CAMPAGNA D'ITALIA

1943-1945

Durante la Campagna d'Italia, i Polacchi arrivati a Taranto dall'Egitto creano le loro basi in Puglia e diventano una parte indipendente dell'8ª Armata britannica.

Vengono chiamati a combattere la loro battaglia più eroica, forse la più difficile di tutta la guerra: quella per prendere Montecassino (18.5.1944). Lì dove tutti avevano fallito, vincono.

Risalgono l'Italia sul versante adriatico con la Brigata Maiella e liberano molte città tra cui Macerata (30.6), Loreto (17.7), Ancona (18.7), Pesaro (2.9), Predappio (città natale di Mussolini, 27.10), Imola (14.4.1945) e Bologna (21.4). Solo 4 giorni dopo, l'Italia è libera.


LA BATTAGLIA DI MONTECASSINO

La battaglia di Montecassino è una delle operazioni militari più importanti della Seconda Guerra Mondiale. Nota anche come la Battaglia per Roma, non si tratta di una sola battaglia quanto piuttosto di una serie di assalti militari degli Alleati contro i tedeschi, cominciati il 17 gennaio e terminati nel Maggio inoltrato del 1944.

Montecassino ha un ruolo centrale in questa battaglia poiché non soltanto l'intelligence alleata sospetta che le unità di artiglieria tedesche stessero utilizzando l'Abbazia come validissimo punto di osservazione, ma anche perché si trova in una posizione strategica utile per poter avanzare sulle difensive tedesche ed entrare in una Roma pesantemente occupata.

Nell'inverno del 1944 migliaia di bombe alleate vengono sganciate su Montecassino, riducendo completamente in macerie il luogo storico e sacro, mietendo anche molte vittime. Sebbene non sia inusuale per siti importanti e per grandi città essere distrutti durante una guerra, quella di bombardare Montecassino non è una decisione semplice da prendere e per alcuni rimane ancora materia controversa.

La prima delle quattro battaglie ha inizio il 17 gennaio del 1944. Le forze alleate americane e francesi si spostano in direzione della linea difensiva tedesca di nome Linea Gustav. Le forze alleate sostengono pesanti perdite avanzando verso la Linea Gustav, rendendo improbabile lo sfondamento, ma la speranza è di spostare l'attenzione tedesca da Anzio dove le forze americane intendono arrivare a sorpresa, e sopraffare le forze tedesche.

Dopo la prima sfortunatissima battaglia che costa la vita a migliaia di soldati alleati, prende corpo la controversa decisione di bombardare l'abbazia di Montecassino.Il bombardamento del monastero e il conseguente combattimento tra le rovine si verifica nel mese di febbraio del 1944, e viene considerata la seconda delle quattro battaglie.

A marzo gli Alleati si portano a fatica avanti durante la terza battaglia, con bombardamenti e pesanti combattimenti a terra a Cassino e nella zona circostante l'abbazia. Avanzano lentamente, ma incontrano una feroce resistenza tedesca.

A maggio gli Alleati circondano le forze tedesche su tutti i fronti e con l'attacco a sorpresa di Anzio riescono finalmente a porre fine alla battaglia. Le forze polacche che combattono a Montecassino riconquistano le rovine dell'Abbazia e issano una bandiera polacca il 18 maggio, per segnalare la vittoria.

La perdita di vite umane è enorme in questa controversa operazione, con gli Alleati che perdono 55.000 uomini e circa 20.000 soldati tedeschi feriti e uccisi.

Ora si può visitare il cimitero di Montecassino che tiene sepolto Władysław Anders, il generale dell’armata che ha liberato il territorio in cui riposa.

L'Abbazia di Montecassino distrutta dai bombardamenti

Un soldato polacco suona la tromba tra le rovine del monastero di Montecassino

Il cimitero di Montecassino

A Montecassino con la Szkola nel 75° anniversario della Battaglia

LA BATTAGLIA DI ANCONA

L'offensiva principale inizia il 17 luglio lungo il fronte sulla Linea Edith così chiamata dai tedeschi. La manovra prevede un accerchiamento della città dorica, che sarebbe stata raggiunta da nord e non da sud, come invece è prevedibile che accadesse. La prima mossa di questa manovra è la conquista da parte delle truppe polacche del Monte della Crescia, nei dintorni di Offagna, ad ovest di Ancona in territorio osimano. La sera del 17 luglio le truppe polacche arrivano ad Agugliano e la mattina seguente conquistano Offagna, dove i tedeschi hanno sferrato un contrattacco.

Nello stesso giorno i polacchi raggiungono Chiaravalle, già a nord di Ancona, mentre le loro truppe corazzate prendono il mare nella zona delle Torrette, frazione settentrionale di Ancona, nel tentativo di impedire ai difensori tedeschi di Ancona di uscire dalla città in direzione della Linea Gotica. La manovra ha un successo solo parziale, in quanto alcune truppe tedesche riescono a sfuggire l'accerchiamento. Il Secondo Corpo d'Armata Polacco entra in Ancona attraverso Porta Santo Stefano alle 14:30 del 18 luglio.

Durante le varie fasi della battaglia, compresa la liberazione finale di Ancona, le forze polacche coadiuvate dagli italiani: sotto il comando polacco operano infatti anche truppe del Corpo Italiano di Liberazione, comandato dal gen. Umberto Utili e con un organico di circa 25 000 uomini e i partigiani "Patrioti della Maiella", comandati da Ettore Troilo. Un reparto di volontari italiani, la 111ª Compagnia Difesa Ponti, affianca i polacchi dopo essere stato addestrato come commando. La linea tedesca sul fiume Musone, tra Osimo e Filottrano, viene abbattuta però dal IX Reparto d'Assalto italiano dopo numerosi tentativi polacchi che subiscono molte perdite, molte delle quali oggi sepolte al cimitero militare polacco di Loreto.

I polacchi che entrano per primi ad Ancona liberandola

Il cimitero militare polacco a Loreto

Truppe polacche nella 'piazza Anders' al Passetto di Ancona

LA BATTAGLIA DI BOLOGNA

Nelle prime ore della mattina del 21 aprile 1945, le unità alleate del 2°Corpo Polacco dell’8a Armata Britannica, della Divisione USA 91a e 34a, i Gruppi di combattimento Legnano, Friuli e Folgore e della brigata partigiana “Maiella” entrano a Bologna senza sparare un colpo. Infatti, nella notte precedente i tedeschi ed i fascisti, su ordine del generale Von Senger, abbandonano la città. Più tardi nella mattinata arrivano anche i bersaglieri del battaglione Goito che sfilano percorrendo via Rizzoli mentre la folla, radunata ormai in centro, li acclama. Nel pomeriggio hanno il permesso di entrare in città le Brigate partigiane Giustizia e Libertà di Montagna e 7a Modena.







Le truppe del generale Anders che hanno liberato Bologna all'alba sfilano fra le vie del centro