La fame nel mondo

La fame nel mondo è un problema molto diffuso.

Oggi circa 700 milioni di persone, ovvero l’8,9% della popolazione, soffre la fame; la maggior parte vive in paesi via di sviluppo. Ad essere colpiti da questo fenomeno sono soprattutto i bambini: ogni giorno ne muoiono milioni per disidratazione e mancanza di cibo. I bambini con basso peso alla nascita sono 20,5 milioni (ovvero 1 su 7); i piccoli al di sotto i 5 anni sono 49,5 milioni. Ci sono, però, situazioni più o meno drammatiche: in alcune zone la popolazione sottonutrita può arrivare anche a una percentuale superiore al 54%, mentre in altre è inferiore allo 0%.

Ecco alcuni dati raccolti nel 2015:

CONTINENTI % POPOLAZIONE SOTTONUTRITA


America

Nord: inferiore a 0%

Centro: fino al 34,80%

Sud: fino al 23,60%

Europa

Inferiore a 0%

Asia

Fino al 34,80%

Africa

Nord: da 0 a 7,95%

Centro: dal 34,80 a oltre il 54%

Sud: fino al 34,80%

Oceania

Da 0 a 7,95%

Si stanno impegnando per trovare ulteriori soluzioni:

  • fornire acqua, mezzi e semi ai contadini;

  • fornire cibo ai Paesi più poveri a prezzo equo.

  • ridurre drasticamente lo spreco di cibo e utilizzandolo per sfamare i paesi più poveri.

Le cause sono diverse:

  • guerre e conflitti;

  • bassa produttività dell’agricoltura: l’agricoltura non produce ciò che è necessario per l’alimentazione dell’umanità; spesso in questi paesi si produce lo stesso prodotto in vaste aree (monocoltura);

  • mancanza di investimenti nel settore agricolo: i paesi in via di sviluppo non hanno possibilità economiche di investire nell’agricoltura, perciò lavorano soprattutto per l’esportazione;

  • condizioni climatiche: alluvioni e periodi di siccità si verificano con frequenza con disastrose conseguenze sulla produzione agricola;

  • eccessiva espansione demografica: il cibo prodotto non è più sufficiente a sfamare la popolazione, in forte crescita;

  • spreco di cibo: un terzo del cibo prodotto a livello mondiale (1,3 tonnellate) non viene consumato;

  • dipendenza dai paesi ricchi;

  • mal distribuzione delle risorse mondiali di cui godono solo i paesi più ricchi.

  • l’instabilità dei mercati: negli ultimi decenni il prezzo del cibo è stato molto instabile; quando il prezzo si alza troppo le persone si nutrono di alimenti più economici e, quindi meno nutrienti.

L’Agenda 2030, sottoscritta nel 2015, è un programma per lo sviluppo sostenibile e fissa 17 obiettivi.

Per risolvere il problema della fame e per garantire la sicurezza alimentare e l’agricoltura sostenibile (obiettivo 2) essa prevede i seguenti traguardi:

  • garantire a tutte le persone accesso al cibo nutriente e sufficiente per tutto l’anno;

  • porre fine a tutte le forme di malnutrizione contro l’arresto della crescita dei bambini sotto 5 anni, soddisfare le esigenze nutrizionali di ragazze adolescenti, donne in gravidanza e allattamento e anziani;

  • raddoppiare la produttività agricola e diversificare i prodotti agricoli;

  • garantire sistemi di produzione alimentari sostenibili e incrementare pratiche agricole che aumentino la produttività, proteggano l’ecosistema e aumenti la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici;

  • aumentare gli investimenti, anche con l’aiuto degli altri Paesi, in ricerca e formazione agricola e sviluppo tecnologico;

  • correggere e prevenire restrizioni commerciali e differenze nei mercati agricoli mondiali, anche attraverso l’eliminazione di sovvenzioni alle esportazioni;

  • adottare misure per il corretto funzionamento dei mercati delle materie prime.

Oltre a quelle previste dall’ Agenda 2030 l’Unicef e altre associazioni si stanno impegnando per trovare ulteriori soluzioni:

  • fornire acqua, mezzi e semi ai contadini;

  • fornire cibo ai Paesi più poveri a prezzo equo.

  • ridurre drasticamente lo spreco di cibo e utilizzandolo per sfamare i paesi più poveri.

Per realizzare tutto ciò è necessario del contributo di tutti i governi del mondo e dei singoli cittadini.


M. T. 3C