I colori nella preistoria


I primi usi del colore si fanno risalire a circa 70.000 anni fa, si pensa che l’uomo, per accompagnare i defunti, li cospargesse di polvere ricavata dalla macinazione dell’ocra rossa. Successivamente iniziò a utilizzare i colori per fini artistici, raffigurando immagini sulle pareti o sul soffitto delle grotte, per questo oggi le chiamiamo pitture rupestri.

L’esigenza di rendere stabile il colore nel tempo, ha poi spinto l’uomo a cercare ingredienti che mescolati al pigmento, creassero un amalgama, in grado di rimanere fissata nella superficie da decorare . Anche se oggi è impossibile risalire con certezza ai pigmenti ed ai leganti usati, è ovvio pensare si trattasse di sostanze provenienti dal mondo animale o vegetale.

I soggetti erano rappresentati incidendo leggermente la roccia, poi delimitando il contorno con il carbone e riempiendo la forma disegnata, con colori tendenti al giallo, rosso e marrone.

Una delle prime e più elementari forme rappresentate è l'impronta delle mani, ottenuta premendo sulla parete rocciosa la mano immersa nel colore, o semplicemente tracciando il contorno.

Gli animali erano sempre raffigurati di profilo e in movimento.


Nella preistoria il colore era ricavato da sostanze di origine naturale: il nero dal carbone derivato dalla combustione del legno, oppure le tonalità del giallo, marrone e rosso dalle terre.

E tu saresti in grado di ricavare il colore da materiali di origine naturale?

Crea la tua tavolozza preistorica

Prendi un foglio, dividilo in tanti spazi (di forme a piacere), scegli alcune materie prime, in casa o fuori, cerca di spremerle per ottenere alcune gocce di colore. Stendi il colore sul foglio, riempiendo gli spazi con i diversi colori derivati e sotto scrivi il nome della materia prima che hai utilizzato.

ECCO QUI SOTTO ALCUNI ESEMPI: