ECOLOGIA

UNISCI I PUNTI

Sei mesi dopo le parole con cui la giovane attivista svedese Greta Thunberg ha puntato il dito contro l’incapacità dei leader mondiali di assumere iniziative concrete e drastiche sul fronte della lotta al cambiamento climatico, i ragazzi di Friday for Future tornano nelle piazze a protestare.


In diverse città europee e italiane milioni di giovani hanno marciato per i diversi centri cittadini in un momento caratterizzato dall’unione di temi ambientalisti e pacifisti. Agli slogan e agli striscioni contro il cambiamento climatico si sono aggiunti cori e proteste per dire No alla guerra in Ucraina.


Lungo il percorso i ragazzi hanno urlato offese e parole contro il governo e il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani. Hanno definito il governo colpevole di aver aiutato e finanziato la guerra attraverso l’acquisto di gas russo e prodotti provenienti dalla Russia.




"Con questo sciopero vogliamo sottolineare le cause comuni tra la guerra in Ucraina e la crisi climatica. L'Europa non riesce a slegarsi da questa dipendenza dai combustibili fossili. È questo che noi chiediamo oggi: slegarsi dai combustibili che finanziano le guerre e devastano il nostro pianeta!".


Queste sono le parole dei ragazzi del futuro, che vogliono un cambiamento da parte dello Stato, ma anche di tutta Europa, nei confronti delle guerre e della crisi ambientale.



Sollevando cartelloni e striscioni i ragazzi di Bari hanno ripetuto più volte il loro hashtag “connects dots”, unisci i punti, per far capire alle grandi multinazionali che i problemi ambientali sono in qualche modo legati alle numerose guerre nel mondo, come la guerra in Siria del 2011 scoppiata dopo una grande siccità. Il portavoce del movimento ha infatti dichiarato che guerra e crisi climatica sono due facce della stessa medaglia che si influenzano a vicenda poiché la scarsità di risorse che la crisi climatica genera alimenta conflitti.