Nell'Alto Friuli, l’acqua scorre in superficie e ha carattere torrentizio.
Vicino agli edifici, alle strade, ai ponti, il letto del fiume viene solitamente delimitato da argini, in pietre e cemento, o controllato da opere di contenimento come le briglie. Questo perché il corso d’acqua, quando ci sono forti precipitazioni, non eroda le sponde, causando il cedimento del terreno circostante.
L'acqua viene utilizzata prima di tutto per gli usi civili e poi per l’energia idroelettrica.
Oggi tutti i Comuni montani hanno un proprio acquedotto, perché il nostro territorio è ricco di sorgenti, a differenza del medio Friuli, dove c’è un’unica rete idrica.
Nel passato, gli abitanti dei paesi, organizzati nella Vicìnia (cioè l’assemblea di tutte le famiglie), mettevano dei tubi (prima in terracotta e poi in ghisa), che portavano l’acqua dalle sorgenti più vicine fino al paese, nei lavatoi e nelle fontane. Fontane e lavatoi si trovavano in tutte le borgate ed erano anche punti di incontro della comunità, soprattutto per le donne, che qui lavavano i panni e prendevano l’acqua da portare nelle case. Si facevano i turni per la pulizia della vasca e anche per portare gli animali ad abbeverarsi, facendo attenzione a non sporcare l’acqua.
Intorno all’acqua quindi la comunità, che si autogovernava, si teneva unita.
Fonte: Lezione di Franceschino Barazzutti (18 marzo 2022) e mostra itinerante “Agas di Mont”
Autrici: Beatrice Iob e Melissa Peresson