LE AVANGUARDIE DI PRIMO NOVECENTO

La prima metà del Novecento è caratterizzata dal rapido susseguirsi di movimenti, gruppi e correnti culturali che si opposero alla tradizione, per ricercare nuove forme di conoscenza, in un clima politico, culturale e scientifico, in cui si affermarono la psicanalisi di Freud e nuovi strumenti tecnologici, che offrirono tematiche, immagini e strumenti espressivi inediti.

Il termine Avanguardia è tratto dal linguaggio militare, inteso come reparto avanzato con lo scopo di esplorare e prevenire le mosse nemiche. In senso figurato si riferisce al complesso di quei movimenti artistico-letterari del primo Novecento, che sostenevano idee nuove, progressiste e innovatrici, in rivolta con la tradizione e col più recente passato, contrapponendosi, in maniera drastica, alla tradizione ottocentesca sperimentando tecniche espressive e forme di carattere violentemente innovativo, spesso in senso volutamente provocatorio, suscitando almeno all’inizio, diffidenza, perplessità e talvolta rifiuto.

Le avanguardie del primo Novecento di solito hanno espresso le idee, le scelte rivoluzionarie, gli obiettivi e le provocazioni, la volontà di rifiutare il passato, di sperimentare ed elaborare linguaggi innovativi, attraverso la pubblicazione di Manifesti ufficiali: dichiarazioni e proclami di denuncia delle strutture stilistiche tradizionali, in opposizione a una situazione espressiva che impedisce ogni nuova scelta stilistica e di linguaggio, cercando di istituire il nuovo, di scoprire strade espressive più avanzate e altre possibilità di discorso.

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