Discriminazioni e stereotipi

Discriminazione, analizziamo la parola. Discriminazione significa giudicare una persona in base al genere, alla razza, alla religione, alle opinioni politiche. In questo caso parleremo delle discriminazioni ma anche degli stereotipi. Parleremo di donne che con un piccolo gesto hanno fatto la differenza o persone che sono state cacciate di casa dai propri genitori per il proprio orientamento sessuale o ancora persone che vengono giudicate per il loro colore della pelle, per il loro aspetto fisico o per il proprio modo di essere.

In questa rubrica ognuno potrà esprimere se stesso e potrà scoprire un mondo nuovo. Il mondo è bello perché vario, quindi nessuno dovrebbe essere discriminato.


Stereotipi, cosa pensa la gente?

Gli stereotipi di genere e la violenza sulle donne

Con l’espressione “violenza nei confronti delle donne” si fa riferimento alla violazione dei diritti umani delle donne e alla discriminazione contro le stesse, che include tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o che possono provocare sofferenza fisica, psicologica o economica, comprese le minacce o la limitazione della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata. La Convenzione di Istanbul fornisce una definizione molto complessa di questo fenomeno, e contiene una sezione relativa alla violenza domestica proprio perché, contrariamente a quanto si creda e a quanto si dica in televisione, o si legga sui giornali, si tratta di una delle forme più comuni di violenza contro le donne. Molto spesso alla base della violenza ci sono gli stereotipi di genere. Secondo me devono finire al più presto, perché non è giusto che le donne e gli uomini debbano subire accuse e sentirsi dire cose non vere rispetto all'aspetto esteriore, al modo di essere e pensare, al desiderare o credere in qualcosa o qualcuno. Per esempio un uomo che mette lo smalto alle unghie non è obbligatoriamente omosessuale o una donna non è destinata a svolgere determinati lavori, come quelli domestici, cioè pulire casa, stirare, cucinare. Gli stereotipi che molti hanno nei confronti delle donne sono ancora molto presenti nel nostro paese, ma deve finire subito. Noi, i ragazzi di oggi, saremo gli uomini e le donne di domani dobbiamo riuscire a creare un nuovo modo di pensare, vedere. Dobbiamo credere nella bellezza di essere delle donne e degli uomini liberi, senza dire ciò che è giusto per gli uni e meno giusto per le altre… Io, che sarò una donna di domani, sentendo e vedendo ciò che accade ormai così spesso e così vicino a me, a volte penso “mi potrò fidare di qualcuno?!”. Dobbiamo combattere la violenza di genere! Ci dobbiamo ricordare che non siamo sole, che non è colpa nostra se succedono queste cose, non colpevolizzarsi. In classe abbiamo visto un video con Paola Cortellesi e Claudio Santamaria sulla violenza sulle donne: il personaggio interpretato dalla Cortellesi, una donna che pian piano viene stretta nella spirale della violenza, ha avuto il coraggio di scappare e denunciare il marito prima che questi arrivasse a farle male solo per il desiderio di possesso e potere su un’altra persona. Tutti posso essere quello che vogliono, le donne possono essere calciatrici, soldatesse, presidentesse, allenatrici, pilota di aereo… come gli uomini possono essere baby sitter, domestici, estetisti, truccatori, insegnanti, badanti ecc. Educhiamo i nostri figli da subito al rispetto e alla non violenza di genere.


R. T. 3C



Gli stereotipi di genere. Cosa sono e perché ci fanno male.

Cos’è uno stereotipo? Uno stereotipo nasce dalla paura del diverso ed esiste per imporre idee o ideali per costruire una società stabile, senza problemi e per poter mantenere l’ordine. Uno stereotipo ti fa sembrare non adatto soltanto perché sei te stesso e indipendentemente dal genere, verrai sempre deriso per le scelte che farai. Ma ogni stereotipo è diverso per genere, per esempio le donne devono stare in “tiro”, devono essere deboli così da poter essere protette dall’uomo, devono dipendere dallo stipendio del proprio marito così da non poter essere indipendenti. Spesso le donne sono considerate una ‘proprietà’ ed è proprio a causa di questo modo di pensare che vengono uccise in un anno 89 donne soltanto in Italia, figuratevi nel resto del mondo. Le violenze domestiche nascono spesso da questi stereotipi. Inoltre la violenza sulle donne non è soltanto fisica, ma anche mentale, quando la donna in questione viene derisa da tutti perché magari posta una foto dove le si vede il fisico e non è magra o perché ha la vitiligine o perché ha delle cicatrici, delle smagliature, dei chili di troppo, dei chili in meno. Frequentemente la si giudica perchè è troppo alta, troppa bassa, o si presuppone che sia troppo intelligente, troppo stupida, troppo sicura di sé, troppo insicura. Ma anche gli uomini possono essere criticati per gli stessi motivi e presi in giro con frasi come “ma che hai in faccia”, “ma come ti vesti”, “ma che fai, ti trucchi? sei un uomo!”. BASTA! Ora non ricordo quale poeta disse ciò ma condivido le sue parole, ovvero che quando una donna viene maltrattata, stuprata, lacerata, ferita si perde l’essenza della propria vita. Per fortuna sono state dedicate due giornate per ricordare a tutti la storia travagliata dell’acquisizione dei diritti delle donne. La Giornata internazionale della donna che si festeggia ogni 8 marzo e la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che ricorre ogni 25 novembre. Vorrei che le donne venissero rispettate e non discriminate e che tutti i canoni di bellezza maschile e femminile venissero abbattuti.

S. C. 3C