra le Dee Madri europee, Modron e infine tra Danu e la Morrigan. Le fonti che riporto sono tutte citate e linkate ma ho preferito tradurle in italiano per permettere a tutti di leggerne le parti importanti. Buona lettura!

Il sito della Pagan Society dell’University College di Cork riporta:

“Le origini della Morrigan sembrano risalire direttamente ai culti megalitici delle Madri. Le Madri (Matrones, Idises, Dìsir, ecc), si presentavano solitamente a gruppi di tre e il loro culto si esprimeva sia attraverso l’estasi della battaglia sia come estasi rigenerativa. Anche le successive dee celtiche della sovranità, come il trio Eire, Banba e Fotla, utilizzavano le arti magiche in guerra.” Danielle Ní Dhighe Copyright © 1996

Secondo lo storico cattolico Geoffrey Keating, meglio noto come Seathrún Céitinn, la triade Macha/Badb/Morrigan è assimilabile a quella Eire,Banba,Fotla:

“Eire, una dea connessa alla terra in un modo che ricorda quello delle Madri, poteva apparire sotto forma di donna bellissima o di corvo, così come la Morrigan. Anche le Dìsir apparivano in modo simile. Oltre ad essere dee della battaglia, erano anche associate in modo significativo con il destino, con la nascita e apparivano prima di un decesso per scortare i defunti. E’ interessante notare come secondo alcune fonti Eire e la Morrigan siano sorellastre.”Danielle Ní Dhighe Copyright © 1996

Tuttavia la questione non è così semplice. Ho voluto riportare la traduzione fedele dell’articolo per chiarezza e per rispetto verso l’autrice, ma il parallelismo diretto che lei traccia tra le Madri e le Morrigan non è così scontato per chi, come me, vuole comprendere a fondo il collegamento.

Certamente esiste un parallelismo tra le tre Morrigan e le tre Dee che danno il nome all’Irlanda, ma come tracciare il percorso dalle Madri continentali alla triade della Morrigan Celtica?

Innanzittutto bisogna mettere in ordine queste figure che abbiamo citato.

Partiamo dalle Madri/Matrone:

Le Madri e le Matrone erano divinità femminili venerate nell’Europa Continentale circa dal primo al quinto secolo A.C. Sono raffigurate su oggetti votivi e altari che riportano immagini di dee, soprattutto in gruppi di tre, accompagnate da iscrizioni (metà delle quali riportano nomi celtici, l’altra metà nomi germanici). Erano venerate nelle regioni della Germania, Gallia Orientale e Nord Italia (si attestano anche in maniera minore in altri luoghi), che erano occupate dall’esercito Romano proprio in quel periodo storico.

Le informazioni sulle pratiche religiose riguardanti le Madri sono limitate alle pietre su cui sono state trovate le loro raffigurazioni e iscrizioni, che ad ora sono più di 1100. Le Madri Germaniche sono state associate alle più tarde Dìsir, Valchirie e Norne di cui si ha traccia nelle fonti del tredicesimo secolo. [...]

Le Madri e le Matrone sono raffigurate sulle pietre con e senza iscrizioni, sia in funzione di altare che come oggetti votivi. Tutte le rappresentazioni sono frontali, appaiono quasi esclusivamente in gruppi di tre con almeno una di loro recante in grembo un cesto di frutta, e le donne possono essere sia in piedi che sedute. In alcune raffigurazioni, la figura centrale ha i capelli sciolti e indossa un nastro in testa, mentre le altre due hanno il capo velato. Altri motivi includono rappresentazioni di un sacrificio – incenso, maiali, e coppe ripiene di frutta – e decorazioni di frutta, piante e alberi. Inoltre sono spesso accompagnate da immagini di serpenti, bambini e pannolini [? la parola inglese è nappies]. Nella maggior parte dei casi, le pietre votive e gli altari non sono stati scoperti da soli, ma piuttosto in gruppi nelle aree intorno a templi e centri di culto.

Rudolf Simek ipotizza che i capelli sciolti possano indicare la verginità, mentre le teste velate potrebbero indicare donne sposate, i serpenti potrebbero riferirsi alle anime dei morti o all’aldilà, e i bambini e i pannolini sembrano indicare che le Madri/Matrone avessero una funzione protettiva nei confronti della famiglia, e in particolare come levatrici.

Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Matres_and_Matrones

La Dea celtica direttamente e sicuramente connessa al culto delle Madri/Matrone è la Dea Matrona

Nella mitologia celtica la Dea Matrona (“Dea Madre”) era la dea tutelare del fiume Marna in Gallia. In molte aree era adorata come una dea triplice, nota come “Deae Matres” o “Deae Matronae” (“Dee Madri”). Il culto di questa triade divina è ben attestata nel nord Europa (Matres o Matrones), non solo nelle aree celtiche, ed era simile ad altre figure (Fates, Furiae, Norne ecc.).

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Dea_Matrona

Nella mitologia Gallese invece la dea Matrona è assimilabile alla dea Modron

Modron (“madre divina”) era una figlia di Afallach, e deriva dalla figura della dea Matrona. Potrebbe essere stata il prototipo per la Morgana della leggenda arturiana. Era la madre di Mabon [...]. E’ inoltre una dea della fertilità e del raccolto spesso associata alla greca Demetra o all’irlandese Danu. In Britannia è rappresentata come una lavandaia, sembra quindi esserci una connessione con la Morrìgan.

Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Modron

A questo punto siamo di fronte al cuore della questione, al passaggio mancante. Modron è sicuramente la chiave di volta per interpretare il collegamento tra le Madri e la Morrigan, ma non è possibile stabilirlo sulla base di un solo riferimento (la lavandaia).

Il vero punto della questione però non è se Modron sia o non sia un prototipo della Morrigan, ma se invece Danu e la Morrigan non siano piuttosto assimilabili in un’unica figura, inizialmente unita e poi scissa nel tempo.

Morrigan è stata anche identificata con la dea Danu o Anu, un’ipotesi è anche che fosse proprio Danu il nome di Morrigan, dal momento che entrambe sono nominate come “figlia di Delbaéth e Ernmas. Entrambe erano madri di Brian, Iuchar e Iurbarba, concepiti incestuosamente con il proprio padre.

Fonte: http://www.timelessmyths.com/celtic/danann.html

La questione Morrigan/Danu è una delle più controverse riguardo la mitologia irlandese. Le fonti infatti risalgono all’undicesimo secolo e sono le trascrizioni che i primi monaci cristiani realizzarono del complesso corpus mitologico con cui avevano a che fare. Ogni conclusione che possiamo trarre è quindi condizionata dalla fonte. In ogni caso esistono dei passaggi che mettono in evidenza la sovrapposizione tra queste due dee:

“Verremo con te, disse la donna, che è Badb, Macha, Morrigan e Danu”- Cath Muighe Tuireadh

“La Morrigan… e prendono il nome dal suo altro nome -Danu -i Paps di Ana nel Luchair [i seni di Ana], così come i Tuatha De Danaan” - Book of Lecan

“Badb e Macha e Anu: la Morrigan, da cui i Paps di Anu in Luachair prendono il nome, erano le tre figlie di Ernamais la strega” - Book of Leinster

La questione è esaurita così? Certamente no. Ma si delinea un’interessante ipotesi di ricerca, che spero di approfondire presto.

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Incontro con Badb

Materiale liberamente tradotto da Stephanie Woodfield – Celtic Lore & SpellCraft of the Dark Goddess.

Chiudete gli occhi. Con lo sguardo della mente osservate le vostre mani e vi accorgete che le forme e i confini sono diventati meno chiari, e lentamente mutano in setose ali nere. Percepite il resto del vostro corpo affondare, cambiare cellula per cellula nel corpo di un corvo.

Provate le vostre nuove ali e tentate di volare finché, finalmente, non spiccate il volo nel cielo.

Sotto di voi potete vedere le colline rotonde e i fiumi che scorrono sulla terra.

La vostra attenzione viene attirata da uno scintillio e planate per andare a indagare in una radura di alberi.

Del fumo si alza dalla valle, e ci sono uomini e donne che combattono. I riflessi delle loro spade devono aver catturato la vostra attenzione in volo.

Uno dei guerrieri cade morto e dopo qualche momento osservate una strana nebbiolina apparire intorno al corpo. La nebbiolina si trasforma nell’immagine traslucida del guerriero caduto, e voi sapete che quello è lo spirito del guerriero. Lo spirito si alza in volo, allontanandosi dal campo di battaglia. Lo seguite velocemente alzandovi in volo: la luce che pulsa nella forma argentea vi affascina, vi sentite obbligate a seguirla. Volate sempre più in alto, sempre più in alto finché il mondo sembra trasformarsi e cambiare. Era mezzogiorno un momento fa, ma adesso il cielo è diventato grigio e non potreste capire se è l’alba o il tramonto. Sotto di voi la battaglia è scomparsa.

Volate accanto allo spirito finché non notate un largo tumulo sotto di voi. Anche lo spirito lo nota e comincia ad avvicinarsi scendendo.

Una volta a terra, il guerriero riacquista la sua forma umana e voi vi posate sulla sua spalla, che è incredibilmente forte e calda. Il guerriero si avvicina alla base del tumulo e voi vi accorgete che il tumulo ha un’entrata scolpita sul lato, decorata con grandi pietre con incisioni spiraliformi.

Il guerriero attraversa l’entrata di pietre e vi ritrovate in un lungo e umido tunnel.

Il guerriero prosegue sempre più in profondità all’interno del tumulo fatato e dopo un tempo che vi sembra lunghissimo il tunnel si allarga e vi ritrovate in una stanza situata nel cuore del tumulo.

Ascoltate il suono di acqua che bolle prima di notare un calderone nero al centro della stanza. Un’anziana donna è in piedi dietro il calderone e sussurra alle acque ribollenti. La Crona vi vede entrambi e fa segno al guerriero di avvicinarsi.

La donna, anche se vecchia e curva, ha un volto gentile, e quando vi sorride vi sentite completamente a vostro agio in sua presenza.

In qualche modo voi conoscete il suo nome: lei è Badb, una delle Morrigan.

“La morte è solo un nuovo inizio; tu hai affrontato questo viaggio molte volte prima di questa e lo riaffronterai ancora. Se lo desideri, puoi attendere qui nell’Altromondo e riposarti per un periodo, o puoi tornare immediatamente sulla terra. La scelta è tua”.

Lo spirito sembra rifletterci per un momento, poi decide di ritornare. Badb annuisce e ritorna ad osservare il calderone, le sue mani nodose compiono movimenti circolari sull’acqua.

L’acqua comincia a roteare e si forma un piccolo gorgo, che vi ricorda le spirali all’ingresso del tumulo. Sorridendo, il guerriero si volta verso di voi e vi ringrazia per averlo condotto lungo il viaggio. Badb apre le mani e voi volate sopra di lei mentre lo spirito entra nel calderone. Il guerriero caduto splende per un momento e poi svanisce.

Badb ora indica le acque ferme. Nello specchio d’acqua potete vedere una donna che sta partorendo. Una levatrice la sprona, lei dà la spinta finale e un piccolo neonato entra a far parte del mondo. Come la levatrice porge il bambino a sua madre, voi riconoscete l’anima del guerriero nel bambino appena nato.

Badb poi si rivolge a voi: “Ricorda, piccola amica, niente nell’universo rimane fermo troppo a lungo; tutto cambia costantemente, muovendosi lungo la ruota della vita. Senza la morte, non può esserci rinascita. Io sono la morte e la levatrice dell’anima. Tramite me troverai la morte, e tramite me potrai rinascere ancora.”

La donna e il tumulo cominciano a svanire e voi sentite le ali che lentamente tornano ad essere dita e braccia. Lentamente riacquistate la vostra forma umana. Come la scena scompare, vi ritrovate nuovamente nel vostro corpo umano.

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Ancora su Macha: animali e poteri – La via della Morrigan

Macha appare in tre vesti differenti: come Dea, come donna fatata e come regina suprema d’Irlanda. Il suo nome significa “campo” o “pianura” a rimarcare la sua connessione profonda con la terra. La sua natura è duplice, come per molte dee: da un lato è una dea della fertilità e dell’abbondanza; dall’altro è una dea della morte e della battaglia.

Questa duplice natura si filette nei suoi animali: il cavallo e il corvo. Gli animali associati alle divinità sono molto importanti per comprenderne il potere e il significato. Più in là si parlerà in maniera specifica della Morrigan come mutaforma, per cui cominciamo ad entrare in confidenza con gli animali che man mano le vengono accostati e con il significato che assumono:

Macha è anche connessa con il corvo, più specificatamente con il corvo incappucciato. In questa forma si credeva che volasse sui campi di battaglia istigando la lotta. Entrambi i suoi totem, il corvo e l’orso, riflettono la sua funzione duale di dea della fertilità e di dea della morte. Il corvo è tradizionalmente connesso con la morte e la profezia – due attributi che Macha dimostra di possedere nelle sue varie incarnazioni. Macha possiede una sorprendente abilità nel ritornare dalla morte e nel prevedere eventi futuri. [...]

I cavalli erano simbolo di fertilità e ricchezza. [...] I cavalli aravano i campi, erano dunque connessi alla fruttuosità della terra, ma erano anche usati in battaglia, erano quindi anche connessi al ciclo della morte. Macha regalò un cavallo a Cùchulain, il Liath Macha, che era detto il “re dei cavalli” [...].

Dal momento che è una Dea della fertilità e del sole, chiamate le energie di Macha per portare abbondanza nella vostra vita. Quando avete bisogno di forza per affrontare un compito difficile, chiamatela nel suo aspetto guerriero. Se vi sentite prosciugate dalle sfide della vita, prendetevi qualche minuto per uscire di casa e godervi un po’ di sole. Osservate il potere del sole riempire il vostro corpo finché non risplenderete come l’inarrestabile Macha! Macha è una Dea della giustizia, specialmente quando si tratta di crimini commessi contro le donne, e può essere una potente alleata per le donne che hanno subito degli abusi. Inoltre è anche un Dea eccellente da invocare mentre si pratica la divinazione.

La storia della regina Macha, che conquistò il trono con la battaglia e pretese di essere battuta nuovamente per rinunciarvi, ci insegna a non rinunciare alle cose che ci siamo conquistate di diritto. Per connettervi meglio a questa Dea e portare le sue energie nella vostra vita, cominciate a non rinunciare. Ripensate alle situazioni in cui siete state ingiustamente spodestate e ritrovate in voi la Dea sovrana che non rinuncia a ciò che è giusto se non lottando ad armi pari. Macha è una dea solare, dunque lavorate sul fuoco interiore, sul lato attivo della femminilità.

Ci sono molti modi per onorare Macha e accogliere le sue energie nella vostra vita. Come Dea della terra, potreste cominciare riaffermando la vostra connessione con la terra. Passate del tempo all’aperto, fate un’escursione, curatevi di un giardino. Se vivete in città o non riuscite per qualsiasi motivo a fare un’escursione, comprate una pianta e portate la natura da voi! Un altro modo per connettersi con Macha è attraverso il suo animale totem, il cavallo. [...] Se non potete passare del tempo con cavalli veri, passate un pomeriggio a guardare film sui cavalli. [...] Dal momento che è una Dea dei cavalli, del grano è un’offerta appropriata per Macha. Anche la birra scura è un’eccellente offerta per questa Dea (come la Guinness).

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Incontrare Macha – La via della Morrigan

Materiale liberamente tradotto da Stephanie Woodfield – Celtic Lore & SpellCraft of the Dark Goddess.

Questa è una meditazione guidata per incontrare e familiarizzare con la Dea Macha nel suo aspetto di Dea dei Cavalli. L’altro aspetto di Macha è il corvo incappucciato.

L’autrice consiglia di registrare la meditazione o di memorizzarne le fasi fondamentali prima di cominciare.

NB: Macha si pronuncia Ma’a con un’aspirazione prima dell’ultima vocale.

Incontro con Macha

Vi trovate in una vasta pianura verdeggiante. In lontananza potete osservare le linee sinuose delle colline. E’ un meraviglioso giorno d’estate, e la sensazione del sole sulla pelle vi riempie di energia. Inspirate profondamente l’aria fresca e pulita e prendetevi qualche momento per osservare ciò che vi circonda. Dopo qualche minuto vi accorgete di uno strano tambureggiare. Vi fermate, tentando di captare il suono, e vi accorgete che riuscite a percepire la vibrazione sotto i vostri piedi. Il suo ritmo vi ricorda quello di un cuore pulsante, ed è come se riusciste a sentire il pulsare e il fluire della forza vitale di Madre Terra. Improvvisamente la fonte del suono appare all’orizzonte. Sulla cima di una collina si profila una mandria di cavalli selvaggi, le loro potenti falcate battono a terra un ritmo di tamburo.

La mandria prosegue verso di voi, e vi accorgete che a condurla e una splendida cavalla rossa. Il suo manto ramato scintilla come una fiamma sotto il sole. La Cavalla conduce la mandria oltre le colline e, come si avvicina a voi, potete sentire che le vibrazioni sotto di voi si intensificano. La mandria corre in cerchio attorno a voi con un arcobaleno di manti e uno strepitio di zoccoli. Mentre vi circondano i vostri problemi vi lasciano e si dissolvono. Niente può competere con la forza e il potere della mandria.

La mandria cambia lentamente direzione, seguendo la cavalla rossa lungo la pianura. Voi la chiamate, non volete che i cavalli se ne vadano. Ma non si fermano, così cominciate a correre tentando di raggiungerli. Lentamente, mentre correte, state cambiando. Le vostre mani si allungano, le vostre dita cominciano a trasformarsi in zoccoli, e la vostra forma diventa quella di un cavallo.

Correte sempre più velocemente, eccitati dalla potenza delle vostre gambe. Vi muovete così velocemente che vi sembra quasi di volare. Raggiungete facilmente la mandria dove venite accolti con entusiasmo.

Ora siete parte di loro, e seguite la cavalla rossa godendovi la velocità e il potere della vostra nuova forma. Davanti a voi si trova un tumulo e voi lo riconoscete come uno dei forti delle fate, dove si crede che vivano le Sidhe. La cavalla vi conduce vicino al tumulo seguendo un percorso a spirale, costeggiato da antiche pietre incise anch’esse a spirale. Il percorso è in salita, e salendo vi avvicinate sempre di più alla cima del tumulo. Quando raggiungete la cima vi fermate e riposate.

Mentre i cavalli pascolano, vi ritrovate di nuovo nella vostra forma umana. Sentite il forte bisogno di trovare la cavalla che vi ha guidati e la cercate tra gli altri, ma vi accorgete che è scomparsa. Al suo posto c’è una donna alta e dai fluenti capelli rossi. Vi sorride e voi sapete di trovarvi alla presenza di Macha, dea dei cavalli. Essa ha una spada bronzea appesa al suo fianco che riflette la luce del sole.

“Io sono il cuore pulsante della terra. Sono io che stabilisco i ritmi immortali e le trame eterne della vita. Rendo rigogliosa la terra e fertile il suolo. Sono la madre generosa. Fiera come le forze della natura, se richiamata proteggo e aiuto tutte le forme viventi. Sono la Regina che non può essere spodestata, colei che dona la sovranità agli uomini. Conosci me e conoscerai la tua forza interiore e l’abbondanza nella vita. Vuoi apprendere i miei misteri?”

Voi rispondete e lei annuisce e sorride, soddisfatta della vostra risposta. Dopo qualche momento Macha vi conduce attraverso la mandria.

“Il cavallo, come il corvo, si muove facilmente attraverso i mondi, e la sua forza e protezione sono illimitate. Scegli pure uno dei miei cavalli e lui ti farà da guida nei mondi.”

Osservate i cavalli finché non trovate la o il cavallo con cui vi sentite più connessi. Osservate ogni dettaglio del cavallo che avete scelto – colore del manto, segni particolari e così via. Quando siete pronti comunicate a Macha la vostra scelta.

“Ovunque ti troverai mentre viaggi tra i mondi, il tuo cavallo riuscirà a trovarti.”

Senza sforzo, montate sul vostro cavallo.

“Ora va e ricorda: la mia forza è sempre con te. Sono il sole splendente sul tuo viso, il suolo fertile sotto i tuoi piedi, la passione che accende il tuo cuore”.

Salutate Macha mentre il vostro cavallo si avvia verso il sentiero, verso la base del tumulo. Chiudete gli occhi e godetevi le sensazioni del sole e del vento. La visione si annebbia, e voi vi trovate nuovamente nel vostro corpo. Non scordate di chiamare il vostro cavallo come guida la prossima volta che viaggiate tra i mondi!

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