Ettore Sottsass (1917–2007) è stato un designer e architetto italiano, noto per il suo stile audace e postmoderno. Collaborò con Olivetti, progettando il celebre computer Valentina, e fondò il collettivo Memphis negli anni Ottanta, introducendo colori vivaci e forme geometriche nel design. La sua opera ha rivoluzionato il design industriale, rendendolo una figura centrale del postmodernismo.
Antonino Saggio è un architetto e docente italiano, noto per i suoi studi sull'architettura digitale. Professore alla Sapienza Università di Roma, ha introdotto il concetto di "Progettazione Informata" per esplorare l'impatto delle tecnologie digitali sull'architettura. Fondatore della collana IT Revolution in Architecture, Saggio ha influenzato il dibattito sul ruolo della tecnologia nell’architettura contemporanea.
La citazione dell'articolo "Nuove sostanze" di Antonino Saggio invita a riflettere sul legame tra architettura, natura e scienza, allontanandosi da un ordine rigido e classico per abbracciare la complessità e la dinamicità del mondo naturale.
Questo tema è presente anche nel pensiero dell'architetto e designer Ettore Sottsass, che, come Antonino Saggio, considera l'architettura non solo in termini di funzionalità o estetica, ma come una ricerca profonda di significati e relazioni tra l'uomo, l'ambiente costruito e quello naturale.
Sottsass, noto per la sua critica al funzionalismo e all'estetica industriale prevalente, ha sempre visto nel disordine e nel caos apparente una fonte di creatività e di espressione umana. Come affermava lui stesso: "Non penso che le cose si debbano fare per durare nel tempo. Le cose devono essere fatte per vivere, per portare emozioni" (Ettore Sottsass). La sua estetica, spesso vibrante e apparentemente irregolare, rifiuta le rigide simmetrie moderniste per abbracciare una logica più organica e fluida, simile alle strutture naturali. Questa visione si allinea con la citazione, dove l'architettura contemporanea si confronta con il "complesso, il tormentato, in modo apparentemente caotico", seguendo le logiche interne della natura e della scienza, piuttosto che un'estetica forzatamente ordinata.
Allo stesso modo, Antonino Saggio mette in evidenza l'ibridazione tra natura, tecnologia e architettura, esplorando le opportunità offerte da nuove strutture e forme, ispirate alla complessità del mondo naturale, come i frattali o le formazioni geologiche. Entrambi i pensatori, quindi, riconoscono nell'apparente caos un ordine intrinseco, un principio vitale che l'architettura contemporanea deve cogliere e interpretare, piuttosto che contrastare. Per Sottsass, la tecnologia doveva essere un mezzo, non un fine. La sua architettura e il suo design riflettono un dialogo continuo con la natura, cercando di integrarla piuttosto che dominarla. Egli sosteneva che "Ogni oggetto ha una propria vita che non coincide con quella della tecnica, perché la tecnica è solo una parte della vita" (Ettore Sottsass). Anche nella citazione si percepisce un approccio simile, dove l'architettura guarda alla natura "insieme alla scienza", utilizzando la tecnologia non per creare strutture fredde e asettiche, ma per abbracciare e amplificare la complessità del mondo naturale. Questo punto di vista è parallelo a quello di Saggio, il quale suggerisce che la tecnologia e l'architettura possono trovare nuova ispirazione e direzione proprio attraverso l'osservazione delle logiche naturali, creando strutture che evolvono e mutano come sistemi viventi.
La modernità, con la sua fluidità e continua trasformazione, si riflette nell'idea di un'architettura in costante evoluzione. Sottsass ha sempre riconosciuto l'importanza del movimento e del cambiamento nella sua visione del design: i suoi oggetti e le sue architetture non erano concepiti per essere statici, ma per rispondere alle esigenze emotive e funzionali in continua mutazione delle persone. Egli affermava: "Non mi interessa il design come professione. Mi interessa il design come uno strumento per discutere della vita, della società, della politica, dell'erotismo, del cibo, dell'arte, del design come un modo di costruire un possibile sviluppo culturale" (Ettore Sottsass). In modo simile, la citazione suggerisce che l'architettura debba evolversi in armonia con i cambiamenti ambientali e scientifici, abbandonando l'illusione di un ordine fisso e stabile. Sia Sottsass che Saggio invitano a confrontarsi con un mondo in movimento, dove il progettista accetta l'incertezza e il dinamismo come parte essenziale del processo creativo.
Sottsass credeva fermamente nel valore emotivo e narrativo degli spazi e degli oggetti. Per lui, la bellezza non si trovava nell'ordine o nella perfezione, ma nella capacità di evocare emozioni, raccontare storie e trasmettere significati profondi, anche attraverso forme irregolari o apparentemente caotiche. Come affermava: "Quando progetto cose, cerco di renderle non anonime. Cerco di dare loro un'identità, un'anima. L'arte è un modo di dire che siamo qui, un modo di comunicare" (Ettore Sottsass). Questa citazione esplora un'architettura che non cerca stabilità o prevedibilità, ma si confronta con la natura complessa e tormentata, interpretando questa complessità come una fonte di creatività. Anche Saggio sottolinea l'importanza della narrazione in architettura, suggerendo che i progetti devono raccontare storie e riflettere il contesto naturale e culturale in cui si inseriscono. La citazione iniziale, quindi, riflette una visione dell'architettura che abbraccia la complessità della natura, un tema profondamente condiviso sia da Ettore Sottsass che da Antonino Saggio. Entrambi riconoscono l'importanza di un'architettura che non si limiti a rispondere a esigenze funzionali o estetiche tradizionali, ma che esplori le dinamiche profonde tra natura, scienza e tecnologia. Questo approccio celebra la complessità e l'irregolarità, proponendo un'architettura che evolve, si adatta e si trasforma, riflettendo il movimento incessante della natura stessa. Come affermava Sottsass, "Vivere in modo creativo significa fuggire dalle trappole del conformismo e dell'uniformità" (Ettore Sottsass), un principio che si applica perfettamente alla visione di un'architettura capace di evolversi con il mondo naturale e scientifico, in un dialogo continuo tra ordine e disordine, tra controllo e spontaneità.
Metafore è una serie fotografica di Ettore Sottsass in cui piccole installazioni temporanee, composte da materiali trovati o naturali, evocano emozioni fugaci e simboli poetici. In linea con la sua idea che le opere non debbano durare ma "vivere per portare emozioni," queste composizioni effimere non sono pensate per la permanenza fisica. Ogni immagine cattura la bellezza istantanea e delicata della transitorietà, invitando l’osservatore a riflettere sul valore delle emozioni momentanee e sulla natura del tempo.
"Non penso che le cose si debbano fare per durare nel tempo. Le cose devono essere fatte per vivere, per portare emozioni"
(Ettore Sottsass)
Macchina da scrivere Valentine, progettata per Olivetti nel 1969. Con la Valentine, Sottsass ha creato un oggetto che trascende la pura funzionalità tecnica, grazie al suo design vivace e distintivo. La macchina da scrivere rossa non era solo un utensile, ma un'espressione di stile e carattere: il colore, le linee semplici e la leggerezza la rendono un pezzo che vive di un’estetica e di un’identità proprie, oltre il mero strumento di scrittura.
La Valentine è un esempio di come Sottsass concepisse il design non solo come tecnologia o funzione, ma come un’esperienza che parla alla personalità e all’immaginario di chi la utilizza. La vita dell’oggetto va oltre la sua tecnica e utilità: è pensato per diventare parte del quotidiano con un tocco emozionale e un'anima propria, che la tecnica da sola non potrebbe mai esprimere.
Libreria Carlton, caratterizzata da colori audaci e forme geometriche asimmetriche, incarna l’idea di oggetto con un’identità distintiva e una forte presenza.
La Carlton non è solo un mobile, ma un simbolo, un pezzo che comunica una visione del mondo. Ogni elemento è studiato per esprimere personalità e per rompere con l'anonimato degli arredi tradizionali. Così, Carlton diventa un mezzo di comunicazione visiva e una dichiarazione di esistenza, in linea con l’intento di Sottsass di creare oggetti che vadano oltre la funzione pratica per affermare la propria "anima" nello spazio che abitano.