Nel 2002 lo scienziato olandese A.Y. Hoekstra ha proposto il concetto di water footprint (impronta idrica): è la quantità di acqua dolce consumata per produrre le merci e i servizi che usiamo.
Si può calcolare per esempio l’impronta idrica di una persona o di una comunità. Per l’Italia, si calcola un consumo di oltre 6mila litri pro capite al giorno (dato WWF, 2014).
Infatti, durante la produzione di cibo o di qualsiasi altro oggetto, viene utilizzata dell’acqua: viene incorporata nel prodotto o viene vaporizzata o viene utilizzata per raffreddare o per diluire sostanze o viene inquinata durante la lavorazione. Questa acqua invisibile, che non vediamo ma è stata consumata, viene definita acqua virtuale.
Nelle nostre case la rete idrica ci porta l’acqua corrente potabile. A questo rubinetto visibile però va aggiunta tutta l’acqua invisibile, che è stata usata per il cibo e per produrre tutto quello che abbiamo in casa.
Si calcola che l’acqua che usiamo per pulire, cucinare, bere, lavarci è solo il 4% dell’acqua che consumiamo ogni giorno, il restante 96% è acqua virtuale!
Fonti:
“ORO BLU UNA GOCCIA PREZIOSA” Dr. Eleonora Aneggi, Prof. Daniele Goi - DPIA Università degli Studi di Udine - “Giornata mondiale dell’acqua” – 22 marzo 2019 http://www.cevi.coop/wp-content/uploads/2019/04/Eleonora-Anneggi-Oro-Blu-una-goccia-preziosa..pdf
https://www.wwf.it/pandanews/ambiente/limpronta-idrica-dellitalia/
Autori: Mattia De Toni, Lucas Polo e Tommaso Puntel
ECCO L'IMPRONTA IDRICA DEL NOSTRO CIBO, E VOI COSA MANGIATE?