Le Donne della Costituente

Il 2 giugno 1946 l’intero popolo italiano si svegliò con la sensazione di dover vivere una grande giornata . Per la prima volta in Italia le donne hanno potuto votare ed essere votate La strada per il riconoscimento del diritto di voto alle donne è stata lunga e piena di ostacoli. Una storia che inizia assai prima di quello che molte ricordano come "un giorno bellissimo". Durante l'800, quasi ovunque viene affidato ai parlamenti interpreti della sovranità generale il compito di garantire diritti e doveri all'interno dello Stato. Ma nonostante l’affermazione formale del principio di uguaglianza, si commettono atti discriminatori fondati su "oggettive" differenze tra i cittadini, ad esempio le differenze di sesso . Alle donne è proibito partecipare alla vita politica della nazione, non possono votare né essere votate. Si diffondono i movimenti delle suffragette. Questi movimenti legano le loro rivendicazioni alla questione dell'istruzione femminile, spesso trascurata e considerata inutile, se non addirittura pericolosa. Grazie alla forza e alla costanza delle suffragette agli inizi del’900 le donne conquistano il diritto di voto in Australia, Norvegia e Finlandia In Italia si susseguono molte proposte di legge e nessuna ottiene successo. Nel 1912 il governo Giolitti concede il suffragio universale maschile, contemporaneamente si ribadisce la non importanza del voto femminile sia universale che parziale . Una prima svolta sembra ci sia dopo la prima guerra mondiale e la mobilitazione delle donne sul "fronte interno".

Nel 1919 la Camera approva una proposta per concedere alle donne il diritto di voto ; ma la legislatura si chiude prima che la proposta passi al Senato. I successivi tentativi falliscono finché nel 1925, sotto Mussolini, il parlamento concede alle donne il voto amministrativo, che resta però senza attuazione a causa dell'abolizione delle elezioni per gli enti locali. Nel frattempo il suffragio femminile si estende negli stati come la Russia, Inghilterra, Germania, Svezia, Stati Uniti, Spagna e in Portogallo. In Italia si deve attendere la fine della seconda guerra mondiale. In questo conflitto le donne conquistano un ruolo sempre più rilevante .Tutte si mobilitano Alcune sono impegnate nella resistenza armata: come le "gappiste", partigiane che combattono con le armi in pugno o le "staffette", che trasportano informazioni tra i vari reparti partigiani. Molte altre sono impegnate nella "resistenza civile": offrono sostegno, nascondono ebrei, oppositori, fuggiaschi e partigiani, svolgono ruoli di mediazione. La maggior parte si organizzano: nascono i Gruppi di difesa della donna (1943), l'Unione delle donne italiane e il Centro italiano femminile (1944). Nasce infine un Comitato pro voto. Così il 1 febbraio 1945 il governo presieduto da Ivanoe Bonomi decide di emanare il decreto legislativo luogotenenziale n.23 “Estensione alle donne del diritto di voto”. Il decreto porta la firma di Umberto di Savoia, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi: finalmente viene riconosciuto il voto femminile. La prima concreta occasione arriva un anno dopo, il 10 marzo 1946, con le elezioni amministrative per la ricostituzione dei comuni. L’affluenza femminile alle urne supera l’89%. Oltretutto, non solo le donne votano, ma sono anche votate: circa 2.000 candidate conquistano un seggio nei nuovi consigli comunali. Il primo ingresso in politica delle donne avviene nel settembre ’45 alla Consulta nazionale che preparerà i lavori per le elezioni: la prima donna a prendere la parola sarà Angela Maria Guidi Cingolani.



Il 2 giugno del‘46 tra diffidenze e incitamenti, le donne parteciparono al primo voto politico con consapevolezza, responsabilità e "senza rossetto" come era stato loro raccomandato per paura che questo venisse annullato. Le italiane si espressero per il referendum istituzionale ed elessero i rappresentanti nella Costituente di cui entrarono a far parte anche le donne. La presenza delle elettrici fu altissima: Nord: 91,3% uomini e 90,3% donne; Centro: 89,7% uomini e 88% donne; Sud 84,8% uomini e 86,2% donne; Sicilia: 84.8% uomini e 86,2% donne; Sardegna: 84,4% uomini e 87,3% donne.

Furono elette 21 donne su 226 alla Costituente, godendo per la prima volta in Italia dell’elettorato attivo e passivo:

  • BEI CIUFOLI ADELE gruppo parlamentare comunista;

  • BIANCHI BIANCA gruppo parlamentare socialista

  • BIANCHINI LAURA gruppo parlamentare democratico cristiano

  • CONCI ELISABETTA gruppo parlamentare democratico cristiano

  • DELLI CASTELLI FILOMENA gruppo parlamentare democratico cristiano

  • DE UNTERRICHTER JERVOLINO MARIA gruppo parlamentare democratico cristiano

  • FEDERICI AGAMEN MARIA gruppo parlamentare democratico cristiano

  • GALLICO SPANO NADIA gruppo parlamentare comunista

  • GOTELLI ANGEA gruppo parlamentare democratico cristiano

  • GUIDO CINGOLANI ANGELA MARIA gruppo parlamentare democratico cristiano

  • MATTEI TERESA gruppo parlamentare comunista

  • MERLIN ANGELA gruppo parlamentare socialista

  • MINELLA MOLINARI ANGIOLA gruppo parlamentare comunista

  • IOTTI LEONIDE gruppo parlamentare comunista

  • MONTAGNANA TOGLIATTI RITA gruppo parlamentare comunista

  • NICOTERA FIORINI MARIA gruppo parlamentare democratico cristiano

  • NOCE LONGO TERESA gruppo parlamentare comunista

  • PENNA BUSCAMI OTTAVIA gruppo parlamentare dell’Uomo Qualunque

  • POLLASTRINI ELETTRA gruppo parlamentare comunista

  • ROSSI MARIA MADDALENA gruppo parlamentare democratico cristiano

  • TITO MANLIO VITTORIA gruppo parlamentare democratico cristiano