Nell’incontro con Penelope, ormai giunti allo scioglimento della vicenda, l’eroe rivela i suoi sentimenti più profondi verso la moglie Penelope
τῷ δ' ἔτι μᾶλλον ὑφ' ἵμερον ὦρσε γόοιο XXIII 231
… e a lui venne più grande la voglia di pianto
Nei versi 153-240 del libro XXIII dell’Odissea si narra il ricongiungimento tra i due celebri coniugi dell’epica omerica, Odisseo e Penelope.
Dopo l’arrivo di Odisseo sull’isola di Itaca, la nutrice Euriclea, adempiendo ai tradizionali vincoli dell’ospitalità greca, lo lava, lo unge e lo riveste. Anche Atena contribuisce donando ad Odisseo un aspetto rinnovato.
Nonostante ciò Penelope mantiene la sua ostinazione e la sua fermezza d’animo, mostrandosi dubbiosa dinanzi al presunto ritorno del marito.
Penelope ordina quindi ad Euriclea di spostare il letto della loro camera, fuori dal talamo, affinché possano dormire separati. Odisseo dichiara a questo punto l’impossibilità di muovere il letto nuziale in quanto esso, e tutta la reggia, furono ricavati da un tronco d’albero ad opera di lui stesso. Penelope, con la consapevolezza che questo era un segreto del quale solo i due coniugi e una serva erano a conoscenza, sventato ogni dubbio, abbraccia il marito.
In questa sezione di testo sono presenti alcuni temi rilevanti.
Il primo di questi è sicuramente la concezione del pianto. Il pianto era concepito come espressione delle emozioni e compatibile con l’etica eroica, infatti la manifestazione dei propri sentimenti mediante il pianto, anche con reazioni iperboliche e esagerate, era una manifestazione connaturata all’indole e al comportamento tipicamente eroico.
Infatti l’espressione τῷ δ' ἔτι μᾶλλον ὑφ' ἵμερον ὦρσε γόοιο, estrapolata direttamente dal testo originale, indica con precisione il desiderio implacabile di Odisseo di manifestare i suoi sentimenti nei confronti della moglie con il pianto.
All’interno di questa sezione è importante anche il ruolo della similitudine con i naufraghi.
“Come bramata la terra ai naufraghi appare, / a cui Poseidone la ben fatta nave nel mare / ha spezzato, travolta dal vento e dalle grandi onde; / pochi si salvano dal bianco mare sopra la spiaggia nuotando, / grossa salsedine incrosta la pelle; / bramosi risalgono a terra, fuggendo la morte; / così bramato era per lei lo sposo a guardarlo, / dal collo non gli staccava le candide braccia.”
Il significato di questa similitudine rimanda al senso di disperazione prima e di sollievo dopo provato da Penelope che, come un naufrago sfinito dalla lotta contro le onde, ritrova tra le braccia del suo sposo un approdo sicuro.