L19: Spreadsheet. Il mondo del "what if"
L20: DataBase. Le informazioni A&N Strutturate e il database grafico/geografico (GIS)
L21: Evoluzione del concetto di modello da Alexander Klein a UNStudio
L19: Spreadsheet, Il mondo del "what if"
Caos, Complessità e Modelli Gerarchici
Immaginiamo di essere nei panni di Leonardo da Vinci e di dover trasmettere dati strutturati, come numeri, testi e relazioni, a distanza. Come potrebbe avvenire questo processo?
La soluzione risiede nell'uso di una griglia organizzata, che richiede un sistema di convenzioni ben definite. Tuttavia, non basta solo un'equazione: serve una funzione.
È in questo scenario che entra in gioco lo spreadsheet (foglio di calcolo), con applicazioni come Excel. Il foglio di calcolo è composto da righe, colonne e celle, e ogni cella ha due funzioni principali:
Celle contenuto, in cui vengono immessi dati.
Celle risultato, che calcolano e restituiscono valori basati su altre celle.
La grande innovazione qui è che una cella di risultato può essere trasformata in una cella di contenuto, creando un sistema interattivo e dinamico in cui ogni dato è collegato a un altro. Questa interconnessione dinamica delle informazioni rappresenta l’aspetto innovativo di tale sistema, che facilita un flusso costante di dati.
Fondamenti del Foglio di Calcolo
Il foglio di calcolo è, in sostanza, una tabella composta da celle, dove si inseriscono numeri, testi e formule. Questa struttura semplice porta a due conseguenze importanti:
Interconnessione dinamica dei dati, che consente a ogni dato di influenzare gli altri.
Modelli gerarchici, come alberi o strutture a cascata, che organizzano le informazioni in modo logico.
Questi concetti danno vita a un sistema intelligente, dove le formule trasformano i dati grezzi in informazioni utili per l’analisi e la decisione.
Implicazioni in Architettura
Lo spreadsheet ha avuto un impatto radicale nel campo dell’architettura parametrica. Cambiando i parametri in un foglio di calcolo, il modello architettonico si aggiorna automaticamente e istantaneamente. Questo principio è alla base di strumenti come Grasshopper, che consente di adattare e modificare la geometria di un progetto in tempo reale in base ai dati inseriti.
La Logica "What If..."
Esistono due approcci logici principali:
Logica induttiva: "Se... allora..." (if... then...)
Logica deduttiva: "Cosa accade se..." (what if...)
La logica deduttiva è il cuore del processo progettuale contemporaneo, che si basa sull'esplorazione di ipotesi piuttosto che su certezze assolute. Si tratta di un processo iterativo, dove si creano e si verificano molteplici scenari. Il risultato finale emerge da una continua esplorazione e verifica di queste ipotesi, dando vita a un "mondo delle possibilità" aperte.
La Rivoluzione Informatica in Architettura
In informatica, i dati sono trasformati in informazioni attraverso una convenzione. Come spiegato nel dizionario Zingarelli, informare significa dare una forma a qualcosa. Da qui derivano due concetti fondamentali:
Il modello rappresenta la forma che le informazioni assumono.
La modellazione è il processo di dare forma ai dati.
In questo contesto, un progetto architettonico diventa una rete di equazioni interconnesse, dove:
Non si progettano forme definitive, ma famiglie di forme possibili.
Queste forme evolvono dinamicamente all'interno di parametri definiti.
Così, il progetto architettonico non è statico, ma si sviluppa come un sistema fluttuante di equazioni che generano diverse soluzioni in base ai dati e ai parametri. Questo approccio sostituisce la geometria tradizionale con modelli tipologici, che sono più adattabili e flessibili.
Il Mondo dei Modelli Informatici
Oggi, l’architettura si sviluppa all’interno di un contesto modellato da informazioni dinamiche e collegate tra loro. Questo approccio offre numerosi vantaggi:
La possibilità di creare configurazioni progettuali adattabili e variabili.
Un elevato grado di variabilità nei progetti, che consente di esplorare più scenari.
Progettare, quindi, non significa solo prendere decisioni fisse, ma operare in un sistema dinamico dove ogni modifica porta a nuove configurazioni, mantenendo attiva la logica del "Cosa succede se...".
L20: Database, le informazioni A&N strutturate e il database grafico/geografico (GIS)
Dal Foglio Elettronico al Database
Immaginiamo di partire da un foglio elettronico e chiederci come evolverlo verso un database. Ma cos'è un database, esattamente? Un esempio di database storico potrebbe essere il censimento, uno dei primi sistemi di archiviazione e gestione di dati.
Per creare un censimento della nostra classe, iniziamo con una griglia in cui:
Fields (colonne) rappresentano le caratteristiche comuni, come "nome" o "cognome".
Records (righe) sono gli elementi che raccogliamo, ovvero le persone o entità.
Questo schema si basa sulla logica dei vettori: ogni riga rappresenta un'entità, e ogni colonna descrive un attributo. Affinché un database funzioni, i campi devono essere ben strutturati e coerenti. Oggi, i database non sono limitati a numeri e testo, ma possono contenere anche immagini, audio e altri formati di dati.
Un esempio contemporaneo potrebbe essere il database utilizzato nell’atlas di UnLost Territories, dove ogni progetto è associato a un codice, al tipo di corso, a un punteggio, al numero di area e ai nomi degli studenti. Questo è il passaggio chiave: da una semplice tabella a un sistema complesso di records e fields che descrivono entità con vari attributi.
Caos vs Ordine: L’Umano vs La Macchina
L’ Ordine Tradizionale: Un database era simile a un archivio. Negli anni ’40, gli archivi venivano organizzati in base a criteri cronologici, alfabetici o altre convenzioni. L’obiettivo principale era permettere un rapido accesso alle informazioni.
La Rivoluzione Digitale: Con l’arrivo di Gmail e di altre tecnologie, è emersa la filosofia “Search, don’t sort” (cerca, non ordinare). La logica di fondo è che per un computer è più facile cercare un dato piuttosto che ordinarlo, mentre per l’essere umano il processo di organizzazione è più naturale. Questo ha rivoluzionato il modo in cui trattiamo le informazioni.
Un esempio emblematico di questa evoluzione è Amazon, che ha creato uno dei più imponenti database fisici al mondo. Nei suoi centri logistici, i prodotti non sono organizzati secondo categorie precise, ma sono sparsi in modo apparentemente disordinato. Questo sistema:
Facilita il recupero e la ricerca grazie a tecnologie automatizzate.
Permette ai lavoratori di trovare rapidamente gli oggetti in modo altamente efficiente.
Amazon ha rappresentato un cambio radicale rispetto ai supermercati, adottando il principio del “search, don’t sort”. Ad esempio, in un supermercato, il libro sarebbe riposto in un reparto specifico, ma in un magazzino Amazon il libro è identificato da un codice univoco che lo associa a una posizione precisa, recuperabile grazie alla tecnologia di localizzazione GPS.
La vera innovazione sta nell’integrazione tra intelligenza artificiale e umana, che rende il sistema più dinamico ed efficiente. Un approccio simile si applica anche in ambiti come il car sharing, dove una disposizione casuale delle auto consente un utilizzo ottimale.
Database Geografici e Georeferenziazione
Georeferenziazione: Uno degli aspetti centrali della gestione moderna dei dati è la georeferenziazione. Grazie ai sensori nei nostri smartphone, ogni foto scattata può essere associata a una posizione geografica, rendendo facile localizzare un punto specifico su mappe come Google Earth.
Ogni volta che apriamo una mappa e vediamo il nostro puntino blu, siamo al centro di un mondo dinamico in continuo movimento. Questo principio si collega direttamente agli GIS (Geographical Information Systems), strumenti che creano database intelligenti con dati spaziali georeferenziati.
Open Data e GIS: Un esempio di database geografico sono gli Open Data, ovvero dati pubblici disponibili a livello comunale o regionale. Questi dati, spesso associati a coordinate geografiche, possono essere visualizzati e analizzati con strumenti come QGIS, che consente di esplorare e comprendere informazioni in modo visivo e interattivo.
L21: Evoluzione del concetto di modello, Da Alexander Klein a UNStudio
Perché il concetto di "modello" è così importante?
Il termine "modello" è fondamentale nell'ambito dell'architettura e del design, ed è interessante esplorarlo sia dal punto di vista storico che teorico. Le origini del concetto risalgono ai secoli XVIII e XIX, periodi in cui vennero sviluppati i primi modelli decisionali. Nel tempo, il termine ha assunto molteplici significati, adattandosi alle necessità e agli approcci di ciascun periodo storico e progettuale.
Il modello oggettivo: risposte razionali ai bisogni concreti
Uno dei primi modelli sviluppati fu il modello oggettivo, che nacque nell'epoca dell'Illuminismo. La sua logica si fondava sulla convinzione che esistessero bisogni oggettivi e universali, a cui bisognava rispondere con soluzioni altrettanto concrete e razionali. Un esempio di questo approccio è il lavoro di Alexander Klein e dei funzionalisti tedeschi negli anni Venti, che si concentravano sulle necessità spaziali e funzionali dell'essere umano, traducendole in soluzioni architettoniche precise.
Il modello oggettivo trovò una delle sue massime espressioni nel "Neufert – Manuale dell'architetto", un'opera che definiva standard dimensionali e schemi distributivi. Durante la rivoluzione industriale, con la crescita delle città, emersero nuove tipologie di edifici come scuole e ospedali, progettati per rispondere a necessità sociali ed urbane. Anche dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'architettura razionalista e i congressi CIAM incarnavano ancora questo modello, con strumenti come il Modulor di Le Corbusier e il concetto di "esistenza minima" che cercavano di rispondere a bisogni oggettivi razionalizzando risorse e tempi.
Il modello prestazionale: analisi più dettagliata dei bisogni
Negli anni Sessanta, il modello oggettivo si evolse nel modello prestazionale, sviluppato da architetti come Christopher Alexander, che collaborò con il matematico Nikos Salingaros per definire un nuovo approccio teorico all'architettura. In questo modello, i bisogni venivano analizzati in modo molto più approfondito e suddivisi nei loro componenti più elementari, per poi essere riorganizzati in una struttura progettuale complessa.
Nel suo libro Notes on the Synthesis of Form, Alexander criticava la rigidità del modernismo e dello zoning, proponendo invece una struttura semilattice che sfidava la classica gerarchia ad albero, proponendo un sistema di connessioni più fluide e dinamiche per l'architettura urbana.
Il modello strutturalista: flessibilità nelle relazioni
Negli anni Settanta, emerse il modello strutturalista, ispirato agli studi antropologici di Claude Lévi-Strauss e alla filosofia strutturalista. Questo modello sosteneva che esistano strutture di base permanenti, ma anche sottostrutture che possano adattarsi e cambiare nel tempo. In architettura, questo approccio fu applicato da John Habraken nel suo libro Supports, in cui propose il concetto di open building: un sistema dove la struttura principale dell'edificio è stabile nel tempo, ma gli spazi interni sono adattabili e flessibili. Questo tipo di architettura favorisce una progettazione partecipativa, come dimostrato in molti progetti contemporanei, tra cui quelli di Alejandro Aravena e il famoso prototipo della Maison Dom-Ino di Le Corbusier.
Il modello diagrammatico: un approccio dinamico e processuale
Con l'avvento dei computer negli anni Ottanta e Novanta, nacque il modello diagrammatico, che rappresenta un cambiamento fondamentale rispetto ai modelli precedenti. Non si tratta più di una prefigurazione statica di una forma finale, ma di una rappresentazione dei processi e delle dinamiche che governano la progettazione. Questo modello consente di esplorare scenari e variabili differenti, configurandosi come una sorta di "codice genetico" per l'architettura.
Esempi di questo approccio includono il lavoro di Peter Eisenman, che usò i diagrammi intermedi, e gli studi di Ben van Berkel di UNStudio. Van Berkel, in particolare, paragonò l'introduzione del computer in architettura all'invenzione del cemento armato, sottolineando come la tecnologia digitale stia trasformando la progettazione. Progetti come la Mobius House di Eisenman e il Mercedes-Benz Museum di Stoccarda sono chiari esempi di come i diagrammi possano generare forme architettoniche innovative, attraverso le relazioni tra le diverse funzioni e spazi.