Sala VI

Sala del rosone della Cattedrale

OPERE D’ARTE NELLE CHIESE DELLA DIOCESI

Il territorio diocesano non è vastissimo, ma assai vario, andando dalla pianura che circonda Foligno fino alle località della montagna prossime ai contigui territori diocesani di Spoleto e di Camerino. Un caso a parte è rappresentato da Spello, appartenente alla chiesa spoletina fino al 1799, poi aggregata alla diocesi di Foligno, le cui opere d’arte hanno trovato sistemazione nel locale Museo Civico-Diocesano.

Sono qui esposte alcune delle opere più significative provenienti da edifici religiosi (eremi, chiese, santuari) che, o in via definitiva, o in forma di deposito provvisorio, si è ritenuto opportuno raccogliere nel Museo per la loro particolare importanza e al tempo stesso per garantirne la sicurezza. Si tratta di una scelta molto ristretta e del tutto temporanea, in attesa di poter disporre di molte altre opere d’arte, purtroppo ancora immagazzinate dopo il terremoto e, in molti casi, bisognose di restauro.

Le opere più antiche sono pregevoli sculture lignee medievali la cui datazione va dal XII al XIV secolo, in alcuni casi concepite in stretta simbiosi con elementi dipinti tra i più significativi della pittura nella Valle Spoletana agli inizi del Trecento (Tabernacolo di Pale). E’ particolarmente significativo il gruppo di opere appartenente alla Collegiata di San Salvatore, dove operò intorno al 1430 per Rinaldo Trinci, figlio dell’ultimo signore di Foligno, il pittore Bartolomeo di Tommaso, di cui, oltre al celebre “trittico” si espone, dopo il restauro, un raro frammento di affresco raffigurante La fuga in Egitto. Dalla stessa chiesa proviene una straordinaria serie di arazzi fiamminghi del ‘500 (se ne espongono due, un Paesaggio con animali e piante e una delle Storie di Giuseppe), probabile dono di una famiglia gentilizia. Rari capolavori da remote località della montagna sono le tele seicentesche della Bottega di San Giuseppe, di uno straordinario ignoto maestro di cultura franco-fiamminga indicato come “Maestro di Serrone” e una Decollazione del Battista, ispirata all’opera di Gherardo delle Notti nella chiesa romana di Santa Maria della Scala.