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Questa presente pagina contiene, alla data § 2025-08-03, la sezione Una specie di testamento, che parla di gravi e dolorose situazioni della mia vita attuale.
§ 2025-02-11
Anno, mese, giorno.
È lunedì. Ci pensavo da qualche settimana. Ci pensai brevemente, in modo non troppo intenso. Fare come una specie di diario, e metterlo qui, nei meandri del piccolo e libero spazio sulle cose scacchistiche.
§ 2025-03-16
E dunque a volte mi ritorna in mente, questo indefinito spazio di note autobiografiche e liberi pensieri. A scacchi o senza scacchi. Tante volte ci penso; e non ci ho scritto niente, in un mese e più.
Intanto, nel lento trascorrere dei giorni, è tacitamente passato il quinto anniversario della pandemia. Il quinto anniversario del primo confinamento: dei decreti dell'8 e 9 marzo 2020, che segnarono in modo concreto e inequivocabile l'inizio di quel tempo, a livello nazionale. L'Italia. (Avevo in mente la ricorrenza, in quei giorni precisi, l'altra settimana. Se n'è parlato poco, quasi niente. Eppure, era il quinto -- metà di cifra tonda --, vicinissimo nel correre del tempo.)
A quel tempo, marzo aprile maggio 2020, vissi con intensità una strana bellissima primavera.
A quel tempo, fra l'altro, ero ancora retribuito tramite un fondo internazionale per le pubblicazioni accademiche, dai Paesi Bassi, relativamente alla mia attività di assistente editoriale.
A quel tempo, ero ormai completamente libero dal problema di salute nº 1, che m'aveva abbattuto e sconvolto per due anni a partire dall'ottobre 2016, e non avevo ancora affatto i problemi di salute nº 2, nº 3, nº 4, nº 5... (Numerazione approssimata e indicativa.) Non erano nemmeno immaginabili. Non avevo ancora un taglio chirurgico all'addome -- nessun taglio chirurgico da nessuna parte. A quel tempo, non avevo mai previsto o concepito che mia madre avrebbe sviluppato la convinzione che io cercassi di ucciderla per mezzo di veleni negli alimenti, e che avrebbe mantenuto questa convinzione indeterminatamente negli anni, come dire per sempre, rifiutando per sempre di comunicare normalmente (secondo verità) con i medici o con gli assistenti sociali o con chiunque: un grave disturbo paranoide, rimasto tuttora senza diagnosi, senza niente, come se fossimo ancora contadini degli anni Sessanta, quando il SSN non c'era. Non era ancora successo, e non lo prevedevo.
A quel tempo, bellissima primavera del 2020, stavo abbastanza bene. Correvo, camminavo, a giorni alterni. Camminavo a lungo, nei giorni senza corsa. Gli argini dei miei fiumi, la libera campagna, piccole piacevolezze della vita in provincia.
Nei mesi precedenti, da dicembre a febbraio, avevo frequentato con perfetta assiduità la palestra, la palestra vera e propria, con abbonamento trimestrale. (La palestra è necessaria d'inverno, secondo me.) Stavo piuttosto bene, e in palestra potevo fare tutto. Non avevo infortuni: potevo gioiosamente affannarmi in vari modi.
Finito l'inverno, mi convertii (come al mio solito) alla palestra fatta in casa e alle altre esercitazioni alternative. Ero già pronto e abituato, anche in tempo di pace.
I disagi e i problemi determinati dai confinamenti (o lockdown -- ma, ai primi tempi, quasi tutti dicevano quarantena) notoriamente sono stati gravi e grandi per molte persone, per molte categorie. Io, che ho vissuto una sola vita e non le vite degli altri, cioè soltanto la mia vita appartata e dimessa in quest'angolo di mondo separato dalle vere città, non ne ho avuto sconvolgimenti.
Ci ripenso con grande nostalgia.
Poi, tutto quel tempo che ne seguì: quello strano intermezzo dell'estate, e quindi la seconda ondata, e il primo inverno della pandemia di covid estesa a tutto il mondo abitato, e di nuovo le altre stagioni, con tutto ciò che portarono.
Fondamentalmente è stato un periodo positivo, per me, fino al maggio 2021. Maggio 2021, un increscioso angoscioso episodio domestico-familiare, in cui mi sono trovato coinvolto contro ogni mia intenzione o iniziativa. Ma, di lì a poco, ancora un tempo largamente piacevole, sereno, costruttivo. Solo dal 2022, in diverse fasi, sono stato colpito da disgrazie e sventure, parte delle quali sono terribili, parte delle quali durano ancora. (Ad esempio fu il 21 giugno 2022 che si manifestò la già menzionata improvvisa esplosione dei "pensieri" e dei "sospetti", per la prima volta estesi alla mia persona, in aggiunta alle varie altre persone che ne erano già oggetto da mesi, o da anni e decenni: grida feroci, fra le mura domestiche, su inesistenti veleni e cose affini, grida e accuse ingiuriose, accompagnate e alternate all'uso sistematico della manipolazione e della menzogna. Ingenuamente, non l'avevo previsto o immaginato.)
La pandemia è finita ormai da un pezzo, come tutti sanno. Per quel che mi riguarda, ne ho molta nostalgia.
Ho nostalgia anche di quella chiara polarizzazione del bene e del male, del vero e del falso, che non avevo mai vissuto in altri tempi. In quale altro tempo abbiamo mai potuto scegliere con chi stare fra Piero Angela e Red Ronnie? Cito questi emblematici nomi, tra i molti possibili.
Piero Angela era anziano, ed è morto il 13 agosto 2022. Penso che manchi a molti, o me ne illudo.
§ 2025-03-18
Tre cose che non ebbero l'eguale in nessun altro luogo.
Con cui si conta fino all'infinito.
In uno degli antichi testi arabi sugli scacchi (probabilmente circa 850 d.C., trasmesso da manoscritti di qualche secolo dopo), si legge fra l'altro:
«E questa è la forma degli scacchi che i persiani presero dagli indiani, e che noi prendemmo dai persiani. I persiani alterarono alcune regole, come è noto. È universalmente riconosciuto che l'India produsse tre cose prima di tutte le altre terre, tre cose che non ebbero l'eguale in nessun altro luogo: il libro Kalīla wa-Dimna, le nove cifre con cui si conta fino all'infinito, e il gioco degli scacchi.» (Murray 1913: 57, mia versione dall'inglese).
Non è bello? Mi ricorda, per un'analogia di suggestione, il cielo stellato e la legge morale del filosofo tedesco, mio celebrato omonimo.
Per quel che mi riguarda, gli scacchi sono un valore in sé, ed è così a maggior ragione nel mio presente, in questa specie di tempo addizionale che è la mia vita stanca ed abbattuta. (Sensi di colpa non ne ho più. Ho smesso... Dovrei quasi davvero smettere d'averne, smettere quasi del tutto.)
Un valore in sé, poco meno che il sole nelle giornate di sole di mezza stagione.
§ 2025-03-22
Nel febbraio-marzo 2020, quando cominciò la pandemia, avevo già compiuto i 37; ma da un po' (non da molto) non li contavo più. Oggi, retrospettivamente, il 37 mi sembra un numero felice e elegantissimo. Sono passati ancora gli anni -- in qualche modo, nonostante tutto.
Ogni cosa avviene in un tempo, in una data di cui si può serbare la memoria. Scrivere, registrare, conservare.
Sono nato nel mille e novecento ottantatré.
Non c'è corrispondenza. L'oggettività anagrafica del conteggio vale quel che vale. Troppo a lungo, nelle età precedenti, sono rimasto all'oscuro, inconsapevole, mentre il mio tempo, non recuperabile, trascorreva via.
In alcuni tratti lungo la linea del tempo ci sono stati momenti cruciali in positivo, presumibili partenze di una vita nuova: nel 2002, nel 2009, ma soprattutto decisamente straordinariamente nel 2014-2015. Il 2015 è l'anno più importante. Avevo già, per l'anagrafe, 32 anni.
Non si direbbe: non li dimostri.
La mia vita recente e attuale parte da lì, dal 2015, con l'anno precedente che rappresenta un'importante precursione, un (sempre metaforico) anno zero. Una vera scoperta di me stesso, o qualche cosa di simile.
Se posso chiamare «problema di salute nº 1» qualcosa che m'ha colpito dall'ottobre 2016 (33 anni e mezzo), è solo perché ho deciso d'azzerare il conteggio, considerando soltanto questa parte di vita. Il problema di salute nº 1, al quale sono purtroppo seguiti anche i problemi di salute nº 2, nº 3 eccetera, molto più recenti. Problemi fisici di varia natura, che contribuiscono così validamente a rendere la mia vita molto ingrata, pur non essendo malattie gravi né infortuni terribili.
Ier sera (pioveva sul tettuccio della macchina) ho pensato che vorrei scrivere delle meditazioni, e specificamente
meditazioni con rumore di pioggia e
meditazioni nel tepore del sole,
con un forte ancoraggio sensoriale. Nell'infanzia, da bambino asmatico e triste, ero marcatamente autunnale. La maestà della pioggia mi coinvolge da sempre nel profondo. Invece il valore del sole, che sovrasta tutto, l'ho imparato davvero solo dopo i vent'anni.
§ 2025-03-25
Il libro Kalīla wa-Dimna (questo il nome arabo) è una raccolta di favole d'animali, originariamente indiana, dalla grande fortuna -- ci saranno i cavalli, e gli elefanti?
I nostri numeri, per noi occidentali del 21º secolo, sono ancora le cifre arabe o, per meglio dire, la numerazione indo-arabica, con la quale affrontiamo l'infinito... Ma il citato testo arabo dice «le nove cifre con cui si conta fino all'infinito». Nove, o dieci? Ovviamente dieci, considerando lo zero: ma quest'ultimo, non avendo corrispondenza in altri sistemi di figurazione dei numeri, era considerato un simbolo speciale, e dunque era normale che non venisse annoverato insieme alle altre cifre. (Ad esempio anche il Liber abaci del pisano Leonardo Fibonacci, nato intorno al 1170, usa termini analoghi: «le nove cifre indiane»; «con queste nove figure, e con questo segno 0 [...], sarà scritto qualunque numero» -- l'originale è in latino.)
Ma gli scacchi? Menzionavamo gli scacchi: questo terzo ed ultimo impareggiabile dono che ci viene dall'India, secondo quel vecchio elenco -- questo gioco infinito, con elefanti e cavalli; e le 64 case e gli innumerabili chicchi di grano che contengono...
Certo, gli scacchi di cui parlano i vecchi testi in arabo o in persiano sono parenti stretti del nostro gioco medievale, in Europa, ma non di quello odierno: noi giochiamo alla rabbiosa e non più all'antica, dopo la silente ma straordinaria riforma (1480-1500 circa) che mutò le regole della donna e dell'alfiere. È così diverso!
D'altra parte, dalla primavera del 2024 personalmente io gioco spesso a vari tipi di scacchi eterodossi, e perfino negli anni Novanta provai già a darmi anche agli scacchi cinesi (xiàngqí), che conservano antichi elefanti ed antichi consiglieri.
Nel mio immaginario, insomma, i giochi scacchistici non hanno, per esser tali, una stretta necessità di movimenti diagonali a lungo raggio. Da un ordinamento all'altro, le molteplici infinità di quel cielo stellato e di quella legge morale vi permangono.
§ 2025-04-06
... Nel laberinto intrai, né veggio ond'esca.
Oggi è il primo anniversario del mio approdo agli scacchi eterodossi. Non è che io lo ricordassi a memoria; non l'avevo nemmeno annotato in agende o diari o in qualche elenco di personali cose memorabili. Ma, nel contesto delle odierne comunicazioni digitali, è stato semplice recuperare la data esatta.
Il dì sesto, il dissesto: facile da ricordare, il 6 aprile, data fatidica nella storia letteraria (Petrarca) e nelle cronache italiane recenti (2009, L'Aquila).
2024: questo giorno esatto, un anno fa, decisi che su LiChess avrei giocato anche a 960 e a crazyhouse (duiglia), invece che solo agli scacchi normali: e cominciai a giocarci.
M., una persona con cui giocavo a scacchi dal vivo piuttosto spesso, e con cui gioco tuttora, da qualche tempo m'aveva parlato più volte del 960, della variante con autocattura consentita (Capture Anything, prendi-quel-che-vuoi), e di quelle con regole modificate per i pedoni. In realtà, M. gioca soltanto a scacchi normali; ma menzionava con un certo entusiasmo queste variazioni, e ne sapeva più di me. Io ne sapevo pochissimo.
E così, fra una cosa e l'altra, a un certo punto cominciai con le varianti che ho citato: il 960 e la duiglia. In seguito, ne ho aggiunte alcune altre... fino a comporre, infine, l'elenco odierno (vedi la pagina iniziale di questo spazio web sugli scacchi).
Come sarebbe andata, altrimenti? Se io non avessi avuto lo stimolo di parole scambiate intorno alle scacchiere tangibili, non avrei mai deciso di provare il 960 e tutto il resto? Probabilmente sì, non saprei: con tempi e modi diversi, forse.
Non c'è dubbio che, per me come per molti, le relazioni interpersonali hanno peso e importanza, e portano facilmente a cambiamenti e decisioni (... un premio GAC, direbbe Diego!).
Dopo la stranezza e le mancanze degli anni pandemici, con le conseguenti storture e devianze collettive e individuali (è per me inevitabile pensare all'inabissamento mentale e morale che ha tragicamente colpito mia madre in quel periodo -- vedi sopra), avevamo l'auspicata prospettiva del «ritorno alla normalità». Sarebbe stata una buona cosa, per quanto mi riguarda: la mia mediocre normalità di tempi anteriori, o magari qualcosa di meglio. Non è affatto capitato così, come sarà agevole capire dai molti cenni alla personale historia calamitatum che lascio in questi appunti -- appunti che vado scrivendo per me stesso, e per altri rari ed ipotetici lettori.
Comunque, dagli ultimi mesi del 2022, quando le restrizioni epidemiologiche erano ormai scomparse, ho preso o ripreso a frequentare alcuni luoghi, eventi, contesti sociali. Alcune abitudini vecchie, ed altre nuove. A partire dal febbraio 2023, anche il gioco degli scacchi dal vivo ha riconquistato un posto nelle mie consuetudini.
§ 2025-04-20
Questo 20 aprile, con poco anticipo sull'Italia liberata, è il primo anniversario della prima volta che... io, io, io... provai gli scacchi eterodossi anche su Chess Punto Com! Quel giorno sperimentai soltanto, senza crederci, un paio di varianti di poco conto, inclusa una forma di 4PC, cioè scacchi a quattro giocatori su una singola scacchiera ingrandita (... non proprio il mio genere).
Ma, di lì a poco, la sezione eterodossa di Chess Punto Com diventò piuttosto importante per me: è lì, per esempio, che gioco -- sempre con avversari umani -- a paradigma trenta (Paradigm Chess30), e ai paperoscacchi, e alle varianti scientifiche come i pedoni di lato e prendi-quel-che-vuoi.
Ovviamente, sul piano materiale oltre che su quello morale, LiChess è superiore a Chess Punto Com. Ma, se quest'ultima piattaforma consente di praticare varianti eterodosse pregevoli che su LiChess non ci sono (e magari nemmeno su PyChess), certo non me ne posso astenere.
... L'Italia con gli occhi aperti nella notte triste...
(25 aprile, di qui a poco. Oggi, invece, è Pasqua.)
§ 2025-04-25
Le coincidenze, a volte, ci colpiscono.
Che strano, per esempio, quando lo scorso gennaio venni a sapere che alcune significative varianti degli scacchi giapponesi prevedono la possibilità di due re per parte, semi-regali ovvero con regalità a estinzione: proprio una variabile eteroscacchistica che mi stava a cuore, la semi-regalità, alla quale avevo recentissimamente dedicato una lunga pagina in questo spazio web, ignorando che di lì a poco la avrei indipendentemente ritrovata in un gioco così antico e affermato, e geograficamente remoto. (Ne parlo qui, in italiano, nella sezione §6.3.)
Ora, in questi giorni d'aprile, piuttosto casualmente m'è capitato di leggere Il fuoco che ti porti dentro (2024) di Antonio Franchini, direttore editoriale e scrittore, nato nel 1958. È un libro che, trattando della madre dell'autore, tratta incredibilmente di mia madre. C'è lo scarto di una sola generazione e di un singolo nome; due regioni d'Italia differenti (lì Campania, qui Toscana), e molte altre diversità di superficie -- ma è la stessa persona.
pp. 185-186:
«Perché, mammeta è cretina? No, tua madre nun è cretina, io so' fina fina. Secondo te nun aggio capito che quella mi ruba la corrente dal contatore?»
«Chi ti ruba la corrente dal contatore?»
«La vicina.»
«Come fa a rubarti la corrente?»
«Eeeh... Chi l'aiuta secondo te?»
«Non lo so. Chi?»
«Eh, nun 'o ssaie? Figuriamoci si nun 'o ssaie...»
«Non lo so.»
«'O purtiere, semp' isso! Ma non l'avevano arrestato?»
«Ma chi?»
«'O purtiere.»
«Ma che dici?»
«Per un sacco di tempo non s'è visto.»
«Era ammalato.»
«Io sapevo che l'avevano arrestato.»
«Sì, vabbè.»
«'A vicina s'è misa d'accordo cu' 'o purtiere pe' rubà 'a corrente a me. Secondo te è bello? È una bella cosa?»
«No.»
«Chella sta scavando ccà sotto...»
«Dove?»
«Ccà sotto. Sottoterra. So' anni ca sta scavando sotto terra... Ha fatto 'na stanza p' 'a figlia, nu laboratorio... Se credeva ca io nun me n'accurgevo... Seh, seh... Se crede 'e me fottere a me... Ancora adda nascere chi fotte a me... Ha chiesto 'o permesso a tua moglie e tua moglie ce l'ha dato. Ha pensato a me che me n'importa e ci ha dato 'o permesso 'e scavà. So' mesi ca scavano, notte e ghiuorno... Di giorno nun se sente, ce stanno l'ati rummore, ma 'a notte io 'e sento! Se credono 'e me fottere a me! Tutti se fanno 'a stanza sottoterra.»
«Tutti chi?»
«Tutti i condomini. Tua moglie ha dato 'o permesso, ha ditto: "A me nun me n' 'mporta..." E loro scavano. E mi pigliano la luce del contatore, ma io gli ho abbassato 'a levetta, aggio fatto buono?»
p. 172:
«Signore, signore, mi scusi!»
L'uomo che attraversa il cortile, apostrofato in maniera leziosa da una signora anziana, si ferma di buon grado, ma capisce presto che c'è qualcosa che non va. Rallenta, ma non si ferma, fa già capire che non dispone di troppo tempo.
«Signore, mi aiuti, mio figlio mi vuole ammazzare...»
L'uomo si guarda attorno, vede me che faccio dei larghi gesti di rassicurazione che significano non si preoccupi, è tutto a posto, ed è contento di affrettare il passo verso l'uscita. Io invece aspetto mia sorella e provo lo stesso disagio di un bambino in attesa che la madre lo venga a liberare, la madre che non ho avuto da quella che ho avuto.
pp. 134-135:
Ne detesto il qualunquismo, il razzismo, il classismo, l'egoismo, l'opportunismo, il trasformismo, la mezza cultura peggiore dell'ignoranza, il rancore, il coacervo di mali nazionali che lei incarna in blocco, nessuno escluso, al punto da essermi convinto che se c'è una figura simbolo degli orrori dell'Italia, una creatura di carne e ossa che tutti li racchiude, questa è Angela, mia madre.
p. 78:
Se devo immaginare la traduzione pratica del pensare male, eccola. Lei e sua madre sono questo: pensano male, pensano solo al male, immaginano solo il male. Peggio, non al male ma a quello che è il male secondo loro. Lo sospettano dovunque, lo vedono. Anzi, lo prevedono. Non penso alla fatica che fanno a vivere così, non penso a loro con pena o commiserazione, penso solo che mi fanno schifo.
Mi fa schifo chi mi ha messo al mondo.
(Vedi anche p. 37, pp. 171-174...)
§ 2025-05-01
Se torna maggio, e ramoscelli e suoni...
Festa del Lavoro; Calendimaggio.
Prima della pandemia, guardavo Propaganda Live solo qualche volta e solo in piccola parte (per non parlare di Gazebo, sulla Rai, parecchi anni prima). Ma mi ricordo bene che, proprio nell'inverno 2019-2020, avevo trovato bellissime le incursioni di Gipi, il grande fumettista, il più grande pisano dei nostri tempi. Mi capitò per caso di vederne una, e andai a cercarne qualcun'altra.
Ma, di solito, non guardavo affatto la televisione. Il venerdì, da qualche anno, avevo l'abitudine di stare in giro, anche fino a tardi o molto tardi. Il venerdì, il sabato... spesso, anche altri giorni.
Poi, la pandemia modificò forzatamente le nostre abitudini.
Al tempo della pandemia, sono diventato un seguace di Diego, un seguace di strettissima osservanza. Mi misi a guardare anche gli arretrati, con sistematicità e completezza: in ordine, ovviamente. Dopo aver finito con tutti gli arretrati di Propaganda, risalii fino all'inizio di Gazebo, marzo 2013! Poi be', a dire il vero, il grande recupero di tutto Gazebo l'ho lasciato interrotto, ormai da qualche anno; ma riprenderò.
Propaganda Live: le puntate dell'epoca pandemica erano belle, bellissime, senza paragone.
Li seguo ancora, ovviamente, perlopiù servendomi del video integrale nella versione Youtube, che viene pubblicato 3-4 giorni dopo la diretta.
Diego, e tutti gli amici di Diego, sono un punto fermo. Credo in loro.
(Bisogna pur credere in qualcosa, o no?)
§ 2025-06-20
Oggi, un anno fa, nelle cosiddette reti cosiddette sociali scrivevo:
Cammino sotto il cielo.
Cammino sotto il cielo.
Cammino sotto il cielo.
In tutte le stagioni sono vivo.
E sono ancora vivo nelle varie stagioni, ma cammino pochissimo. Infortuni, problemi vecchi e nuovi. Alcuni si risolvono, altri no.
Quanto camminavo, l'anno scorso! Ripresi anche a correre. Che bello che era.
§ 2025-08-03 (tre agosto)
Una specie di testamento, parte 1ª di 4
(Link qui: ho fatto questa pagina, con documentazione fotografica.)
Non che questo sia un vero testamento. Non lo è, per diverse ragioni, più o meno evidenti. Ma scrivo qui alcune cose molto rilevanti e vere e precise, che resteranno visibili (suppongo) anche in caso di disgrazia. È poco probabile che altre mani possano alterare ciò che scrivo.
(La morte verrà come un ladro, sentivo dire e ripetere in chiesa, in una lettura neotestamentaria. Come tutti sanno, può infatti capitare che si muoia anche senza preavviso. Le probabilità variano, ma la possibilità esiste sempre e per tutti.)
Fu davvero sconvolgente il comportamento di mia madre in un momento angosciante e spaventoso della mia vita, all'inizio di novembre 2023. Nella notte fra il 2 e il 3, ebbi un doloroso problema di salute inatteso e, inizialmente, non bene identificato, in seguito al quale, nel pieno della notte, fui portato all'ospedale. Nel pomeriggio seguente, mi operarono d'urgenza; rimasi in ospedale per diversi giorni.
Si tratta di uno dei molti problemi potenzialmente mortali che, grazie alla scienza medica del giorno d'oggi, si risolvono piuttosto facilmente; in tutte le epoche passate, e ancor oggi nei luoghi estranei alla civiltà occidentale/occidentalizzata, si moriva o si muore.
In quel frangente, soprattutto durante i giorni della mia ospedalizzazione (3-8 novembre), i comportamenti e le iniziative di mia madre furono sconcertanti e straordinari nella loro malvagità: nessun rispetto per la verità e per la persona, nemmeno in prossimità della possibile morte.
E, di quelle cose come di molte altre, non solo non ha chiesto scusa di propria iniziativa, ma ha poi esplicitamente RIFIUTATO di chiedere scusa.
(È un esempio, un esempio estremo. Potrei parlare anche di quando, poco più di un anno dopo, nel 2024, per un breve periodo io non ho potuto camminare... Nel momento della mancanza e del bisogno, emerge l'estremo della verità, buona o cattiva che sia.)
Una specie di testamento, parte 2ª di 4
Da alcuni anni io vivo, in un certo senso, una situazione di costante gravissimo pericolo, a causa della condizione psichiatrica di mia madre. Soprattutto pericolo della memoria, nel caso che io non mi potessi più esprimere. Quella persona è diffamatrice abituale, calunniatrice abituale, immersa nella menzogna e nella disonestà.
Purtroppo la mia vita è fragile, e sono piuttosto solo: non ho legami stabili solidi affidabili... E così mi trovo a scrivere questi strani paragrafi, in questa strana sede, per un destinatario indefinito e, come dire, universale.
Certo, alcune persone sanno molto bene la verità. Per esempio:
mio padre;
lo psicologo Paganelli, che mi ha conosciuto bene nell'estate 2022.
Sono al corrente delle cose anche il medico di base (Innocenti), la assistente sociale (Genovese), gli agenti di polizia del Commissariato di Pescia. Inoltre, potrei aggiungere varie altre persone, magari almeno Pier Marco -- ma sono io stesso l'unica fonte delle sue informazioni, e questo vale anche per numerosi altri.
Una specie di testamento, parte 3ª di 4
A partire dal 2021, a causa delle particolarità della pandemia di covid-19 che stavamo attraversando collettivamente, e anche di diversissime questioni personali, mia madre è divenuta una persona fortissimamente ansiosa e intrattabile, più di quanto fosse prima. Si lanciava furiosamente in comportamenti istintivi, e sembrava credere ancor più del solito nelle sue proprie "premonizioni" (che ha sempre avuto, e che non hanno mai indovinato niente di vero).
Fra una cosa e l'altra, nel febbraio 2022 comincia l'incredibile credenza nel misterioso tubo del gas (immaginario furto abituale di gas da parte del vicino). Nel giugno 2022, comincia poi la convinzione dell'avvelenamento alimentare dentro casa, di cui mia madre accusò personalmente me, in modo ESPLICITO e ABITUALE, per circa un mese (giugno-luglio) -- prima di cambiar versione completamente, senza il benché minimo senso della vergogna. E così via, in una tragica e complicata successione di nuove ideazioni paranoidi (si chiamano così), che costituiscono una noiosa aneddotica, ben nota a chiunque si occupi di questi problemi.
Per ognuna di queste "storie", mia madre inventa spiegazioni alternative, menzogne sfacciate e ridicole, che tutte le persone ragionevoli prendono subito per sfacciate e ridicole qualora le menzogne siano affiancate dalla spiegazione reale.
Finora è stato impossibile indurla a parlare normalmente di questa sua situazione con i medici e con le altre autorità. Menzogna, manipolazione sistematica, furia interiore ed esteriore; nettissima distinzione fra comportamento dentro casa e comportamento fuori di casa.
Tutto il problema era largamente preesistente: già per gli anni Novanta, mi sono dettagliatamente noti episodi e situazioni in cui aveva gli stessi comportamenti. Ma non ero ancora mai stato io la vittima, o una delle pochissime selezionatissime vittime. Prima del 2022, io non ero ancora mai stato accusato di tentato omicidio e cose del genere. E, confesso, prima di quel tempo non avevo capito! Non la avevo capita. Non sapevo.
(È come una bambina piccola, e personalizza il male: tende a condurre a interventi di persone ogni problema o presunto problema -- e si tratta sempre di poche selezionatissime persone, viste come gli attivi responsabili di tutto. La condizione psichiatrica va ricondotta presumibilmente alla sua triste infanzia, in quanto restò tragicamente orfana di madre da bambina -- fine anni '60 --, e da piccola ha fatto solo le scuole elementari... A quel tempo, che ci vuoi fare, che ci potevi fare. Ma, invece, oggi le possibilità sono molto diverse, e c'è persino il Sistema Sanitario Nazionale: ma mia madre rifiuta ESPLICITAMENTE e COSTANTEMENTE di comunicare in modo normale con i medici o con gli assistenti sociali o con altri professionisti o autorità.)
Io, be', sono nato nel 1983; e vivo con mia madre. Ho quasi sempre avuto una vita triste e mediocre, e ho molti problemi, variamente molti problemi, da sempre. E che devo fare? Sì, certo: se io avessi una sorte prospera, se io fossi felice, se io fossi amato, sarei magari volato via non so dove da chissà quanto tempo, o comunque non avrei nessun rapporto con questa persona intollerabilmente dannosa. Ma così non è stato, e sono qui.
Io stesso sono anche l'unico familiare di riferimento, per quando finalmente comincerà a essere seguita dai professionisti.
(Link qui: ho fatto questa pagina, con documentazione fotografica, e alcune altre tristi "spiegazioni", diciamo complementari rispetto a quelle che avete appena letto.)
Una specie di testamento, parte 4ª di 4
(Aggiungo questa parte 4ª qualche giorno dopo, cioè il 5 agosto 2025.)
Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT), dette anche testamento biologico: la legge 219/2017 eccetera eccetera.
Sarebbe opportuno farlo in modo accurato e regolare, in base alla normativa vigente, ma non ho ancora provveduto. In effetti è semplice... forse lo farò presto.
Ora, anche se vale quel che vale, lo scrivo qui:
Su quest'argomento (il "fine vita", come dicono), io sono completamente d'accordo con le posizioni dei Radicali, di Marco Cappato, dell'Associazione Luca Coscioni.
E, dunque, espongo qui di seguito le cose che staranno scritte nelle mie DAT quando le depositerò ufficialmente:
Qualora io mi trovassi, a causa di incidente o malattia o simili, in una condizione patologica IRREVERSIBILE associata a disturbo cognitivo tale da compromettere le mie capacità di coscienza o giudizio o di comprensibile espressione,
intendo disporre che NON si pratichino: rianimazione cardiopolmonare, respirazione meccanica, idratazione artificiale, nutrizione artificiale, dialisi, interventi di chirurgia d'urgenza, trasfusioni di sangue, terapie antibiotiche.
Nella condizione di cui sopra, intendo inoltre disporre che si ricorra alla sedazione palliativa profonda continua, così che io non possa avvertire dolore.
Purtroppo, almeno al momento, non ho nessuno da nominare come "rappresentante fiduciario".
Altre disposizioni:
Sono propenso ad autorizzare (come prima scelta) la donazione dei miei organi o tessuti per trapianto, e (in secondo luogo) la donazione del mio corpo e dei miei tessuti post mortem a fini di studio, formazione e di ricerca scientifica.
Rifiuto ogni forma di assistenza religiosa o di funerale.
Se si ponesse una scelta fra inumazione e cremazione, la mia preferenza sarebbe indubbiamente per l'opzione più pratica e, soprattutto, meno costosa (in totale, sul lungo termine). Per eventuale loculo o tomba: scritte minimali, limitate a nome, cognome, data, data (nelle forme più brevi e più neutre); nessun simbolo religioso e nessun simbolo in assoluto; nessuna fotografia se non selezionata e indicata da me stesso in modo esplicito.
§ 2025-08-16
Metà d'agosto, ancóra. Pubblicavo nei miei profili moderatamente sociali questa cosa qua, 365 giorni or sono.
Qualche volta mi sembra,
molto paradossalmente,
che la mia vita a tratti sia bellissima,
e così appunto mi dico (senza la voce, perché sono da solo)
«la mia vita è bellissima», con un sorriso ambiguo, con un cipiglio;
qualche volta, con animo sereno.
Cammino sotto il cielo (lungo il fiume?, sull’asfalto?);
ho perfino ripreso a correre, da più d’un mese, dopo qualche anno.
La mia vita non ha senso, con tutto quello che continua a succedermi: e sono troppo fragile, da sempre. Non era il caso, non valeva la pena.
Il tempo della mia vita
viene a sovrapporsi in larga parte con quest’epoca in cui
le persone portano con sé mattonelle elettroniche tascabili:
la mattonella da giocare agli scacchi,
che fa fotografie, che fa mille magie.
In pochi istanti
trovo avversari
non solo per gli scacchi normali o per il 960,
ma pure per il re della collina, per il crazyhouse, e tutto il resto:
non sono lunghe le attese per poter giocare anche a Seirawan, a Paradigm 30, ai paperoscacchi, a cattura-quel-che-vuoi, ai pedoni di lato...
Con avversari umani, sparsi nel vasto mondo.
Non è incredibile?
È, diciamo, solo una specie d’esempio di quanto possa parermi a tratti splendida
un’esistenza misera e infelice.
Sembra abbastanza vero. Che cosa dire, che cosa aggiungere, che cosa rettificare aggiornare correggere?
Nella presente pagina, due mesi fa (§ 2025-06-20), dicevo che camminavo pochissimo. Da questo punto di vista, alla fine, la situazione è molto migliorata! Posso di nuovo camminare a lungo (... dopo circa otto mesi problematici). Riprendo pure a correre, prestissimo.
§ 2025-09-05
Dove... eravamo... rimasti.
Se magari un giorno quella persona non ci sarà più, o se non sarà più in condizione di nuocere, per certi versi sarà per me come quando Enzo Tortora, dopo l'incredibile e immeritato calvario, torna al suo posto e nel suo ruolo, e dice quelle parole.
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Qua sopra, alla data § 2025-08-03 (tre agosto), c'è anche la sezione Una specie di testamento.