Fratel Giuseppe Redaelli, m.c.c.i.
per tutti "fratel Peppo" - sabato 27 aprile 2024, circondato dalla sua comunità di Wau ha fatto la sua Pasqua. La Comunità degli Angeli Custodi si stringe alle sorelle Carla ed Angela e alla Congregazione Comboniana nella certezza della fede pasquale.
Cristo è risorto!
Stralcio delle esequie registrate celebrate il 27 aprile 2024 nella Cattedrale di Wau.
Chi vuole può inviare alla redazione ricordi, messaggi, foto che inseriremo in questa pagina.
Ricordi di fratel Peppo:
Domenica 26 maggio 2024, ore 11.00
S. Messa nel trigesimo della nascita al cielo
di fratel Peppo
presieduta da Padre Fabio Baldan,
provinciale per l'Italia
dei missionari Comboniani
I più cari ricordi di Peppo, sepolto in una terra lontana, quella che lui ha amato per tanti anni:
- una statuetta della Madonna, che lo ha accompagnato fin dal primo giorno in terra di missione
- il crocifisso che aveva al collo
- il rosario
- un “bastone” che gli è stato donato in Sud Sudan perché uomo importante, amato e rispettato.
Ricordi, messaggi, preghiere
Care Carla e Angela, gentile don Michele,
ho avuto poco fa la notizia della morte di Peppo, travolto da
un’ondata di malinconia e di ricordi.
Ho conosciuto Peppo, poco più giovane di me, con i suoi genitori nel 1963 quando la parrocchia stava
mettendo le fondamenta, l’anno in cui facevo la maturità... Certamente Carla e Angela ricorderanno la
vivacità e la determinazione del gruppo di cui entrambi facevamo parte quotidianamente attenti allo
svolgimento del concilio Vaticano da cui speravamo venisse una chiesa più evangelica e più credibile.
Poi sono arrivate le scelte più impegnative, mentre le speranze suscitate andavano normalizzandosi in
una chiesa statica e sempre meno significativa. Io ho cercato di mantenere la fedeltà alle speranze
svanite nei gruppi e negli studi provando a dar voce a quelli che parevano suggerimenti dello Spirito,
vivendo una vita professionale impegnata, ma borghese e garantita: là dove Peppo sceglieva, certo
anche il pensiero, ma soprattutto l’azione, l’intervento personale in quello che è forse uno dei luoghi più
drammatici del mondo.
Negli anni successivi, ci siamo visti poco in occasione dei suoi viaggi a Milano, e qualche volta scritti:
ma ho sempre avuto l’impressione che fra fatiche, sconforti e rischi in persona avesse, per dirla con il
vangelo, scelto la parte migliore. Stare fra gli ultimi e servire i poveri non solo è fedeltà a quella parola
del Signore in cui diciamo di credere anche nei nostri salotti, ma assicura di essere dalla parte giusta, di
vivere quella differenza cristiana che dovrebbe cambiare il volto della terra.
Credo che Peppo, fra i molti amici, sia uno dei pochissimi che sono vissuti dalla parte giusta:
riconoscente per quello che è stato, emozionato di averlo conosciuto, mi resterà nel cuore.
Ugo Basso
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Cara Angela e Carla, cari Angeli Custodi tutti,
scrivo queste note di getto ascoltando parole prima e note malinconiche poi che arrivano da lontano, dal Sud Sudan in questo giorno triste in cui in Peppo ha lasciato questa terra per rimanere per sempre vivo nei cuori di tutti noi che lo abbiamo conosciuto.
Nei suoi brevi passaggi mirate parole trapelavano e qualche volta era quasi una sfida, una fatica, trovare l'occasione giusta per farsi raccontare il Sud Sudan, cercagli immagini, cercare insomma di soddisfare la curiosità tutta nostra di qualcosa che forse non riusciamo ad immaginare nelle nostre vite qui. L'ho capito solo ormai tardi da adulto che in realtà Peppo non aveva bisogno di raccontarci o raccontarsi era la sua stessa vita a testimoniare il coraggio e la fatica tutta umana di mettersi totalmente in gioco a Sua immagine.
Lo ha fatto sino alla fine spegnendosi in terra d'Africa a dirci che in fondo la propria terra è quella dove ti spendi completamente e non quella che hai sul passaporto.
La web radio della Diocesi di Wau dopo la funzione chiamava a raccolta la popolazione presso il cimitero di "Loco Loco" per aiutare a preparare dove giaceranno le sue spoglie: in realtà sappiamo che Peppo è già tra i nostri Angeli Custodi a cui rivolgerci ogni volta che avremo bisogno di una luce ad illuminare il cammino, senza troppe parole, ma semplicemente mostrandoci la Via.
Grazie Peppo
Andrea Bellesia
p.s.: Peppo ci ha lasciati ma la popolazione della diocesi di di Wau e la famiglia Comboniana rimangono con i molti bisogni. Penso che sia bello continuare a supportarli, costantemente, in memoria di chi anche per loro ha dato tutto, fino in fondo.
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Caro Peppo,
oggi piangiamo la tua morte, ma celebriamo la tua vita dedicata al servizio e alla missione.
Fratel Peppo, il tuo spirito generoso e la tua dedizione hanno lasciato un’impronta indelebile nei nostri cuori.
Care Angela e Carla, a Voi un abbraccio affettuoso con la certezza che il ricordo di Peppo sia sempre di conforto al Vostro e al nostro dolore
Iris e Gianni
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Sono quelle cose che toccano la parte più fragile di noi...di quando sei bambino e tutto attorno a te ha i colori dell' arcobaleno. Sono poche le persone che rimangono nel nostro cuore a dipingere questi colori...e tu amico mio....sei stato uno di loro. I ricordi dei bambini non si cancellano mai, sono indelebili, cosi come certi volti, certe parole ascoltate, certi sorrisi. Quando Alberto mi ha detto che tornavi in Italia qualche anno fa dall'Africa dalla tua Missione ...non ho esitato un solo istante per venirti a salutare....a dirti: " Grazie Peppo" per tutto ciò che hai fatto a quel bambino che ero, grazie per avermi fatto vedere il bene, l' amore verso il prossimo, l' altruismo e ricordarmi che la vita è un' opportunità di gioia da condivire con gli altri. Sempre. Senza essere blasfemo. ...tu avevi il sorriso di Dio. ...e davanti quel sorriso non si preferiva parola...tu eri la.parte giusta...la parte onesta. ...la fiducia eri il prossimo da amare. Hai donato tutta la tua vita ai piu bisognosi....possa quindi essere di esempio x me ogni giorno ...ogni gesto d' amore che hai donato a un tuo " Fratello "...un gesto d' amore che hai donato a quel Dio che hai amato con tutto te stesso, dipingendo per lui..uno splendido Arcobaleno.
Stefano Cabrio
Buon Viaggio Peppo
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Guida e riferimento in oratorio, compagno di giochi, di preghiera e di campeggi estivi...hai fatto parte della mia crescita, mi hai insegnato tanto e hai continuato a farlo anche da lontano...grande esempio di uomo, cristiano, missionario...spirito di carità, amore e sacrificio...avrai sempre un posto nel mio cuore...riposa in pace Peppo anche se da lassù quello che continuerai a vedere sono sicuro non ti piacerà. Ci rivedremo e ne parleremo.
Roberto Lucatello
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Conosco Peppo dal 1972 quando da ragazzino ho iniziato a frequentare l'oratorio, e ricordo come Peppo mi ha subito accolto. In precedenza andavo all'oratorio di san Pio V, mia parrocchia di residenza, e fra i motivi per cui invece ho proseguito alla Pac il principale è stato il fatto che c'era un "grande" così presente e così attento a tutti i ragazzi.
Era un infaticabile organizzatore e animatore di tornei di qualunque cosa, dal calcio al ping pong agli scacchi. Con lui abbiamo vissuto campeggi indimenticabili di vita spartana all'aria aperta. Ci ha insegnato il piacere del lavoro e della fatica fisica fatta con entusiasmo: con lui pulivamo e imbiancavamo l'oratorio, sistemavamo le tende, portavamo nelle gerle sulle spalle le attrezzature del campeggio su per i sentieri. Grazie a lui ho scoperto quell'angolo di paradiso che è la val di Mello quando ancora non la conosceva nessuno.
Ci ha portato a fare tante gite in montagna. Con lui ho fatto il mio primo "quattromila", il Gran Paradiso, esattamente 50 anni fa; e poi il sentiero Roma, e la via delle bocchette in dolomiti. Ho avuto la fortuna di vivere l'adolescenza in un'epoca di meno regole, meno paure, e di avere trovato qualcuno che si è preso la responsabilità di portare dei ragazzi a fare cose relativamente impegnative, dalle gite in montagna alle discese in materassino nel fiume gelido!
Peppo emanava forza e sicurezza. La notte in cui il vento ha strappato alcune tende in val di Mello nessuno di noi si è spaventato; in parte per l'incoscienza adolescenziale, ma soprattutto perché Peppo riusciva a trasmetterci tranquillità.
Poi è partito, ma siamo sempre rimasti in contatto. Ricordo un viaggio a trovarlo quando era a studiare a Pordenone, e poi le cene quando era di passaggio in Italia. Man mano che gli anni passavano mi ha sempre più colpito la serenità del suo sguardo, e anche fisicamente lo trovavo sempre in gran forma. Mi trasmetteva l'immagine della persona contenta della sua vita, realizzata da quello che sta facendo.
In questi giorni sto ripensando a quante cose mi ha trasmesso, a quante cose ho fatto ispirandomi più o meno consciamente a lui. E dal cuore dico grazie Peppo!
Antonio Carones
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Di pura plastica, rosa, non certo il più bello, anzi, dei rosari ricevuti in dono, ma
assolutamente il più prezioso per me e tu, carissimo Peppo, ne puoi conoscere la ragione.
Infatti quel rosario collega due importanti testimoni nella mia vita: tu e il cardinale Martini,
riportandomi a quel pomeriggio, all’arena di Milano, quando mi fu donato, in occasione
dell’incontro del cardinale con i missionari prossimi a partire. Continuerò a pregare con
questo rosario ricordando il tuo esempio e il tuo luminoso sorriso.
Quando prego per i missionari, auspico anche che conservino sempre l’entusiasmo
iniziale e possano vedere almeno qualche germoglio del seme generosamente ed
eroicamente sparso. E le immagini del tuo funerale mi suggeriscono che tu hai seminato
tanto con profitto.
Grazie, Peppo, della tua amicizia, ora abbiamo un altro angelo custode.
Maria Luisa Giudici
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“Non sia turbato il vostro cuore…” (Gv 14,1).
In questi giorni ho sentito una forte spinta interiore a rileggere e pregare queste parole di Gesù; si, perché la notizia ricevuta da Carla e Angela della morte di Fratel Peppo mi ha toccato profondamente. La morte di un amico lascia sempre un senso di commozione e smarrimento, che solo la fede ci permette di superare. Per me Peppo è stato un amico vero e schietto. Pensare a lui vuol dire per me riandare ai primi anni della vita della Parrocchia degli Angeli Custodi, prima della mia partenza per il Seminario (1962-1971).
Nella prima metà degli anni ’60 eravamo carichi di entusiasmo: per la nascita della Parrocchia e in essa del gruppo giovanile molto vivace, per le amicizie nate dalla frequentazione quotidiana e, a livello ecclesiale: il Concilio Vaticano II in atto e poi la notizia che il nostro Arcivescovo era diventato Papa Paolo VI.
Al termine degli anni ‘60 e agli inizi degli anni ’70, eravamo tutti un po’ più complicati e confusi: erano i cosiddetti “anni della contestazione”.
Proprio in quegli anni Peppo, più giovane di me di tre anni, col suo esempio mi ha insegnato due atteggiamenti: serenità e concretezza. Serenità di fronte a situazioni non sempre facili, superando il rischio dell’ansietà e del facile lamento. E la concretezza da vivere in modo deciso con la presenza attiva e lo stile del servizio nei vari ambiti della comunità parrocchiale: dal prendersi cura dei ragazzi e degli adolescenti in oratorio, alla preparazione della liturgia domenicale, al farsi carico anche dei lavori manuali necessari.
In quegli anni stava nascendo anche il Gruppo Missionario con l’impegno di un vero e proprio gemellaggio, durato parecchi anni, con Padre Bruno Maccani, missionario comboniano in Etiopia a Fullasa, tra la etnia dei Sidamo. Padre Bruno avrebbe avuto bisogno di un mezzo che gli consentisse di raggiungere più velocemente i tanti villaggi dislocati in una zona molto vasta della sua missione. Fu così che Peppo ha proposto, prima ai ragazzi e poi a tutta la comunità, una “operazione quaresimale” per far avvivare una moto a Padre Bruno.
Tutti i preti che si sono avvicendati in oratorio hanno sempre ritenuto Peppo una presenza fondamentale, una colonna portante, della “parrocchia dei ragazzi”. Peppo era anche la mente organizzativa dei famosi campeggi estivi in bellissime località di montagna.
Quelle poche volte che ci siamo rivisti con Peppo nei suoi brevi rientri dall’Africa ci raccontavamo le esperienze vissute in missione e in diocesi e poi, inevitabilmente, andavamo al ricordo degli anni vissuti insieme agli Angeli Custodi; per lui e per me e per tanti altri anni certamente decisivi per la maturazione della nostra scelta vocazionale, consacrata al Signore e alla missione della Chiesa.
Peppo ci ha lasciati. La sua missione continua ora accanto al Signore risorto e agli amici che sono già approdati alla casa del Padre, penso ad esempio ai cari Gianfranco Vangelisti e Silvio Franzese. Loro ci ripetono in questo momento: “Non sia turbato il vostro cuore”.
don Luciano Marzi
Pubblicato per gentile concessione del Giornale di Merate. Articolo del n. 18 del 7 maggio 2024, pag. 37
Un fratello ben riuscito: Fr. Peppo Redaelli
Leggendo la notizia che mi è giunta da parte di P. Eliseo sul telefonino, mi son detto non può essere lui, poi apro l’allegato e sono rimasto stordito. Che botta! Era proprio lui Fratel Giuseppe Redaelli. Era l’annuncio della sua morte a Wau nel Sud Sudan per una crisi di malaria in un momento di particolare debolezza fisica il 27 aprile di quest’anno. Fr. Peppo di Casatenovo (Mi) per me oltre, che a essere “Yaya” (fratello maggiore. Aveva un paio di anni in più di me), era un grande amico equilibrato e di grande esempio. Oggi prima della seconda Messa domenicale ho comunicato la notizia a P. Lorenzo che come me ha incassato piuttosto duramente la botta. E’ stato lui a seguirlo e portarlo dai comboniani assieme ad altri amici come Fr. Ivan Cremonesi anche lui già in Cielo, dopo essere stato bravo missionario qui nella RDC.
P. Lorenzo mi racconta
“Alla fine degli anni settanta fui invitato in una parrocchia di Milano per celebrare il matrimonio della figlia di una mia cugina paterna. La parrocchia si trovava vicino a viale Umbria, ma non ricordo il nome…effetto degli anni che avanzano… Incontrai il parroco bravo e aperto… e anche di lui non ricordo il nome… mi ha presentato Giuseppe Redaelli, un giovane a cui faceva molto affidamento e che era una colonna solida e importante per la parrocchia dicendo che Giuseppe voleva essere fratello Missionario. A quel tempo ero incaricato di seguire i giovani del GIM (Giovani Impegno Missionario) cioè coloro che manifestavano desiderio di impegno missionario. Peppo partecipò a diversi incontri del GIM. Il parroco che stimava molto Peppo volle accompagnarlo assieme a me a Pordenone dove Peppo avrebbe iniziato il postulato per un cammino di verifica e formazione.
Oggi sentire che Fr. Peppo è venuto a mancare mi tocca profondamente. Nei suoi confronti ho un certo senso di “paternità responsabile”. Non abbiamo avuto molte occasioni di vivere assieme, ma tutte le volte c’incontravamo era sempre una grande gioia. So che ovunque è stato ha reso un servizio generoso e competente da vero comboniano santo e capace come li desiderava il nostro Santo Fondatore Daniele Comboni. Non ricordo molto della famiglia di Fr. Peppo, so che ha due sorelle maggiori, Carla e Angela, ma che il papà e la mamma non c’erano più”. Immagino la sofferenza delle sorelle per questo loro fratello andato in Cielo.
Dopo la formazione completata in Kenya a Gil Gil e la prima esperienza missionaria in Sud Sudan., essendo già un “fratello di spessore e di grandi capacità” i superiori lo inviarono a Verona come Procuratore per sostenere i bisogni di tutte le nostre missioni. Ed è qui che nel 1992 ci ritroviamo assieme fino all’anno 2000 nella stessa comunità. Mi colpì fin dal primo incontro, per la sua serenità, per l’equilibrio, le grandi capacità tecniche, il profondo e deciso spirito di fede e missionario . E’ stato per me e per tutti un grande esempio di Fratello ben realizzato. Oltre che confratello lo sentivo amico e confidente. Avevamo due compiti diversi che ci assorbono molto e i tempi di recupero erano ben pochi. Lui immerso nella contabilità e nel sostegno non solo economico alle missioni, io nel servizio ai confratelli ammalati o bisognosi di cure dopo periodi di lavoro logorante nelle missioni.
Lui che era di gran lunga più saggio e con maggior “granus salis” di me, mi invitava a prendere momenti di recupero. Così scegliemmo di tanto in tanto di uscire in bici. Lui secco e longilineo aveva un fisico da atleta, io da “polentone”, con spirito da gregario. Quando ci era permesso prendevamo a volte anche la giornata intera per le nostre escursioni. Lui trascinatore mi faceva fare dure pedalate con itinerari complessi e duri. Conservo vivo il ricordo di alcuni come la scalata del passo San Valentino sopra Mori, che continuava con l’ascesa al rifugio Graziani e alle “bocche di Navene” con la traversata in costa del monte Baldo. E poi la riposante e veloce discesa a Spiazzi e giù verso Caprino e la val d’Adige e infine il ritorno a Verona. Era paziente perché in salita, mi avrebbe dato grande distacco, mentre io arrancavo faticosamente grondando sudore. In discesa in compenso ero favorito dal mio peso eccessivo e riuscivo a stagli “a ruota.
Poi altro giro sempre con partenza da casa madre su fino a Fosse e a Passo Fittanze per fare la Trans-Lessinia, con sosta ristoratrice all’omonima Malga e poi traversata in altura fino a “Conca dei Parpari” e per chiudere il cerchio, giù a precipizio fino a Montorio. Eravamo un po’ matti e a San Rocco di Piegara siamo riusciti a toccare anche i settanta chilometri all’ora. Poi ci dedicavamo ad altri percorsi più leggeri e brevi come la “pissarota” fino al Cerro scendendo per i “Prati” per fare tappa obbligata dagli amici Luisa e Carlo, Domenico e Irma, Imerio e Luciana, Lisetta Dario, e gustare cose buone.
Non era raro che nei tempi adatti ci fermassimo all’ombra di qualche ciliegio, per gustarne i frutti con il benevolo consenso dei contadini, o nel sottobosco per spulciare mirtilli e fragole. Di questi momenti di relax conservo la bellezza incantevole dei paesaggi, delle montagne delle valli, cose da Meditazione e di invito alla lode del Signore.
Poi nel 2000 Fr. Peppo riparti per Khartoum e poi per il Sud Sudan. Anch’io ripartii per la RDC e non abbiamo più avuto l’occasione di rivederci. Molti confratelli avrebbero di che raccontare della bella figura missionaria di questo bravo e santo confratello, che è stato maestro di generosità, disponibilità e servizio. Un Fratello che ha fatto dono di se senza riserve e che ha amato l’Africa la sua gente e noi suoi confratelli.
Grazie Signore per avercelo donato e messo accanto e che possiamo trarre lezione dalla sua Vita.
Fr Duilio Plazzotta
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Milano 28.04.2024
Cara Angela e Cara Carla
Ieri ricevuta la notizia della morte improvvisa del caro Peppo mi sono commosso e non sono più riuscito a pensare ad altro. Poi ripresomi ho seguito in streeming la funzione, il funerale, la sepoltura.
Vostro fratello sicuramente è stato un grande missionario, dovete essere orgogliose del suo operato. Bastava osservare quanta gente cantava per lui e soprattutto quanti lo hanno voluto seguire sino all’ultima dimora e alle donne che hanno trasformato quel cumulo di terra in un meraviglioso giardino!
Gli Angeli Custodi ancora una volta hanno dimostrato di saper portare il messaggio evangelico dovunque nel mondo.
Vi confesso: ho pregato per Peppo e dopo tanto tempo che non mi usciva un pensiero di preghiera; spero che il Buon Dio abbia tenuto presente anche le preghiere di uno che da molto tempo ha perso la fede, o meglio di uno che pur rimanendo lontano dalla Chiesa ufficiale prosegue la sua strada cercando di rimanere nel rispetto dei comandamenti e seguendo gli insegnamenti dei Vangeli.
Di Peppo potrei ricordare tantissimi eventi vissuti insieme: le partite a pallone, le uscite insieme per andare a recuperare i ragazzi (chierichetti e no) che rimanevano troppo all’interno dei bar della zona, le preparazioni delle funzioni, le cantate col coro, il trasporto dei poliomielitici sulle scale della chiesa provvisoria al primo piano, e potrei proseguire ma mi voglio fermare. L’ultima volta ci siamo visti circa due anni fa quando, mi ricordo, era qui da voi e mi disse che avrebbe dovuto fare una visita di controllo dall’urologo. Non ci fu molto tempo quella volta per parlare a lungo e mi spiace.
Ci capiterà ancora di trovarci a parlare di lui che ora ha ritrovato mamma Ester, papà Paolino, don Peppino e tanti altri.
Mi sono permesso, ieri sera, di fare un breve ricordo su FaceBook (che poi, ho visto oggi, Clara ha inserito sul sito di Porta Romana), vi consoli sapere che sinora sono già pervenuti 75 commenti e condoglianze e la cosa che vi meraviglierà è che buona parte di queste persone che si sono commosse non sono credenti o non frequentanti le chiese. Forse questo è un piccolo miracolo che ci ha regalato Peppo.
Da ultimo: il ricordo che ho scritto ieri sera si conclude così
CIAO PEPPO
QUE TE VAYA CON DIOS
Questo è il saluto che i campesinos messicani e del Centro America ti indirizzano quando ti incrociano nelle zone isolate del paese; vuol dire “cammina con Dio” e anche “che Iddio ti protegga”.
Ciao Angela, Ciao Carla un abbraccio forte-forte
Tullio Quaianni
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Angela, Good afternoon! I am Bishop Mattew Remijio of the Diocese if Wau.
I have been working so closer with Bro. Peppo Redaelli in the last four years.
He was our finance administrator. His death has caused a lot.
My sincere condolences to you and Carla.
Bro Peppo told me about you. May his soul Rest in Peace.
3 maggio 2024
Angela, buon pomeriggio! Sono il vescovo Mattew Remijio della diocesi di Wau. Ho lavorato così a stretto contatto con fratel Peppo Redaelli negli ultimi quattro anni. Era il nostro amministratore finanziario. La sua morte ci ha provato molto.
Le mie più sincere condoglianze a te e Carla. Fratel Peppo mi ha parlato di te.
Possa la sua anima riposare in pace.
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