Incontro con Paolo Siani

Il 26 marzo 2021, noi studenti del Liceo Guacci, abbiamo incontrato Paolo Siani, il fratello del giornalista Giancarlo Siani, vittima di mafia il 23 settembre 1985.

Un incontro profondo, come tutti quelli che riguardano la memoria di coloro che hanno sacrificato la propria vita battendosi per ciò in cui hanno creduto.

L’incontro è stato presieduto dalla Dirigente scolastica, Prof.ssa Anna Giustina Gerarda Mazza, e introdotto dalla nostra vicepreside, la Prof.ssa Mariarosaria Ricci, che ha ricordato l’impegno della nostra scuola nella progettazione di percorsi sulla legalità da più di sei anni: un impegno che coinvolge sempre più classi di studenti e li impegna in diverse attività.

Alcuni di noi avevano precedentemente letto il libro scritto da Lorenzo Marone “Un ragazzo normale”, dedicato a Giancarlo, altri hanno si sono preparati approfondendo alcuni suoi articoli, tutti avevano preparato alcune domande da porgere a suo fratello Paolo.

Egli si è impegnato per rispondere a tutte, ma quella che ci ha maggiormente colpito è quella a cui non ha saputo rispondere. “Cosa farebbe Giancarlo oggi?” gli abbiamo chiesto, e lui ha risposto: “Non lo so, non posso immaginarlo perché lui non c’è più. So solo che io ho perso un fratello, ma la società ha perso un’intelligenza”. Parole molto forti che lasciano un segno in chi le ascolta.

Quando Giancarlo morì, le indagini, iniziate da mesi, non avanzavano e molti ragazzi scioperarono, chiedendo giustizia per il loro coetaneo.

Paolo ha parlato dell’esistenza di un mondo, che lui definisce “mondo grigio”: un mondo di persone che vivono con superficialità. Detto così sembra quasi banale, ma se vi dicessimo che vivere con superficialità, e quindi infrangere talvolta delle regole, vuol dire arrivare a patti con il mondo dell’illegalità? E’giunto il momento di iniziare a pensare a come agiamo, a come ci esprimiamo, a come possiamo migliorare.

Ognuno di noi ha la responsabilità di vivere civilmente e rispettare le regole, in modo da vincere una piccola battaglia di questa grande guerra contro la mafia e l’illegalità. Dobbiamo essere preparati perché dipende tutto dalle nostre scelte di vita.

“Chi sceglie la strada della mafia muore prima” ha detto Paolo, ed è vero. Giancarlo aveva una vita davanti a sé, ma la mafia gliel’ha portata via a soli 26 anni, gli ha tolto la possibilità di esprimersi, perché questo è ciò che fa la mafia, toglie la parola e fa scomparire. Per questo oggi tutti dobbiamo combattere e mantenere vivo il ricordo, raccontando la mafia da parte degli sconfitti e non dalla parte dei mafiosi, smascherando così l’effimera potenza della camorra.

Paolo ci ha raccontato che 35 anni fa, alcuni prèsidi di scuole in cui egli voleva parlare di Giancarlo, gli dissero “Cosa c’entra la mafia con la scuola?”; ma egli, nonostante queste dure parole, non si arrese. I primi incontri organizzati coinvolgevano poche classi, finché il 25 marzo 1995, non ci fu un forte cambiamento con la nascita dell’associazione Libera.

Libera ha permesso non solo a Paolo Siani, ma ai familiari di tutte le vittime, di fare memoria, una memoria che è tale solo se condivisa, così come ha sottolineato Antonio Iermano (figlio della vittima Aldo Iermano) ospite all’incontro, con il suo intervento: “Ognuno di noi- ha detto- dovrebbe avere come punto di riferimento una vittima innocente, come faro e guida della propria vita”.

“Affido a voi Giancarlo: ne ho affidato un pezzo a tutti i ragazzi che ho incontrato, per far restare vivo il suo ricordo. Anche io ho i miei momenti di scoraggiamento, ma dopo questi incontri mi ricarico e ricomincio a combattere, perché ne vale la pena” le parole finali di Paolo che hanno commosso il nostro cuore, non c’è altro da aggiungere.