FINO ALLA FINE DEL FIATO (recensione)

L’adolescenza: c’è chi l’ha già vissuta, chi la sta vivendo e chi la vivrà. Alcuni potrebbero dire che gli anni dell'adolescenza sono i peggiori, ma essi sono decisivi per la formazione della nostra persona e per la realizzazione dei nostri desideri.                                                                                                                             “Fino alla fine del fiato”, libro scritto da Marco Magnone e pubblicato dalla casa editrice Mondadori, tratta questo delicato argomento. 

Tre ragazzi, e molti altri, si troveranno faccia a faccia con la morte, in quel parco che avrebbe dovuto essere un luogo di spensieratezza per la loro adolescenza e non la loro tomba. Perché sì, ci saranno morti inaspettate e quindi adolescenze strappate via.                                                                                              I tre protagonisti si chiamano: Martina, Filippo e Seba. Prima del caos i nostri protagonisti si potevano permettere di vivere una normale adolescenza. Potevano amarsi, odiarsi, e fare pace. 

Il personaggio che trovo più interessante è sicuramente Filippo,e soprattutto il rapporto che ha con Seba. Questo perché conosco bene quella sensazione che si è creata tra Filippo e Seba, un amore non ricambiato che ha creato una frattura apparentemente minima, ma in realtà è molto più ampia di quanto ci si aspettasse. 

Oltre a questo, il trio viveva bei momenti quei momenti che quando li ricorderai ti strapperanno un grosso e caldo sorriso. Questi bei momenti però sono stati dilaniati dagli spari di un uomo che pensava fosse giusto ciò che stava facendo. 

Dunque è questo il messaggio del libro. Dobbiamo goderci ogni fase della nostra vita assaporandone sia le cose positive che negative, e nei momenti di riflessione dobbiamo pensare a tutti quei ragazzini che, a differenza nostra, non possono godersi tutto ciò. 

Chiediamoci allora se sia giusto che un uomo possa frantumare una vita e con essa i sogni e le esperienze di quella persona così facilmente. Secondo me non c’è cosa più ingiusta. Quindi sì, sono felice di poter vivere la mia adolescenza e così dovreste esserlo anche voi.


Alessio C. (3G)