Storia

In direzione Scandiano, ad Osteria Vecchia, il confine tra via Brolo Alto del Comune di Scandiano e Via Statutaria è segnato da Rio Riazzone, sul quale, nel 1791, è stato costruito lo splendido ponte a sesto acuto che vedete qui sotto.

Via Statutaria alla fine del '900, zona Sitè dal fom

Le origini

A Casalgrande, ed in particolare Dinazzano, La Veggia e Salvaterra sono stati ritrovati insediamenti di terramare risalenti all'Età del Bronzo.

Nel 1865 furono scoperti a Salvaterra, in località S. Lorenzo Alta, nei poderi del Marchese De Buoi e del Dott. Paolo Valentini, vicino al fiume Secchia, alcuni reperti di questo periodo. Si interessarono del ritrovamento Gaetano Chierici e Gabriel De Mortillet. I reperti sono custoditi nella collezione privata “Malavolti” di Modena. Successivamente furono trovati altri reperti e fu indicato in 150 metri l'estensione dell'insediamento.

In base ai ritrovamenti di reperti storici, di necropoli nelle zone confinanti si pensa che queste terre fossero abitate sin dai tempi preistorici da tribù celtiche.

Ci sono prove di un antico insediamento chiamato Corte CERRETO lungo la sponda sinistra del Secchia, tra Villalunga e Rubiera. Proprio da questo insediamento si è sviluppata Salvaterra.

La zona alta di Casalgrande si pensa fosse abitata al tempo dei romani.

Le prime notizie storiche su Casalgrande risalgono alla seconda metà del X secolo d.C.

La più antica testimonianza riguardante il Toponimo di Casalgrande risale ad una pergamena del 945 d.C. conservata in originale nell’archivio della Cattedrale di Reggio Emilia.

Il nome e Via Statutaria

Sono numerosi a Casalgrande i "casali" ancora esistenti. La parola “casale” si trova nel nome di molti paesi. Deriva dal latino “casalis” e significa “caseggiato” e “casa isolata rurale con annesso i terreni”, abitata da servi o coloni.

Nel Medioevo “casale” significa “insieme di fabbricati attaccati tra loro, difesi da mura”.

Una delle più antiche vie di Casalgrande è Via Statutaria che costeggia la collina da Scandiano a Sant'Antonino passando per Casalgrande Alto e Dinazzano e regala in alcuni tratti una splendida vista della pianura. Nelle giornate più terse si possono scorgere anche le Prealpi. Su via Statutaria, adiacente alla via che conduce al castello e di fronte alla splendida villa Elena, troviamo ad esempio, il Casale Gazzetti, oggi in parte ristrutturato.

Lungo Via Statutaria sono numerosi i nomi popolari che vengono dati alle varie tratte, ad esempio: La sitè dal fòm (La città del fumo), e Capuana.

Ponte in stile neogotico su Rio Rizzone costruito nel 1791

Le epoche più recenti

1201-1409: Casalgrande appartenne alla famiglia Fogliani

1408-1409: soldatesche dei Gonzaga, degli Scaligeri, dei Visconti e degli Estensi si alternarono per il predominio del territorio reggiano

1409: Nicolò III d’Este, sconfiggendo i Visconti, Carlo Fogliani e Otto Terzi, occupò Casalgrande

1413: Nicolò III d’Este cedette i territori di Casalgrande, Salvaterra e Dinazzano al ferrarese Alberto Della Sala. In questo periodo Casalgrande deteneva il primato di essere la più tassata delle comunità del Feudo di Scandiano.

1423: Alberto Della Sala elevò i territori al rango di feudo

Morte di Delle Sale-1560: Casalgrande entrò a far parte della Contea di Scandiano, sotto il governo dei Boiardo

1560-1565: Casalgrande passò alla Camera Ducale

1565-1622: Casalgrande appartenne ai conti Thiene che lo elevarono a marchesato

1622-1632: Casalgrande ritornò alla Camera Ducale

1630: anche Casalgrande fu colpita dalla famosa peste

1632-1643: Casalgrande passò sotto il controllo del marchese Enzo Bentivoglio e del figlio Cornelio

1645-1725: Casalgrande fu infeudato ai principi estensi

1725-1750: Casalgrande subì l’occupazione di francesi, spagnoli, austriaci e piemontesi

1750-1777: il marchesato passò al genovese Gian Battista Mari

1777-1795: Casalgrande appartenne a Ercole Rinaldo d’Este

1795: Napoleone occupò l’Italia, abolendo i feudi

Casalgrande

fu costituito comune il 4 dicembre 1859 con un decreto emanato dal dittatore Luigi Carlo Farini; al comune di Casalgrande furono annesse le frazioni di Salvaterra, San Donnino, Sant’Antonino, Villalunga e Dinazzano, coincidendo così con il territorio attuale, il suo stemma e l’autonomia politica e amministrativa.Nelle immagini si possono vedere le copie del gonfalone e dello stemma oltre ai documenti ufficiali di riconoscimento.

Questo il link al sito del Comune di Casalgrande.

Boglioni

Nel 1633 era una delle ville dipendenti di Casalgrande.

Agli inizi del secolo XVIII il borgo di Boglioni era costituito da un piccolo gruppo di case alla destra del rio del Canaletto (già rio dè Boglioni ed ora rio Medici) ed a Sud Ovest del canale di Secchia. Il rilievo topografico del 1828 indica la località anche con i termini di “Osteria” e “S.Michele”.

L'edificio più antico dovrebbe essere la casa torre databile al secolo XVIII, ma con elementi di derivazione cinquecentesca. Vi si evidenziano un cordolo di colombaia lineare ed a dente di sega oltre ai coppi invetriati ed angolari.

A fronte del borgo c'erano le case Capardi (anche queste con torretta, ora scomparsa).

Nello slargo verso il Municipio, dove ora c'è un palazzo, sorgeva l’importante mulino di Boglioni, nominato fin dal 1474 in una divisione dei beni della famiglia Boiardo. Era dotato di un impianto a tre ruote verticali.

I più anziani del paese ricordano che invece "al fontanoun" , che era la fontana alla quale tutti andavano per prendere secchi di acqua potabile, era situato esattamente dietro il Municipio, verso Est, e che invece il lavatoio pubblico era a fianco del Municipio, verso Nord. A ricordarlo resta anche il cartello "Pedonale del Lavatoio" .

Poco oltre si trova l’oratorio di S. Michele costruito nel 1611 e di proprietà dei Medici. Nel 1891 parte dell’oratorio fu poi demolito.

Negli anni 30 Boglioni, era un villaggio tagliato in due dal canale e posto su un incrocio; era una società contadina ferma, intimidita, sempre gravata da problemi di debiti, di soldi.

Qui sotto un particolare di Boglioni nel 1900 dall'archivio fotografico di Ivan Ferrari.

Prima del 1950 Casalgrande era un paese povero, la gente non aveva soldi e andava in macelleria una volta a settimana.A Boglioni non c’era la scuola elementare e nemmeno la chiesa. Si andava a Casalgrande Alto a dottrina seguendo scorciatoie sentieri e si indossavano gli zoccoli di legno.

Oggi capoluogo del Comune, Boglioni, e Casalgrande Alto, sono ormai fusi in un unico centro urbano diviso dalla strada statale.

La Fiera

La fiera, istituita nel maggio 1861, si è caratterizzata a lungo come fiera del bestiame e poi dei macchinari agricoli e negli anni più recenti anche quelli industriali. Con la fiera arrivavano l’albero della cuccagna, le giostre, si scoppiavano i mortaretti e, l'ultima sera, i fuochi d’artificio.

Per rivitalizzarla, negli anni ‘80 ne è stata portata la durata a tre giorni, con l’inserimento di iniziative culturali, mostre di fotografia, di pittura. Oggi invece è una bellissima fiera e dura ben due settimane!

Curiosità

Il nome Boglioni deriva dal rumoreggiare delle acque che il canale Secchia portava al centro della località, dovuti al sistema delle acque e delle chiuse, infatti ancora oggi in dialetto il nome è al maschile plurale si dice: “i Bujoun” (“i Boglioni”).

A questo link potrete trovare i censimenti della popolazione di Casalgrande dal 1861.