NOME LATINO ED ETIMOLOGIA
Myrtus communis
La leggenda lega il suo nome a Myrsine, giovane ragazza uccisa da un uomo per averlo battuto in una gara di corsa. La dea Atena, impietosita dalla vicenda, la trasformò in questa pianta. Ma la conoscenza del mirto precede la civiltà greca, visto che veniva già utilizzato dagli antichi egizi durante le loro feste.
DESCRIZIONE
E’ un arbusto sempreverde della famiglia delle myrtaceae, la corteccia varia dall’età della pianta. Le foglie sono lucide con fiori bianchi, delicati e profumati da maggio a luglio. I frutti del mirto sono bacche commestibili di piccole dimensioni (di forma un po’ più allungata rispetto al mirtillo), solitamente maturano in autunno.
(provvisorio)
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LA COLTIVAZIONE
È alto fino a 30 metri ma alcuni esemplari raggiungono anche i 50, con un'ampia chioma arrotondata. Tra le numerose specie di pioppo questa è la più sana e longeva raggiungendo i cent'anni d'età.
APPROFONDIMENTI/CURIOSITÀ
Le bacche si utilizzano per preparare un ottimo liquore e per aromatizzare carni insaccate oppure olive. Il legno durissimo viene utilizzato per lavori d'intarsio, mentre le foglie ricche di tannino sono utilizzabili per la concia delle pelli. Al mirto sono attribuite proprietà balsamiche3, antinfiammatorie, astringenti, leggermente antisettiche, pertanto trova impiego in campo erboristico5 e farmaceutico per la cura di affezioni a carico dell'apparato digerente e del sistema respiratorio. Le bacche contengono anche zuccheri, vitamina c, antociani (responsabili del colore) e olio essenziale. Gli utilizzi del mirto sono infuso, tintura madre e oli essenziali. Le bacche sono anche utilizzate per il liquore, popolare in Sardegna che viene chiamato “liquore di mirto”.