Negli ultimi giorni di ottobre del 2018, su Friuli, Veneto e Trentino, un fortissimo vento di scirocco ha soffiato con raffiche tra i 150 e i 200 chilometri all’ora, per diverse ore. La pioggia che è caduta in quel periodo in tre giorni è circa la metà di quanto piove di media in un anno (600 mm).
Questa tempesta ha abbattuto milioni di alberi e ha provocato grandi danni anche nei nostri boschi. Molti alberi, soprattutto gli abeti, sono stati sradicati o spezzati dalla tempesta. I larici hanno resistito meglio perché hanno le radici profonde e il tronco flessibile, così si piegano, per poi ritornare alla loro solita posizione. Questo si può osservare molto bene anche fra Cleulis e il rio Moscardo, dove si vede che sono rimasti in piedi solo i larici.
Il clima è caratterizzato anche da eventi meteorologici di forte intensità, ma questi eventi stanno diventando sempre più frequenti e più distruttivi a causa del cambiamento climatico.
Occorre cercare di rendere meno forte il cambiamento del clima, ma non possiamo evitare le tempeste. Perciò bisogna rendere le foreste più adatte e resistenti a questi eventi. Per esempio abbiamo visto che i larici resistono di più rispetto agli abeti, ma nei nostri boschi l’uomo ha fatto in modo che crescesse soprattutto l’abete rosso, che viene venduto come materiale da costruzione. Però l'abete rosso non è abbastanza resistente; inoltre soffre le temperature più alte e la mancanza di acqua, quindi con il cambiamento climatico farà sempre più fatica a vivere nella nostra regione.
Si può lasciare che crescano da sole le piante adatte oppure piantare specie adatte alla zona tenendo conto dei futuri cambiamenti del clima.
Bisogna imitare la natura e preferire i boschi misti, cioè formati da specie diverse.
Fonte: Tempesta Vaia, pubblicazione Ersaf-Regione Lombardia
Autori: Youssef Makhlouf e Joshua Marcucci