Salou era semplicemente un casotto la sera: locali da tutte le parti in cui si entrava senza pagare, degenero e tanta gente ubriaca ovunque…
chiaramente tutti turisti, di spagnoli neanche l’ombra a parte i padroni de locali.
Tutto sommato non era neanche male il concetto di girarsi un po’ tutti i locali in cui se volevi potevi consumare senza spendere cifre eccessive e ballare, e così
infatti giriamo un po’ di locali, balliamo e ci dedichiamo allo sport che volente o nolente ogni ragazzo fa :“caccia alla topa” ma ,chiaramente ,neanche l’ombra
di tope per noi.
In ogni caso non eravamo solo ragazzi ma c’erano anche: l’Elena, la Laura, la Gra e la Enza.
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...ehm...
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Si ci stavamo divertendo anche se a modo nostro, a Giulio avevamo dipinto un bella faccia sorridente sul culo che ogni tanto mostrava in giro…
ma ci mancava qualcosa…
Ad un tratto un illuminazione, qualcosa che alla gente normale può sembrare una cosa inutile a quel momento ma che per le nostre menti
malate e idiote può sembrare uno strumento di divertimento: un carrello della spesa abbandonato.
Giulio salta dentro al carrello e io cominciai a spingerlo a velocità supersonica rischiando più volte la vita di Giulio poi dopo invertendoci i ruoli andavamo
in giro come pazzi con questo carrello della spesa… ad un certo punto carichiamo sul carrello una sconosciuta ragazza inglese mezza sbronza senza neanche dirle niente spingendola tra le sue urla per le strade di Salou.
Dopo un po’ la facciamo scendere quando comincia ad invocare pietà e facciamo la sua conoscenza, prima di andarmene a casa le infilo il mio numero di telefono nelle mutande… non mi chiamò.