Fibrillazione atriale 2020

Pubblicate a fine agosto 2020 le nuove linee guida sulla fibrillazione atriale

https://www.escardio.org/Guidelines/Clinical-Practice-Guidelines/Atrial-Fibrillation-Management


Alcune novità e concetti interessanti:


Importante come prima cosa (2C)

1) Confermare la diagnosi (con ECG a 12 derivazioni , o almeno 30 secondi su un single-lead)

(definita meglio, anche se non completamente stabilita, la possibile gestione degli episodi AHRE e di fibrillazione atriale subclinica nei follow up dei device cardiaci)

2) Caratterizzare la fibrillazione atriale definendone (4S)

Stroke risk ( mediante Cha2ds2Vasc)

Severità sintomi (EHRA score)

Severità Burden ( durata, frequenza ecc)

Substrato ( età, comorbilità, immaging atriale)

per definire un percorso terapeutico (ABC)

Anticoagulazione (A)

Controllo sintomi (B= better symptom) con il controllo del ritmo o della frequenza

trattamento comorbidità (C) e fattori di rischio cardiovascolari


Riguardo alla terapia anticoagulante

  • Le valutazioni sul rischio embolico ed emorragico (da non trascurare soprattutto per identificare fattori modificabili) andrebbero periodicamente ripetute; in particolare nei pazienti considerati alla prima visita a basso rischio embolico andrebbe ripetuta una rivalutazione dopo 4-6 mesi

  • In generale in caso di angioplastica si può passare precocemente (< 7 giorni) alla duplice terapia ( anticoagulante e clopidogrel) e alla sola terapia anticoagulante dopo 6 mesi ( 12 mesi in caso di sindrome coronarica acuta)

  • In caso di cardioversione di una fibrillazione atriale durata > 24 ore è indicato proseguire la terapia anticoagulante per almeno 4 settimane ( IIa) mentre si può evitare se la cardioversione è molto precoce ( < 24 ore) in soggetti a bassissimo rischio embolico (IIb).

  • I nuovo anticoagulanti sono paragonabili al Coumadin nei pazienti che devono essere sottoposti a CVE.

  • Nei pazienti in Coumadin se TTR ( tempo in cui INR è tra 2 e 3) è inferiore al 70% è raccomandato passare ad un NOAC (nuovo anticoagulante)


Riguardo al controllo del ritmo (indicato per migliorare la qualità di vita):

  • vi è una nuova raccomandazione sul controllare i rischi di proaritmia con l'utilizzo del sotalolo ( da utilizzare nei pazienti con cardiopatia ischemica o senza cardiopatia); in generale è raccomandabile seguire i pazienti con il controllo del QT, dei valori di creatinina e potassio

  • di base si consigliano antiaritmici IC nei non cardiopatici, Dronedarone nei pazienti con cardiopatia lieve, Amiodarone nei cardiopatici con attenzione per i rischi di tossicità extracardiaca

  • La flecainide andrebbe associata a terapia betabloccante

  • Diventano "più importati" il controllo delle comorbidità quali obesità, la sindrome delle apnee notturne, l'ipertensione ecc che determinano disfunzione endoteliale, "strech" atriale, infiammazione, modulazione del SNA ( sia adrenergica che vagale) favorendo la progressione del substrato aritmico.

  • L'ablazione dopo fallimento di un tentativo di terapia medica diventa un'indicazione di "classe I" anche nei pazienti con FA persistente e non solo parossistica (trial CAPTAF e CABANA)

  • L'ablazione potrebbe considerarsi come trattamento del ritmo di prima scelta nella fibrillazione atriale parossistica e talora in quella persistente senza significative comorbidità

  • L'ablazione diventa terapia di prima scelta quando si sospetta una tachicardiomiopatia

  • Si può considerare di prima scelta anche in pazienti con scompenso per ridurre le ospedalizzazioni e la mortalità (IIa)

  • Di base per l'ablazione della fibrillazione atriale si suggerisce l'isolamento delle vene polmonari

  • Ripetere l'ablazione delle vene polmonari in caso di recidive può essere indicato se si è registrato un miglioramento dopo la prima procedura

  • E' consigliabile iniziare la terapia anticoagulante tre settimane prima dell'ablazione ( in alternativa eseguire un ecocardiogramma transesofageo) e non interromperla durante e dopo la procedura

  • La terapia anticoagulante va proseguita almeno due mesi dopo la procedura di ablazione; poi in base al CHADSVASC

  • Dimagrire è raccomandazione di classe I nei pazienti obesi con FA, in particolare se devono eseguire un'ablazione.


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