IL TESORO NASCOSTO
In una piccola dimora, viveva un ragazzo di nome Jack Stevenson, che sognava di diventare una persona di grande importanza, perché voleva mostrare a tutti la sua capacità di cercare tesori ed esplorare nuovi posti.
Un bel giorno, mentre Jack leggeva un libro, appoggiato a una quercia nel suo giardino, fu distratto da una voce e dai passi pesanti di una persona. Si voltò verso di essa con uno sguardo insospettito e timoroso, mentre
i passi si facevano sempre più forti e vicini.
<<Chi sei?>>, domandò.
<<Sono colui che ti aiuterà a realizzare il tuo sogno. Basta solo che tu metta la firma su questo foglio. Dovrai cercare un tesoro per me e riportarmelo nel primo luogo in superficie rispetto a dove ti troverai>>.
Jack, ancora scombussolato, ci pensò a lungo. <<Ma tu come fai a conoscere il mio sogno?>>.
<<Beh, in effetti i sogni non si possono vedere, ma si possono capire con il cuore. Io sento in te una grande voglia di esplorare, conoscere e sorridere>>.
<<E in che modo vorresti farmelo realizzare?>>, incalzò Jack.
Il signore non gli rispose, gli diede, invece, una mappa e se ne andò senza lasciare traccia.
Il ragazzo cominciò a leggere la mappa e a osservarla attentamente. In essa era raffigurata una grande foresta, la foresta Umbra, e all'interno c'era una croce che, secondo Jack, indicava il punto in cui si trovava il tesoro. Fu in quell’istante che il ragazzo capì cosa volesse intendere l'uomo.
Preparò quindi il suo zaino con delle provviste, perché sapeva che il viaggio sarebbe stato lungo, e portò per prevenzione uno spray al peperoncino. Decise di invitare anche i suoi amici, ma non tutti accolsero di buon grado l'idea. Solo due di loro accettarono: i fratelli Steve e Barn. I tre iniziarono il loro viaggio.
Dopo aver camminato a lungo, dovettero attraversare un fiume, ignari dei pericoli a cui stavano andando incontro. Il fiume sembrava l'ostacolo più difficile tra tutti quelli che avrebbero dovuto affrontare.
Due rettili si erano nascosti nelle tenebre della foresta. I ragazzi, che erano affamati, si fermarono per mangiare dei panini, ma non si accorsero che le due serpi stavano tendendo loro un agguato. Fortunatamente Barn sentì il fruscio delle serpi e avvertì gli amici che si misero tutti in guardia. I tre combatterono a lungo, lanciando sassi, cercando di allontanarli il più possibile.
Finalmente giunsero alla loro destinazione.
Il signore misterioso aveva chiesto a Jack di trovare l'albero più alto di tutta la foresta, così cominciarono a cercarlo, finché Barn lo trovò. A quel punto, Steve corse verso la pianta indicata da suo fratello, per prendersi il merito, ma cadde dentro a una profonda buca, scavata nel terreno.
<<Aiuto!>>, Steve urlò e Jack gli fece eco: >>Sei un genio!>>.
Barn ribatté scherzando: <<Per modo di dire>>.
E tutti si misero a ridere.
<<Ehi, c’è una grotta, qua sotto>>, si entusiasmò Steve.
Gli altri due lo raggiunsero.
Una volta entrati nell’antro, con grande meraviglia, iniziarono a esplorare il luogo e subito trovarono diversi enigmi sulle pareti rocciose.
Jack provò a leggerne uno e assieme ai suoi amici rifletté sulla soluzione. L'indovinello diceva: ne ha quattro al mattino, due al pomeriggio e tre alla sera. Che cos'è?
Barn osservò: <<E’ impossibile risolverlo>>.
Ma Jack lo sorprese: <<Io lo so! Me l'aveva detto mia mamma: la risposta è l'uomo>>.
Provarono a dare quella risposta e davanti a loro si aprì una specie di porta che dava su una stanza, dove finalmente c'era il tesoro indicato dalla X sulla mappa: un bauletto con all'interno dei gioielli preziosi.
Mentre Steve esultava ancora per essere riusciti a trovare il premio, una figura rossa, che sembrava comparsa dal nulla, rubò il baule e si mise a ridere maleficamente. <<Idioti! Pensavate davvero che prendere il tesoro sarebbe stato così facile?>>.
Jack allora afferrò il suo spray al peperoncino e glielo spruzzò in faccia.
Steve prese il bauletto e scappò, ma inciampò e lo recuperò Barn.
I tre risalirono quindi in superficie dove c'era lo stesso uomo che Jack aveva incontrato a casa sua. L’uomo si tolse il cappello e rivelò essere suo padre.
Tutta quella avventura era stata organizzata da lui, per testare il potenziale di suo figlio.
Jack lo abbracciò e andarono a mangiare una pizza tutti insieme con il tesoro al seguito.
La figura rossa era misteriosamente svanita nel nulla, Jack invece venne ricordato per la sua grande impresa.
Leonardo, Simone, Alessandro, Giacomo 1^E 2023-2024
L’AVVENTURA DEL CASTELLO ABBANDONATO
Era appena iniziata l’estate e i coniugi Cooper mandarono i propri figli Charlotte, Steven ed Elizabeth a trascorrere le vacanze dalla zia Catherine, che abitava in un paesino del Galles. La zia amava così tanto i nipoti che trascurava il proprio figlio Matthew per dedicarsi a loro.
Il ragazzo, un sedicenne dal carattere calmo e solitario, teneva sempre le emozioni per sé. L'unica che non riusciva in nessun modo a celare era la sua implacabile gelosia. Tormentato da questo sentimento verso i cugini, Matthew si recava quasi ogni giorno verso un castello abbandonato, poco distante da casa sua, che rappresentava per lui un luogo di consolazione. Il castello aveva una torretta e mura molto alte ma poco stabili.
Un giorno in cui soffiava un forte vento, la figlia minore dei Cooper, stava giocando nel grande prato davanti a casa con il suo aquilone, mentre i fratelli più grandi si occupavano di Burt, il cane di zia Catherine. A un tratto l'aquilone le sfuggì di mano e volò trasportato dalla corrente, andando a incastrarsi proprio in una feritoia della torretta in cima al castello. Elizabeth vi si recò con l'intento di recuperarlo.
Quando i fratelli si accorsero della sua assenza, preoccupati, andarono immediatamente a cercarla nei dintorni senza avvisare la zia, temendo di essere sgridati per aver perso di vista la sorellina. Steven ricordò che uno dei tanti posti da cui Elizabeth era attratta era proprio il castello. Allora si diressero proprio là. Osservandolo a distanza, Steven notò l'aquilone con cui la sorellina stava giocando prima di sparire. Non ci pensò due volte e corse subito a chiamare Charlotte perché andasse con lui, ma lei rifiutò. Charlotte, infatti, aveva troppa paura di quell’edificio fatiscente e brutti pensieri le giravano per la testa: la sola idea di avvicinarsi le faceva venire la pelle d'oca. Lei sapeva che era solo nei film che i castelli erano infestati dai fantasmi, ma mai sarebbe stata in grado di sconfiggere la sua paura. Steven fece di tutto per incoraggiare la sorella. E fu proprio una frase pronunciata dal ragazzo che fece nascere in lei la forza e il coraggio: <<Fallo per me, per te, per mamma e papà, ma soprattutto per la tua piccola sorellina. So che sei coraggiosa, non deluderci>>.
Mentre si avvicinavano al castello, sentirono una voce familiare provenire dall'interno: <<C’è qualcuno? Ehi, mi sentite? C’è qualcuno?>>. Ora era tutto chiaro: Elizabeth si trovava là.
I due fratelli entrarono nel vecchio castello.
Charlotte intanto vagava per le ampie stanze, attratta da quadri e vecchi armature, finché scorse una stanzetta illuminata.
Anche i due fratelli vi giunsero ed entrarono.
La stanza presentava uno stile gotico con molte corna di cervi e stambecchi alle pareti. La cosa più paurosa era però la grande fiamma che avvampava nel camino.
Improvvisamente la porta si chiuse e i ragazzi sussultarono dalla paura.
Si udì un rumore scricchiolante: era la libreria a parete che si girava.
Un’ombra umana fece la sua apparizione e Elizabeth gridò per lo spavento.
Dalla semi oscurità uscì un individuo con un gatto in braccio. Una maschera gli copriva il viso. L'essere mascherato disse che, se volevano riprendersi la sorellina, dovevano superare delle prove, altrimenti sarebbero diventati suoi schiavi per tutta la vita.
I ragazzi non esitarono e accettarono.
Le prime due prove vennero superate con facilità, ma i due fratelli non superarono la terza e fecero cadere le lanterne infuocate con cui svolsero la prova stessa. Improvvisamente il castello prese fuoco. Charlotte, che era la sorella maggiore, prese in braccio la piccola Elizabeth e per mano Steven. L’individuo mascherato, colto dal panico, non riuscendo a respirare per il fumo che si stava propagando all’interno del castello, si tolse la maschera e i tre fratelli scoprirono che si trattava del cugino.
Charlot provò a salvarlo, ma non ci riuscì. Nel frattempo, la piccola Elizabeth andò a chiamare la zia, ma, quando Catherine arrivò sul posto, purtroppo, non c'era più nulla da fare: Matthew era già morto.
I Cooper e la zia Catherine, per dimenticare la disgrazia, il cui dolore si rinnovava ogni volta che si affacciavano alla finestra della casa o che passavano davanti al castello, si trasferirono in Francia e abbandonarono il Galles per sempre.
Estela, Anna, Giorgia, Aurora 1^E 2023-2024
IL LABIRINTO DELLA PAURA
Era un venerdì sera qualunque, quando all'improvviso a Lisa arrivò un messaggio da uno sconosciuto. Nel messaggio c'era scritto: Sei stata invitata alla festa di Halloween, sabato 31 ottobre alle 16:30. Se vuoi, puoi portare al massimo tre amici. Il party si terrà in viale dei Morti, 96.
Lisa accettò di buon grado.
Il giorno seguente, Lisa si presentò all’indirizzo comunicato con tre amici: Matteo, Domenico e Alberto. Appena arrivati davanti al cancello dell’edificio al numero civico 96, un signore dall’aria sinistra disse loro di entrare e di cercare il centro del labirinto dove si teneva la festa.
I ragazzi entrarono senza paura. Mentre procedevano all’interno del locale, il signore chiamò con una ricetrasmittente il suo capo per avvisarlo dell'ingresso dei giovani.
Dopo un po’ che vagavano in quell’ambiente spettrale, Lisa, Matteo e Alberto si accorsero che Domenico non c'era più. Preoccupati, i ragazzi iniziarono a cercarlo nel labirinto. Nel silenzio di tomba che li circondava, sentirono a un tratto una voce spaventata: era Domenico, rimasto intrappolato in una rete.
Lisa si mise a correre in quella direzione e gli altri la seguirono a ruota.
Dopo tante fatiche, arrivarono al centro del labirinto dove si trovava una persona di spalle con un mantello, nero come la notte. Gli adolescenti inizialmente pensavano che l’oscura figura fosse un invitato alla festa in maschera, ma, poco dopo, si accorsero che non era così. Quell’uomo si chiamava Demon ed era il proprietario del locale. Era un uomo elegante ma, allo stesso tempo, cattivo e pieno di rabbia. Quando si presentò loro, Lisa ricordò di avere già sentito parlare di lui. Si diceva che, quando stava nei labirinti, uccidesse le persone, ma, quando era fuori da lì, era una persona d'oro.
Demon rivelò al gruppo che in realtà non c'era nessuna festa e aggiunse: <<Se a casa volete tornare, delle prove dovrete superare>>.
Gli amici, spaventati e increduli, gli chiesero quante fossero.
<<Se quante prove volete sapere, dentro al labirinto dovrete rimanere>>.
<<Almeno ci puoi dire di che cosa si tratta?>>, domandò Matteo.
<<Se iniziare volete, darmi Domenico dovrete>>.
I ragazzi cominciarono a scappare in cerca dell'uscita.
Nella fuga, incontrarono due sfide da superare. Per la prima, li aspettava la Sfinge con uno dei suoi indovinelli: <<Qual è l'essere che al mattino ha quattro zampe, al pomeriggio ne ha due e alla sera tre?>>.
Lisa riuscì a rispondere con facilità: era l'uomo.
Per la seconda prova, il signore oscuro scelse le sabbie mobili. Demon disse che solo due persone erano sufficienti per la prova. Il gruppo scelse Alberto e Matteo.
Per poco i ragazzi rischiavano di rimanerne intrappolati, ma, con tanta fatica e pazienza, i due riuscirono a superare il rischio.
L’uomo oscuro disse quindi: <<Se tutte le prove supererete, un tesoro troverete>>.
I ragazzi non sapevano se si trattasse di uno scherzo oppure se fosse serio, ma volevano tornare a casa, quindi decisero di andare avanti: ne mancava solo una!
La terza e ultima prova consisteva nell'oltrepassare un ponte che si trovava sopra una cascata. Il ponte era molto stretto, era quasi impossibile passarci sopra. Il gruppo era molto preoccupato, i tre amici avevano paura che qualcuno potesse cadere nel vuoto. La prima a partire fu Lisa poi, a seguire, Domenico, Alberto e infine Matteo. Alberto scivolò, ma Domenico lo afferrò appena in tempo. Riuscirono miracolosamente a superare il ponte. Poi i ragazzi videro da lontano uno spiraglio di luce.
<<È l'uscita!>>, esultò Lisa.
Il gruppo si diresse verso la fonte luminosa e, dopo un po', videro il signore oscuro piangere. <<Andiamo a vedere perché sta piangendo>>, suggerì Domenico.
<<No, scappiamo via!>>, disse Alberto.
Il signore oscuro parlò di nuovo: <<Se voi andrete, una cosa importante non saprete>>.
<<Rimaniamo ad ascoltare>>. Elisa riuscì a convincere gli amici.
Demon riprese: <<Anche io, quando avevo la vostra età, sono stato ingannato proprio qua. Una prova non ho superato e da allora sempre in rima ho parlato>>.
<<Ma quindi non sei cattivo!>>, dissero in coro i giovani, felici della bella notizia.
Dopo tante ore, finalmente i ragazzi uscirono dal labirinto, ma non erano più in quattro: ora avevano un amico in più.
Rebecca, Giorgia, Emma, Gaia 1^E 2023-2024