"Smontiamo e rimontiamo l'Odissea secondo le esigenze moderne."
Protagonista della vicenda è Riccardo Molteni che vive con sua moglie Emilia una relazione complicata a causa di un misterioso sentimento di disprezzo provato nei suoi confronti. Intanto Riccardo accetta di lavorare alla sceneggiatura di un film sull'Odissea da girare a Capri ed iniziano così i diverbi con i suoi collaboratori riguardo alle modalità di interpretazione del poema omerico. Dopo un netto peggioramento del rapporto con la moglie, la situazione sembra arrivare ad un punto di non ritorno, anche sul piano lavorativo: troppe opinioni contrastanti e pochi punti di comune accordo.
La scena a fumetti sottostante propone una riflessione sulla figura di Odisseo tra il protagonista Molteni e il suo collega Rheingold. Si trovano in macchina durante il viaggio verso Capri. Molteni è alla guida e Rheingold espone parzialmente la propria visione e interpretazione dell’Odissea al collega. Si può notare una chiara influenza freudiana nella lettura del regista. Infatti, l’obiettivo di quest’ultimo consiste nel rileggere l’Odissea in chiave moderna e psicologica. Viene infatti affermato che tutta l’opera omerica è incentrata sulla complicata relazione amorosa tra Ulisse e Penelope. Secondo questa interpretazione, dunque, Odisseo teme e non desidera tornare in patria e riconciliarsi con sua moglie e proprio per questo cerca in tutti i modi di crearsi ostacoli che abbiano come fine quello di procrastinare il più possibile il momento del ritorno. Soltanto alla fine di un lungo dissidio interiore, Ulisse decide di approdare in patria e rivedere Penelope. Questa visione non entusiasma molto Molteni, il quale tace per la maggior parte del tempo. Entrambi convengono che sarà meglio discutere alla fine del viaggio, quando Molteni non dovrà più essere concentrato sulla guida.
La discussione tra Rheingold e Molteni prosegue la mattina seguente quando quest’ultimo si reca all'albergo del regista. Rheingold continua a spiegare a Riccardo la sua interpretazione: in realtà quando Odisseo parte da Itaca, i suoi rapporti con la moglie sono già compromessi ed è proprio per questo motivo che accetta di andare in guerra piuttosto che mandare semplicemente truppe in aiuto. Penelope, infatti, già da tempo mostra di non gradire i numerosissimi doni dei Proci, a differenza di Odisseo che, invece, vuole vivere in pace e le consiglia di accettarli e di mostrarsi gentile per prudenza e avidità di ricchezze. La donna, vedendo che il marito non reagisce all’indiscrezione dei Proci, comincia, pian piano, a disprezzarlo. Ulisse dunque parte per la guerra e si tiene per anni lontano da casa per questo motivo. La crisi coniugale potrà concludersi con la riconquista dell’amore di Penelope solo nel momento in cui Ulisse farà strage dei Proci, difendendo degnamente la moglie. Molteni non accoglie l’interpretazione del regista spiegando che, a suo parere, si distacca troppo dall’originale Odissea, ma in realtà la rifiuta perché Rheingold ha, senza volerlo, riassunto in poche parole la sua personale situazione con la moglie. Moravia riesce ad inserire l’interpretazione del poema omerico come parallelismo della vita del protagonista: Molteni non viene riconosciuto più dalla moglie che comincia a disprezzarlo per la sua indifferenza nei confronti del produttore Battista che la seduce, proprio sotto i suoi occhi, come Ulisse viene disprezzato da Penelope per la sua passività nei confronti di Antinoo.
TERZA SCENA: LA RISPOSTA di MOLTENI
Rheingold suggerisce a Molteni di prendere del tempo per riflettere più a fondo sulla propria interpretazione. Il protagonista quindi si allontana e, in seguito ad un nuovo confronto con la moglie, si rende finalmente conto del parallelismo esistente tra la visione di Rheingold dell’Odissea e la propria vicenda coniugale. Allora, fermamente deciso a rifiutare definitivamente il lavoro e a tornare con Emilia a Roma, Molteni si dirige verso l’albergo del regista per comunicargli la sua risoluzione. Quando Rheingold chiede spiegazioni per quella decisione così inaspettata e drastica, Molteni ribadisce ancora una volta di non essere d’accordo con l’interpretazione psicoanalitica del soggetto proposta dall’uomo arrivando ad affermare che avrebbe preferito accettare la produzione di una pellicola puramente commerciale, come quella voluta dal produttore Battista, piuttosto che realizzare la visione moderna e cupa del regista. Non capendo, Rheingold ribatte e nella discussione che ne segue i toni si alzano. Molteni è convinto che si possa fare l’Odissea come pensata da Omero stesso e afferma di ritenere la differenza tra questa visione e quella del regista troppo grande per essere colmata.
In realtà la determinazione ostinata di Molteni è frutto della sua aspirazione a vivere in un mondo simile a quello dell’Odissea, per lui rassicurante, e del conseguente rifiuto di allontanarsene per accogliere la modernità e prendere atto della sua crisi coniugale. Per convincere il regista della validità delle sue ragioni, Molteni ricorre allora all’autorità di Dante e recita il canto di Ulisse, tratto dalla Commedia. Tuttavia, dopo averlo ascoltato, Rheingold gli fa giustamente notare come anche Dante, uomo del Medioevo, interpretasse il personaggio di Ulisse calandolo nella realtà del proprio tempo. Molteni si rifiuta però di ascoltare ogni ulteriore argomentazione e, quindi, di riconoscere i meccanismi che hanno distrutto la sua relazione con Emilia, e si allontana per tornare a casa dalla moglie.
Scena del film "Il disprezzo" con Brigitte Bardot!
CONCLUSIONE
Come dimostra Alberto Moravia, si può dare libero spazio all’immaginazione quando si parla dell’Odissea e, in particolare, del suo protagonista, Odisseo. Ogni epoca ha prodotto le proprie interpretazioni riguardo a questo personaggio, positive e negative, verosimili ed inverosimili. Queste sono frutto della cultura di ogni tempo, come ci dimostra la riflessione di Rheingold, all’interno del libro, che è frutto dell’avvento della psicanalisi nel secolo scorso. Una cosa però è certa: l’Odissea veicola tematiche universali, che ancora oggi affascinano e arricchiscono chi decide di intraprendere questa meravigliosa lettura. I temi del viaggio, del ritorno, dell’ incontro con il diverso, della brama di conoscenza e, certamente, dell’amore, tutti concentrati in un unico personaggio, ancora oggi immortale nella sua complessità, sono motivo della quantità impressionante di interpretazioni dell’eroe operate nel corso dei secoli. Tali tematiche sono e saranno sempre una costante di questo poema, reso immortale proprio per la sua ancora attuale importanza e la possibilità di immedesimazione che esso offre. Come debba essere interpretato rimane un’incognita a cui ognuno di noi deve poter rispondere liberamente, in modo soggettivo, a seguito della lettura e certamente anche del confronto con altre possibilità di analisi complessiva. Cosa debba essere interpretato è stato dipinto da Omero in tutta la sua completezza e proprio la sua immutabilità ci permette ancora oggi di poter godere di questo poema, componente inestimabile delle fondamenta del pensiero e della cultura universale.