Horror Castle

Mi trovavo nel 1984, in una piccola cittadina vicino Chernobyl.

Era una notte buia e tempestosa, con tutta quella nebbia non si riusciva a vedere nulla. Avevo una mano davanti alla faccia per non prendere freddo e con l'altra cercavo di farmi strada spostando la nebbia. Finché trovai un castello, su una targhetta in ceramica c'era scritto "Horror Castle".

Entrai spaccando con un calcio quella vecchia porta cigolante. Dopo aver fatto 2 minuti di ispezione del castello, trovai una stanza per dormire.

All'interno vi era un armadio pieno di polvere e un letto senza lenzuola, sporco di una sostanza giallastra quasi rossa. In un cassetto in basso a destra dell'armadio trovai delle misere lenzuola con molte ragnatele al loro interno, vedendo la situazione decisi di andare in bagno a sciacquarle.

Nel percorso per il bagno intravidi con la coda dell'occhio un quadro. Questo quadro era abbastanza spaventoso.

A terra sotto al quadro c'era un libro, nel libro però c'erano alcune pagine strappate. Tornai al quadro, decisi di levarlo dalla parete e come immaginavo dietro al quadro c'erano le pagine strappate del libro.

Era come se qualcuno le avesse strappate di proposito. Sul foglio c'era scritto:

" Fermatevi voi che leggete, altrimenti il fantasma invocherete"

Effettivamente mi accorsi che sul quadro era dipinta una persona, era proprio un fantasma! Continuai a leggere:

" Se la filastrocca avete letto il castello sarà Maledetto "

Alla fine del foglio c'era scritta la descrizione e la storia del quadro:

" Il quadro rappresenta un fantasma di nome Skeron. Questo fantasma è stato intrappolato in un quadro per salvare l'umanità "

Ad un certo punto sentii un urlo di dolore provenire dalla mia camera, corsi subito e trovai...

Il fantasma, era proprio lui, era Skeron.

Si accorse della mia presenza e mi iniziò a seguire. Corsi il più velocemente possibile con le pagine del quadro tra le mani, dietro la pagina c'era scritto:

" Se il fantasma vuoi intrappolare l'Uranio devi Usare "

Tornai nella mia camera di corsa, seminando il fantasma riuscii a rubare il quadro e scappare dal castello ormai infestato. Sotto la forte pioggia riuscii ad arrivare a casa. Mia madre a mia insaputa aveva invitato il mio miglior amico, Giovanni, e la mia ragazza, Lidia. Scusandomi con mia madre per il ritardo, mi andai a rinchiudere con Gio e Lidia nella mia camera. Gli iniziai a raccontare molto descrittivamente l'esperienza paurosa che avevo passato. Dopo aver sentito la mia storia fantasiosa si misero a ridere entrambi. Arrabbiandomi decisi di portarli al castello per far vedere con i loro occhi quello che mi era accaduto. Riempii la mia borsa con del pane, due bottiglie d'acqua, nella borsa di Lidia misi delle coperte e in quella di Gio dei cuscini.

Scappammo dalla finestra, visto che la mia casa era al piano terra, non fu un impresa molto difficile. Per fortuna mentre scappavo dal castello mi ero segnato il percorso con il siero giallastro che era sul letto della stanza nel castello. Riuscimmo a tornare nel posto dell'accaduto (il castello), già da fuori si sentivano le urla del fantasma. I miei amici dopo aver sentito quegli strepiti di dolore mi dissero che mi credevano.

Decisi di far leggere le pagine del quadro a Giovanni. Davanti alla porta del castello vi era il quadro di Skeron. Proposi ai miei amici di andare alla centrale abbandonata al centro citta per trovare l'Uranio.

Nel percorso del ritorno a casa mi ricordai che nel garage della mia casa c'era la vecchia macchina di mio padre. La rubammo e ci iniziammo ad avvicinare al centro città, quando la ASNF, oppure, Associazione Segreta Nascondi Fantasmi, ci iniziò a pedinare. Mentre Gio guidava intravidi una via buia per seminare i Swat della ASNF. Gio con una curva da F1 riuscì a seminarli. La via era molto spaventosa, menomale che avevo una candela nello zaino per illuminare la via.

Era piena di topi e ragnatele, ma riuscimmo a trovare una piccola tettoia che ci parava dalla pioggia. Sistemammo coperte e cuscini e in soli cinque minuti ci addormentammo. Il giorno dopo ci risvegliammo senza zaini. La nostra ipotesi era che li avesse rubati la ASNF. Tornato a casa chiesi a mia madre il computer per cercare la residenza della associazione. Prendemmo la macchina e ci incamminammo verso le industrie di Chernobyl, che stranamente erano la residenza segreta della ASNF.

Arrivati all'industria entrammo dalla porta di emergenza nel retro. C'erano più di 16 guardie, ma di nascosto riuscimmo ad entrare nella stanza dove era la nostra roba, la rubammo di soppiatto. Nella sala accanto c'era una pietra di Uranio, proprio quello che ci serviva! Superando delle trappole laser riuscimmo a rubare l'arma che ci serviva per sconfiggere il mostro, ci iniziammo a incamminare verso il castello.

Con molto coraggio entrammo. Camminammo verso la mia stanza, sul letto c'era ancora il liquido giallastro. Decisi insieme a Gio di alzare il materasso per controllare la provenienza della sostanza. Sotto c'era un cadavere. Era una tomba, tramite un pò di intuito riuscii a capire che il corpo era del pittore del quadro. Sul muro c'era scritta la sua storia con il sangue...

" Non attirarlo, non ci parlare, te lo dico io, io sono la persona che lo ha dipinto scatenando la maledizio..."

A Lidia venne l'idea di vendicare il povero pittore ucciso. Gio prese l'Uranio dalla mia borsa e come scritto sul foglio, voleva usare la pietra come una spada contro il fantasma. Decidemmo di girare il castello fino a trovare il fantasma. Skeron si nascondeva nella cucina, iniziò a sparare della sostanza identica a quella sul letto. Solo in quel momento confermai nel mio piccolo cervello che il fantasma aveva ucciso il pittore.

Decisi di lanciare la pietra di Uranio contro il fantasma, ma lui con il suo vomito me la rispinse, non riuscivo più a trovare la pietra. Riuscivo solo a vedere sangue sul pavimento, seguivo il percorso del sangue e vidi che la pietra aveva trafitto il petto di Lidia. Il fantasma approfittò l'attimo per scappare.

La pietra aveva colpito il cuore di Lidia che dopo pochi secondi morì dissanguata.

Ora io e Gio avevamo due ragioni per vendicarci. Iniziammo ad inseguire il fantasma per tutte le dodici camere del castello, arrivammo in salotto, lanciai la pietra che colpi la testa del fantasma, Gio prese il quadro e intrappolò il fantasma all'interno di esso.

Qualche giorno l'accaduto ci fu il funerale di Lidia. Era tutto addobbato sulla spiaggia, sia io e Gio che mia madre dicemmo due parole in suo onore. Il corpo venne messo in mare e mandato a largo.


D. Z. , 3E