Volontariato

Alcune indicazioni

Cura dell'ambiente, solidarietà internazionale, archeologia, animazione dei bambini, sport con i disabili... un breve viaggio tra infinite possibilità

Fortunatamente possiamo dire che questo è un ambito su cui qui al Liceo non mancano davvero gli studenti con delle esperienze da raccontare. 

I più numerosi sono probabilmente quelli che d'estate si impegnano come animatori in centri estivi da Vigliano alla Speranza, dal Mortigliengo a Lessona, ma sono tante le esperienze vivaci per cui non proviamo neanche ad elencarle tutte. 

Mato Grosso e Mani Tese sono due esperienze di Volontariato nella settore della solidarietà internazionale; anche in questo caso non sono mai mancati i liceali disposti a spendere una o più settimane estive nei campi di lavoro promossi dalle due associazioni. 

Sportivamente, con il suo lavoro a fianco dei disabili è un'altra realtà che ha visto spesso ragazzi al lavoro durante eventi come gli Special Olimpycs, mentre altri si sono impegnati con la Bottega dei Mestieri. 

Da non dimenticare poi tutti quelli che si danno fa fare collaborando con le pro loco e le associazioni locali durante le sagre e le feste che costellano l'estate biellese. 

Qui vi proponiamo qualche esempio, sperando che sia di stimolo per qualcuno a mettersi in gioco. Di possibilità ce ne sono per tutti i gusti. 

OMG - Cos'è

Un'associazione con cui la nostra scuola ha una lunga storia di collaborazione

L’OMG è un movimento rivolto soprattutto ai giovani, ai quali si propone di lavorare gratuitamente per i più poveri. Attraverso questo impegno, essi iniziano un cammino educativo che li porta a scoprire e acquisire alcuni valori fondamentali per la loro vita: la fatica, il lavoro gratuito, l’impegno sociale, la coerenza tra le parole e la vita, il gruppo, il rispetto e la collaborazione con gli altri, la sensibilità e l’attenzione ai problemi dei più poveri, il tentativo di imparare a voler bene.

Qualsiasi giovane può entrare a fare parte dell’OMG senza preclusioni nè ideologiche, nè religiose. Anche se nato in ambiente salesiano, infatti, il movimento si è sempre definito aconfessionale, proprio per indicare questa apertura: chiunque può fare qualcosa per aiutare concretamente chi sta peggio di lui. In questo cammino educativo ciascun giovane è libero di entrare ed uscire dal gruppo in qualsiasi momento, i vincoli che si stabiliscono sono legati esclusivamente all’intensità dei rapporti personali, non esistono organi direttivi.

L’OMG è il luogo dove crescere la vocazione ad amare gratuitamente. “Basta con le chiacchiere veniamo ai fatti”, è la frase tipica. Fare la carità è guardare ai bisogni degli altri, cercando di cambiare prima sè stessi; significa liberare il povero senza farne un nuovo ricco, facendogli capire che c’è sempre chi è più povero di lui.

Nel Biellese operano due gruppi dell'OMG, uno a Biella e uno a Cossato. 

La presenza dell'OMG tra gli studenti del Liceo è continuativa da più di 20 anni. Sono numerosi gli ex liceali che hanno passato periodi di missione più o meno lunghi in Bolivia, Ecuador e Perù; anche attualmente un gruppetto di studenti fa parte dell'associazione.

La scuola ha spesso accolto iniziative dell'OMG, come la vendita delle arance o le raccolte viveri. Agli studenti è proposto quasi tutti gli anni di partecipare ai campi estivi, specialmente quello a Cogne, e ai campi invernali, come quello in Calabria.


Il racconto di chi l'ha fatto 1 - Campo estivo

Francesca ci racconta la sua esperienza con Mato Grosso 

Abbiamo chiesto a Francesca Bottaro, una studentessa di 16 anni che frequenta la 3G del liceo delle scienze umane di raccontarci della sua esperienza con l’operazione Mato Grosso, associazione di cui fa parte da qualche anno.

 

Che cos’è il Mato Grosso?

L’operazione Mato Grosso è nata negli anni ‘60 grazie a padre Ugo De Censi, con lo scopo di sostenere le missioni umanitarie in America latina. Noi siamo un gruppo di giovani dai 15 ai 30 anni che ci troviamo tutte le settimane per lavorare insieme e raccogliere fondi per le missioni. I fondi derivano da lavori come imbiancature, traslochi, sgomberi.

Siamo come una grande famiglia divisa in gruppi che operano in tutta Italia.

Come funziona un campo?

Quando i lavori da svolgere sono molto grossi si organizza un campo della durata di un weekend o di una settimana. In questa occasione si riuniscono diversi gruppi e si svolgono diverse attività insieme: nel corso della giornata si lavora, si pranza e alla sera ci sono anche piacevoli momenti di riflessione e, per chi lo desidera, di preghiera.

Raccontaci un esempio di campo estivo

D’estate i campi possono durare anche più di una settimana. Tutti gli anni organizziamo un campo a Cogne, in cui spesso invitiamo a partecipare i ragazzi delle scuole, con lo scopo di passare insieme una settimana per raccogliere fondi, lavorando per il Comune alla pulizia dei sentieri. Viviamo tutti insieme in una stessa casa e cerchiamo di far capire ai ragazzi cos’è l’operazione Mato Grosso e come si vive l’esperienza del lavoro collettivo. Oltre ad avere come scopo principale quello del lavoro, questa attività permette di condividere momenti di meditazione in cui si affrontano diversi temi come l’amicizia, l’indifferenza e la solidarietà.

Raccontaci un po’ il tuo primo campo e l’impressione che ne hai ricavato

Il mio primo campo l’ho fatto in provincia di Padova. Allora non sapevo ancora bene cosa fosse l’Operazione Mato Grosso infatti, partecipavo a queste attività per la compagnia, ma quando ho avuto l’occasione di prendervi parte, ho deciso che avevo trovato una strada da seguire. Vedere tanti ragazzi uniti insieme da un solo obiettivo, mi ha fatto capire come l’OMG fosse qualcosa di raro perché trovare un gruppo di ragazzi con così tanta voglia di fare non si incontra spesso. I giovani che mi hanno accolta, mi hanno regalato una frase che da allora porto sempre con me: “Se non impari a giudicare il mondo ti adatterai e dirai che va bene lo stesso”. Da allora ho quindi deciso che avrei sempre provato a giudicare il mondo per quello che è! Buttarmi in quest'avventura è stata probabilmente, ad oggi, la scelta migliore della mia vita.

In conclusione…

Secondo me è un’esperienza molto bella e stimolante in cui tutti dedicano il proprio tempo agli altri. Io ho iniziato questo percorso da un anno e mezzo e sono contenta per gli amici che ho incontrato e soprattutto è un’opportunità per mettermi in gioco.

 

Camilla A.

Il racconto di chi l'ha fatto 2 - In Missione in Bolivia 

Cosa ci ha spiegato Martina, un'ex liceale, sulla sua esperienza boliviana. 

Che cos’è un'avventura per voi? Per me è un'esperienza alla quale non ci si dimenticherà mai, è un percorso di crescita, scoprire cose nuove, nuovi lati di se stessi, è mettersi in gioco, sperimentare.

Per Martina Bovo avventura è stato andare un anno e mezzo in Bolivia, precisamente a Cochabamba, a insegnare a ragazze di giovane età materie scolastiche e il lavoro da sarta, per farle avere la possibilità di studiare, che altrimenti non avrebbero avuto, e per per-metterle di trovare lavoro. Cochabamba è un piccolo paesino con pochi abitanti, ma quei pochi che ci sono, vivono in povertà. ci sono famiglie disastrate, bambini e anziani che chiedono viveri per sopravvivere.

Martina li ha aiutati e ha portato loro speranza, valori e voglia di vivere. Per questa missione ha dovuto imparare il castigliano (lingua ufficiale della Spagna), ma ne è valsa la pena, così come significativa è stata la sua intera esperienza.

Il suo percorso con il volontariato è iniziato proprio a scuola, tramite uno stage, durante il quale si occupava di pulire sentieri.

Quella prima esperienza la appassionò a tal punto da spingerla ad entrare a far parte dell’associazione Mato Grosso.

Secondo Martina aiutare il prossimo, chi è in difficoltà, facendo volontariato, è un modo diverso di passare il tempo e porta soddisfazioni, felicità. Purtroppo ha anche un lato negativo: a volte bisogna dire dei no e scegliere a chi dare la proprietà, ma fare del bene è la cosa più importante e la strada giusta.

Unica regola: non avere aspettative ma godersi l’esperienza al massimo che si può!

Janis




Mani Tese

Un'associazione che opera in alta valle Strona. Il suo campo di impegno di principale è quello della solidarietà internazionale

Sul sito l’organizzazione si presenta con queste parole.

Siamo un’Organizzazione Non Governativa che da oltre cinquant’anni si batte per la giustizia sociale, economica e ambientale nel mondo.

Siamo anche una ONLUS e un'associazione riconosciuta come Ente Morale.

Operiamo in Africa, Asia e America Latina con progetti di cooperazione internazionale per sviluppare insieme alle comunità locali un’economia autonoma e sostenibile. In Italia promuoviamo progetti, campi di volontariato e stili di vita improntati alla solidarietà e alla sostenibilità attraverso migliaia di volontari attivi sul territorio.

Educhiamo i cittadini e le cittadine di domani al rispetto degli esseri umani e del pianeta attraverso laboratori di Educazione alla Cittadinanza Globale.

Siamo parte di un movimento popolare globale nato per cambiare il mondo, a cominciare da noi stessi.

Continuiamo a farlo dal 1964. E non abbiamo nessuna intenzione di fermarci.

 

Nel Biellese Mani Tese ha una sede attiva a Pratrivero che è attiva dal 2009 e ha una sua pagina facebook (https://www.facebook.com/manitesepratrivero/?fref=ts).

L’Associazione organizza ogni anno stage di studio e lavoro per giovani delle scuole secondarie di secondo grado; diffonde il commercio equo e solidale in iniziative occasionali specifiche; realizza attività di Educazione alla Cittadinanza Globale in ambito scolastico.

Il racconto di chi l'ha fatto

Sara, una studentessa che frequenta il liceo delle Scienze Umane ci accompagnerà alla scoperta dell’associazione Mani Tese, raccontandoci la sua esperienza e l’impressione che ha ricavato dal campo estivo a cui ha preso parte.

Che cos’è Mani Tese?

E’ un’associazione di volontariato che opera nell’ambito dell’impegno civile e della difesa dei diritti. Ha come obiettivo quello di diffondere i principi della solidarietà tra persone e popoli di culture diverse, contribuendo alla costruzione di un mondo fondato sulla giustizia, sulla pacifica convivenza e sul rispetto delle differenti identità culturali, attraverso: progetti, azioni di informazione ed educazione allo sviluppo, attuazione di esperienze di economia solidale, volontariato.

Come funziona un campo? Cosa avete fatto durante quei giorni?

Durante il periodo tra il 31 agosto e il 3 settembre ho partecipato ad un campo di volontariato e di formazione dell’associazione Mani Tese. In questa esperienza ho avuto la possibilità di partecipare a più incontri con giovani formatrici e ad aiutare nello smistamento dei metalli. Gli incontri sono stati divisi in due parti. Nella prima parte svolgevamo delle lezioni mattutine nelle quali i formatori hanno approfondito il tema dell’inquinamento prodotto dallo smaltimento e produzione dei vestiti di molte catene conosciute, visionando documentari e articoli con testimonianze diretto; questo ci ha sensibilizzati all’importanza del riciclo e del riuso. Abbiamo anche partecipato a dei laboratori creativi organizzati dall’educatrice per conoscere meglio la povertà e l’inquinamento che c’è dietro il mondo della moda.

Al pomeriggio abbiamo proceduto con lo smistamento dei metalli; non era solo lavoro manuale, ma un modo per farci capire che l’associazione ricava così, ovvero tramite la vendita dei vari metalli ricavati dalla demolizione di elettrodomestici e molto altro, i soldi necessari a finanziare i propri progetti.

Che impressione hai ricavato da questa esperienza?

Credo sia stata un’esperienza fortemente utile per conoscere meglio alcuni temi di cui non si è abbastanza informati, quello dell’inquinamento da parte delle industrie fast fashion e quello della povertà; sono risultati di scelte di grandi aziende, ma noi stessi contribuiamo a questo sistema.

In conclusione…

Consiglio a tutti di partecipare perché chiunque dovrebbe sapere cosa c’è dietro ad una semplice maglietta o ad un paio di jeans, non solo dal punto di vista produttivo ma anche di smaltimento. Mani Tese è un campo che non ci dà consigli, ma che ci porta ad agire e a voler migliorare stimolando la nostra coscienza e a far crescere in noi un senso di umanità.

 

Camilla A.


Centri estivi

Dedicare un pezzo di estate estate a lavorare con i bambini

Sul territorio del Biellese Orientale quella dei centri estivi è una realtà vivace e con una lunga storia. Si può dire, senza timore di esagerare, che negli anni centinaia di liceali hanno scelto questa forma di volontariato e di impegno. 

Spesso si diventa animatori dopo essere stati animati nello stesso centro estivo, perchè si tratta di esperienze molto radicate nel territorio. 

Appartenere ad un team, genera senso di squadra e di appartenenza e l'affetto che sanno dare i bambini rende questa esperienza particolarmente gratificante. 

Non si improvvisa però animatori e ogni centro estivo predispone percorsi di prepazione e neppure si deve pensare a qualche cosa di semplicemente divertente. I bambini, capaci di risucchiare le energie dei più grandi,  uniti al caldo estivo trasformano le settimane una sfida che richiede determinazione e grande impegno.

Il racconto di chi l'ha fatto

Asia ci spiega come un centro estivo ti aiuta a crescere mettendoti alla prova tutti i giorni e chiedendoti di dare sempre il massimo 

Ciao, di che centro estivo fai parte? 

Ciao, quest’estate sono stata

animatrice al centro estivo della parrocchia di Brusnengo.

Da quanto

sei animatore/trice?

Per me è stato il primo anno da animatrice; non avevo mai preso in considerazione farlo, ma lo scorso anno ho deciso di provare questa nuova esperienza, scelta che ho stabilito soprattutto dopo aver fatto il PCTO dei Piccoli Lord, in cui ho capito quanto mi piacesse essere a contatto con i bambini, per quanto i bambini dell’asilo siano molto

più piccoli.

Prima di essere animatrice, sei stata animata nello stesso centro estivo?

Sì, sono stata animata nello stesso centro estivo ma solo per un anno. Nonostante ciò, conservo davvero bei ricordi, l’atmosfera era sempre festosa e di gioia.


Per diventare animatori nel vostro centro estivo c’è un percorso di formazione? Quale? 

Non esiste un vero e proprio percorso di formazione, ma tutti noi ragazzi animatori, prima ancora di cominciare a preparare il necessario per il centro estivo, abbiamo fatto degli incontri per conoscerci e ci sono stati spiegati i “requisiti” per essere un buon animatore, come essere accoglienti, pazienti, aiutare gli altri. Allo

stesso tempo ci hanno insegnato quali siano le cose da evitare.

Partecipi anche alla progettazione del centro estivo? In che modo?

Sì, ho partecipato alla preparazione del materiale, per esempio cartelloni delle canzoni per il centro estivo, ma anche alla progettazione dei giochi.


Ora la domanda più importante. Perchè fare questa esperienza?

Un’esperienza come quella di animatore di un centro estivo ti porta inevitabilmente a metterti in gioco al 100%. Essere sempre in compagnia dei bambini, essere d’aiuto non solo a loro ma anche agli altri animatori, saper gestire le responsabilità che ci affidano, dare il massimo tutti i giorni nonostante la stanchezza, la fatica o il proprio stato d’animo sono solo alcune delle cose di cui bisogna curarsi per fare l’animatore: richiede, in generale, molta presenza, energia e impegno, ma è un’esperienza che vale la pena di essere fatta. Quindi, secondo me, essere animatore è una sfida personale perché immersiva, però non solo mette alla prova, ma aiuta anche a conoscere se stessi, dalle proprie caratteristiche e difetti alle proprie potenzialità e inclinazioni personali.


Bottega dei mestieri - Il racconto di chi l'ha fatto


Facciano una chiacchierata con Anita Giacomone, una studentessa del Linguistico che ci racconterà un po’ della sua esperienza con la Bottega dei Mestieri.


Prima di tutto volevo chiederti di spiegarci cos'è la Bottega dei Mestieri?

La bottega dei mestieri è in associazione che si occupa di aiutare delle persone diversamente abili a svolgere dei lavori manuali per poi venderli e tutto il ricavato verrà utilizzato dall'associazione per comprare nuovi materiali necessari per il lavoro.

Come l'hai conosciuta?

L’ho conosciuta grazie ad una mia amica per poter impiegare l'estate in un modo diverso e continuiamo tuttora ad andarci assieme.

Quali erano le vostre mansioni? Qual è la cosa che ti piace di più in cui vieni impegnata?

Noi facciamo sempre attività diverse spesso aiutiamo a preparare la carta che verrà utilizzata per comporre regali o tagliamo la stoffa che le signore della bottega cuciono per creare zainetti, bustine e tante altre cose ma lavorare la creta è la nostra attività preferita.

Sei una sportiva e non fai scienze umane; cosa ti spinge a dedicarti a questo progetto?

Io sono sempre stata una persona curiosa e volevo provare qualcosa per potermi relazionare con persone nuove ma conciliare sport scuola e volontariato non è facile quindi ho dovuto metterci molto impegno e autonomia.

Cosa hai imparato e cosa ti è rimasto impresso?

La cosa migliore di questa esperienza è poter essere utile in qualche modo a qualcuno che ne ha davvero bisogno, non fare sempre le solite cose e vedere le persone che aiuto felici di ciò che hanno fatto è la soddisfazione più grande.

Un consiglio a chi vorrebbe avvicinarsi a quest'esperienza e affacciarsi a quest’ambito.

Per chi vuole buttarsi in questa esperienza consiglio di non essere prevenuto per scoprire qualcosa di nuovo ogni volta senza pregiudizi.

 

Ringraziamo Anita per la sua disponibilità.

Elisa M.