B.R.I.D.G.E Liceo Bernardini
Una scuola multiculturale nel quartiere di Pietralata
Ar[84]
Una scuola multiculturale nel quartiere di Pietralata
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Con il ciclo di ricerche "Aniene Rims" dal 2019 la cattedra del professor Antonino Saggio si concentra sul tratto urbano del fiume Aniene, tra il Grande Raccordo Anulare e la confluenza con il Tevere a Tor di Quinto. In quest'area, caratterizzata da circa trenta vuoti urbani prevalentemente di origine industriale e artigianale, si apre un nuovo campo di sperimentazione progettuale volto alla rigenerazione della città esistente.
Questi spazi marginali vengono riletti come risorse da restituire alla collettività attraverso proposte innovative, costruite in dialogo con associazioni, enti e cittadini. Lungo i quindici tratti in cui è suddiviso il percorso dell'Aniene, le azioni progettuali si radicano nella specificità del territorio fluviale e allo stesso tempo delineano una visione infrastrutturale di nuova generazione. L'idea di fondo è che lo sviluppo urbano non debba più coincidere con consumo di suolo, ma con un processo di recupero, densificazione e riqualificazione delle aree esistenti, innescando così una trasformazione sostenibile della città.
All'interno di questo scenario si inserisce la Tesi di Laurea "B.R.I.D.G.E Liceo Bernardini"
Come può l’architettura affrontare i temi della multiculturalità e della coesione sociale? A questa domanda ha cercato di rispondere Ludovica Marsiglia con la sua tesi. Il progetto nasce in un’area complessa, un vuoto urbano sulle rive del fiume Aniene, oggi spoglio e in parte degradato, ma ricco di potenzialità grazie alla vicinanza con le infrastrutture urbane e al patrimonio ambientale circostante. Pietralata è un quartiere che porta con sé sfide sociali legate all’integrazione culturale e alla mancanza di spazi educativi e ricreativi: qui il nuovo liceo si propone non solo come luogo di formazione, ma come vero ponte tra culture, religioni e generazioni. Il complesso scolastico si sviluppa a partire da un metodo progettuale basato sulle “tessiture”, che intrecciano le curve del fiume, la linearità dell’isolato e le spinte del verde, generando forme dinamiche e armoniche con il contesto. Aule, laboratori linguistici e scientifici, biblioteca, auditorium e palestra compongono l’anima educativa e culturale del progetto, mentre spazi aperti, coworking e aree ricreative lo rendono un centro di vita comunitaria. Particolare attenzione è riservata alla dimensione spirituale: la presenza di tre aree di culto, separate ma adiacenti, diventa un simbolo architettonico di dialogo interreligioso. Infine, il progetto affronta anche le sfide ambientali, con soluzioni idrauliche e paesaggistiche – come water squares, rain gardens e vasche di laminazione – che trasformano il rischio idrico in un’opportunità di arricchimento spaziale e naturale. Così il B.R.I.D.G.E. Liceo Bernardini si configura come un’infrastruttura sociale ed ecologica al tempo stesso, capace di restituire al quartiere un nuovo centro educativo e di convivenza.
Come dice l'autrice: "Il tema nasce dall'osservazione del quartiere di Pietralata, un'area ricca di potenzialità ma segnata da carenza di spazi educativi e da problematiche sociali legate all'integrazione. Da qui è nata la volontà di pensare a una scuola che non fosse solo edificio scolastico, ma anche luogo di incontro tra culture e generazioni. Allo stesso tempo, mi interessava esplorare come l'architettura potesse diventare strumento di coesione sociale, traducendo in spazi concreti il tema della multiculturalità".
B.R.I.D.G.E dimostra quindi come l’architettura possa farsi ponte, non solo tra spazi e funzioni, ma soprattutto tra culture e comunità. In un quartiere segnato da fragilità sociali e ambientali, la scuola diventa catalizzatore di inclusione, innovazione e resilienza, coniugando apprendimento, spiritualità e convivenza, ricordandoci che il compito dell’architetto non è soltanto costruire edifici, ma immaginare luoghi capaci di accogliere differenze, generare dialogo e restituire valore a ciò che la città aveva dimenticato.
Abbiamo intervistato Ludovica Marsiglia, autrice della Tesi di Laurea, per approfondire come è nato questo progetto, quali sfide ha comportato e in che modo l’esperienza della tesi ha influenzato il percorso professionale.
Come sei arrivata a scegliere Pietralata e quel vuoto urbano come oggetto della tua tesi?
L.M. La scelta di Pietralata nasce dalla constatazione, ottenuta tramite letture e dati statistici, di una crisi e, al tempo stesso, di un gran potenziale. Se la crisi riguarda prettamente l’assenza fisica di una struttura scolastica per i ragazzi in età adolescenziale, il punto di forza è invece la presenza, nel territorio, di un’infinita varietà di etnie e culture. Tali aspetti, messi a sistema, hanno portato alla scelta dell’area e,simultaneamente, del tema di progetto.
In che modo il tema della multiculturalità ha orientato la tua ricerca e il tuo progetto?
L.M. Il tema della multiculturalità ha rappresentato il fulcro della mia ricerca e ha orientato il progetto in più direzioni. Innanzitutto, ho interpretato la scuola non solo come luogo di istruzione, ma come ponte tra culture, religioni e generazioni, capace di favorire la coesione sociale in un quartiere complesso come Pietralata. Dopodichè, ho trattato il tema della multiculturalità non come un tema astratto, ma come una linea guida progettuale che ha plasmato tanto la distribuzione degli spazi quanto il linguaggio architettonico, con l’obiettivo di trasformare il liceo in un vero centro di convivenza e inclusione.
L’inserimento di tre aree di culto è una scelta forte: qual è il messaggio che volevi trasmettere?
L.M. L’inserimento di tre aree di culto nasce dalla volontà di dare un segnale concreto di rispetto e inclusione: non un unico spazio neutro, ma tre luoghi distinti e vicini, che riconoscono le differenze e al tempo stesso invitano al dialogo. Il messaggio è che la convivenza non significa annullare le diversità, ma creare le condizioni perché possano coesistere e incontrarsi in modo armonico.
La tua tesi ti è stata utile nel percorso post-universitario? Oggi in che ambito lavori?
L.M. Sicuramente mi ha aiutato nel conoscere il rapporto tra spazio pubblico e gestione dell’acqua, con le varie strategie idriche adottate. Questo non è un tema che ho ancora affrontato nel mio percorso post universitario ma è stato particolarmente interessante per me, tanto da non escludere in un futuro di tornare a trattare certe tematiche.
Dal punto di vista progettuale, qual è stata la parte più difficile da risolvere?
L.M. Dal punto di vista progettuale, la sfida più difficile è stata integrare funzioni diverse – educative, comunitarie e spirituali – in un unico complesso senza frammentarne l’identità. Ho lavorato molto sugli spazi di relazione, così da creare un insieme armonico capace di mantenere le differenze ma farle dialogare tra loro.
C’è un aspetto del progetto che senti particolarmente riuscito e che ti piacerebbe un giorno vedere realizzato?
L.M. Un aspetto che sento particolarmente riuscito è la creazione degli spazi comuni aperti al quartiere – come la biblioteca, l’auditorium e le aree ricreative. Mi piacerebbe vederli realizzati perché trasformerebbero la scuola in un vero centro di vita e di incontro, restituendo a Pietralata non solo un edificio scolastico, ma un punto di riferimento per tutta la comunità.
AUTRICE DELLA TESI
Laureata alla facoltà di Architettura La Sapienza nel dicembre 2023. Attualmente lavora presso lo studio di architettura, restauro e design Mo.C.A. Srl in Roma.
Autrici dell'articolo: Ilaria Capezzali, Melinda Pierini