LA PORTA DEL TEMPO

TITOLO: La porta del tempo

AUTORE: Pierdomenico Baccalario 

CASA EDITRICE: Piemme 

ANNO DI PUBBLICAZIOINE: 2004                             NUMERO PAGINE: 221



Pierdomenico Boccalario è nato nel 1974 a Acqui Terme, dove è cresciuto in mezzo ai libri. Il suo romanzo La Strada del Guerriero ha vinto il premio Il Battello a Vapore nel 1998. È consulente museale per il laboratorio di tutela del patrimonio della Scuola Normale di Pisa. Vive con la fidanzata e due cani a Verona.

Baccalario ha firmato i volumi della serie utilizzando come pseudonimo lo stesso nome del protagonista. L’idea nasce da un viaggio dallo stesso autore in Cornovaglia.

Questo è il primo libro che leggo di Boccalario. Dopo ne ha fatti altri undici e solo dal titolo mi ispirano molto perché il modo in cui l’autore rappresenta la vicenda, mi ha appassionato molto e mi ha messo voglia di leggere il libro. Il romanzo appartiene al genere letterario dell’avventura con molti misteri. È la prima volta che leggo questo genere e all’inizio pensavo che fosse un semplice libro, ma ogni volta che lo prendevo ero sempre più felice e curiosa di quello che sarebbe successo nelle successive pagine. 

Un giorno qualunque, la signora Covenant e suo marito decisero di comprare Villa Argo, un’abitazione di molti anni fa dove viveva Ulysses Moore, un anziano pieno di misteri. La coppia aveva anche due intelligenti gemelli di undici anni: Julia e Jason. Quando la famiglia visitò la casa, vide una porta tutta graffiata, ma Nestor, il giardiniere di Villa Argo, disse che a quella porta era successo di tutto da quando i proprietari avevano perso le chiavi per aprirla. Poi aggiunse subito di non avvicinarsi perché non si sapeva cosa ci fosse dietro.  Dopo pochi giorni, Jason continuò a sentire rumori strani da tutta la casa, ma decise di non dire nulla e cercare di capire da solo. Nel frattempo i genitori sarebbero ritornati a Londra per continuare il trasloco. Per ingannare meglio l’attesa, i due fratelli avevano anche ottenuto il permesso di invitare Rick Banner, un ragazzo del paese, appassionato di Villa Argo. Dopo un po’, l’auto dei Covenant partì e il ragazzo arrivò.

Parlarono un po’, ma poi Jason disse ai due che credeva che ci fosse un fantasma in casa. Non riusciva più a trattenersi. All’inizio non gli credettero, ma poi sentirono anche loro rumori provenire dal piano superiore che si convinsero.  Insieme fecero una mappa di tutta la casa. Avevano riportato tutto e cercarono di trovare informazioni su Ulysses Moore. Dopo un po’ i ragazzi decisero di andare a fare un tuffo in mare, cercando di non pensarci. Si divertirono tantissimo, giocando e scherzando, fino a quando non fu l’ora di andare via. Mentre salivano le scale, purtroppo Jason perse l’equilibrio, scivolò e strisciò contro le pietre della scogliera. Jason si ritrovò nel vuoto, appeso con le mani a una fessura nella roccia, ma, mentre era lì, trovò una scatola, la prese e grazie ai suoi amici riuscì a salvarsi e ritornare a casa per aprirla. All’interno c’erano migliaia di palline e una pergamena con simboli strani. I ragazzi non riuscirono a capire cosa stesse succedendo, tanto da farsi aiutare da Nestor che propose loro di andare in biblioteca, al piano di sopra, a cercare un vocabolario e capire cosa ci fosse scritto. Loro seguirono il consiglio e, dopo una lunga ricerca, lo trovarono: il vocabolario dei linguaggi dimenticati.  Trovarono una pagina piena di simboli, proprio uguali a quelli della pergamena. I due gemelli presero carta e penna e cominciarono a riportare accanto a ogni simbolo la sua traduzione.  A poco a poco, emerse una frase di senso compiuto: Nel buio della grotta puoi usar…  e la penna cadde sotto l’armadio. Jason dovette allungarsi completamente sotto al mobile per raggiungerla. Quando finalmente la toccò, sfiorò il muro dietro l’armadio e si accorse di una cosa: il muro non era un vero muro. Sembrava fatto di legno. Incuriosito, Jason sbirciò con più attenzione. Dietro l’armadio c’era una porta. Jason consegnò la penna agli altri due, poi rimase in disparte, zitto e pensieroso, fino a quando Rick e Julia ebbero terminato di tradurre tutto il messaggio. Lei lo sistemò su quattro righe e lo lesse ad alta voce. Nel buio della grotta puoi usar la terra-luce per illuminare la flotta che dove vuoi ti conduce. Cercarono di capire e Jason, dopo un po’, sussurrò che quando aveva guardato dentro la scogliera l’aveva vista. Guidati da Jason, i tre scesero nella stanza di pietra portandosi il vocabolario, le palline di terra-luce e la pergamena con la sua traduzione. Andarono alla porta nascosta e Julia cercò di aprirla ma non ci riuscì. Quella porta era molto strana perché aveva quattro serrature diverse. + Julia, Jason e Rick, all’improvviso, sentirono di nuovo passi dal piano di sopra e corsero per vedere, ma non trovarono nessuno. Poi l’attenzione di Jason si concentrò sui modelli dei velieri sopra la cassapanca e notò che uno era appoggiato sopra a un libricino che gli faceva da piedistallo. Jason aprì il libricino che in realtà non era un libro: era un diario. Lo esplorarono e improvvisamente cadde una ricevuta postale dove lessero che c’era un pacco da ritirare per Villa Argo.  Allora i tre corsero subito giù dalle scale per andare in paese a Kilmore Cove per ritirare subito quel pacco. Presero le bici e via!  I tre ragazzi, con molte fatiche, riuscirono a ritirare il pacco e ritornarono a Villa Argo contenti e soddisfatti. Appena arrivati, in pochi secondi, aprirono la scatola e all’interno c’erano quattro chiavi. Erano vecchie e ognuna riportava incisi con sopra degli animali: alligatore, rana, istrice e picchio. Cercarono di capire cosa ci fosse in comune tra quegli animali, ma niente. Dentro trovarono anche un’altra pergamena con gli stessi simboli dell’altra.  Allora Jason disse che aveva ragione e il vecchio proprietario di Villa Argo aveva dei segreti e loro li stavano portando alla luce. Si fece sera e Jason propose a Rick di dormire a Villa Argo e lui accettò più felice che mai. I ragazzi si misero a mangiare e subito dopo a decifrare quello che c’era scritto nella seconda pergamena. Era a dir poco incomprensibile: Se con quattro una apri per sorte di quattro tre indica il motto di quattro due andranno alla morte e una di quattro porta sotto. I ragazzi pensarono subito alle quattro serrature e corsero alla porta. Cercarono di aprirla in tutti i modi possibili. Cercarono anche di capire il perché di quegli animali ecc..                                                             

 Mentre Rick si scervellava, Jason provò a usare una sola chiave in tutte e quattro le serrature: la infilava, faceva scattare il meccanismo, la tirava fuori e la infilava nella serratura successiva. Provò in tutti i modi, ma, nonostante i mille tentativi, la porta rimase chiusa. Rick dispose le chiavi una accanto all’altra e con le iniziali di ogni animale scoprì che si formò la parola APRI. Infilò le chiavi nell’ordine giusto e finalmente la porta si aprì. Entrarono dentro pieni di allegria e si trovarono in una stanza circolare internamente costruita di pietra. Aveva quattro uscite compresa quella da cui erano entrati. Guardavano qualsiasi dettaglio fino a quando Jason notò le lettere scritte sul pavimento.                                                                

Jason provò a unire tutte le lettere fino ad ottenere una lunghissima parola. Perciò cercò di separarle fino ad ottenere una frase. Di notte ci muoviamo rapidamente temendo il fuoco ardente. Dopo varie opzioni e dubbi, i giovani ragazzi riuscirono a trovare la porta giusta e la aprirono. Si ritrovarono davanti a una scala buia e, titubanti, salirono. Julia afferrò il braccio di Rick e proseguì attaccata a lui. Poi la scala finì. Il soffitto era poco più alto di loro. Dopo un po', la candela che si erano portati per farsi luce si spense e rimasero al buio. Jason era pochi passi avanti a loro ma sembravano mille. Allora lui prese la scatola piena di palline di terra-luce, le lanciò per vedere la profondità di quel passaggio per essere più sicuro di dove stesse andando. Dopo un po' di minuti, Julia, Jason e Rick si trovarono tutti insieme in una stanza fatta solo di pietra. La esplorarono tutta per bene, ma, ad un certo punto, Julia trovò qualcosa di molto interessante sotto ai suoi piedi.  Nel centro esatto del pavimento della stanza, c’erano quattro grandi pietre disposte una accanto all’altra. Julia aveva scoperto che ognuna si poteva ruotare di novanta gradi con una leggera pressione. Lei le cominciò a ruotare tutte fino a quando il pavimento vibrò e si udì un rumore metallico. Sotto alle pietre c’era una botola. Non sapevano cosa ci fosse lì sotto, così, dopo un po', Julia si fece molto coraggio e si gettò dentro senza pensarci due volte.                                                 

Julia atterrò in una spiaggia sufficiente a ospitare una decina di persone. Dopo un po' urlò ai due ragazzi di scendere anche loro e che non si finiva dentro in mare, ma era sicuro. I ragazzi rimasero a bocca aperta, non si aspettavano di vedere una spiaggia. Videro anche una grandissima nave di nome METIS. Cercarono il significato di questo nome che voleva dire saggezza. Julia chiuse il vocabolario.  Entrarono dentro alla nave e videro un diario dentro alla cabina del capitano. Jason prese il diario che aveva trovato nella stanza della torretta, lo mise accanto a quello. Lo aprì su una pagina a caso e confrontò le due calligrafie. Erano le stesse. Julia, Jason e Rick videro un’altra isola più lontana, quindi decisero di prendere la nave e partire, ma al primo colpo non andò. Cercarono mille modi, ma niente. Lessero allora delle pagine del secondo diario trovato e scoprirono che, per farla partire, dovevano decidere una meta. Jason tirò fuori proprio il diario egiziano che faceva da piedistallo e urlò: “Egitto!” Nel momento preciso in cui lo mormorò, sentì, chiaramente, il legno del timone vibrare. Jason annuì.  Stava succedendo qualcosa. La nave partì, il vento impazzì intorno a loro, il mare si sollevò e le lucciole sparirono. I ragazzi in qualche modo erano in mezzo al mare verso l’isola. La tempesta si fermò e loro si trovarono dall’altra parte dell’isola tutti bagnati.  A capo chino, ancora troppo scossi per dire una parola, scesero dalla barca e attraversarono la spiaggia. Lì trovarono una porta aperta ed entrarono. 

I fatti sono narrati in ordine cronologico.  Le vicende erano molto dettagliate e ciò mi ha fatto capire anche fatti complessi.  Per me è stata molto più di una storia interessante, mi è sembrate sempre avvincente perché i tre ragazzi, nonostante avessero molti misteri da risolvere e idee diverse, non si sono mai arresi e sono rimasti sempre uniti tra di loro. Fin da piccola, io ho avuto un rapporto bellissimo con mia cugina e, quando andavamo dalla nonna, giocavamo a risolvere i problemi che ci preparava lo zio. Leggendo questo libro, mi sono venuti in mente tutti quei bellissimi ricordi con lei. Il narratore è un personaggio onnisciente. La vicenda è narrata in terza persona.  L’autore, ha inserito nel romanzo molte descrizioni dei personaggi e dei luoghi in cui si svolgevano le attività. I personaggi sono:                                             

Rick Banner, un ragazzo del paese. Si considerava calmo, tranquillo e senza molte delle manie che quasi tutti i compagni di classe ritenevano indispensabili. Era molto intelligente. 

Julia e Jason, due gemelli di undici anni perfettamente identici: stessi capelli chiari, stessi occhi, stesse fossette sulle guance. Julia era semplicemente un po' più alta e un po' più robusta di Jason, come se avesse avuto più fretta di crescere. Nestor, uomo selvaggio, zotico e incapace. Lui è il giardiniere di Villa Argo. Secondo me Julia era molto simpatica, ma allo stesso tempo un po' maleducata con il fratello per il modo in cui gli risponde. La vicenda narrata si svolge nell’epoca attuale. L’ho capito da come racconta le vicende il narratore.  Le vicende si svolgono soprattutto a Villa Argo, composta da: tre camini, tre bagni, due sale da pranzo, quattro salotti, cinque camere da letto, una biblioteca, una mezza biblioteca e uno “studio professionale”.  Poi c’è una parte dove si va in paese a Kilmore Cove, dove abita Rick. Lì era un ammasso di case basse quadrate dipinte di diversi colori. La strada costiera si intersecava con una serie di strade provenienti dall’entroterra, che formavano una serie di “T”.  Il paese era molto affollato di macchine e gente, pieno di bancarelle con i balconi di legno colui di fiori colorati, delle osterie affacciate sul mare.  Villa Argo però è più importante perché è lì dove ci sono problemi da risolvere e indovinelli in stanze segrete. I paesaggi e la Villa erano descritti benissimo tanto che si capiva la vicenda e si riusciva a immaginare le scene.  L’autore ha utilizzato, in genere, un linguaggio molto comprensibile, semplice, familiare e per niente complicato. I periodi sono lunghi con moltissimi dialoghi tra i tre protagonisti per far capire meglio il problema in questione.   fatti vengono narrati lentamente, infatti per descrivere una giornata ho letto molto più di metà libro.

Lo stile dell’autore è semplice, moderno, vivace, spiritoso e brillante. I temi che hanno ispirato l’autore sono: l’intelligenza, perché serve per risolvere gli enigmi, l’amicizia perché senza di essa non si va da nessuna parte, le coincidenze, il mistero (motivo del romanzo), è avventura, molto coraggio e alla fine anche un po' di bellezza della natura.                                                                                                              

Questo libro per me è stato molto significativo perché i tre protagonisti si sono aiutati rimanendo uniti e insieme sono riusciti a fare azioni che forse individualmente nessuno di loro avrebbe risolto.                       

Secondo me, chi legge questo libro può diventare una persona migliore perché ti fa capire il valore dell’amicizia, dell’unione e di non arrendersi davanti alla prima difficoltà, ma andare avanti.                         

Il romanzo mi è piaciuto tantissimo soprattutto perché se nella vita non c’è l’amicizia, il coraggio e l’aiutarsi a vicenda, non si può andare avanti. Per me l’amicizia è molto importante.                                      

Per leggere il libro ho impiegato due settimane e, mentre lo leggevo, pensavo e immaginavo le scene e la bellezza delle avventure con amici. Ho scoperto che il genere d’avventura mi appassiona molto e mi mette molta più voglia di scoprire cose nuove.                                                                                                

Consiglierei questo romanzo a tutti, ma soprattutto a mia cugina sia per farle ricordare i nostri momenti d’avventura, ma anche per farle credere di più nell’amicizia.  

M. F. - Classe 2A SSPG Minerbe