Notiziario ad uso interno del Comitato di Gemellaggio e Cooperazione fra i Popoli - ODV
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La Missione al tempo del Covid
“Ehi, come stai?” Un attimo di esitazione…la mascherina rallenta l’immediata certezza di chi si nasconde dietro di essa…Un guizzo nello sguardo tenta di compensare quel sorriso nascosto eppure presente. Istintivamente il braccio si muove …vorresti regalare e regalarti il contatto festoso di una pacca sulla spalla per non parlare di quell’abbraccio che da troppi mesi soffochi. Ma devi frenarti: una consapevole responsabilità ha reso il distanziamento prassi abituale. Ti sto lontano perché ti voglio bene.
Anche la nostra esperienza missionaria si è dovuta uniformare alle regole necessarie; abbiamo rinunciato a momenti di preghiera comune e di confronto in presenza, ci siamo rincorsi su monitor e tablet, ci siamo onnessi e disconnessi tra limitazioni di rete e incapacità tecnologiche, abbiamo dovuto chiudere i nostri mercatini e dimenticare le bancarelle improvvisate nei sagrati delle nostre chiese, da sempre fonte di introiti per i nostri già miseri bilanci… E allora la Carità, cuore pulsante di una Chiesa che non può e non vuole venir meno al suo mandato, ha cercato rivoli diversi da cui far scaturire la sua fraterna vicinanza a chi, in missione, combatteva la nostra stessa battaglia. Se per noi è stato difficile e doloroso il periodo di look down possiamo solo parzialmente immaginare come sia stato vissuto in un ambiente già così provato dalla povertà e dalla precarietà: sanità inesistente, distanziamento impossibile soprattutto nella realtà dei villaggi, totale proibizione di svolgimento di qualunque attività giornaliera che aveva finora consentito, se pur a fatica, un minimo sostentamento alimentare a tante famiglie. Questo ci hanno raccontato in quei primi mesi terribili i missionari. E la tecnologia, amata dai più esperti e subìta dai meno avvezzi, creando ragnatele di messaggi e iniziative ci ha consentito di ridurre quelle distanze imposte che ci tenevano saldamente ancorati ai nostri divani per regalarci un respiro più ampio che potesse tradursi in concrete esperienze di aiuto.
Una piccola “rivoluzione” di passa-parola ci ha permesso come Comitato di contribuire con qualche migliaio di euro, raccolti in brevissimo tempo, all’iniziativa delle “spese” di sopravvivenza. Con l’equivalente di 9 €, i nuclei familiari senza alcun sostentamento, ricevevano dalla missione di che nutrirsi per una settimana: 10 kg di riso, 2 kg di patate,2kg di cipolle,1Kg di lenticchie rosse, olio, un pezzo di sapone e qualche mascherina di stoffa.
Anche la nostra tradizionale festa del 2 giugno ha avuto quest’anno un look inedito; non potendo incontrarci fisicamente, ad un orario convenuto, ci si è dati appuntamento su una piattaforma digitale per un simbolico aperitivo e, paradossalmente, avevamo con noi più missionari che in qualunque altra “edizione”.
Dalla Rishilpi ci hanno salutato, Laura, Enzo e Monica, Rudi e la sua numerosa (e rumorosa!) famiglia hanno brindato con aranciata e coca cola, Padre Giuà ci ha accolti con la sua innata e calda giovialità. Chi voleva poteva destinare l’equivalente del tradizionale pranzo in comune, che non è stato fatto, a sostegno delle tante piccole iniziative di aiuto messe in atto nelle varie missioni
Tra chiusure, e parziali e temporanee riaperture di alcune attività, questi mesi ci hanno comunque regalato la gioia di sapere che Rudi ha potuto “traslocare” con la sua grande famiglia nella casa ormai completata e che anche P. Giuà sta terminando la ristrutturazione della scuoletta di Pajgao, visitata da Fiorenzo e Alberto nel loro ultimo viaggio, e rimessa in sesto con il contributo della nostra Diocesi di Forlì-Bertinoro attraverso l’iniziativa di Avvento 2019.
La Rishilpi ha continuato ad essere “porto sicuro” per i bimbi e ragazzi disabili seguiti dalla missione e sono proprio di oggi le notizie che anche i centri artigianali stanno faticosamente riaprendo perché, soprattutto le donne, si sentono più minacciate dalla disperazione della fame che dal contagio del virus.
Più scarse le notizie che ci giungono da altre zone del Bangladesh per difficoltà logistiche di comunicazione; una stima certa dei morti per Covid non ci sarà mai (la morte è comunque “compagna” anche per malattie ben più banali!), ma noi vogliamo credere che questo flagello mondiale veda presto una fine e che, se cura ci sarà, sia veramente per tutti.
Il desiderio più grande che ci sostiene ora è di poter presto ripartire con quelle iniziative che ci hanno sempre consentito di dare un concreto supporto ai progetti proposti, oltre all’aiuto proveniente dalle adozioni…
Vogliamo credere che la pandemia ci ha “stropicciati” ma non “fermàti”…Nella nostra piccola realtà di amici e sostenitori non ci stancheremo mai di ripetere e ripeterci…”insieme si può” con la consueta generosità e, se necessario, con... fantasia.
Bruna
29 Aprile 2020
Oggi, attraverso l'aiuto di alcune persone, mendicando qualche aiuto dai bengalesi, abbiamo consegnato altre 12 borse di cibo: 5 kg. di riso, 1 lt. d'olio, 1 kg. di Dal (la lenticchia arancione) e un 1 kg. di cipolle. Venerdì, diamo apertura alla Casa della Solidarietà. Questa iniziativa vuole aiutare la gente ad aprirsi alla condivisione e a crescere verso l'idea della solidarietà. Coloro che desiderano donare un po' di riso, cipolle, patate, sale, vegetali, Dal etc. devono venire tra le 8:30 e le 10,30
Sul tavolo lasceremo anche una cassettina se qualcuno vuole fare una donazione.
Coloro che vengono per un aiuto possono accedere dalle 10,30 fino alle 14. L'aiuto che diamo e' per il bisogno di quel giorno. Per esempio: se a casa una persona ha il riso e l'olio ma non ha il Dal e le patate allora porta via quelle due cose. Poi se abbiamo del riso extra possiamo offrire anche 2 kg. di riso. Questo e' un modo anche per i poveri di pensare che ci sono altre persone e poi eliminare quell'idea di accumulare senza condividere.
La Casa della Solidarietà resterà aperta due volte la settimana: Martedì e Venerdì dalle 8,30 alle 14 Io ci credo in questa esperienza e penso che sarà' interessante.
Oggi, alla Casa della Solidarietà' abbiamo consegnato 80 pacchetti. In queste settimane ci siamo accorti che dare tutto gratis non e' mai una buona cosa.
Per quasi 3 settimane, un signore anziano si serviva del pacchetto della Casa della Solidarietà.
Ma prima di prendere il pacchetto lasciava nel box 10 tk. l’equivalente di 10 centesimi) Allora mi sono chiesto: tutti possono dare 10 tk. Martedì scorso abbiamo annunciato a tutti di questa nuova iniziativa e tutti oggi hanno dato con gioia 10 tk. Insegnamento: Ricevo aiuto e Dono aiuto!!! Questo è l'obiettivo della Casa della Solidarietà di non pensare solo a se stessi, anche se povero posso aiutare un'altra persona. Grazie per il vostro sostegno!!! Invio le foto della Casa della Solidarietà di oggi che si apre con il vostro aiuto.
Un ringraziamento a tutti. Giuà Sx
Estratto dalla News letter: JNAnews del 2 luglio 2020
A pochi chilometri di distanza dalla nostra missione qualche tempo fa è sorto un Ospedalino moderno finanziato dal Lussemburgo il cui Direttore ha studiato nelle scuole Cristiane di Dhaka. Questo signore si è preso la briga di offrire un corso gratuito su come fronteggiare la pandemia prima ad una ventina di tribali Munda e poi a tutte le ragazze ospitate alla Missione. Chi ha partecipato a questo corso adesso sa che misure precauzionali adottare per difendersi da questo nemico invisibile. Un preziosa conoscenza da comunicare a chi non sa ancora come comportarsi durante questa pandemia.
I tribali Munda della Foresta sono estremamente riconoscenti al Direttore del Friendship Hospital per questo servizio nei loro confronti.
Su YouTube, un filmato realizzato da SAMS in collaborazione con SAMMSS (la cooperativa fondata dalle ragazze Munda della nostra missione), spiega cos'è e come difendersi dal Corona Virus che purtroppo in Bangladesh continua a diffondersi in tutto il Paese e costituisce un serio pericolo a causa delle precarie situazioni igieniche soprattutto nelle aree tuttora alluvionate dopo il recente Ciclone Amphan.
Guardando il filmato (con sottotitoli in Inglese) si riconoscono Krishnapada Munda, Ram Proshad, Nilima Munda e altre ragazze del JNA che parlano alla loro gente nella loro lingua e con parole semplici.
Il filmato e stato realizzato dai Munda della Foresta del Sunderban con mezzi propri, cioè uno smarthphone e una “app” amatoriale. Ciò ci pare denoti quanta strada abbiano già percorso sulla strada del loro "rupantor", termine che significa “trasformazione”, come pure “metamorfosi” come quella che al bruco consente di diventare farfalla. Padre Luigi Paggi. Sx.
Sorella Roni Gomez, dalla scuola St. Jhon della Parrocchia di Dhairpara (Diocesi di Mymensingh), situata in una zona molto povera, da noi visitata come Comitato nel nostro ultimo viaggio, ci ha inviato alcune foto degli alunni che tutti i giorni, prima di iniziare le lezioni, rivolgono la loro preghiera alla Divina Misericordia di Gesù.
In particolare pregano per papa Francesco e per tutti i loro benefattori in Italia perché non vengano contagiati dal Covid. Le immagini dei bimbi assorti in preghiera non necessitano di ulteriori commenti. Li ringraziamo consapevoli che, come spesso accade, sono i più piccoli ed i più poveri che ci indicano la strada di una vita “vera e fruttuosa”.
E’ sicuramente stata un’enorme sfida, ma Rudi ha vinto anche questa e nonostante il Covid e traversie varie, dal mese di luglio 2020 la sua grande famiglia (circa 25 persone) si è trasferita nella nuova “casa”; una struttura in cui è possibile gestire al meglio gli spazi ed i vari momenti della giornata: pranzo, studio, gioco.
La precedente dimora era diventata un po’ stretta, anche perché la generosità di Rudi, che apre sempre la porta a chi si trova nel bisogno, aveva reso improcrastinabile la necessità di trovare una soluzione abitativa in cui continuare a coltivare e vivere l’amore per il prossimo assieme a tutti questi “figli” che il Signore non si stanca di inviargli.
Carissimi Amici,
il vostro pensiero ci tiene buona compagnia qui in Oriente, al momento noi stiamo tutti bene e nonostante le difficoltà e il pericolo, andiamo avanti e siamo sereni. Dal 26 marzo al 31 maggio tutto il Bangladesh è stato in lockdown, poi dal primo di giugno il governo ha preso la decisione, da molti considerata incauta, di aprire gli scambi fra le regioni. Quindi dallo scorso 10 Giugno, dopo aver messo in sicurezza tutto il campus secondo i protocolli Covid e istruito il personale sui nuovi comportamenti da adottare, anche noi abbiamo preso la decisione di iniziare timidamente una ripartenza con il 25% delle nostre attività che, quindi, poco per volta, sono andate avanti nei mesi di luglio e agosto. Ora la situazione si è ulteriormente evoluta; per necessità di vita, da alcuni giorni i vari centri artigianali si stanno a poco a poco riempiendo dopo un lungo periodo di chiusura quasi totale.
Le donne continuavano a dirci che preferivano morire per il virus piuttosto che morire di fame e volevano riprendere le attività artigianali che consentono loro di ricavare il minimo per vivere. Seguendo tutte le precauzioni, controlli al cancello, “hand sanitizer” di cui ogni centro è provvisto, mascherine procurate per tutti e distanziamenti siamo certi che andrà tutto bene.
Ritrovarmi con tutte loro mi riempie di gioia. Le scuole purtroppo sono ancora chiuse in tutto il paese. Dal Bangladesh, in attesa di tempi migliori, ringraziamo ognuno di voi per la partecipazione e l'affetto che fa nascere in noi, speranza, energia e voglia di essere i testimoni della vostra solidarietà in Bangladesh!...
Laura Melano
“Cammino per i bambini” è stata una lunga passeggiata che ho fatto nel mese di settembre. Ho camminato per 500 km nei boschi, in riva al mare e in città chiedendo agli amici di motivare i miei passi con donazioni da utilizzare come sostegno alimentare alla popolazione bengalese colpita in questi mesi, oltre che dal Covid 19, anche da devastanti inondazioni.
Ho raccolto 5.653 euro che permetteranno all’amico Rudy di Pang’ono odv di acquistare e distribuire a 350 famiglie (circa 1.400 persone di cui più della metà bambini), scelte tra quelle più bisognose, 7 tonnellate di riso, 1,4 tonnellate di patate, 7 quintali di lenticchie e una confezione di biscotti per ogni bambino.
Gianpaolo Colangeli
Bellaria – Igea Marina, 4 ottobre 2020
Nonostante il Covid e la pioggia che ci ha bagnato, la pesca missionaria è andata in porto. Dopo mesi di blocco per la pandemia, finalmente un piccolo risultato siamo riusciti ad ottenerlo.
Le presenze alla festa parrocchiale sono state molto ridotte rispetto agli anni precedenti, ma la pesca rappresenta sempre una forte attrattiva e ci permetterà di inviare un pò di aiuto alle nostre Missioni in Bangladesh (circa 600/700 euro).
CI AUGURIAMO CHE SIA L'INIZIO DELLA RIPRESA
Gabriella, Teresa e le altre “ragazze” di Bordonchio
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