L'IMPREVEDIBILE CASO

Titolo: L’imprevedibile caso del bambino alla finestra 

Autrice: Lisa Thompson

Casa Editrice: Dea – De Agostini

Anno di pubblicazione: questo libro è stato stampato nel 2022 presso PUNTOWEB S.r.l.-Ariccia

Numero di pagine: 304


L’autrice di questo libro, Lisa Thompson, è nata il 5 maggio 1973, cresciuta nell’ Essex (Regno Unito) e attualmente vive nel Suffolk con la sua famiglia. Ha lavorato in radio per la BBC, e per altre compagnie di produzione per programmi di intrattenimento. L’imprevedibile caso del bambino alla finestra è il suo incredibile romanzo d’esordio, già diventato bestseller. Per scrivere il libro non si è basata su luoghi e fatti vissuti personalmente, ma si è informata da professionisti, medici e polizia per essere il più veritiera possibile nel racconto.


Questo è il primo libro che leggo di questa autrice. Mi ha molto appassionato per i temi che tratta di amicizia, paura, bullismo e desiderio di non arrendersi. Ho cercato altri libri di questa autrice e ho scoperto che ha scritto un seguito di questa storia, dal titolo L’incredibile caso del bambino che non c’è. Vorrei tanto leggerlo la prossima volta, per vedere come continua la storia. 


Genere letterario: romanzo giallo – narrativa. Questo tipo di libri mi appassiona molto, perché quando si inizia a leggere, non si riesce più a fermarsi per la curiosità di vedere come andrà a finire.


L’imprevedibile caso del bambino alla finestra racconta la storia di Matthew Corbin, un ragazzino di dodici anni che soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo. Questo problema è iniziato cinque anni prima, quando la mamma ha partorito il suo fratellino morto. Lui si sente in colpa e da allora rimane chiuso in camera sua, per la paura di germi e batteri. Ha paura di prendere una malattia e di far morire qualcun altro, così si fissa sulla pulizia delle mani, se le lava di continuo, arrivando perfino a sanguinare. Arriva al punto di non poter più andare a scuola, di non toccare cose e persone, di mangiare in camera da solo e di usare guanti in lattice per salvare un po’ la pelle. 

Passa il tempo affacciato alla finestra a osservare i vicini di casa, prendendo nota di tutto quello che vede su un quaderno. Proprio come un pesciolino in un acquario.

Le cose cambiano quando arrivano i nipotini del vicino di casa, il sig. Charles, e il piccolo Teddy, di 15 mesi, viene rapito.

Matthew si rende conto di essere l’ultimo ad averlo visto dalla finestra e di sapere esattamente ciò che era successo quel giorno, perché l’aveva annotato sul quadernino. 

Da quel momento, Matthew decide di indagare e, per farlo, ha bisogno di una ragazzina del quartiere, Melody, anche lei un po’ strana perché ogni giorno va al cimitero per allontanarsi dai litigi dei suoi genitori, e di Jake, il suo ex-migliore amico, diventato il bulletto del quartiere per difendersi dalle offese dei coetanei.

I tre ragazzini capiscono che, anche se sono strani ed emarginati, insieme possono essere speciali e soprattutto non più soli. Alla fine, collaborando con i due amici e grazie soprattutto ai suoi preziosi appunti, il ragazzino riesce a risolvere il caso e a trovare chi ha rapito il piccolo Teddy. 

Matthew decide anche di farsi aiutare da una dottoressa per risolvere il suo problema e di confidare ai suoi genitori cosa lo spaventa e lo fa comportare così. La sua speranza per il futuro è di riavere la sua vita normale.



I fatti non sono raccontati in ordine cronologico, infatti ci sono molti flashback, per esempio quando racconta di quando lui e Jake erano amici e del perché poi diventa un bullo, o di quella volta che il suo professore di educazione fisica, anche lui abitante in quel quartiere, si comporta da bullo con lui e Jake, o di quello che è successo quando è morto il suo fratellino e perché si sente responsabile della sua morte.

Ho capito con facilità la vicenda e la storia è molto interessante e ti fa venir voglia di continuare a leggere per sapere chi è il colpevole. Soprattutto alla fine è difficile staccarsi dal libro ed è anche commovente quando il protagonista si confida con i suoi genitori raccontando del suo problema.

Io mi rispecchio un po’ nel protagonista perché ho la fobia dei bottoni, e se devo indossare qualcosa che li possiede, non ci riesco in nessun modo. Non riesco proprio ad affrontare questa mia paura.


Il narratore è il protagonista del libro e narra la vicenda in prima persona. La scelta dell’autrice di far raccontare i fatti al protagonista mi piace molto, perché in questo modo parla anche dei suoi sentimenti e dei suoi pensieri.


L’autrice inserisce nel racconto alcune descrizioni per far capire meglio la vicenda e aggiunge dei particolari sulle persone e sui loro movimenti. Per esempio, quando il protagonista osserva i vicini alla finestra e nel suo diario scrive tutto quello che fanno, dove vanno e a che ora, come si comportano, ecc..

Oppure quando descrive il pezzettino di carta da parati a forma di leone, e fa alcuni monologhi con lui, come se lo stesse ascoltando veramente.

Ci sono anche delle riflessioni, per esempio quando pensa alla sua situazione, a come sta facendo soffrire i suoi genitori per questa sua mania della pulizia. Oppure quando pensa alla sera in cui il suo fratellino sarebbe dovuto nascere e invece, per colpa sua, non è mai riuscito a conoscerlo. Ci sono anche riflessioni sulle persone che lui pensa siano colpevoli del rapimento.

Non ho trovato difficoltà a leggerle, ma grazie a queste descrizioni e riflessioni si capisce meglio quello che sta succedendo e mi sono piaciute, perché si capiscono bene anche i sentimenti del protagonista.


Vorrei presentare tre personaggi: Matthew, Jake e Melody.


Matthew è il protagonista della vicenda. È un ragazzino di dodici anni che soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo. Oltre all’ossessione della pulizia, ha anche altre manie, come il numero 13 o il parlare sempre con il leone della carta da parati, come fosse vero. Passa le giornate a osservare tutto e tutti dalla finestra e a scrivere e-mail ai suoi due amici per cercare di risolvere il caso. È molto legato alla sua famiglia e gli dispiace molto di far soffrire i suoi genitori per il suo problema e spera, un giorno, di riuscire a guarire per tornare ad abbracciarli. All’inizio non sopporta Melody e Jake, ma alla fine della vicenda diventano molto amici e sono importanti l’uno per l’altro.


Jake è il migliore amico del protagonista da quando erano piccoli. Ha dodici anni e abita anche lui nel quartiere e dalla nascita soffre di mille allergie e deve stare attento a quello che tocca o mangia. Alle scuole elementari, per il suo problema, viene bullizzato dai compagni di classe, finché anche Matthew lo lascia da solo e non prende più le sue difese. Con l’inizio delle scuole medie Jake comincia a frequentare cattive compagnie e diventa il bullo della scuola. All’inizio della vicenda fa il prepotente anche con Matthew e Melody, per le loro stranezze, però alla fine li aiuta a risolvere il caso e cambia il suo comportamento diventando un bravo ragazzo e un buon amico.


Melody è una compagna di classe di Matthew, anche lei abita nel quartiere ed è ritenuta strana perché ogni giorno va al cimitero. Si scopre in seguito che ha iniziato ad andare al cimitero prima che il suo papà se ne andasse di casa, per non sentirlo litigare di continuo con la mamma. In quel luogo raccoglie i biglietti commemorativi prima che vengano buttati, e li conserva in un album. È una ragazzina chiacchierona, che non si abbatte e insiste per aiutare Matthew ad uscire di casa. All’inizio non accetta che Jake li aiuti nella loro impresa, perché l’ha sempre trattata male, ma poi si affeziona e diventano tutti e tre buoni amici.


Questi personaggi suscitano tenerezza e anche un po’ di tristezza per tutti i problemi personali che hanno e che stanno cercando di risolvere ognuno a modo proprio.

In comune ho tanta voglia di essere accettata da alcune mie compagne di classe, come Jake. 

Nella realtà la mia bisnonna mi ricorda molto la vecchia Nina, che, da quando ha perso il figlio, tiene sempre una lucina accesa e ogni giorno fa sempre le stesse cose. Anche la mia bisnonna, da quando è morto il nonno, accende ogni sera una lucina in casa e anche lei è molto ripetitiva nei comportamenti di tutti i giorni.


La storia è ambientata in un quartiere di un paese non precisato, forse in Inghilterra, nel 2015. Si capisce da un capitolo del libro dove si parla di una famiglia che ogni anno va in vacanza al mare a Norfolk, una contea dell’Inghilterra orientale. E l’anno si capisce perché sulla tomba del fratellino, morto 5 anni prima, c’è scritto 2010.

Il libro parla dell’epoca attuale, ma non mi ha aiutato a capire niente di particolare.


La storia si svolge in un quartiere, con case costruite abbastanza recentemente, tranne la canonica dove vive la vecchia Nina, l’unica costruzione antica di quel posto. L’intero quartiere ha molta importanza per il racconto, perché il bambino osserva i movimenti che accadono nei cortili e nelle case che lo compongono. La storia però è raccontata, per la maggior parte, da dentro la stanza di Matthew, e dalla cameretta che doveva essere del suo fratellino, perché è da quelle due finestre che il ragazzino guarda quello che succede all’esterno. Sono riuscita abbastanza ad immaginarli, perché sono descritti bene, sia il quartiere sia le stanze.

I personaggi sono abitanti di un quartiere, ci sono persone anziane, adulti e bambini, ma il loro livello di cultura non è un elemento importante per la storia raccontata.


L’autrice usa parole di uso comune, famigliare e semplice, con periodi brevi e molti dialoghi. Questo perché chi racconta la storia è un ragazzino di dodici anni, e i dialoghi sono tra gente comune. 

I fatti vengono narrati con un ritmo veloce e incalzante, che tengono il lettore incollato al libro, con la curiosità di sapere cosa accadrà dopo. 

L’autrice usa uno stile moderno e vivace e anche le descrizioni che ci sono, non annoiano in quanto aiutano a capire cosa sta succedendo e perché. L’autrice usa uno stile moderno e vivace e anche le descrizioni che ci sono non annoiano in quanto aiutano a capire cosa sta succedendo e perché. 

Mi piace molto questo stile poiché si legge facilmente.

Esempio di mia invenzione: 

« Michael era un ragazzino di 12 anni. Viveva in un piccolo paesino della Francia meridionale.

Da quando era piccolo, aveva sempre avuto paura di andare dal dentista, perché l’odore dell’ambulatorio gli metteva paura.

Un mercoledì pomeriggio aveva appuntamento per un controllo ai denti.

La mamma fece salire Michael in automobile e partirono per andare dal dentista, con tanta ansia e terrore.

Arrivati, entrarono in sala d’attesa, quando una signora lì chiamò e disse loro di entrare, indicando una piccola stanza in fondo ad un corridoio. 

Michael sottovoce disse alla mamma: -Mamma, io non riesco proprio ad entrare. Ho troppa paura! –

-Tesoro, vedrai che andrà tutto bene! – cercò di tranquillizzarlo lei.

-No, io non riesco, ho troppa paura. Non sopporto tutti questi odori e rumori fastidiosi.-

-Vedrai che non ti accadrà nulla. – lo rassicurò la mamma.

Così Michael entrò e dopo pochi minuti uscì contento e fiero di sé: -Ce l’ho fatta! E’ finita finalmente! -».- ».


L’autrice è stata ispirata da vari temi astratti: il mistero, perché la storia racconta di un caso da risolvere; l’amicizia tra ragazzi, con le loro stranezze e diversità; la tristezza di alcuni personaggi per quello che è loro accaduto; la paura di affrontare i problemi e la solitudine per essere considerati strani o diversi.

L’autrice raccontando della paura di Matthew, di cui nessuno conosce le cause, oppure raccontando dei comportamenti strani di Melody o del bullo Jake, indirettamente, vuol far capire che per risolvere i problemi e per conoscere meglio le persone bisogna parlare con loro, senza giudicarle.

Da questo libro ho imparato che se ho qualche problema non devo aver paura di parlarne con gli adulti perché possono aiutarmi e che non devo giudicare le persone senza prima conoscerle bene. 

La vecchia Nina, con una frase che mi ha molto colpito, dice: “Non aspettare che il temporale passi. Devi uscire e danzare sotto la pioggia” per spiegare che non bisogna aspettare che i problemi si risolvano da soli, ma che a volte bisogna buttarsi e risolverli anche se può spaventare.


Leggendo questo libro si può diventare una persona migliore, perché insegna che non bisogna avere pregiudizi sulle persone che non si conoscono e che non ci si deve fermare davanti alle apparenze. 


Il libro mi è piaciuto moltissimo soprattutto perché c’è qualcosa da scoprire, che mi ha appassionata e mi ha fatto sentire parte della storia, come se la stessi vivendo anch’io. In particolare, mi ha commosso la parte finale, quando il protagonista si è confidato con i propri genitori che finalmente hanno capito cosa c’era che non andava. 

Per leggerlo ho impiegato circa un mese. 

Mentre lo leggevo, immaginavo chi poteva essere il colpevole tra i vari personaggi, e ora sono curiosa di leggere il secondo libro che racconta il seguito della storia.

Vorrei consigliare questo libro al mio amico Francesco, perché è un appassionato di libri, legge molto, soprattutto gialli, e questo, in particolare, tratta argomenti che riguardano i ragazzi della nostra età e credo che a lui piacerebbe sicuramente.



                    C. I. -  Classe 2A SSPG Minerbe