Commento su "Nuova generazione di infrastrutture" di Antonino Saggio
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In matematica, un Semi-lattice è una struttura algebrica che si basa su un insieme con un'operazione di "unione" (o "intersezione") che soddisfa alcune proprietà. Più concretamente, un Semi-lattice è un insieme ordinato in cui per ogni coppia di elementi esiste un elemento "minimo" o "massimo" che rappresenta l'unione o l'intersezione di tali elementi.
Nel contesto di Christopher Alexander, il termine "Semi-lattice" è utilizzato per descrivere come le diverse unità architettoniche o componenti urbane si relazionano tra loro e come possano essere strutturate in una gerarchia di complessità crescente. In altre parole, un Semi-lattice in architettura e urbanistica rappresenta la relazione dinamica tra singoli "pattern" o unità progettuali che possono essere combinati per formare un insieme coerente di spazi urbani o architettonici.
La struttura Semi-lattice di Alexander è quindi una rappresentazione di come i componenti architettonici e urbani possano essere concepiti come entità interconnesse, adattabili e in continua evoluzione. Essa si oppone a un modello di progettazione rigidamente centralizzato e predeterminato, promuovendo invece una progettazione che favorisca l'interazione, la coerenza e la flessibilità, con l'obiettivo di costruire spazi che crescano organicamente in risposta ai cambiamenti sociali e ambientali.
L'assioma dell'albero stabilisce che una raccolta di insiemi forma un albero se, e soltanto se, considerati due insiemi che appartengono alla raccolta, uno dei due è tutto contenuto nell'altro, oppure ne è del tutto separato. L'assioma dell'albero esclude la possibilità che gli insiemi si sovrappongano. Ogni albero è al limite un semi-lattice molto semplice
Brasília, la capitale del Brasile, è uno degli esempi più noti di una "città albero", sebbene il progetto di Costa sia stato pensato con una certa centralizzazione, che ne fa un caso interessante per esplorare la struttura urbana secondo la visione modernista.
Struttura urbana: Lucio Costa progettò la città con una forma a "aereo" o a "ali", con un centro radiale da cui si irradiano le due principali arterie (la Via Monumental e la Via W3). La disposizione a "aereo" rifletteva l'idea di un "centro dominante" che si irradia verso zone periferiche. In questo senso, Brasília può essere vista come una città a rami e tronco: il centro amministrativo e le istituzioni governative sono situate nei pressi del "tronco" (la zona centrale), mentre le aree residenziali e commerciali si sviluppano lungo i "rami", separati in zone specifiche, come il Setor Residencial Norte e Setor Residencial Sul.
Critiche alla struttura: Pur essendo stata progettata con l'intento di offrire funzionalità e ordine, Brasília è stata anche criticata per la sua separazione tra le diverse funzioni (abitazione, lavoro, tempo libero). La separazione netta tra residenza e lavoro, e la mancanza di interazione tra i quartieri, rende la città difficile da navigare a piedi e socializzare tra le diverse zone. In questo senso, la città può essere interpretata come un esempio di città albero in cui i flussi sono rigidi e i quartieri sono isolati l'uno dall'altro.
Centralizzazione e isolamento: La città è dominata da un centro amministrativo che è il fulcro della vita urbana, mentre le altre zone sono più isolate e separate tra loro. Sebbene l'idea fosse quella di una città razionale e ordinata, la divisione spaziale ha avuto l'effetto di creare una separazione sociale e flussi limitati di interazione tra le diverse funzioni.
Un altro progetto che si avvicina al modello della città albero è quello di Le Corbusier per la Ville Radieuse (La Città Radiosa), che è stato proposto come una città ideale per il futuro, basata su una struttura gerarchica e centralizzata.
Struttura urbana: La Ville Radieuse di Le Corbusier prevedeva torri residenziali separate da spazi verdi e autostrade, con un grande centro amministrativo e commerciale situato al centro. Le funzioni erano rigorosamente separate (residenze, uffici, commercio, svago), ma i flussi di mobilità tra le diverse zone avvenivano tramite vie di comunicazione ad alta velocità, come le autostrade sopraelevate.
Critiche: Anche se il progetto di Le Corbusier aveva come obiettivo una città razionale e ordinata, è stato criticato per la mancanza di coesione sociale e per la separazione delle persone in base alla loro funzione (lavoro, abitazione, tempo libero). Le autostrade sopraelevate che dividevano le aree residenziali dal resto della città erano un ostacolo alla creazione di interazioni sociali fluide e di spazi vivaci.
Il progetto di Tony Garnier per la Cité Industrielle è un altro esempio di città progettata con un approccio che riflette un modello urbanistico molto razionale e centralizzato, ma che può essere anche interpretato come un esempio di una città semi-lattice, anche se in modo molto più idealistico rispetto ai modelli contemporanei di città "a rete".
Struttura urbana: Il progetto di Garnier per la Cité Industrielle si basava su un'idea di città dove zone residenziali, zone industriali e spazi pubblici erano separati ma interconnessi da una rete di strade. La città doveva essere strutturata in modo da facilitare la mobilità dei cittadini, creando spazi dedicati al lavoro e al tempo libero, ma tutti facilmente raggiungibili grazie a una rete viaria molto razionale.
La "rete" di connessioni: Il modello di Garnier prevedeva una connessione fluida tra i vari settori, ma senza la rigidità della centralizzazione. Sebbene la Cité Industrielle fosse pensata per separare le diverse funzioni (come la residenza, il lavoro e le aree verdi), la sua distribuzione modulare degli spazi avrebbe dovuto permettere una maggiore integrazione tra le varie zone rispetto ad altri progetti dell'epoca, come quelli di Le Corbusier.
Critica del modello: La Cité Industrielle di Garnier è stata vista come una proposta innovativa, ma il progetto non è mai stato realizzato nella sua interezza. Le sue idee hanno influenzato vari aspetti della pianificazione urbana moderna, ma la separazione delle funzioni e la rigidità nel design non sono state del tutto adottate in modo ampio, a causa delle difficoltà pratiche legate alla creazione di una città che non fosse viva e vibrante dal punto di vista sociale.
Il Piano Cerdà (Piano d'Eixample) progettato da Ildefons Cerdà per la città di Barcellona è uno degli esempi più emblematici di una città che cerca di creare una rete interconnessa e fluida tra le diverse aree urbane. Questo piano riflette un modello che si avvicina molto all’idea di semi-lattice, poiché Cerdà non ha previsto una struttura gerarchica ma piuttosto una rete di strade e spazi verdi che integrano tutte le funzioni.
Struttura della griglia: La griglia di strade, con isole di case e ampie piazze pubbliche, è progettata per essere estremamente flessibile e adattabile. Ogni blocco è un "nodo" che si interconnette con gli altri, favorendo una circolazione fluida di persone e veicoli.
Collegamento tra zone: Il piano prevedeva una rete di strade e viali alberati che univano il centro della città con le zone periferiche. A differenza delle città a modello albero (come Parigi, ad esempio), la città di Barcellona con il Piano Cerdà non ha un centro assoluto ma piuttosto una rete integrata dove ogni parte è collegata orizzontalmente.
Funzioni miste: Sebbene Cerdà non abbia completamente abolito la separazione tra residenza, commercio e industria, il piano favoriva comunque una maggiore integrazione delle funzioni in ogni isolato, permettendo una vitalità urbana maggiore rispetto ad altre città del periodo.