Ogni anno il 2 ottobre in Italia si celebra la Festa dei Nonni, ricorrenza civile istituita dalla Legge n. 159/2005 che riconosce ufficialmente l’importanza del ruolo dei nonni e delle nonne all’interno della famiglia e della società.
Per una scuola, questa giornata è un’opportunità preziosa per:
valorizzare il legame fra generazioni, mettendo al centro nonni e nipoti come risorsa affettiva e educativa;
coinvolgere gli alunni in attività creative (disegni, poesie, lavoretti, racconti) che esprimono gratitudine, affetto e riconoscenza verso i nonni;
sostenere riflessioni sul ruolo sociale dei nonni: custodi della memoria, tramandatori di valori e tradizioni, punto di riferimento per le famiglie.
Nel nostro laboratorio d’arte, i bambini hanno scoperto la magia dell’autunno attraverso forme, colori e materiali naturali. Osservando il paesaggio che cambia, le foglie che cadono e i toni caldi della stagione, abbiamo trasformato la classe in un piccolo atelier creativo.
Con tempere, collage, carta colorata, foglie vere e materiali di recupero, ogni alunno ha realizzato la propria opera autunnale, sperimentando mescolanze di colori e diverse tecniche artistiche. I bambini hanno così imparato che il marrone, il rosso, l’arancione e il giallo non sono solo colori, ma emozioni che raccontano il tempo che passa e la natura che si prepara al riposo.
Il laboratorio è stato anche un momento di condivisione e collaborazione: si è lavorato insieme, si sono scambiati materiali e idee, e alla fine le opere sono state esposte in un piccolo percorso artistico nei corridoi della scuola.
Attraverso l’arte, i bambini hanno imparato a osservare la bellezza dei cambiamenti e a esprimere le proprie emozioni con creatività e fantasia.
Nell’ambito del percorso di educazione emotiva e alla lettura, gli alunni della nostra scuola hanno partecipato a un’attività didattica ispirata al bellissimo albo illustrato “Io sono foglia”, scritto da Angelo Mozzillo e illustrato da Marianna Balducci (Editrice Carthusia).
Il libro racconta, con parole semplici e immagini poetiche, il mondo interiore, paragonando le emozioni a una foglia che si muove leggera, sospinta dal vento: a volte serena e tranquilla, altre agitata o malinconica. Un racconto breve ma intenso, che aiuta i più piccoli a riconoscere e dare nome ai propri sentimenti.
A partire dalla lettura dell’albo, i bambini sono stati coinvolti in diverse attività:
Conversazioni guidate per esprimere come si sentono in vari momenti della giornata, imparando a collegare le emozioni alle esperienze personali.
Laboratori grafico-pittorici, dove ciascun alunno ha realizzato la propria “foglia delle emozioni”, scegliendo colori, segni e materiali che rappresentassero il proprio stato d’animo.
Con questo laboratorio i bambini si sono trasformati in piccoli scienziati della natura, pronti a esplorare il mondo delle foglie con curiosità e attenzione.
L’attività è nata dal desiderio di avvicinare gli alunni all’osservazione diretta dell’ambiente, imparando a guardare con occhi nuovi ciò che li circonda.
Utilizzando stencil di foglie e alcune foglie raccolte, abbiamo osservato la forma, il bordo, le nervature e i diversi toni di colore. Con l’aiuto del libro "Piccola guida delle foglie", i bambini hanno imparato a riconoscere e nominare alcune specie comuni come quercia, acero, tiglio e castagno.
Successivamente, ogni alunno ha realizzato la propria tavola di catalogazione, disegnando la foglia, scrivendone il nome e aggiungendo piccole curiosità.
L’attività ha permesso di sviluppare capacità di osservazione, classificazione e confronto, unendo il piacere della scoperta scientifica alla creatività.
Nel nostro laboratorio artistico abbiamo scoperto il mondo colorato e pieno di energia di Henri Matisse, uno dei più grandi artisti del Novecento. In particolare, ci siamo ispirati al suo ultimo periodo creativo, quando l’artista, ormai anziano e malato, non potendo più dipingere come prima, inventò un nuovo modo di fare arte: la tecnica del ritaglio.
Matisse la chiamava “disegnare con le forbici”. Realizzava grandi fogli colorati con la tempera o la gouache e poi li ritagliava per creare forme semplici ma dinamiche: foglie, coralli, figure danzanti, stelle e animali. Con questi ritagli componeva collage pieni di luce e movimento, come quelli delle opere famose La Tristesse du roi o La Gerbe.
Durante il laboratorio, abbiamo provato anche noi a “dipingere con le forbici”. Abbiamo scelto fogli colorati vivaci, li abbiamo tagliati in forme ispirate alla natura, soprattutto foglie dalle linee sinuose, e le abbiamo poi incollate su grandi cartelloni, cercando di creare armonie tra i colori caldi e freddi.
È stato interessante scoprire come, con semplici pezzi di carta, si possano ottenere composizioni artistiche originali e personali.
Nel nostro laboratorio di autunno i bambini della scuola dell’infanzia hanno conosciuto la dolce storia di “Piccolo Riccio non vuole dormire”, un racconto che parla di un tenero riccio curioso e vivace che, nonostante l’arrivo del freddo, non vuole andare in letargo.
Attraverso la lettura animata avvenuta con il Kamishibai e la conversazione guidata, i bambini hanno scoperto che molti animali, come i ricci, gli orsi e i ghiri, durante l’inverno dormono a lungo per proteggersi dal freddo e dalla mancanza di cibo. Questo sonno speciale si chiama letargo.
Dopo la lettura, i piccoli hanno partecipato a un laboratorio creativo: con stencil, colori e cartoncini. Ogni bambino ha disegnato gli animali che vanno in letargo, scegliendoli tra i preferiti.
L’attività ha stimolato non solo la manualità fine e la fantasia, ma anche la comprensione di un importante fenomeno naturale.
Ogni anno, il 16 ottobre, si celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, istituita dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) per ricordare l’importanza di garantire a tutti il diritto a un’alimentazione sana, equilibrata e sostenibile. È un momento di riflessione su temi fondamentali come la fame nel mondo, lo spreco alimentare e la tutela dell’ambiente, ma anche un’occasione per riscoprire il valore culturale e simbolico del cibo.
Il cibo, infatti, non è solo nutrimento: è anche arte, cultura e identità. Questo legame profondo tra alimentazione e creatività è stato espresso in modo originale dal pittore rinascimentale Giuseppe Arcimboldo (1526–1593). Nelle sue celebri opere, Arcimboldo realizzò ritratti composti interamente da frutta, verdura, pesci, fiori e altri alimenti, creando volti umani fantasiosi e al tempo stesso realistici.
Partendo da questi spunti, ecco i nostri lavori...
In occasione di Halloween, la nostra scuola si è trasformata in un piccolo laboratorio di fantasia, dove i bambini hanno potuto esprimere tutta la loro creatività tra colori, ritagli e decorazioni.
Durante il laboratorio, gli alunni hanno realizzato lavoretti a tema: pipistrelli di carta, zucche sorridenti, fantasmini danzanti e simpatiche lanterne realizzate con materiali di recupero. Ogni creazione è diventata parte di un grande allestimento che ha reso la scuola più allegra e “spaventosamente” colorata!
Oltre alle attività manuali, non sono mancati giochi, filastrocche e racconti per conoscere le origini e le tradizioni di questa ricorrenza in modo educativo e divertente. Fondamentale è risultato il laboratorio di inglese su questa tematica.
Il laboratorio di Halloween è stato un’occasione per sviluppare la manualità, la collaborazione e la fantasia, imparando che ogni festa può diventare un momento di crescita, condivisione e scoperta.
Nel mondo della scuola, il modo in cui si organizza l’apprendimento è fondamentale per rendere ogni esperienza significativa e motivante. Una delle metodologie più efficaci, soprattutto nella scuola dell’infanzia e nella primaria, è quella dei centri di interesse, introdotta dal pedagogista Ovide Decroly.
Secondo questa prospettiva, il punto di partenza dell’attività educativa non è la materia in sé, ma l’interesse del bambino, ciò che lo incuriosisce e lo coinvolge. Partendo da un tema vicino alla sua esperienza quotidiana – come la famiglia, la natura, le stagioni o gli animali – l’insegnante costruisce attorno ad esso un percorso di scoperta che coinvolge diverse discipline e linguaggi.
Lavorare per centri di interesse significa dunque mettere l’alunno al centro del processo di apprendimento, promuovendo la partecipazione attiva, la cooperazione e la capacità di osservare, esplorare e riflettere. Le attività diventano più concrete e significative, perché legate alla realtà vissuta e ai bisogni cognitivi ed emotivi dei bambini.
Questa modalità permette anche di valorizzare la diversità di ritmi e stili di apprendimento, offrendo a ciascuno la possibilità di esprimersi attraverso attività manuali, espressive, linguistiche o logico-matematiche.