Inizio della fuga

Testo latino e Traduzioni - vv. 721-729

Testo latino

Haec fatus latos umeros subiectaque colla

veste super fulvique insternor pelle leonis,

succedoque oneri; dextrae se parvus Iulus

implicuit sequiturque patrem non passibus aequis;

pone subit coniunx. Ferimur per opaca locorum,

et me, quem dudum non ulla iniecta movebant

tela neque adverso glomerati examine Grai,

nunc omnes terrent aurae, sonus excitat omnis

suspensum et pariter comitique onerique timentem.



Luca Canali

Detto così, distendo sulle larghe spalle

e sul collo reclino una coperta, la pelle d’un fulvo leone,

e mi sottopongo al peso; alla destra mi si stringe il piccolo

Iulo, e segue il padre con passi ineguali;

dietro viene la sposa. Muoviamo per oscure contrade;

e mentre poc'anzi non mi turbavano i dardi scagliati

né i Greci raccolti in avversa schiera adesso

un alito m’atterrisce, un suono mi allarma, inquieto

e timoroso allo stesso modo per il compagno e per il peso.



Alessandro Fo

Detto questo, le spalle capaci e il collo reclino

copro di un drappo, la pelle di fulvo leone, e mi addosso

il suo peso; il piccolo Iulo si stringe alla destra

e segue il padre coi passi ineguali; si aggiunge la sposa

più indietro. Ci addentriamo lungo le strade più in ombra;

e me, che prima né lancio di dardi turbava, né i Greci

addensatisi in file schierate a battaglia di fronte,

ora atterrisce ogni soffio, allarma ogni suono, sospeso

e per il carico e per il compagno in uguale timore.



Rosa Calzecchi Onesti

Ciò detto, le vaste mie spalle e la schiena, curvandomi,

vesto d'un panno e poi d'una pelle di fulvo leone,

e accolgo il mio carico: la destra il piccolo Iulo

mi stringe, seguendo il padre con dispari passi.

Dietro viene la sposa. E andiamo per strade segrete;

e me, che or ora non impeto d'armi impauriva

nè folla di Greci per quanto stretti a combattere,

ora ogni soffio atterrisce, mi scuote ogni suono,

in ansia e timore per il compagno e pel carico.



Personale

Detto questo, mi ricopro sopra le larghe spalle ed

i colli curvati d’una pelle di biondo leone,

e mi sottopongo al carico; il piccolo Iulo si attaccò

alla destra e segue il padre con passi non uguali;

dietro viene la sposa. Ci portiamo per luoghi oscuri,

e me, che nessuna arma scagliata poco prima impauriva,

nè i Grai riuniti co schiera avversa,

ora tutti i soffi mi atterriscono; ogni suono mi agita

perplesso ed ugualmente titubante per il compagno ed il carico.

Passi in altri autori

Trifiodoro (vive tra III e IV sec. d.C. in Egitto, a Panopoli. Fa il γραμματικός, autore di molte opere a noi non pervenute)

Conquista di Troia, 645 ss

Andromaca piangeva il piccolo Astianatte, vedendolo, miserando strale, scagliato dalla mano d'Ulisse. Il rapido Ajace, figlio d'Oileo, forzò Cassandra caduta sotto le ginocchia di Pallade, intatta dea. Ma quella abborrì la violenza, e Minerva, che prima era stata difenditrice, per uno solo, si corrucciò con tutti gli Argivi. Venere rapì furtivamente Enea ed Anchise, compassionando il vecchio ed il figlio, e, lungi dalla. patria, lo fece abitar l'Italia, poichè il voler de' Numi compivasi, approvandolo Giove, acciò fosse eterno impero ai figli ed ai nepoti di Venere, diletta a Marte

Spunti lessicali: Grai & Opaca & Sonus

Grai: dal greco Γραικοι, è uno degli appellativi usati da Virgilio per identificare i Greci nemici dei Troiani, ma senza un’accezione negativa. Appare già nelle Georgiche in riferimento al ragionamento greco.


Opaca: oltre al semplice “ombroso” presenta tre particolari sfumature: quella più frequente, indicante un ambiente d’ombra; un oggetto o una cosa che producono ombra, ad esempio un albero; ciò che è buio e privo di luce, come la notte. Inoltre, quando è utilizzato al neutro plurale può reggere il genitivo partitivo.


Sonus (vv. 728): la famiglia semantica di questo termine è tra le più consistenti in Virgilio per varietà e frequenza. Si parla di centoquaranta ricorrenze generali, mentre “sonus” nello specifico ricorre dieci volte. Comprende nella sua gamma di significati anche la voce articolata e in generale espressioni più generiche, senza una spiccata espressività fonetica. Molte volte ricorrono anche alcuni dei suoi composti, come “horrisonus” e “armisonus”.