Alessandra Bucchi, presidente COMITATO UNITARIO VITTIME DEL FANGO FORLÌ
Intervento di apertura della giornata
Siamo qui riuniti oggi per ricordare. Ricordare Vittorio, Franco, Adriana, ma anche i tanti volontari ed i soccorritori che sono intervenuti con tanta generosità in quei momenti tragici. Siamo qui anche per ricordare i drammatici eventi che hanno coinvolto la nostra amata terra.
La memoria e la storia degli eventi tragici non devono servire solo per una ricerca della conoscenza di quello che è successo fine a se stessa, ma devono (o meglio dovrebbero) insegnare qualcosa, altrimenti resta unicamente un ricordo sterile e non produttivo di alcun cambiamento, ora estremamente necessario.
L'alluvione è stata una cosa tremenda dal punto di vista delle perdite che in tanti, direi troppi, abbiamo subito, è stato un momento tremendo anche per l’enorme ferita che ha lasciato in tutti noi e nel nostro territorio.
Il territorio è tuttora troppo fragile e questa alluvione ha evidenziato in modo particolarmente forte gli errori che sono stati commessi in passato, ha evidenziato che quanto fatto sinora non era affatto sufficiente, ha evidenziato la carenza delle manutenzioni della rete idraulica, ha evidenziato che i piani di allerta ed emergenza sono da migliorare ed adattare alle nuove esigenze che si sono venute a creare.
La natura, in questo tragico evento, ha veramente disegnato le sue richieste alle quali non possiamo restare sordi e ciechi. Infatti la natura stessa ci ha indicato i percorsi virtuosi che dovremmo seguire, ha fissato le aree che devono essere di rispetto del fiume e proprio sulla base delle mappe degli allagamenti dobbiamo ridisegnare il nostro territorio con una mente nuova ed accettare la grande sfida che ci aspetta, sia come istituzioni, sia come cittadini.
Tutte le valutazioni di impatto ambientale, i progetti per le grandi opere, la pianificazione delle manutenzioni, i piani di emergenza, la pianificazione del territorio come effettuato prima del 16.5 non sono più attuali dopo quegli eventi e vanno quindi integralmente riformulati con nuovi occhi, nuova preparazione e nuove intelligenze.
Questa alluvione ha posto in evidenza tutta la fragilità idrogeologica della nostra terra modificando completamente la morfologia del nostro territorio.
A seguito di ciò dobbiamo ripensare integralmente al nostro futuro onde consentire alle nuove generazioni di poter vivere in serenità, effettuando scelte lungimiranti e coraggiose che vadano ben oltre gli interessi meramente economici. Dobbiamo prenderci cura del nostro territorio così come cureremmo un nostro giardino privato, il bene pubblico deve assurgere a bene primario e la sua tutela deve diventare principio imprescindibile, avendo come unico faro l’interesse delle nostre città, del nostro territorio e dei cittadini che lo vivono.
Dobbiamo ripensare completamente alla cementificazione in atto ormai da troppi anni. Personalmente credo che non abbiamo realmente bisogno di tutte queste opere, abbiamo invece bisogno di salvaguardare un territorio che deve essere rispettato affinché lui rispetti noi che lo popoliamo e che ci consenta di vivere in serenità.
Purtroppo è la serenità che oggi ci manca, le nostre giornate sono costellate dalla paura che quanto successo possa riaccadere nuovamente. Se ciò avvenisse nessuno di noi sarebbe in grado di risollevarsi e questo creerebbe un evidente danno sociale ma anche economico, non solo alla nostra regione ma all’intera nazione.
Occorrerà quindi un cambio completo di paradigma, dobbiamo essere tutti responsabili di questo cambiamento ma in particolare le istituzioni che sono a questo preposte sono oggi chiamate ad un’azione di responsabilità enorme, una azione di responsabilità che negli anni passati evidentemente non è stata adeguata perché abbiamo enormemente sottovalutato il rischio.
La giornata di oggi vuole essere l’inizio di un dialogo costruttivo nel quale noi cittadini vogliamo fare la nostra parte, portiamo le istanze e le proposte e chiediamo di essere ascoltati, perché siamo noi che conosciamo i luoghi in cui abitiamo e siamo consapevole delle esigenze di questi luoghi.
Noi cittadini vogliamo fare la nostra parte con tanto impegno e passione e ci aspettiamo che tutte le figure coinvolte facciano la loro parte. Noi raccogliamo le criticità e vogliamo condividerle in un dialogo costruttivo, virtuoso, aperto con chi può e deve intervenire. È per tale ragione che continuiamo a domandare che vengano organizzati incontri periodici di confronto tra i cittadini e le amministrazioni.
Infine, un ricordo particolarmente affettuoso lo voglio rivolgere a tutti coloro che si sono riversati nelle zone alluvionate e hanno portato il loro aiuto, calore e solidarietà.
Agli Angeli del fango che hanno stupito tutti per il loro slancio nel portare aiuto, ai soccorritori che tanto hanno fatto per salvare vite, oltre ai coordinatori di quartiere che hanno operato in modo instancabile, va il nostro affettuoso RINGRAZIAMENTO.
Abbiamo percepito in quei momenti tanta empatia, sostegno, solidarietà e condivisione che hanno stupito il mondo intero e hanno dimostrato al mondo intero la nostra grande dignità.
Fare memoria di quei momenti terribili, ma anche commuoventi, deve servire a mettere da parte tutti i personalismi dei singoli, per tornare a respirare quel clima di unità e solidarietà che abbiamo scoperto a seguito di questi tragici eventi.
Auguro a tutti una buona serata, credo che sarà particolarmente emozionante per tutti noi.
Un ringraziamento particolare va a tutta la mia squadra del comitato unitario che si è messa in gioco, lavorano tantissimo per poter raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti a favore di tutti gli alluvionati e che continueremo a porci.