PROGETTO RESIDENZA D’ARTISTA
Si è svolto il 3 aprile 2024 presso la sede della Fondazione Dino Zoli, il primo incontro di apertura del progetto di Residenza d'Artista, al quale aderisce e collabora come partner il CUVF. L'incontro coordinato da Nadia Stefanel, direttrice artistica della Fondazione Dino Zoli, ha visto la partecipazione attiva di uomini e donne che hanno vissuto la tragica esperienza dell'alluvione del maggio 2023, in un dialogo aperto e costruttivo con gli artisti marchigiani Giovanni Gaggia e Rocco Dubbini, vincitori nell'anno 2022 del premio Arteam Cup con l'opera Golpe.
E' all'etica sociale dell'intellettuale Pasolini, che si ispira tutto il percorso artistico di Giovanni Gaggia, che fa sua la vis pasoliana, con una serie di progetti di denuncia di misteri italiani, dall'omicidio Mattei, alla strage di Ustica, fino all'opera Golpe, realizzata con lo scultore anconetano Rocco Dubbini, riprendendo il titolo di un famoso articolo di Pasolini uscito nel 1974 sul Corriere della Sera.
Per Nadia Stefanel: “Il progetto artistico è un processo che segue la via dell'acqua, un viaggio di un legno che si spezza durante il dissesto idrogeologico che colpisce la regione Marche e i luoghi della miniera dell'ex Montedison a settembre del 2022. Quella porzione di albero finisce nell’opera GOLPE, che decreterà, con la vittoria dell'Arteam Cup 22, l'ufficialità della nascita del duo Gaggia-Dubbini. (l’opera è stata realizzata con una coperta della marina militare anni Settanta; la scritta è ricamata, rovesciata, invertita, con la lettera O sfondata. Un golpe intellettuale, in primis rivolto alla figura di Pier Paolo Pasolini). Il legno sventra l’opera, la penetra facendo così nascere un'opera nuova. Quella porzione di legno marcio diventa ramoscello e possibilità. Vi poggia sopra un picchio italico, simbolo delle Marche, simbolo di un futuro possibile se basato su un'esistenza ecologica”
Questi i temi che la Fondazione Dino Zoli, con gli artisti Gaggia-Dubbini, in collaborazione con il CUVF vogliono condividere con la comunità forlivese alluvionata.
Il percorso artistico è iniziato nella serata del 3 aprile con l'ascolto e la raccolta delle storie personali, intrise di emozioni e ricordi, finalizzate alla costruzione di un'opera artistica collettiva: un grande arazzo collettivo da realizzarsi in un processo laboratoriale con i cittadini dei vari quartieri alluvionati attraverso il filo della memoria e una serie di drappi da issare alle finestre delle case, come presa di coscienza di ciò che è accaduto durante i giorni dell’alluvione.
Una meditazione intima e collettiva sul valore della memoria, dove il dolore si affianca alla resistenza ed alla resilienza; una meditazione sulla funzione civile e sociale dell'azione creativa e sul valore dell'arte come impegno e responsabilità sociale.
Il progetto che si articolerà in varie fasi vuole quindi essere l'occasione per una profonda riflessione collettiva su quanto accaduto e di rafforzamento del legame tra arte e memoria.
Il secondo incontro con la comunità alluvionata è previsto per il prossimo 7 maggio 2024.