Beautiful you.
Awful Sex Recensione
Awful Sex Recensione
Lo scrittore Chuck Palahniuk, meglio conosciuto come “ma sì, quello di Fight Club", è riuscito a dare una rappresentazione realistica del sesso nella società ordierna: in un libro che parla di sex toys, la protagonista non è il personaggio principale, ma l'immagine che lei ha di se stessa.
"Beautiful You", nonostante le pesanti critiche subite, l'accoglienza non favorevole da parte dei lettori, l'evidente sottotono rispetto alla produzione precedente, rimane il ritratto più vivido mai fatto della società che non riesce a godersi nulla, nemmeno il sesso, perché troppo immersa nella costruzione della propria immagine. La ricerca del piacere, oggi, non passa dunque per la ricerca della propria persona, bensì per la ricerca delle opinioni altrui: la protagonista del romanzo, e il mondo intorno a lei, sono incapaci di provare emozioni se non acquistandole.
Nel mondo di oggi il sesso è un prodotto mercificato e l'uomo, incapace di amare, è il primo dei clienti: il più in vista, il più fortunato, il primo della fila, il meno soddisfatto, il più perso, il più solo. Il primo a godere, il primo nel soffrire. "La sola speranza sta nel sostituire il piacere con altro piacere."
"Per quanto deliziose e potenti fossero quelle sensazioni, i prodotti Beautiful You offrivano solo un surrogato dell'amore. La più grande paura di Penny era che le donne del mondo non sapessero distinguere le due cose." Chuck Palahniuk, ancora una volta, ci ricorda che siamo in coda per un prodotto che costa più di quel che vale: siamo in coda per il sesso, il piacere, l'immagine, il potere, almeno di facciata, sulla nostra condizione, sulla sua nostra felicità, sulla nostra persona.
"A New York ogni gesto era calcolato, finalizzato al dominio. Ogni dettaglio dell'aspetto di una donna era indicativo della sua condizione."
"Era come incagliata dentro il suo corpo, in quell'istante presente fatto di meravigliose sensazioni. Il passato non esisteva, il futuro neanche, e Max aveva il potere di tenerla in quello stato. Sotto le sue mani, il mondo
crollava." Ancora una volta, l'autore, ci ricorda che parlare di sesso, oggi, vuol dire parlare di immagini più che di persone, di morte interiore più che di piacere, di sex toys, di completini, di droga, di assuefazione, mai d'amore, mai di sincerità. In pagine e pagine di linguaggio esplicito, non troverete una singola verità: la lingua del sesso è ormai la lingua della menzogna, della pubblicità, del nascondiglio. E poi della perdizione, del logorio, della noia.
Questa è una storia di tristezza e confusione.
"È un successo assoluto dalle conseguenze devastanti: famiglie distrutte, bambini abbandonati, uomini ignorati, donne inchiodate alla dipendenza pressoché ininterrotta dai fantastici, e micidiali, giocattoli Maxwell".
Questa è la storia di un sogno: quello di costruire sé stessi, di controllare sé stessi. Ma ci sono due modi di fare ciò: fingere o essere. Il piacere, o la felicità? Stare con gli altri, o stare con sé stessi?
Lucrezia Teti, 4^AR