L'articolo di Antonino Saggio esplora il cambiamento paradigmatico che l'architettura sta attraversando grazie all'avvento dell'informatica e delle nuove tecnologie digitali. Saggio descrive con vivacità come l'architettura digitale abbia evoluto il pensiero progettuale e la costruzione degli edifici, muovendosi dalla standardizzazione dell'era moderna (come nel caso dell'Unité d'Habitation o della Ford Nera) verso un'architettura personalizzata, adattabile e multifunzionale. A partire dall'introduzione degli ITA (Information Technology Architects), che combinano architettura e informatica, fino agli esempi pratici di progetti realizzati attraverso l'uso intensivo di software e tecnologie digitali, come il Terminal di Yokohama, Saggio traccia un percorso evolutivo significativo.
Un altro aspetto interessante è la riflessione sulla ricerca pura nell'architettura digitale, con esempi come il Lounge di Gianni Ranaulo a Roma, che sfrutta tecnologie interattive per adattarsi alle esigenze degli utenti, creando uno spazio reattivo e personalizzabile.
Altri progetti significativi che hanno contribuito a questa evoluzione dell'architettura digitale è, ad esempio, il Museo Guggenheim di Bilbao di Frank Gehry, un'architettura che, pur non essendo totalmente concepita in un contesto digitale, ha comunque utilizzato software avanzati di modellazione per ottenere la sua complessità formale. La sua geometria innovativa e la superficie ondulata sono il frutto di simulazioni computazionali che hanno permesso di tradurre concetti teorici in una struttura fisica.
Il progetto della Beijing National Stadium (Bird's Nest) di Herzog & de Meuron, invece, realizzato per le Olimpiadi del 2008, può essere considerato un esempio di come l'architettura digitale influenzi non solo la forma ma anche la struttura di un edificio. La progettazione e la realizzazione del "nido d'uccello" hanno coinvolto un uso estensivo di modelli digitali e software di simulazione, integrando geometrie complesse e necessità ingegneristiche con il design estetico.
Un altro esempio di architettura digitale recente è The Eden Project di Sir Nicholas Grimshaw, un centro di educazione ambientale in Gran Bretagna che utilizza strutture geodetiche in vetro e acciaio. Sebbene progettato nel 1990, l'uso di modelli computazionali per ottimizzare l'assemblaggio delle sfere e il controllo delle condizioni ambientali è stato pionieristico per l'epoca.
Oggi, molti studi d'avanguardia stanno esplorando come le architetture possano essere non solo forme statiche ma veri e propri sistemi interattivi, reattivi e adattivi. Progetti come il Digital Art Museum di Tokyo (Rafael Lozano-Hemmer), dove l'architettura diventa una tela per l'arte generativa, o il V&A Museum of Design a Dundee, dove gli ambienti interagiscono con i visitatori in tempo reale, mostrano come l'informatica possa creare esperienze coinvolgenti e totalmente nuove. Questi progetti dimostrano il potenziale della tecnologia non solo come strumento di progettazione ma anche come medium estetico ed esperienziale.
Il Museo Guggenheim di Bilbao, progettato da Frank Gehry e inaugurato nel 1997, è un capolavoro di architettura contemporanea caratterizzato da forme scultoree fluide e superfici in titanio che riflettono la luce. Il suo design innovativo, realizzato con avanzati software di modellazione, ha trasformato l’edificio in un’icona, contribuendo a una rinascita culturale ed economica della città di Bilbao.
Il V&A Museum of Design a Dundee, progettato dall'architetto Kengo Kuma, è il primo museo di design del Regno Unito al di fuori di Londra. Ispirato alle scogliere scozzesi, l'edificio ha una forma audace e scultorea, con una facciata in cemento stratificato che si affaccia sul fiume Tay. Il museo ospita mostre di design e arte contemporanea, creando uno spazio interattivo dove i visitatori possono esplorare il patrimonio culturale e innovativo della Scozia e oltre. L'architettura riflette l'integrazione armoniosa con il paesaggio, facendo del museo un'icona culturale e architettonica della città.
Il Beijing National Stadium, è un'iconica struttura realizzata dagli architetti svizzeri Herzog & de Meuron in collaborazione con l'artista cinese Ai Weiwei per le Olimpiadi del 2008. Progettato per essere una meraviglia architettonica e ingegneristica, combina elementi estetici e strutturali, con una rete di travi d'acciaio che crea un effetto di nido intrecciato. Questo design non solo garantisce un'alta resistenza e stabilità ma anche una notevole trasparenza, permettendo alla luce naturale di filtrare nell'edificio.
Il progetto sfrutta tecnologie avanzate di modellazione digitale per gestire le complesse geometrie delle travi, integrando estetica e funzionalità ingegneristica. La struttura è stata pensata per essere flessibile e adattabile: il suo scopo originario era ospitare eventi sportivi internazionali, ma oggi è utilizzata per vari tipi di eventi culturali e sportivi.
The Eden Project, progettato da Sir Nicholas Grimshaw e inaugurato nel 2001 in Cornovaglia, è un complesso di biosfere geodetiche che ospita ecosistemi globali. Le strutture, realizzate con un’innovativa combinazione di acciaio e etilene-tetrafluoroetilene (ETFE), creano ambienti controllati per piante tropicali e mediterranee. Questo progetto pionieristico di architettura sostenibile unisce design ecologico e ingegneria avanzata per promuovere la biodiversità e sensibilizzare i visitatori sull’importanza della conservazione ambientale.
Il Digital Art Museum di Tokyo, noto anche come teamLab Borderless, è un museo d’arte immersiva che utilizza la tecnologia digitale per trasformare gli spazi espositivi in ambienti interattivi e dinamici. Co-fondato dal collettivo teamLab, con opere anche di artisti come Rafael Lozano-Hemmer, il museo crea esperienze multisensoriali in cui proiezioni, suoni e movimenti rispondono alla presenza e alle azioni dei visitatori. Il risultato è uno spazio artistico in continua evoluzione che dissolve i confini tra l’opera e lo spettatore, invitando a esplorare nuove modalità di interazione e connessione con l'arte.