Intervista a Marco Magnone

Durante la mattinata del 9 maggio (clicca qui per il racconto della mattinata) noi alunni delle classi terze della scuola Piaget, abbiamo incontrato Marco Magnone, autore di saghe e romanzi famosi che ha risposto a domande poste da noi studenti:


Come è iniziata la tua passione per la scrittura?


Le storie per me sono sempre stata una via di fuga dalla noia che a volte prende le vite di ciascuno di noi.

Ogni storia ci porta in un mondo diverso dal mondo in cui viviamo, ma se quella storia è in grado di catturarci, altrettanto potente e più reale di quello reale, e allora io ho iniziato a scrivere per gioco perché passare il tempo a immaginare mondi che non erano il mio, ma nella mia fantasia erano ancora più reali, ancora più possibili di quello in cui vivevo, era una grande boccata di ossigeno in quelle giornate che altrimenti non mi passavano più.

Ho continuato e ancora oggi mi piace vivere pezzi di vita che non sono la mia, ecco le storie se ci pensate sono dei moltiplicatori di vita.



Ti consideri una persona famosa?


Io mi conosco molto bene, non lo so, non so cosa significhi essere famosi, non c'è un limite credo, oltre i tot mila di follower sei famoso altrimenti...

Io sono molto contento che ci sono dei lettori che continuano a seguirmi in tutti i nuovi libri che scrivo, sono molto contento che ci sono nuovi lettori che incontro grazie ai nuovi libri che scrivo.

Io mi considero una persona fortunata, questo sì, perché ho la fortuna di fare un lavoro che amo, un lavoro che prima di tutto è una mia passione, io scriverei anche nel tempo libero se per vivere dovessi fare un altro lavoro, e allora sì, per questo mi considero una persona fortunata, e aldilà di questo il fatto che ci siano lettori che a volte aspettano un mio nuovo libro mi permette di continuare a fare questo mestiere.

Poi ecco, se essere famosi significa non poter girare per strada tipo i calciatori, io giro tranquillamente per strada.



Su "La guerra di Celeste" perché hai voluto scrivere questo libro e a cosa stavi pensando mentre scrivevi? 

(Clicca qui per la recensione)

Io ho scritto questo libro perché volevo raccontare la storia principalmente di un ragazzo a cui è sempre stato raccontato che il mondo andava in un certo modo e lui ci ha sempre creduto, fino a quando un giorno si rende conto che il mondo che ha davanti agli occhi, è diverso da quello in cui credeva, e allora lui deve scegliere da che parte stare, a cosa credere, al mondo come gli era sempre stato raccontato o al mondo che ha davanti agli occhi, questo è qualcosa che potrebbe sempre verificarsi sempre, che poteva accadere a me quando ero ragazzo o a chi oggi a chi ha l'età di Celeste, ma il fatto di ambientare questa storia durante la seconda guerra mondiale, durante la resistenza, in un mondo dove dovevi per forza prendere parte, ecco rende tutto ancora più urgente, più drammatico.



Un consiglio per chi vuole iniziare a scrivere...


Io credo che non ci sia niente di più bello...


Di Mattia D. (3G)