La battaglie era finita e loro anche questa volta erano gli unici rimasti in piedi, Smaug si controllò la ferita all’addome, niente di che, neppure la cicatrice sarebbe restata a testimoniare il suo valore, invece gola era stata ferita pesantemente dal giavellotto e si curò con una pozione.
La lotta intanto aveva attirato l’attenzione del vicinato, e fuori si sentivano bisbiglii e passi affrettati, alle finestre Ghit e Difesa notarono diverse facce verdi che li spiavano e pure sul tetto si sentivano passi appartenenti a dei ficcanaso.
Quello che era successo ora a tutti, Gruk se l’era data a gambe dopo esseri camuffato da Smaug, probabilmente quel viscido aveva colto l’unica possibilità che gli era restata di salvare la pelle e gli aveva sguinzagliato contro poi delle guardie.
Poco male pensò Ghit, l’importante era comunque avere trovato gli altri, anzi li aveva salvati.
La tensione però era palpabile tra Difesa e Arabella l’atmosfera si tagliava con il coltello, e anche gli occhi di Ghola mostravano che ne avevano passate delle belle.
<<abbiamo molto di cui parlare Arabella>> disse torvo Difesa <<non posso più fidarmi di te oramai>>
Ghola sussultò ma non dava torto al gigante di ferro, avevano capito che lei aveva scelto di lasciar morire il loro compagno, li aveva ingannati per tutto quel tempo fingendo di non ricordare e inoltre sembrava che non provasse nessun rimorso.
<<non volevo vendervi al Goblin, vi avrei tirati fuori Difesa>> si giustificò la stregona, ma sapeva bene che non le avrebbero creduto, non le credevano mai, forse perché non diceva mai la verità?
No, quelle erano sottigliezze, stavolta diceva su serio.
Difesa dal canto suo aveva già preso la sua decisione, Arabella era colpevole di innumerevoli crimini, il furto era uno di questi ma non il più grave.
Già nella palude aveva capito che non poteva e non voleva più fidarsi di lei, e si era convinto che doveva farla pagare per i suoi crimini <<Arabella, mi spiace ma le ultime rivelazioni sul tuo conto mi hanno fatto cambiare idea su di te>> sentenziò perentorio.
<<non posso tollerare che sei stata la causa della morte di Sark, e che hai tentato di ingannarci, non so neppure contare quante volte la tua condotta ci ha portato ad un passa dalla morte>>
Ghola in cuor suo capiva quello che stava dicendo Difesa, e nello stesso modo non si fedava della compagna, però dividere il gruppo in una situazione di pericolo come quella poteva essere altrettanto pericoloso.
<<eh ragazzi, ma di che state blaterando? Lei è la nostra esca per il mago, cosa sono queste cazzate sulla fiducia?>> era stato Jack a parlare, si erano scordati di lui dopo l’esplosione dello specchio, ma adesso lo sgherro dello Xanathar si era ripreso e qualcosa non gli tornava.
Ghit non capiva bene quello che stava succedendo ma aveva notato il marchio sul pettorale di Jack, la situazione poteva precipitare.
Per il momento la gilda li considerava amici, tanto che con loro viaggiava Smaug, non certo la loro punta di diamante ma cmq un loro membro, ma se jack avesse riferito che non erano dei tipi a posto il loro vantaggio si sarebbe tramutato in una condanna a morte.
<<Jack, mi presento sono Ghit e faccio parte anche io del gruppo, assieme al qui presente Smaug>>
I due si fissarono, Smaug mostrò il simbolo dello Xanathar e poi entrambi dissero <<mai visto in vita mia>>.
<<bene disse Ghit, perché voi ragazzi non andate a fare conoscenza al mercato? Magari coprirci le spalle? Mentre qui noi rimettiamo in riga la nostra esca?>>
Disse inarcando un sopracciglio in modo eloquente a Smaug e Ghola.
<<Infatti Jack>> approvò la barda <<non avevi degli affari al mercato? Noi ti raggiungeremo non appena rimessa al suo posto questa topa>>.
A Jack la situazione puzzava, e anche un bel po’, ma era solamente un sottoposto, non era certo nello Xanathar perché la sua mente era affilata, no di affilato aveva solo il coltello, e un certo appetito.
Per la fortuna del gruppo Jack decise di seguire per l’appunto questo suo appetito <<ok vi lascio alle vostre cazzate, io mi sistemo le mie e poi ci troviamo qui fuori>> disse avviandosi verso la porta.
Ghit felice fissò Smaug, ma questi stava allenando i polpacci salendo ad intervalli regolari sulle punte dei piedi, un colpo di tosse lo riscosse, e il sopracciglio alzato del chierico lo invitò a seguire Jack.
<<oh…si vengo anche io amico, meglio tenere d’occhio i verdi qui fuori>> disse con un tono che suonava più falso delle promesse di Arabella ma per jack che già stava domandando di una certa Jasmin appena fuori dalla porta fu più che sufficiente.
La porta si richiuse e la tensione tornò a salire <<ragazzi spiegatemi cosa è questa storia>> sbottò Ghit esasperato, ma Difesa continuava a fissare Arabella senza degnarlo di una risposta.
<<Arabella non ha perso la memora Ghit, ma ce lo ha fatto credere, lo abbiamo scoperto prima>> disse Ghola avvicinandosi a Difesa.
Ghit fece un passo indietro sorpreso, le implicazioni di quella rivelazione erano chiare e anche terribili.
<<hai deciso di lasciare morire Sark quindi>> non era una domanda, ma una semplice constatazione, certo la lama che gli aveva aperto il cranio era stata la sua pensò il chierico, ma lei aveva deciso di usare il desiderio per sé stessa e non per l’amico.
<<voi eravate compagni da prima anche se ricordo bene, perché hai agito così?>> domandò curioso.
<<è un’assassina e bugiarda>> ruggì Difesa <<che valore hanno le sue parole dopo tutto quello che ci ha nascosto? Ormai il tempo delle spiegazioni è finito>>
No, aveva tutti i torti pensò Ghola, ma una piccola parte dentro di lei non pensava che fosse l’unica verità, Arabella avrebbe potuto fare molto di peggio, se fosse stata la carogna che sembrava, e si ricordò della corona di Gruk.
<<Usiamo la corona per capire la sua Psiche>>
Ghit e Difesa la guardarono stupiti, <<Gruk la usava per legger ei pensieri delle sue vittime, o almeno così sembrava>>
Un lampo di comprensione attraversò gli occhi di Ghit, si poteva funzionare, o almeno avrebbero capito quanto malvagia fosse la loro Stregona.
Raccolse la corona e la studiò.
Percepì da subito un forte potere arcano, e usando Identificare ne capì i meccanismi, si sintonizzò con l’oggetto e poi lo usò per leggere i pensieri di Arabella.
Per prima lesse paura, poi vergogna e poi avidità.
Quest’ultima però era intrecciata agli altri sentimenti, provò a spinger e più in profondità e a vincere le resistenze della mente della vittima.
Arabella diceva il vero, non voleva venderli, anzi voleva salvarli, ma prima di questo voleva la verga della resurrezione, per salvare Sark per rimediare.
Bene pensò Ghit, e raccontò tutto ai compagni per tranquillizzarli.
La cosa però era ostacolata dalla sete di ricchezze, aveva lottato parecchio per tenere i pensieri sulla verga, perché la spada delle nove vita era inestimabile, e Arabella era combattuta.
Quindi pensò il primo pensiero è stato per gli amici, ma poi la sete di ricchezze l’aveva paralizzata.
Cosa avrebbe fatto la Stregona alla fine? Nella sua mente questo era un grande punto interrogativo.
Decise di essere onesto del tutto con gli amici raccontando anche questo, a Difesa non fece piacere, ma Ghola lo aveva immaginato.
Arabella invece…be Arabella stava appunto fissando la spada che sbucava da sotto il tavolo, non certo una bella prova di innocenza.
Prima di decidere però, voleva recuperare un’altra verità, quella più importante, perché aveva lasciato morire il monaco?
Attinse di nuovo al potere della corona, e si immerse nei meandri della mente di Arabella.
Ora era sotto l’avidità, immerso nella vergogna.
La vergogna del gesto che aveva compiuto, e sotto di essa c’era la paura.
Seguì il filo della paura fina ad arrivarne alla fonte e descrisse quello che vide a tutti presenti.
Arabella era intrappolata, stava soffrendo e aveva l’aspetto che aveva avuto all’inizio, quando l’avevano conosciuta.
Era intrappolata all’interno di uno strano dipinto, e dall’altra parte un’altra figura molto simile a lei, ma giovane e terribile le stava succhiando la vita pian piano.
Sconvolto dalla rivelazione si aggrappò a quel ricordo, Wysabella e Arabella erano due personalità della stessa creatura, la prima aveva imprigionato la seconda da chissà quanto tempo e la utilizzava come nutrimento e fonte di potere.
Dopo un incidente in cui compariva anche Sark, un certo Edin e altri compagni Arabella aveva avuto una possibilità di fuga, la prigione aperte per una frazione di secondo e la prigioniera era riuscita a prendere il sopravvento sulla carceriera, e si era ritrovata catapultata al portale spalancato.
Wysabella però non era stata scacciata, attendeva nella mente di Arabella, e aspettava solo il momento di riprendere il sopravvento.
Terrorizzata da questo, da poter ritornare nella sua prigione a morire, Arabella aveva fatto quello che aveva fatto, colto l’opportunità di uccidere la personalità della sua nemesi, e salvarsi la vita.
Ci era andato di mezzo il suo amico, ma la stregona, non lo aveva dimenticato, per quello aveva puntato alla Verga.
Tutto il raccontò flui dalle labbra del chierico, e cambiò per sempre la storia che si erano prefigurati i compagni.
Smaug intanto stava gironzolando per i mercato, quella torma di minuscoli e rachitici Goblin non lo intimoriva, anzi, provava pena per loro, esserini che per quanto si fossero allenati non sarebbero stati in grado neppure di avere un bicipite grosso quanto un suo brufolo.
Che vita era quella? La genetica era veramente una brutta bestia, per fortuna invece lui poteva allenarsi e diventare sempre più grosso, certo l’alimentazione faceva la sua parte, ma…
<<hei principessa>> si sentì apostrofare da dietro.
Si girò infastidito e quello che vide lo riempì di curiosità
A circa 5 metri da lui dall’altro lato della strada stava l’ogre più grosso che avesse mai visto.
Le braccia erano come tronchi, i pettorali così gonfi che a stento riusciva a vedersi i piedi, e i quadricipiti sembravano quelli di un cavallo da corsa.
<<Principessa, vedo che ti sai allenare anche tu>> insistette l’ogre avvicinandosi.
Smaug gonfiò i muscoli <<certo amico, non salto mai un allenamento perché?>> sotto sotto sperava in una bella scazzottata non era soddisfatto dalla scaramuccia di poco prima, e l’ogre sembrava una bella sfida.
<<ne hai ancora di strada da fare però…ti interessano degli aiutini?>> sussurrò mostrando nella mano una serie di piccole boccette colorate.
Smaug strinse gli occhi…<<proteine?>>
L’ogre rise e batté la mano sulla spalla di Smaug, <<no amico, con quelle puoi diventare grosso, ma con queste puoi diventare IL Più GROSSO, sto parlando id steroidi>>
Smaug non ne aveva mai sentito parlare, ma diventare il più grosso era nei suoi piani, invitò il mastodontico ogre a spiegarsi meglio.
<<con questi puoi raddoppiare i tuoi muscolo in metà tempo amico, vedi come sono in pump io? Mi alleno certo, a con queste bellezze posso tirare fuori il meglio di me>>
Il discorso gli tornava simpatico, <<e quanto vuoi?>>
<<sono molto care queste rarità, e tu non mi sembri uno che gira con un bel grappolo di soldi, ma possiamo accordarci>> disse l’Ogre.
Smaug annuì interessato, quando gli altri trovavano soluzioni era sempre un sollievo per lui.
<<te le cedo in cambio dell’ascia che hai sulle spalle>> continuò il dopato.
L’ascia era importante a quanto ricordava Smaug, uscita dal collo di Arabella, e magica di sicuro, parlava pure.
Scosse il capo, <<dovrei sentire i miei compagni>> disse dubbioso.
<<sei un osso duro eh? Bene aggiungo anche questi allora>> ed estrasse dalla sacca una coppia di para avambracci in pelle e borchie e pelliccia di lupo.
<<belli, ma no mi trovo tanto bene con le armature>> disse il draconico.
<<indossale, prova e poi mi supplicherai>> rise forte l’ogre.
Smaug se li mise e impallidì all’istante, una forza incredibile si stava irradiando dagli avambracci fin sui bicipiti e poi alle spalle, non aveva mai provato nulla del genere.
Stupefatto fissò l’ogre sorridente e gli porse la mano <<affare fatto amico>> e poi per poco non gliela stritolò.
Il patto fu suggellato e l’Ogre si avviò con l’ascia che una volta era di Smaug sulla spalla, poi prima di scomparire, si girò leggermente a guardare il guerriero.
<<allenati ancora, e vieni a cercarmi al livello inferiore, è li che io tempro i miei muscoli>>
Smaug annuì fiero, e poi tornò a fissare i suoi nuovi bracciali.
Difesa ora era interdetto, aveva giudicato male Arabella? In effetti non sapeva nulla di lei, e per la prima volta sperimentò qualcosa che non conosceva e avrebbe di gran lunga preferito non conoscere, il senso di colpa.
Si girò per parlarle, ma no la vide più, al suo posto c’erano solo un mucchio di vestiti.
Tutti si allarmarono, cosa era successo? L’incantesimo di Ghit aveva qualche effetto collaterale? Oppure la stregona se l’era data a gambe?
Frugo tra i vestiti e trovò un topo, lentamente negli avventurieri i tasselli andarono al loro posto, prima la coda da topo e ora…la maledizione del topo mannaro era completa.
Ma che è successo pensò Arabella? Perché son tutti diventati dei giganti? Si chiede, poi i suoi occhi si spostarono sulle sue mani, o meglio zampe e infine si sentì sollevare per la coda fino a fissare le orbite vuote di Difesa.
Questa non ci voleva proprio si disse, proprio adesso che gli altri avevano scoperto la sua storia, lei non riusciva più a parlarci, ma solo a esprimersi in sonori Squit!!!
Ghit e Ghola si fissarono disperati, come potevano fare adesso? E se Arabella fosse mutata ormai per sempre?
<<non c’è nulla sul suo libro?>> disse Ghola?
<<il libro di Ryzzely vorrai dire>> ribatté Ghit, sono venuto qui per riportarglielo ma poi è andato tutto in malora.
Ghola controllò mentre Difesa teneva stretta Arabella, ora era di nuovo dubbioso, la sua storia era terribile, ma che avrebbe fatto se l’avesse liberata? Di sicuro si sarebbe eclissata.
<<no no c’è nulla qui>> sospirò Ghola, <<ci servirebbe un esperto, un guaritore…>>
<<vi serve un guaritore avete detto?>> una voce rimbombò dal camino e tutti si girarono di soprassalto mentre un goblin con le orecchie da coniglio e un piccolo uovo colorato sbucava circospetto dalla canna fumaria.
<<Senti>> esordì Ghit, ne abbiamo le scatole piene di voi pianta grane, non abbiamo tempo per altri assurdità o sotterfugi; quindi, vedi di concederci un momento di privacy e sparire>>
<<un momento costa tre monete d’oro>> disse la vocina roca del nuovo arrivato.
Il chierico alzò gli occhi al cielo, si frugò nelle tasche e gliele tirò, <<ecco prendi e va al diavolo>>
<<grazie>> rispose il goblin ed iniziò a contare.
Ma che diavolo fa pensò la vampira, ma poi si concentrò sul problema imminente, Arabella era un topo.
<<possiamo tornare dal mago>> disse con un’intuizione, <<gli riportiamo il libro, e gli chiediamo se la può ritrasformare, no? Dopo tutto lui ha un manipolo di topi mannari saprò che fare>>
<<Ottimo>> disse Difesa, <<ma prendiamoci gli oggetti, sono di immenso valore e la verga ci serve per Sark>>
Ghit approvò, la verga risolveva un problema, e gli altri oggetti potevano essere molto utili, si mise a identificarne alcuni, la staffa dell’assorbimento, che poteva neutralizzare gli incantesimi, la polvere dello starnuto, l’armatura demoniaca che poteva potenziare Difesa in modo assurdo ma lo rendeva vulnerabile ai demoni, e il manto delle stelle, che non appena fu indossato da Ghola la fece sparire…
Poco dopo quella tornò con gli occhi sognanti <<sono stata nel piano etereo>> disse <<tutto era bianco e argenteo, pozzo di colori assurdi apparivano e sparivano davanti ai miei occhi ed esseri celestiali sfrecciavano in cielo…
Per Ghit era più che abbastanza, mise tutto in un fagotto e vedendo rientrare Smaug, lo sfidò a sollevarlo per trasportarlo dal mago, dopo tutto i suoi muscoli andavano allenati no?
<<tra un momento partiamo>> comunicò.
<<Un altro momento? Tre monete d’oro>> disse di nuovo il finto coniglio.
<<ancora tu? Vedi di andartene>> disse Ghit
<<mi avete chiesto un momento e ora è finito, di che avete bisogno?>>
Ghit iniziava ad arrabbiarsi veramente ora <<a meno che tu non sappia ritrasformarla in umana non ci servi>>
<<be è una maledizione da mannaro, basta un sciogli maledizioni>> disse il goblin felice.
Ehhhh ma come? Perché non ci avevano pensato subito? I tre si sentirono dei perfetti idioti.
<<come ti chiami?>> chiese Ghola imbarazzata
<<Rabbit>> disse quello saltellando imitando l’animaletto dal quale prendeva il nome, poi si fermò e sorrise, <<vi serve altro?>>
<<no! puoi andare>> disse Difesa stufo di tenere sospesa Arabella, e sinceramente ancora un bel po’ arrabbiato, aveva capito le motivazioni che avevano spinto la compagna, ma non le approvava comunque, ci potevano essere epiloghi differenti se avesse chiesto aiuto o almeno condiviso più informazioni.
Fu per questo che aprì la visiera e si cacciò il topo tetro, diventando una prigione mobile.
Ghit decise che era ora di togliere il disturbo, ma c’era ancora una cosa a cui pensare, cosa fare con Jack?
<<sai consegnare un messaggio Rabbit?>> chiese con cortesia
<<certo è nelle mie facoltà>> confermò il goblin infilandosi il mignolo in profondità nell’orecchio e ravanando con soddisfazione.
Il chierico ignorò l’espressione schifata di Ghola e continuò <<un nostro compagno sta svolgendo degli affari qui in torno, probabilmente è con una certa Jasmine la conosci?>>
Un cenno affermativo di Rabbit lo fece continuare, <<digli che stiamo andando dal mago e che non abbiamo tempo di aspettarlo, torneremo noi alla gilda al più presto>>
Un altro cenno di assenso e una manina tesa gli confermarono che il goblin aveva capito., ma era vero?
<<ripeti per cortesia>> disse mostrando una moneta d’oro.
<<il mago non ha tempo per la gilda>> ripeté sorridente la creatura.
In successione gli occhi di tutti si sollevarono al cielo, e si sentì un gong, la mano guantata di Difesa che sbatteva sulla sua fronte metallica.
Ovviamente pensò Ghit, questi goblin sono un concentrato di Caos, non possiamo fidarci o almeno dovremmo trovarne uno appena sopra la media.
Sorridendo a denti stretti Ghola ringraziò Rabbit, e lo invitò a tornare ai suoi affari, il loro amico era già stato avvisato e se ne erano dimenticati disse al goblin perplesso.
Questo si arrampicò nuovamente nel camino salutandoli con cortesia e li lasciò soli.
<<be andiamo?>> disse Smaug che intanto stava allenando i deltoidi con il pacco di oggetti magici.
<<in marcia disse Difesa>> e girandosi tutti sentirono distintamente le proteste della loro compagna roditrice all’interno, ma decisero di ignorarle, non era quello il luogo per parlare dei loro affari e piani.
Tornarono all’esterno e Ghit si mise a cercare un nuovo messaggero, e li in fondo al vicolo lo scorse, un goblin vestito da principessa che li fissava triste <<Hei tu, possiamo disturbarti?>>
Questa piangendo si avvicinò <<certo tanto ormai, ormai sono triste e senza uno scopo, ho tempo da perdere in quantità>>
Ghit e Gola di fissarono e il chierico gli affidò il messaggio, poi non sapendosi trattenere le chiese <<senti ma che è successo? >>
<<Otrik ha trovato una nuova principessa, l’ho appena saputo al mercato, e ora se n’è andato ai piani inferiori…>> disse la principessa goblin scoppiando in lacrime disperata.
<<ci dispiace>> la consolò Ghola mentre dall’interno di Difesa una serie di Squit rincarava la dose <<vedrai che non ti dimenticherà, Otrik tornerà da te>>
Tra un singhiozzo e l’altro questa si calmò un po’ <<Grazie io sono Sidekik, e ora mi vedete così trasandata ma sono la bellezza più bella del mercato, devo riprendermi e farmi bella per Otrik>>
Tutti annuirono, perfino Smaug che sotto sotto aveva il cuore tenero, <<e consegnare il nostro messaggio a Jack>> la incalzò Ghit, <<così almeno ti terrai occupata finchè non ritorna>>
<<si giusto, grazie>> disse Sidekik sfrecciando via per il vicolo e salutandoli con la manina.
Speriamo in bene si augurò il chierico, ma ormai quel che è fatto è fatto e si incamminarono per portare il libro a Ryzzely.
Quando arrivarono davanti alla porta videro Wreck appoggiato allo stipite che li fissava, lo salutarono, ma questi drizzò le orecchie.
<<la maledizione ha fatto bingo eh?>> disse sogghignando e fissando Difesa.
<<la nostra compagna è diventata un topo si, puoi aiutarci o preferisci deriderci?>> lo incalzò Ghola tagliente.
<<tra sei lune la maledizione diventerà permanente, o la controlla oppure ne sarà schiava, ecco tutto>>
<<e quindi>> disse Difesa facendosi avanti a torreggiare sul topo mannaro.
<<e quindi o sciogliete la maledizione entro quel tempo, oppure la lasciate qui ad allenarsi>>
Non avevano tutto quel tempo e Ghit poteva castare rimuovi maledizioni se si fosse riposato, ma in fin dei conti potevano prendersela comoda, Arabella era al sicuro, e soprattutto era impossibilitata a combinare casini.
Non era del tutto un male quella maledizione.
Wreck bussò alla porta annunciandoli, e la solita feritoria si aprì, occhi terrorizzati e iniettati di sangue si fissarono su Ghit.
<<l’hai trovato?>>
Ghola aprì la sacca di Arabella mostrando il prezioso libro.
Dopo un rumori di catenacci e mobili spostati la porta si aprì e il mago li face entrare in fretta a furia sprangando nuovamente la porta.
<<datemelo e chiudiamo questa storia, i tuoi amici li hai già trovati, e a quanto pare lo avevano preso loro.>> sbuffò iroso il mago.
<<prima dicci che ci hai fatto, perché sono finita a Barovia?>> Ghola lo inchiodò con lo sguardo.
<<io sono solo un messaggero, e voi avete interferito col messaggio, quello che è successo è solo colpa vostra e delle vostre mani lunghe>>
<<che intendi?>> Ghit era molto curioso.
<<intendo che avermi rubato il libro mi ha messo in pericolo, la mia magia è stata disturbata e avete rischiato la vita, e anche la mia, ridatemi il libro e andatevene>>
Il mago tese la mano vibrando di rabbia.
<<ecco tieni, secondo il nostro patto mi aspetto anche che tu mi insegni la magia>> disse il chierico mettendo il libro tra i palmi sudati di Ryzzely, il quale frugò nella tasca ed estrasse una strana pietra a forma di orecchio.
<<ecco, ogni sera prima di dormire ti introdurrò agli arcani segreti della magia, ma nel frattempo tu e la tua combriccola ANDATEVENE DI QUA>>.
Difesa si sentì offeso, lui non aveva fatto nulla di male, ma poteva capire che il mago fosse spaventato, con Arabella a piede libero nulla era al sicuro.
<<ok ce ne andiamo, ma non serve essere scortesi>> disse Ghola che lentamente si avviò seguita dal resto del gruppo.
<<dove andiamo ora?>> disse Smaug che sinceramente iniziava ad annoiarsi sul serio.
<<accampiamoci dove è morto il demone, è una stanza grande e ben difendibili abbiamo una questione molto importante da risolvere>> disse Ghit.
Alludeva a Sark, e tutti lo capirono perché la mano del chierico estrasse la verga della resurrezione dal sacco degli oggetti che reggeva il guerriero e tutti annuirono.
Pure Smaug che sebbene non conoscesse questo Sark, aveva imparato che annuire quando lo facevano tutti gli altri di solito lo faceva sembrare più intelligente.
Appena arrivati la capanna di Leomund circondò il loro piccolo accampamento e Difesa estrasse il corpo di Sark dalla sacca, la ferita era orribile e Ghit si sentì male vedendo cosa aveva causato, pure Arabella fissava interdetta il corpo dalle feritorie della sua prigione.
Ghit porse la verga al Paladino <<credo che lo debba fare tu Amico>>
Il forgiato, apprezzò molto il gesto era legato al monaco da un forte legame, forse il primo amico che aveva avuto, e voleva essere lui a salvarlo.
Afferrò l’artefatto e si preparò incanalando la sua benedizione dell’oggetto che iniziò lentamente a risplendere.
La luce divenne sfolgorante, poi si irradiò su tutti i compagni, lo stavano facendo veramente pensò il la barda, resuscitare Sark dopo tutto quel tempo e dopo tutte le traversie non le sembrava vero.
Arabella fremeva da dentro la sua prigione, e squittiva di gioia, mentre Ghit sorrideva felice, il loro gruppo sarebbe tornato completo, e molto più forte di prima.
Poi Difesa abbassò la verga e toccò il corpo inerte, immediatamente la luce avvolse le membra, fluendo dall’artefatto a Sark e riparandone il corpo, la testa divisa in due si fuse nuovamente, le ferite sparirono e poi veloce come era apparsa ritornò nella verga che si spense.
Tutti trattennero il fiato, pronti a riabbracciare l’amico, a riaccoglierlo tra le loro fila, ma questo non si mosse, stupito Difesa lo toccò delicatamente, e gli controllò le iridi alzandogli le palpebre.
<<sono bianche, come fossero vuote>> disse stupefatto.
<<come è possibile? Doveva resuscitare>> sbraitò Ghit.
Ghola si rattristò immediatamente, cosa diavolo era successo? Perché doveva sempre andare male?
SI avvolse nel mantello magico appena trovato e si spostò nel piano etereo, subito vide qualcosa di strano, un linea nera che aveva origine dal punto dove prima il corpo di Sark giaceva immobile e si inabissava chissà dove.
Se questa è quello che penso, rifletté piena di dubbi, quella potrebbe essere la spiegazione sul perché non risorge, gli manca l’anima.
Arabella intanto squittiva terribilmente dentro l’armatura, la delusione per la mancata resurrezione di era tramutata in un’intuizione, dalle giunture dell’armatura riusciva a vedere Smaug ma non lo poteva raggiungere.
Ghit e Difesa, intanto, si interrogavano su cosa fare.
<<la verga è un falso?>> ipotizzo il chierico.
<<No lo escludo la magia che ho percepito era potentissima e lo ha sanato non vedi?>> rispose il paladino adagiando piano Sark e aprendo il suo stivale per afferrare Arabella.
<<allora cosa può essere successo?>>
Lo squittio di Arabella li infastidiva, ma ora non avevano tempo per le sue interferenze, dovevano capire cosa non funzionasse.
Lanciò Identificare sulla verga e il suo potere gli apparve chiaro, come già sapeva racchiudeva l’incantesimo resurrezione, che riportava in vita un corpo morto da non più di dieci anni, lo sanava e lo riportava cosciente, a patto che…di colpo realizzò quale fosse il problema, nell’esatto istante in cui Ghola si materializzò di fianco a loro.
<<Anima>> esclamarono all’unisono, mentre Arabella con un guizzo si divincolava dalla presa di Difesa per sfrecciare verso Smaug.
<<fermatela sta scappando>>urlò il gigante, ma poi tutti videro che la stregona stava solo arrampicandosi sul guerriero e gli sfrecciava squittendo da una spalla all’altra, come a cercare qualcosa.
<<che vuoi piccolo topo? non ho formaggio per te>> scherzò il draconico, ma nessuno stava ridendo, nessuno capiva cosa volesse dire la loro compagna.
Disperata saltò a terra, e con gli artigli iniziò a graffiare il pavimento, lentamente incise un A, poi una S, una C una I e di nuovo una A.
<<Ascia>> disse Ghola. <<dov’è la tua ascia di sangue Smaug?>> mentre Arabella saltava impazzita di gioia.
Ghit e Difesa sussultarono, ora ricordavano, l’ascia si era materializzata dalla gemma del collo di Arabella, e aveva a che fare con chissà qale potere evocato dal mago…
<<ah quella? L’ho scambiata al mercato per questi>> e mostrò i bracciali magici e le fialette.
Si sentì nuovamente il Dong di prima mentre Difesa si sbatteva la mano in fronte, ma Ghit non mollò <<a chi l’hai data? Sembra che centro qualcosa con l’anima del nostro compagno>>
<<non so il suo nome ma era una montagna di muscoli che mi ha chiamato principessa e poi mi ha proposto un affare irrinunciabile…>>
Ghola prese in mano Arabella <<l’anima è nell’ascia vero?>>
<<un altro segreto>> mugugnò Difesa afferrando nuovamente il topo e ricacciandolo in gabbia.
<<muoviamoci, abbiamo un ascia da recuperare>> disse Ghit.
Jack li guidò per tunnel tortuosi e ben illuminati, non sembrava all’erta, segno pensò Ghola che li lo Xanathar si sentiva al sicuro, probabilmente controllava la zona da parecchio tempo e l’unica minaccia, o fastidio, era il mago e i suoi topi.
Nulla che impensierisse Jack, comunque, che blaterava di saccheggi e strozzinaggi vari con Difesa.
Chissà quanti avventurieri erano finiti tra le grinfie della gilda e chissà di quali crimini erano state testimoni quelle stanze, era una vera fortuna essere incappati in quei delinquenti ed esserli fatti amici.
Avevano perduto Sark certo, e guadagnato Smaug, ma almeno erano in vita e non dovevano guardarsi l e spalle continuamente.
Dopo l’ennesima curva iniziarono a sentire del rumore, vocine stridule, musica, e anche profumo di qualcosa che arrostiva su uno spiedo.
<<attenti ragazzi, questi farabutti verdi sono peggio della gonorrea se gli date spago>> li avvertì Jack sghignazzando, poi entrò in una grande piazza circondata da colonne di marmo.
L’atmosfera era calda ed accogliente, un brusio generale permeava l’area e un brulichio di goblin li circondò immeritamente, gli avventurieri erano sempre stati abituati a vedere quelle creature ostili e coi pugnali in mano; invece, li erano interessato solo a mercanteggiare.
Il mercato era un insieme di bancarelle colorate, tende di fortuna e carretti pieni di ogni cianfrusaglia, i mercanti urlavano per attirare i clienti, che a loro volta urlavano per contrattare sui prezzi.
Nessuno li bado più del necessario, segno penso Ghola che i visitatori erano una cosa normale da quelle parti, le loro vite non erano in pericolo, ma che dire dei loro effetti personali?
I quattro si addentrarono pian piano nel mercato, evitando gruppetti di goblin che sgranocchiavano carne su spiedini, e imbonitori che li attiravano verso le bancarelle.
<<dovete fare qualche compera? Prepararvi per affrontare il mago?>> chiese Jack sondando il mercato con gli occhi.
<<qui potete trovare di tutto, ma attenzione che il prezzo segue parametri abbastanza strani, inoltre>> sghignazzò <<metà delle cose che vi venderanno saranno false>>
<<No grazie>> disse Difesa, non avevano tempo da perdere in compere, inoltre in cinque minuti che erano li aveva già sentito per tre volte qualcuno che gli frugava nelle tasche, o meglio che cercava le sue tasche, era davvero fortunato a non averne pensò divertito.
Aver legato ed imbavagliato Arabella invece era stata la loro fortuna stava pensando Ghola, la stregona stava letteralmente impazzando a guardare tutte quelle bancarelle poco sorvegliate, i borselli dei Goblin gonfi di monete, e le gemme luccicanti, probabilmente false che molte canaglie esponevano su velluti ricamati.
<<ci volete assoldare?>> dissero tre vocine in coro alle sue spalle.
<<eh? Cosa?>> fecero all’unisono Difesa e la barda.
Girandosi videro 3 globlin equipaggiati da avventurieri, anche abbastanza degnamente, che li fissavano appoggiati a un muro con fare da duri.
<<possiamo esservi molto utili>> disse quello cl naso più adunco degli altri e una fascia blu in testa indicando la loro prigioniera.
<<scortiamo, torturiamo, stupriamo, proteggiamo>> continuò strizzando un occhio al paladino.
<<io so anche fare di maglia>> disse quello con la fascia rossa, mentre quello con la fascia gialla si limitò a sorridere a Ghola.
<<e quanto costate?>> si informò quest’ultima sorridendo ai tre che si bloccarono stupiti, probabilmente non erano mai arrivati a quel punto, nessuno li aveva mai cagati di striscio.
<<3 monete d’oro a testa>> rispose il rosso, poi con uno spintone il giallo urlò <<no no siamo in 3 facciamo 3 monete>> mentre il blu che teneva il conto con le dita assentiva vigorosamente.
Difesa alzò gli occhi al cielo, qualcosa nella loro matematica non funzionava proprio, ma poi vide un ogre che si faceva scalpellare i denti da un piccolo goblin in camice bianco, o meglio, che una volta doveva essere stato bianco, e si convinse che probabilmente in quel mercato le stranezze maggiori erano loro.
<<allora vi darò una moneta per tutti e tre ci state?>> rilanciò Ghola mettendo la mano sul borsellino come per concludere l’affare.
<<e vi chiamerò Qui, Quo, Qua, affare fatto?>>
I tre si confrontarono al volo, con gli occhi avidi, e poi Qui sorridendo disse <<facciamo due prendere o lasciare>>.
Difesa scosse il capo mentre Ghola accettava il contratto, ma la folla ammutolì mentre un’altra vocina si insinuava nel discorso.
<<cosa abbiamo qui?>> urlò un goblin che indossava una vistosa corona palesemente auto assemblata con pezzi di metallo dipinti.
Tutti fecero capannello attorno alla scena, i compagni si guardarono l’un l’altro e poi guardarono Qui, Quo e Qua che alzarono le spalle come a dire non ne sappiamo nulla.
<<Prego? Stavamo concludendo un affare>> disse Ghola.
<<certo lo vedo, ma la mia percentuale? Io sono il re dei Goblin e tutto quello che viene commerciato deve essere approvato da me>>
Tutti i goblin sghignazzarono divertiti, il cosiddetto Re invece si limitò a sollevare la punta del naso il più possibile assumendo una posa fiera.
<<ok allora l’affare salta>> esclamò alzando un sopracciglio la barda.
<<ehhhh? Fecero in coro Qui, Quo e Qua, non si aspettavano una conclusione del genere e iniziarono a protestare, ma il re alzò una manina verde e sentenziò:
<<l’affare è stato fatto e mica potete ora annullarlo, le mie guardie sono pronte ad intervenire>> e subito 3 goblin più grossi degli altri e con delle armature spaiate si fecero avanti.
Difesa sbuffò e si preparò a intervenire, ma una nuova vocina si mise in mezzo.
<<prego signori non serve di sicuro mettersi a litigare vi pare?>> disse con voce suadente un altro goblin.
Ghola alzò gli occhi al cielo, ma quanto scocciatori c’erano in quel mercato? Si girò a cercare Jack con gli occhi, ma lo vide che mano al borsello contrattata il prezzo con un’avvenente e prosperosa Goblin femmina.
Schifata dall’intuizione, si girò verso il nuovo venuto <<senti non abbiamo tempo da perdere e neppure soldi da sprecare, qui…>>
<<mia signora non sono della stessa risma di questi beoti>> disse il goblin elegantemente vestito, anch’esso con una piccola corona in testa e un sacco sulle spalle.
Arabella imbavagliata e legate era d’accordo con lo strano personaggio, i suoi abiti erano di foggia molto migliore e anche la padronanza del linguaggio sembrava quella di un nobile.
<<piacere sono Gruk>> disse e poi si toccò la corona che scintillò debolmente, in un batter d’occhio tutti gli altri ficcanaso persero interesse e ripresero quello che stavano facendo come se non li vedessero affatto.
<<sono un mercante di oggetti miracolosi, e ho degli affari interessanti, ma non sotto gli occhi di questi stupidi e avidi bifolchi>> disse ridendo piano.
La scenetta incuriosì molto i tre che strattonarono jack facendogli sfumare l’affare, il farabutto controvoglia confermò loro che si era un mercante e si di nuovo spesso lo xanathar non aveva trovato utile, ma lui personalmente non aveva mai comprato da lui.
<<Mostraci quello che hai Gruk>> disse la barda estraendo i tarocchi.
<<o certo seguitemi nel mio negozio, li nessuno ci disturberà>> li guidò in un vicoletto con una piccola bancherella, aprì una porticina sul fondo e li fece accomodare nel suo piccolo e scarno studio, ricavato da una catapecchia, poi prima di procedere castò capanna di Leomund sorridendo compiaciuto.
<<Eccoci qui>> esclamò aprendo il sacco e sistemando sul tavolo una serie di oggetti.
Una verga, una spada, un paio di armature un mantello, delle boccette, e altre chincaglierie…<<ne ho per tutti i gusti e prezzi, e li in fondo ho il mio pezzo forte>>
Informò tutti scoprendo da dietro un telo un grande specchio argenteo <<vedete?>>
Tutti guardarono il magnifico specchio e poi Ghola, Difesa e Jack semplicemente svanirono da dove erano e si ritrovarono in uno spazio circolare suddiviso in 12 spazi di cristallo ermeticamente sigillati e una luce fioca che veniva dall’alto.
Arabella sgranò gli occhi esterrefatta, un attimo prima erano li e poi puff svaniti, ma che stava succedendo?
Gruk svelto coprì lo specchio e poi soddisfatto sospirò sedendosi sulla sedia <<ecco fatto, un altro buon affare garantito>> disse fissando la stregona intontita.
Nel frattempo, Ghit stava rispiegando a Smaug le vicende delle ultime ore, si Rex era morto, ma Rex era anche stato uno schifoso demone che li aveva ingannati.
Kreena era una pazza psicopatica che per qualche motivo lo aveva preso di mira fin dall’inizio, ma era tutto era chiarito.
L’obiettivo era ritrovare i compagni scomparsi, riportare il libro al mago era il primo passo, e per quello serviva il sangue.
Smaug non aveva capito quasi nulla ma il punto di ritrovare i compagni lo convinceva così fece quello che gli era stato insegnato dal suo maestro alla gilda dello xanathar, si concentrò profondamente, liberò la mente rilassò tutti i suoi innumerevoli muscoli, poi aprì gli occhi li fissò entrambi su Ghit e lentamente senza distoglierli annui.
Ghit si rasserenò immediatamente, un problema in meno.
<<ora andiamo a parlare col mago>> disse ma no fece in tempo ad aprire la porta che lo trovò li, accucciato fuori.
<<ah eccovi, tutto bene? Risposati?>> chiede con un tono insensatamente veloce.
<<si grazie>> rispose Smaug
<<bene allora che ne dite di darmi il sangue prima che qualcuno si accorga che siamo indifesi?>>
Ghit frugò nella sacca ed estrasse il panno imbevuto del sangue di Rex <<ad una condizione però>> disse stringendo gli occhi.
Ryzzely lo fissò attendendo.
<<voglio che mi insegni la magia>>
<<eh? Come? Vuoi diventare un mio adepto? Tu un chierico?>> il mago strabuzzò gli occhi ma in quella condizione avrebbe accettato qualsiasi cosa e per il sangue del demone quello gli sembrava un prezzo più che ragionevole.
Inoltre, pensò così me lo toglierò dalle scatole.
Ghit intanto lo fissava determinato, ma quando vide il mago annuire esultò di gioia.
<<bene dammi qui ora, dobbiamo muoverci, e mi raccomando osserva tutto giovane discepolo quello che hai davanti è uno dei più grandi maghi che tu abbia mai visto>>
<<senza magia>> puntualizzò il chierico.
<<per ora>> rispose piccato Ryzzely.
Li accompagno su un tavolo, dove delle strane linee su una pergamena erano tracciate con in gesso bianco e un odore di incenso pizzicava il naso del guerriero.
<<questo è un rituale di individuazione>> disse prendendo un po’ di sangue e mettendolo al centro delle linee sul tavolo.
<< il mio libro ha delle garanzie chiamiamole così, e grazie a questa magia ora sapremo dov’è e voi lo andrete a recuperare per me>>.
Smaug annui, facile pensò andiamo, prendiamo e riportiamo finalmente si ragiona.
Ghit intanto prendeva appunti e sebbene il suo maestro fosse senza poteri al momento doveva riconoscere che era molto abile.
<<pronti?>> disse il mago, e senza attendere prese una candela rossa e diade fuoco alla pergamena che sfrigolò nell’aria, poi si dissolse in cenere davanti ai tre trepidanti.
Il mago sorrideva, Smaug pure di rimando, ma Ghit disse << e quindi?>>
Ryzzely ridendo gli toccò lo fronte e immediatamente nella mente gli comparì dettagliato un percorso da seguire che portava ad una sgangherata porta di legno.
<<ecco, li è dove troverete il mio libro>>
<<Smaug seguimi disse Ghit>> veramente impressionato dalla facilità della magia.
<<ti porteremo il libro e poi tu ci ridarai i nostri amici>> e si avviarono per il labirinto.
Il percorso li guidò indietro sulle loro vecchie tracce, ripassarono per le stanze di Trezia fino al mercato goblin e infine arrivarono nella piccola piazza con in fondo il vicolo dove li attendeva la porta vista con l’incantesimo.
Peccato però che ad attenderli ci fossero una moltitudine di goblin che provarono a vendergli qualsiasi cosa.
<<Bene bene>> di disse Gruk ridendo, quanto valgono per te i tuoi amici?
<<mmmmm>> rispose Arabella, alzando le mani legate e abbassandosi il bavaglio.
<<i miei amici non hanno prezzo non avrei abbastanza soldi…>>
Il piccolo Gruk si toccò la corona e castò leggere pensieri, immediatamente fu nella mente della stregona e vi lesse un groviglio di pensieri ossessivi sugli oggetti magici sparsi sul tavolo, degli amici le interessava ma la sua avidità patologica pervadeva ogni pensiero.
Una bella gatta da pelare, per lei, ma un’opportunità per lui.
Quello che lo scoraggiò più di tutto pero fu il pensiero che colse subito dopo, e cioè che aveva appena 600 monete d’oro da scambiare, lui puntava a molto di più…
Be poco male si sarebbe preso tutto magari chiedendo un riscatto agli altri intrappolati, o vendendoli a qualche pazzo…nel labirinto si incontrava di tutto.
<<non mi puoi fare uno sconto?>> oppure quanto costa quella spada nera laggiù?
Gruk furbescamente la assecondò.
Dentro lo specchio, nel frattempo, Gola stava capendo cosa fosse successo un attimo prima erano nella catapecchia a guardare il loro riflesso, e un attimo dopo erano in quelle specie di celle di cristallo.
Difesa dava pugni alla parete, ma senza nessun risultato, mentre Jack borbottava qualcosa di un acconto dato a una certa Jasmine…inutile tirapiedi pensò la barda.
<<Difesa, mi senti?>>
Questi annui forte e poi replicò che erano intrappolati nello specchio, ma non capiva come fosse stato possibile, avevano solo guardato quello che vi aveva mostrato Gruk…
Sora annui lentamente felice che ci fossero arrivati tutti, <<quello stronzo ci ha fregati, ma non è tutto perduto Arabella non è qui con noi>> poi si bloccò perché il pensiero la raggelò, vide che anche le orbite di Difesa sebbene vuote rispecchiavano la sua stessa paura.
Arabella li avrebbe venduti per il primo ninnolo magico che le sarebbe stato offerto, o anche solo per un piccolo gingillo scintillante, dovevano arrangiarsi.
I circuiti di Difesa elaboravano dati all’impazzata ma non era più lucido come un tempo, ora la paura lo rallentava e gli faceva accavallare i pensieri, ma era comunque grato di quella novità lo faceva sentire più vivo anche se paradossalmente poteva esserlo per gli ultimi istanti.
Ghola estrasse i suoi tarocchi, <<posso ricorrere ai miei spiriti, con una seduta spiritica possiamo capire come uscire di qui forse>>
<<proviamoci>> la incoraggiò Jack, ma poi furono abbagliati da una luce.
Il cielo si spalancò e l’immagine di Gruk comparve, con dietro Arabella <<salve preziosi clienti>> li canzono.
<<liberaci sporco vigliacco>> attaccò Difesa sbattendo i pugni sulla parete di cristallo
Gruk Sorrise e strofinò l’indice sul pollice in un gesto inconfondibile.
<<al giusto prezzo cari amici>>
<<ci stai tenendo in ostaggio, quanto chiedi?>> provò a mediare Ghola fremendo però di rabbia.
Arabella intanto era indaffarata a osservare la spada nera che Gruk le aveva mostrato, la leggendaria spada delle nove vite le aveva detto, e li di fianco c’era la verga della resurrezione, con quella avrebbe potuto riportare indietro Sark, oppure farci 25000 monete d’oro.
No, quello era un pensiero sbagliato si disse, Sark era una sua responsabilità, quella volta aveva scelto di sacrificarlo, ma solo perché non aveva avuto scelta.
Aveva agito per salvarsi la vita, Wysabella l’avrebbe intrappolata e consumata di nuovo, era solo questione di tempo e sarebbe riemersa, per quello aveva fatto quello che aveva fatto.
Ora però era diverso, poteva fare la cosa giusta, l’oro poteva rubarlo quando voleva, ma riavere Sark era un’occasione unica si disse.
Alzò gli occhi dalla verga, Gruk di spalle stava contrattando con gli amici intrappolati, ma aveva il coltello dalla parte del manico, loro potevano solo cedere.
Ma un coltello ce l’aveva anche lei, si disse, e lo avrebbe usato, silenziosamente lo estrasse e si portò alle spalle del goblin distratto, poi quando si fu posizionata sferrò il colpo.
Gruk colsi un movimento improvviso alle sue spalle attraverso lo specchio e schivò d’istinto, proprio mentre la lama della stregona si piantava sulla cornice dorata scheggiandola.
<<ah scusa volevo salvarti da uno schifoso ragno>> si giustificò Arabella, una panzana che sapeva già non avrebbe retto, ma alla peggio avrebbe usato la sua magia cosa avrebbe potuto fare un solo goblin contro di lei?
<ma certo figurati>> desse Gruk, <<ovviamente ti devo ringraziare, guarda lo hai proprio ammazzato>>
Arabella stupita e confusa fissò lo specchio nel punto indicato dal farabutto e in un batter d’occhio si ritrovò risucchiata oltre il vetro a fianco di Ghola.
<<be ci ho provato>> disse con un mezzo sorriso.
Gola e Difesa invece sbiancarono, ora nessuno li avrebbe più ritrovati erano spacciati.
Ghit, intanto, si stava facendo strada nel mercato tra una serie di no grazie, e no non mi serve e qualche spintone di Smaug che lo aiutava quando le parole avevano meno effetto.
Il vicolo dove dovevano entrare era vicino ma aveva già incontrato due re che gli avevano chiesto il pedaggio, tre loschi tipi che asserivano di essere mercenari e uno strano dentista munito di martello finendo per sprecare tempo prezioso.
Finalmente riuscì ad imbucare il vicolo e arrivare davanti alla porticina della visione.
Provò a bussare la ma porta si aprì da sola, e un goblin stupito lo fissò dal basso.
<<salve signori>> si riscosse subito il commerciante
<<Salve, sono Ghit e sto cercando un libro molto importante che so per certo si trova qui>> si presentò il chierico, stufi di contrattare e mediare andò diritto al punto.
<<be un po’ ‘vago non credi? Libri preziosi ne ho a bizzeffe, ma accomodatevi non stiamo in strada>> disse facendo segno di entrare.
I due accettarono e mentre la porta veniva chiusa Gruk lanciò lettura dei pensieri su Ghit per capire chi avesse di fronte e cosa cercava.
In un attimo la situazione gli fu chiara, il libro del mago della banda dei topi mannari era disperso e doveva essere li, coi i compagni rapiti probabilmente, decise di afferrare l’occasione al volo.
<<venite vi mostro i miei libri, guardate>> disse scoprendo con uno svolazzo del telo nero lo specchio incantato.
Ghit e Smaug si sentirono risucchiare dalla superfice argentata, ma la loro volontà riuscì a resistere, il chierico diede fondo a tutte le sue riserve interiori, mentre Smaug…be semplicemente Smaug non rifletteva quasi mai, si mise a flexxare i poderosi tricipiti ignorando l’incantesimo di costrizione.
Quello che entrambi percepirono però fu il pericolo e soprattutto videro gli amici intrappolati dietro al cristallo.
Immediatamente le braccia di Smaug agirono afferrando il goblin e sollevandolo, i suoi muscoli non avevano bisogno di aspettare un comando dal cervello, se fosse stato così Smaug sarebbe morto molto tempo fa, no i suoi bicipiti agivano per volontà propria.
E quella volontà diceva immobilizza il goblin che ha tentato di attaccarci.
Ghola vedendo la scena approfittò dell’occasione, castò servitore inosservato e lo mando oltre lo specchio per avvisare i compagni.
Il servitore prese un foglio e scrisse: siamo nello specchio in trappola.
Ghit sconcertato fissò Gruk con rabbia <<che storia è mai questa? Cosa stai combinando infame creatura>>
<<ma no quello è un mio appunto, sto scrivendo un romanzo e scribacchio qua e la le mie idee>> disse provando a difendersi.
Ma a Ghit non tornava la storia, nello specchio aveva intravisto qualcosa, e il goblin era losco, dall’interno poi Ghola castò mutismo e cecità sempre sulla creatura per impedire che influenzasse gli amici con le sue menzogne, ma era troppo tardi, il goblin aveva già invitato Smaug a guardare lo specchio per una scusa qualunque, ma non aveva fatto i conti col il muscoloso guerriero che lo teneva così stretto che al momento dell’imprigionamento si ritrovò bloccato nella stessa teca.
Fu così che Ghit si ritrovò da solo nella stanza.
Dentro la prigione, intanto, tutti inveivano contro Gruk, mentre Smaug salutò i compagni sorpreso, <<ecco deve eravate amici>>.
Il Piccolo Gruk intanto non vedeva ne poteva parlare, ma sapeva che era solo una questione di tempo, appena l’incantesimo fosse finito si sarebbe vendicato.
Ghit sospettoso picchiettò lo specchio con la spada senza fissarlo direttamente, avvisato dal servitore inosservato di Ghola, poi confuso e spaventato abbassò lo specchio a faccia a terra, appena prima però Smaug sbucò da dietro il vetro, salutandolo.
<<ero intrappolato li dentro ma sono riuscito ad uscire>> disse Gruk che usando camuffare ste stesso aveva preso l’aspetto di Smaug.
L’astuto goblin stava giovando tutte le sue carte per fottere Ghit, ma Ghit aveva una certa esperienza con gli aspetti illusori, quel giorno era già la seconda volta…e gli tese un tranello.
<<si vero>> disse al finto Smaug <<perché non vai a chiamare Morgan, lui ci aiuterà>> disse inventando un nome a caso, se Smaug avesse abboccato avrebbe avuto la prova che era un impostore.
<<non c’è tempo adesso, i nostri amici sono bloccati nello specchio e non sappiamo come funziona>> replicò Gruk astutamente aggirando la domanda, dopo di che iniziò a muoversi attorno al tavolo << dobbiamo cercare qualcosa per tirarli fuori>> disse avviandosi verso la porta, voleva fuggire era la sua ultima possibilità ormai era quasi stato scoperto.
Ghit intanto stanco e sospettoso decise di agire, calò velocemente la lama sullo specchio rovesciato frantumandolo.
Questo esplose in grossi frammenti sparando fuori i compagni come fossero da un cannone, questo diversivo diede il tempo a Gruk di guadagnare la porta e mischiarsi tra la folla.
Tutti si alzarono di scatto pronti alla battaglia ma quello che videro fu solo uno stupito Ghit che li fissava.
Non ebbero il tempo però di salutarsi perchè dalla porta fecero irruzione tre strani goblin armati con dei congegni che nessuno aveva mai visto, sembravano sia indossare che pilotare delle strane armature tutte lame e pinze.
<<eccoli>> disse il prima da dentro la sua armatura, <<prendiamoli>> e si gettarono addosso agli avventurieri.
Ghola si arrampicò sul soffitto, e Ghit evocò la sua lama magica mentre Difesa estrasse la mazza pronto a combattere, i goblin però si accanirono su Smaug considerandolo il nemico più temibile.
Con un balzo il goblin meccanico si fiondò sul guerriero che parò con la sua ascia l’artiglio, si rese conto troppo tardi però che quello era solo un diversivo e sentì una lama scalfirgli gli addominali corazzati.
Ghola dall’alto afferrò la testa del goblin e attinse al suo potere necrotico fondendogli le orbite e consumandogli la pelle.
Immediatamente uno dei suoi compagni scagliò un giavellotto che ferì la vampira che riuscì a stento a restare aggrappata al soffitto mentre Smaug con la sua ascia finiva il goblin ferito.
Ghit attaccò prima con la spada magico e poi con i suoi incantesimi che non potevano essere parati dalle armature ponendo fine alla minaccia del secondo nemico, mentre Difesa e Arabella si occupavano dell’ultimo, con passo velato il gigante si materializzò dietro al nemico immobilizzandolo mentre la stregona lo compiva con i suoi dardi, un momento prima il campo di battagli era un inferno e un attimo dopo era silenzioso con i 5 compagni che si guardavano attorno all’erta.
Ghit stava controllando i danni, un paio di pozioni di cura l’avrebbero tenuto in piedi e l’incantesimo riparare avrebbe sistemato il suo scudo mezzo corroso dai rugginofagi, ma era preoccupato per Smaug, se l’era vista veramente brutta durante la battaglia, ormai aveva capito il suo stile di combattimento, impulsivo e letale, ma non aveva ancora ben chiaro letale per chi.
Alzò lo sguardo per vedere Rex che abbracciava Smaug, gli occhi rigonfi d’orgoglio testosteronico, Smaug pesantemente ferito, le armi a pezzi, ma con il fuoco del pump negli occhi, e Kreena l’infame topo che ce l’aveva con lui per chissà quale motivo, che abbracciava lo stivale del compagno dragonide.
Una scena inquietante a modo suo quasi più dell’orda di insetti che avevano provato a divorarli.
<< rinato dalle cimici, sei stato grandioso, sento ancora i tuoi bicipiti stridere nelle mie muscolose orecchie>>
<<siamo fratelli ora>> rispose Smaug afferrando l’avambraccio del guerriero ed ergendosi in tutta la sua statura.
<<mi hai aiutato e te ne sono grato, e riconosco la tua forza>>
<<ed io riconosco la tua, rialzarsi con quelle ferite e continuare a combattere è degno di un vero gymbro>>
Ghit stufo di sentirli lodarsi a vicenda e temendo che di lì a poco si sarebbero messi a fare una gara di flessioni o powerlifting li invitò a tornare allerta.
<<compagni, abbiamo sconfitto questi insidiosi insetti, ma eravamo qui per un demone, ricordate?>>
Entrambi i guerrieri annuirono, e si guardarono attorno circospetti.
<< io ero in cerca di tesori quaggiù, ma non ho visto nessun demone>>
Smaug soppesò quella affermazione, strano pensò che Rex fosse qui solo in cerca di tesori, <<come sei arrivato qui fratello>> volle sapere.
Flexando i pettorali il guerriero indicò il profondo crepaccio in fondo alla sala.
<<sono risalito a mani nude lungo la parete, dal livello tre dove…>> il guerriero distolse gli occhi ed ebbe un leggero fremito <<…da dove sono fuggito, non mi vergogno ad ammetterlo davanti a un bro>>
Un nuovo sentimento di profondo rispetto nacque in quell’istante in Smaug, solo un grande guerriero non ha paura di ammettere le proprie paure, e lo abbracciò nuovamente.
Si avvicinò al crepaccio guardando di sotto, un vento gelido lo investì facendolo quasi indietreggiare, mentre guardando giù vide solo tenebra e una corda che vi si perdeva.
Difesa, Arabella, e Ghola invece erano ammollo nell’acqua stagnante, immersi fino alle ginocchia in una palude scura e minacciosa.
Tutto sembrava malsano e sbagliato, poi Difesa posò lo sguardo sulla stregona, e tutto gli sembrò ancora più sbagliato, le sue mani avrebbero voluto serrarsi sulla sua gola e stringere, o spingerla sotto l’acqua e contare lentamente fino a 10000…
Rabbia, si rese conto il paladino, stava provando rabbia verso una persona, erano una cosa nuova questi sentimenti che ora riusciva a percepire, e questo pensiero lo distolse momentaneamente dal suo intento omicida.
Ghola, intanto, si stava guardandosi attorno, era anche lei infuriata con la stregona, per colpa e delle sue avide mani erano finiti chissà dove, ma le era anche grata, per un attimo aveva temuto di essere nuovamente bloccata a Barovia, e questo le bastava per non aiutare Difesa a strangolarla.
Guardò in alto, una pallida luna aveva appena il coraggio di specchiarsi sull’acqua, il riflesso però era anomalo, non era tondo ma vi si diramavano tentacoli evanescenti che sembravano esplorare le acque attorno.
Arabella, con le gonne tirate su si avvicinò alla riva notandovi qualcosa di interessante, un corpo era riverso appoggiato a un fagotto bianchiccio.
Un umanoide rinsecchito con le fattezze di un anfibio posava la mano morta sul fagotto.
Un tesoro le sussurrò immediatamente una vocina nel cervello, ovviamente, sennò perché protendersi anche dopo la morte?
Ghola che la stava osservando le si avvicinò da dietro
<<non credi di aver già toccato abbastanza per oggi?>>
<<ma potrebbe aver bisogno di aiuto, non pensi?>>
<<e lo vuoi aiutare a trasportare il fagotto immagino giusto?>> disse toccando appena l’ammasso di tela che con uno schiocco improvviso si fletté sbattendo di lato la mano morta del suo ex proprietario e srotolandosi prese la forma di una piccola imbarcazione.
I tre si guardarono circospetti.
<<sembra una trappola>> esclamarono all’unisono Ghola e Difesa,
<<proprio quello che ci serviva>> disse sorridendo la stregona.
<<ora sembra ancora di più una trappola>> confermò la barda.
Difesa però che sentiva l’acqua iniziare a penetrare nei gambali dell’armatura appesantendolo, decise di salire e, stranamente il piccolo natante resse il suo peso, poi fu la volta di Ghola che si posizionò a prua.
Per ultima Arabella che fece beccheggiare pesantemente la barchetta ormai sovraccarica e a causa della spinta si avviò pigra verso acque più scure.
Ghit non trovava affatto prudente sporgersi a quel modo sul crepaccio, e ancor meno stare li a chiacchierare come se niente fosse; potevano star passeggiando su una colonia intera di corrosivi insetti, non erano al sicuro.
Una vocina però si intromise nei suoi pensieri
<<Smaug, ti prego torniamo da Ryzzely, non mi sento al sicuro in presenza del vile Ghit, mi ha ucciso una volta e mezza oggi e vedo ancora i suoi occhi iniettati d’odio fissarmi>>
<<smettila brutto topo, ti ho riportata in vita se non sbaglio no?>>
<<per potermi uccidere nuovamente, non eri soddisfatto forse di come avevo sofferto alla fine>>
Con uno sbuffo di disprezzo Ghit tracannò una pozione curativa mentre finiva di rattopparsi.
<<come mai ci sono tracce di artigli lungo la parete?>> domandò Smaug al fratello.
<<e che ne so io>> sbottò il virile Rex, <<io sono salito sputando sangue e poi ho iniziato a sterminare cimici, saranno state loro a rosicchiare la parete>>.
Il Dragonide strappò una delle zampe per confrontarne gli artigli con i segni sulla parete mentre Rex lo osservava con vivo interesse.
<<il demone ragazzi, ci serve il sangue di un demone per recuperare i nostri compagni, smettiamola di giocare agli esploratori>>
<<concordo>> grugnì Rex, << torniamo dal mago e chiediamogli dove sta questo fantomatico demone>>
<<gli artigli non combaciano con queste tracce>> sussurrò Smaug accucciato sul bordo.
<<no proprio no bro>>
<<allora qualcosa altro deve essere salito da giù, qualcosa di bello grosso>>
<<ma che ce ne importa fratello, portami dal mago su, poi magari ci alleniamo un po’>> sbuffò Rex.
Qualcosa non quadrava, a parte i continui piagnucolii di Kreena, e l’interesse tutto nuovo per le tracce di Smaug, come mai Rex ora voleva andare dal mago? Un’intuizione attraversò il cervello del chierico.
Silenzioso si allontanò lentamente dai due, e si tirò su il cappuccio del mantello dei mille occhi…
A malapena trattenne un’esclamazione di sgomento e orrore, di fianco a Smaug ora vedeva un immondo ammasso di bitorzoli, piaghi e rigonfiamenti malsani, due ali membranose e una testa abnorme incassata tra le spalle, ecco dov’era il demone pensò.
Ci sta ingannando per arrivare dal mago, per quello non ci uccide immediatamente sebbene siamo feriti e alla sua mercé.
Un’idea si fece largo nella sua mente disperata, aveva solo una possibilità, se qualcosa fosse andato storto sarebbero stati spacciati.
Difesa manovrava i piccoli remi, guidando il gruppo sempre più in profondità nella palude, <<dovremmo cercare un’uscita da quest’acquitrino>> sussurrò Arabella.
<<credo che sarebbe più sicuro se tornaste indietro invece>> sussurrò di rimando una voce bassa e liquida da sa sotto l’imbarcazione.
Tutti si sporsero e videro una grande faccia cadaverica che li fissava da sotto il pelo dell’acqua.
Gli occhi morti però ebbero un guizzo di vita, <<Wysabella? cosa ti è successo? Sei proprio tu?>> e la faccia emerse dall’acqua trasformandosi.
<<Edvin? O mio dio Edvin si sono Wysabella>> urlò stupita la stregona.
Come Wysabella? Pensò veloce Difesa, i suoi processori si misero a elaborare dati ad una velocità incredibile fin che tutto andò al suo posto.
Arabella era Wysabella quindi, lo aveva appena confermato, quindi aveva lasciato morire Sark, e finto di perdere la memoria, li aveva ingannati tutti.
La furia si impadronì nuovamente di lui, ma stavolta prima che potesse capirlo aveva già strappato dalla barca la stregona tenendola per il collo a penzoloni sopra l’acqua.
<<Maledetta egoista, bugiarda, assassina doppiogiochista>> urlò.
Ghola gli si aggrappò al braccio tentando di farlo ragionare.
<<fermi vi prego>> disse la testa di Edvin dall’acqua.
<<ho poco tempo, le energie mi stanno abbandonando e mi dovete aiutare, non c’è tempo per le vostre liti adesso siamo tutti in tremendo pericolo>>
<<non mi interessano i tuoi problemi, ora è tempo di farla finita con questa meschina>>
sentenziò spietato il paladino.
<<invece dovresti darmi ascolto, so cosa sei, e il mio carceriere è anche il tuo creatore>>
Un silenzio di tomba calò sul gruppo.
<<anche tu vampira, sei in pericolo lo siamo tutti, Tarsil ci da la caccia ed è estremamente folle e potente>>
Difesa allentò la presa sospendendo la sua esecuzione.
<<grazhhie>> gracchiò Arabella.
<<spiegati meglio, piccolo spirito>> lo invitò a continuare Bardaghola, che aveva capito di star parlando con un’emanazione di questo Edvin che conosceva la vecchia Arabella.
<<io sono un vecchio compagno della qui presente Arabella, ero a Phandalin con lei e altri compagni, devo trovare Sora, lei potrà aiutarmi, è qui anche lei?>>
<<Sora è andata a farsi processare per la storia degli orchi>> sussurrò la stregona.
<<come? Sora si è costituita per un crimine commesso da te principalmente? Questo è proprio da lei, e anche da te>>
Difesa e Ghola si guardarono concordando silenziosamente con Edvin.
<<allora Sark? Lui potr…>>
<<Sark è morto>>
<<l’hai lasciato morire tu, maledetta avida assassina>> sbottarono Difesa e Ghola.
<< non abbiamo tempo per i dettagli ora, Edvin dice che siamo in pericolo>> replicò Arabella.
Attonito il piccolo Halfling ci mise un poi a riprendersi.
<<datemi ascolto allora, questa storia ci coinvolge tutti.>>
<<sono tenuto prigioniero dal mio vecchio compagno Tarsil, lui è impazzito e mi usa come catalizzatore, sono connesso ad una qualche malvagia entità che cerca di entrare in questo mondo, e lui mi sta sfruttando per attingere potere.>>
Arabella lo fissava con sgomento, Tarsil? Il mago scomparso? Era malvagio?
<<la sua mente ora è folle, non so se sia colpa di questo maledetto labirinto, dell’influenza del mago Alastor, o dell’entità che sta utilizzando, ma è fuori controllo.
<< ha costruito degli automi simili a te, utilizzando l’energia vampirica>> disse indicando il petto di Difesa.
<<questo lo sappiamo>> confermò la barda, ne abbiamo già avuto a che fare, ma Difesa non è sotto la sua influenza>>
<<non più certo, ma non puoi sapere se questo sia un fatto permanente o temporaneo, dovete stare attenti, si nasconde in uno dei piani, e sta progettando di espandersi e prendere il controllo di tutto il labirinto, ne ha il potere adesso, ed è spinto da chissà quali forze.>>
<<se quello che dici è vero va fermato assolutamente>> sentenziò il paladino, stava pensando che tutto quello che sapeva fin ora si era appena sgretolato, un enorme castello di sabbia di menzogne.
<<venite a cercarmi, vi prego, fermatelo, ormai sono allo stremo>>
L’acqua iniziò a ribollire e il riflesso della luna si fece sempre più inquieto, i tentacoli furiosi sfrecciavano sulla superficie riflessa come se stessero cercando qualcosa.
<<si è accorto di me, dovete andarvene da qui, è troppo pericoloso, tornate al portale>>
<<non c’è nessun portale, siamo arrivati qui risucchiati da uno stramaledetto baule>> sbottò Ghola esasperata.
Edvin chiuse gli occhi e si concentrò, profonde vene gli pulsarono sulle tempie, poi con un sospiro informò il gruppo che lo aveva riaperto per loro.
<<tornate indietro, subito>> poi sussurrando a Difesa continuò <<non fidarti di Wysabella, è spinta solo da desideri meschini e ti tradirà per qualsiasi ninnolo, ma sento che ha un ruolo in questa storia, frena la tua ira per il momento ne va del destino del mondo, non…>>
I tentacoli della luna lo trovarono avviluppandogli la faccia e imbavagliandolo trascinandolo via nelle profondità della palude come se non fosse mai esitito.
Con la fronte imperlata di sudore Ghit frugò nel suo zaino, il piano era folle, ma lo stesso si poteva dire della situazione in cui si erano cacciati.
Alla fine, le sue dita toccarono quello che stava cercando, si va in scena, o la va o la spacca.
<<ragazzoni, dopo una battaglia bisogna reintegrare le energie perse giusto? Che ne dite di mettere qualcosa sotto ai denti?>>
<<Proteine>> ruggì Smaug rendendosi conto solo allora di essere affamato.
Anche la cosa che si fingeva Rex si girò interessata, sogghignando famelica.
<<prima gli ospiti Smaug, mostriamo che siamo gente per bene no?>> facendo un cenno al demone e lanciandogli un pezzo di carne da un involto di stoffa, stando bene attento a non toccarlo.
La cosa con un movimento fulmineo afferrò il cuore ammuffito del nothic e tutto si svolse in un battito di ciglia.
Un ruggito si fece strada dalla sua gola mentre lottava contro la maledizione che si attivava, troppo forte, troppo antica, e troppo tardi pensò esultando Ghit.
Il petto del demone si aprì, come squarciato da una lama invisibile, il cuore corrotto ne fu strappato e il cuore del nothic maledetto si sostituì al suo.
La pelle esplose rivelando la vera natura del mostro che stramazzò a terra, lasciando Smaug grondante di sangue con Kreena esterrefatta sulla sua spalla.
Poi il tempo riprese a scorrere, Ghit con i pugni alzati esultante, non credeva ai suoi occhi, aveva salvato la sua vita e quella del suo compagno.
Il tempo però riprese anche per gli altri, e Kreena iniziò ad urlare <<Assassino, maledetto infame Ghit ha assassinato Rex>>
Sotto shock Smaug non sapeva che pensare, non che pensasse un gran che neppure prima, ma aveva appena perso un fratello, il suo gymbro appena trovato, e non sapeva capacitarsene.
<<stai zitta topo, vi ho appena salvato la vita, non vedi che eravate irretiti dalle menzogne del demone che eravamo stati mandati a cercare?>>
Kreena completamente isterica continuava ad urlare ed inveire contre il chierico, <<prima ha tentano di darmi fuoco, Smaug, poi mi ha uccisa con gli insetti, non contento mi ha riportata in vita per allungare le mie sofferenze e ora fredda il poderoso Rex davanti ai tuoi occhi e lo accusa di essere un demone>>
Smaug si grattò la testa squamosa, a confonderlo era sia la situazione che una frase con più di 20 parole, era rimasto al “non contento”.
Da un lato aveva Kreena che urlava e gli saltava dalla spalla destra a quella sinistra tenendogli il viso tra le zampe, e dall’altro aveva Ghit che continuava a difendersi insistendo sul fatto che Rex in realtà fosse uno schifoso demone che li aveva ingannati.
<<ha ucciso Rex a sangue freddo, lui ci aveva aiutati invece>>
<<era un demone, quante volte ve lo devo ripetere, non vedete il suo vero aspetto?>>
<<Chissà quale schifoso trucco hai usato maledetto senza naso vile e traditore>>
<<ah dare del traditore a chi ti ha riportato in vita non è forse ancora più vile?>>
Smaug sempre più confuso fece un passo indietro, troppe informazioni, la tragedia che ancora rivedeva ogni volta che chiudeva gli occhi, era tutto troppo vivido.
Ghit, intanto, si avvicinò al cadavere, era esausto sia per il combattimento che per i continui attacchi di quel topo di fogna, meglio non lasciare in giro quel cuore maledetto si disse.
Nel petto del demone lo squarcio era terribile, doveva essere morto sul colpo, all’interno il cuore del nothic sembrava un normale cuore senza battito, il cuore del demone invece era stretto nel palmo della sua mano artigliata, rinsecchito e imbevuti di energia arcana, ah ecco come funziona intuì Ghit, il cuore cerca un corpo, e l’organo del proprietario eredita la maledizione.
Prese il solito panno, vi avvolse il cuore e si alzò.
<<Necrofilia>> urlò Kreena <<ora depredi pure i cadaveri eh? Infame e vile assassino.
Questo era troppo, Ghit si avvicinò minaccioso e Smaug si mise sulla difensiva.
<<Senti Smaug, mi conosci non ho ucciso Rex perché Rex non esisteva, era un demone e ci avrebbe ammazzato.
<<certo la tua parola contro quella di un morto che hai messo a tacere prima che potesse difendersi vero?>> urlò Kreena all’orecchio di Smaug.
Esasperato il chierico fissò Smaug << torniamo dal mago, abbiamo il sangue del demone e la priorità e ritrovare i nostri compagni>>
<<non puoi portare questo assassino da Ryzzely, ucciderà anche lui, ormai la scia di cadaveri è infinita>> squittì isterica Kreena.
Smaug iniziava ad averne abbastanza l’isteria di Kreena lo irritava, e il comportamento di Ghit pure, gli stava dando ordini adesso.
<<torniamo dal mago, gli racconteremo quello che è successo e lui deciderà che fare>> e si mise in marcia.
Ghit li avvisò della solita trappola sulla via del ritorno, e questo rinfrancò un po’ Smaug, il chierico non era malvagio, il suo muscoloso istinto glielo diceva.
Bussarono alla porta e la feritoia si aprì,uno dei topo mannari stava per aprire la porta ma Kreena si intromise, <<questo vile chierico, mi ha bruciata, uccisa, resuscitata e poi ha ammazzato il fratello di Smaug, non farlo entrare, ucciderà anche il mago>>
Immediatamente gli occhi del topo mannaro alla finestrella si fecero sospettosi <<entra solo tu allora e raccontaci la situazione.>>
Prima che Ghit potesse difendersi la topa sgattaiolò dall’apertura e iniziò a raccontare la sua versione distorta.
Gli occhi tornarono <<assassino qui non c’è posto per te>>
<<non credere alle parole di quella maledetta stronza>>
<<quella stronza è mia sorella>> puntualizzarono gli occhi…
Ghit disperato imprecò e si mise le mani tra i capelli che non aveva.
Poco dopo il mago si affacciò alla porta, occhi iniettati di paura.
Ghola propose di remare immediatamente verso il portale aperto da Edvin, in quella palude le minacce erano troppo potenti, meglio riunirsi con i compagni e capire le implicazioni delle nuove rivelazioni.
Difesa remò fino alla riva e tutti e tre approdarono.
Il portale li attendeva, un grande arco di pietra grezza con incisa una runa indecifrabile, e al suo interno sospeso nel vuoto, uno strano disco color rame con l’immagine di un rugginofago, fluttuava pigro.
<<e adesso come lo apriamo? Non abbiamo rugginofagi qui>> disse la barda.
<<possiamo controllare sul mio libro>> suggerì Arabella.
<<e quale sarebbe questo libro?>> sbottò Difesa infastidito, cos’era questa nuova storia adesso?
<<ehm l’ho trovato nella stanza del mago, assieme alla strana chiave>> disse lei esitante.
<<hai rubato il libro del mago? E anche quella chiave che ci ha catapultati a Barovia e poi qui in questa palude degli orrori?>> urlò esasperata Ghola.
Era quasi rimasta intrappolata di nuovo a Barovia per colpa di quella stregona cleptomane.
Difesa agì immediatamente, immobilizzò la ladra e con una corda le legò e mani <<non ci possiamo più fidare di te ormai, da quando di conosco hai portato solo caos e tragedia.>> disse mentre Ghola le sfilava lo zaino.
Un tomo, una specie di strana chiave di pietra, e una bacchetta di legno con sulla punta il simbolo dello Xanathar.
<<e questi dove li hai rubati? Da quanto tempo ce li hai?>>
<<erano tutti abbandonati nella stanza del mago>> si giustificò la stregona
Difesa sbuffò minaccioso, e Ghola si pinzò le tempie tra pollice ed indice, ora non c’era il tempo per farle un interrogatorio, si intascò chiave e bacchetta e aprì il tomo.
All’interno vi trovò un sacco di strane scritte, ma almeno non scomparivano come quelle trovate nella stanza di Kalabash.
C’era una nota che trattava i portali e la lesse ad alta voce << i portali arcani sono congegni ideati da Alastor che collegano varie parti del suo labirinto, nessuno conosce la loro quantità o funzionamento ma ognuno ha una chiave apposita che può variare a seconda delle bizzarrie dell’incantesimo ideato dal mago folle.>>
Bene, quindi ora sapevano che i portali erano bizzarri, che novità.
Fissò nuovamente il portale, il disco con il rugginofago, e poi Difesa che lo stava per toccare, <<fossi in te non lo farei>> disse bloccando il gigante di ferro.
<<sai che quegli animaletti mangiano il metallo no? E a quanto ricordo tu sei completamente di metallo>>
<<ah giusto si, potrebbe essere doloroso>> confermò Difesa,
<<e quindi che facciamo?>> disse Arabella?
<<questo>> disse Ghola estraendo dal borsello una moneta d’oro e lanciandola contro il disco con una aggraziata parabola del pollice.
Le budella di Arabella si attorcigliarono, sprecare del buon oro in quella maniera, fu il suo primo pensiero, e Ghola ha dell’oro, fu il secondo.
Non appena la moneta colpì il disco si dissolse e il questo vibrò leggermente, e poi come se fosse sempre stata li, una creatura che sembrava un rugginofago troppo cresciuto, comparve loro davanti.
Tutte le mani corsero rapide alle loro armi, ma quello stette semplicemente li fermo, <<troppo poco per il passaggio>>
Ghola rovistò nel suo zaino, ne estrasse una pentola da campo e gliela lanciò con cautela.
La creatura la afferrò sorridendo <<ora si ragiona>> e il portale si aprì ruggendo e vorticando si tirò dentro la creatura.
Delle rune luminose ora erano accese lungo tutto l’arco di pietra, l’aria crepitava di magia e i tre compagni si guardarono intimoriti.
<<vado in avanscoperta, sono il più corazzato>>
<<si è decisamente una buona idea>> confermò Arabella ancora con i polsi legati, quella situazione le dava fastidio, ma di certo non era la prima volta che finiva così, e neppure l’ultima a dire il vero.
Ghola annui e il paladino con passo deciso attraversò il portale, visto che non si erano sentite urla, o viste esplosioni la barda spinse dentro Arabella e poi fece un passo avanti.
Si ritrovarono tutti e tre in una stanza rettangolare e buia, circondati da pareti di grosse pietre grigie che trasudavano una leggera umidità.
Difesa accese le sue candele illuminando la stanza, 4 pareti, 2 torce su ogni parete, uno spesso strato di polvere ovunque e delle tracce che attraversavano la stanza da destra a sinistra sparendo dietro le mura.
<<porte segrete>> constatò Ghola per tutti, bisognava solo capire come attivare il meccanismo.
Difesa esaminò le pareti, sembravano di normalissima roccia, le pietre non si muovevano ne spostavano, per vederci meglio accese le torce, e appena toccò la seconda si sentì un leggero click.
Ecco l’interruttore pensò eccitato, però cosa o chi ci sarà ad attenderci?
Ghola che aveva intuito i suoi pensieri appoggiò l’orecchio alla parete, silenzio assoluto, probabilmente era troppo spessa perché i rumori passassero, oppure non c’era anima viva nelle vicinanze.
Fece un cenno con la testa a Difesa, e questi lasciò andare la torcia, il click divenne un clang e la parete ebbe un fremito poi si incassò appena e con un cupo rumore di sfregamento iniziò a scorrere aprendo un varco.
La prima cosa che Difesa vide furono gli occhi stupiti di un grosso bugbear che lo fissavano, e dietro di esso, quella che sembrava una piccola arena con al centro una nerboruta donna con delle trecce e una grossa mazza ferrata circondata da un manipolo di loschi figuri.
Difesa provò a riattivare la torcia, ma il bugbear la afferrò dall’altro lato, bloccando il meccanismo, <<ops, non volevamo disturbare>> disse Ghola.
<<al contrario>> replicò la donna con un sorriso ferino, <<ci stavamo proprio annoiando, perché non ci spiegate come avete fatto ad entrare in un avamposto dello Xanathar da una stanza che non ha porte?>>
Solo allora Ghola si riprese dalla sorpresa e si rese conto che l’arena era composta da un cerchio con dieci raggi, il marchio della gilda, e che tutti nella stanza avevano il simbolo bene in vista.
<<signori, siamo anche noi della gilda, e ci serve solo passare>>
In risposta tutti sguainarono le armi, diversi archi si tesero, e treccine si mise a ridere.
<<io sono Nadia Umberd, e non ti ho mai vista, inoltre perdonami se ti trovo leggermente sospetta, ti accompagni con un topo mannaro>> disse indicando la coda che spuntava da sotto la gonna della stregona, e da una di quelle armature che ha trucidato i miei tre settimane fa>> conclude indicando Difesa.
<<io non ho mai attaccato nessuno dello Xanathar>> dichiarò il paladino mollando la torcia, e lo stupore si dipinse negli occhi dei criminali.
<<tu parli allora, a differenza dell’altro>> grugnì il bugbear.
Ghola alzò lentamente le mani e fece come per prendere qualcosa dalla sacca <<posso senza diventare un puntaspilli?>>
Nadia acconsentì con un cenno della testa, e poi sorrise bonariamente quando vide la bacchetta marchiata.
<<avete un lascia passare, questo vi evita le frecce, per ora, ma non le domande>>
Con un altro cenno della testa uno dei suoi scagnozzi si avvicinò ad un telo in fondo alla stanza e lo sollevò.
Una grossa replica di Difesa vi giaceva sotto, ammaccato, inattivo e con una grossa arma di foggia nanica tra le braccia inerti.
<<come hai fatto ad addomesticare il tuo?>>
<<Non sono addomesticato, sono conscio di me stesso>> rispose piccato il paladino, ma Ghola intervenne subito.
<<Siamo stati mandati qui dallo Xanathar in persona, siamo in missione e non possiamo né perdere tempo né dare spiegazioni>>
Un brusio si diffuse tra tutti gli sgherri.
<<siete qui per i topi mannari e quel maledetto mago?>> chiede di rimando un altro bugbear appoggiato alla colonna sulla destra.
Confusi Difesa, Arabella e Ghola si fissarono per un momento, un piano stava formandovi nella mente della vampira.
<<abbiamo catturato questa e la useremo come ostaggio>> confermò.
Arabella fece per aprire bocca, ma Difesa la strattonò per la corda, facendole capire di stare al gioco.
Nadia rise, <<bella idea certo, ma finchè Ryzzely avrà il suo libro, il suo covo è inespugnabile>>
Arabella si mise a ridere ma fu prontamente imbavagliata dal paladino, Ghola invece sbiancò, ora era chiaro che genere di libro aveva rubato la loro compagna, e in che razza di affari si stessero invischiando.
<<abbiamo i nostri metodi, non vorrete certo mettervi tra lo Xanathar e il suo obiettivo>>
Nadia ringhiò sommessamente, ma poi cedette, schioccò le dita e un malvivente si alzò dalla botte sulla quale era seduto.
<<ok hai vinto, questo qui è Jack, vi mostrerà la strada per il covo del mago, e mi riporterà che succede>> alzò una mano prevenendo la lamentela.
<<devo assicurarmi che, in caso veniate sterminati, qualcuno me lo riferisca per fare rapporto al capo>>.
<<ragionevole>> approvò Difesa.
<<mmghnevomE>> confermò pure Arabella imbavagliata.
<<Ragionevole>> ripeté Ghola <<muoviamoci però non abbiamo tutto il giorno>>
Jack si avvicinò e li invitò a partire, <<mi raccomando, tieni in bella vista quella bacchetta> disse tra gli sghignazzi generali dei suoi compagni.
Interdetta, Ghola fece come le era stato detto, e seguì l’uomo.
Percorsero un lungo corridoio, che portava ad una massiccia porta rinforzata con fasce di ferro, jack si girò, indicò il simbolo dello xanathar sul pettorale, poi la aprì ed entrarono.
Un tanfo terribile li investì immediatamente, al centro della stanza una grossa massa di carne putrefatta con un occhio marcescente al centro si girò verso di loro ruggendo.
Dieci tentacoli terminanti con altrettanti occhi si puntarono contemporaneamente sul gruppo terrorizzato di Ghola che non ebbe neppure il tempo di urlare.
Erano spacciati, un beholder zombie li aveva sorpresi con la guardia abbassata pensò la barda, che modo insulso di andarsene all’altro mondo.
<<Xa…nathar…hhhhhh>> replicò la mostruosità mentre Jack si sbellicava dalle risate tenendosi la pancia.
<<ah ah ah che spasso, ci cascate tutti voi nuovi>> spiegò dando delle pacche sul pettorale di Difesa, <<non preoccupatevi è stato incantato, finchè vi ricordate di avere il marchio ben in vista non vi farà nulla, tranne che ammorbarvi con il suo fetore>>
Assurdo pensò Ghola, un mostro del genere al comando di questi rifiuti, se non avessero avuto quella bacchetta, sarebbe stato un disastro.
<<ricordatevi al ritorno, mi raccomando o finirete come Bill>> disse Jack, indicando un piccolo cratere a destra dal quale sbucavano delle gambe carbonizzate.
<<ehm…Smaug?>> sussurrò titubante il mago dalla feritoia <<Kreena qui dice che ti accompagni ad un folle omicida, necrofilo, e piromane.
<<Omicida, piromane e necrofilo>> si sentì urlare da dentro.
Ghit sbottò prima che Smaug potesse replicare << Ryzzely, ti sento per dio, non sono nulla di quello che ti è stato detto, e ho qui il tuo stramaledetto sangue di demone come prova>>
Al che gli occhi del mago si fecero due fessure <<allora dammelo, come prova di buona fede>>
<<neanche per sogno, facci entrare, e poi discuteremo del ritorno dei nostri amici>>
<<diamine>> sbottò il mago con voce stridula <<dammi quel sangue, senza siamo tutti in pericolo, se non recupero il mio libro non abbiamo difese qui>>
Smaug si grattò la testa, cosa voleva dire necrofilia?
<<aspetta, il sangue non serviva per riportare qui i nostri compagni?>> puntualizzò Ghit sospettoso.
<<bhe si, il sangue mi farà riavere il mio libro, e poi con quello riaprirò un portale e loro potranno venire qui…>>
<<è un assassino ammazza fratelli Ryzzely, non puoi fidarti di lui>> sbraitò la topa.
<<senti mago>> urlò esasperato il chierico, <<i demoni possono cambiare aspetto per ingannare i mortali ti torna?>>
Il mago esitò.
<<sta facendo outing Ryzzely, oltre che assassino, piromane e necrofilo è anche un demone, ce lo sta dicendo lui stesso>>
Smaug adesso era seriamente preoccupato, la situazione stava precipitando sempre più velocemente, e non si aspettava che Ghit fosse pure un demone.
<<Smaug, entra solo tu e vediamo di accordarci che ne dici?>> propose pauroso il mago.
Ghit sospirando lo fissò e gli fece cenno di procedere, forse così la tensione sarebbe calata.
La porta si aprì, il guerriero entrò e subito fu sbarrata nuovamente, intanto alle spalle di Ghit sei topi mannari si palesarono armi in pugno.
Il mago era teso come una corda di violino, sudava copiosamente e si muoveva a scatti come un pollo impazzito.
<<Smaug, che facciamo? Hai portato un demone al covo, e io sono senza magia>>
Il dragonide fletté i muscoli, lo rassicurava e aveva imparato che la gente lo rispettava di più quando faceva così.
<<non credo che Ghit sia un demone pirofilo, o quello che dite, ha ucciso Rex certo, ma è successo tutto troppo in fretta non ho chiara la situazione>>
<<mmm, ci serve una prova allora>> sentenziò Ryzzely, <<hai dell’acqua santa? No? Be ce l’ho io, ovvio. Vai là fuori e spruzzagliela in faccia>>
<<eh?>> ben ventitré parole di fila, per Smaug era impossibile reggere e il passo, ma questo fu interpretato come un rifiuto dal mago.
Fortunatamente però le urla sgraziate erano state udite dal chierico, <<datemi quella dannata acqua santa e vi dimostro da solo che non sono un demone>>
Smaug sorrise felice, finalmente una cosa semplice, afferrò la boccetta, aprì la porta e la diede al compagno che se la versò in testa, poi ne bevve un po’ e fece persino i gargarismi.
<<bene branco di coglioni, mi credete ora?>>
Kreena si mise ad urlare isterica <<è un trucco, uno sporco trucco da demoni>> ma il mago fissò di sottecchi gli altri topi mannari che rinfoderarono le armi, e la accompagnarono in un’altra stanza.
<<si entra pure, e scusaci ma sai la prudenza non è mai troppa qui, sono senza difese, e ora come ora se arrivasse un demone o la gilda saremmo tutti spacciati.>>
Ghit e Smaug si fissarono per un istante, poi Ghit riprese <<facci accomodare, trovaci una stanza dove possiamo riposare e poi chiamerai indietro i nostri compagni>>
<<mi serve il sangue, altrim...>> balbettò il mago ma si interruppe fulminato dallo sguardo di fuoco che gli scoccò il chierico imbufalito.
<<portatelo nella stanza del trono>> ordinò, poi li salutò augurandosi che dopo aver riposato fossero tutti più ragionevoli
Smaug caricò le creature che, nella sua piccola mente muscolosa, classificava come cimici.
"Non ci vorrà niente a sbarazzarci di questi insetti, e poi ti farò vedere cos'è veramente la potenza," sussurrò, guardando il nano.
Il nano, alzando le spalle, indicò le creature: "Prego, principessa, fammi vedere."
Smaug, infastidito, ribatté: "Allora, visto che sono un Cavaliere, prima le donne." Fece un cenno a Rex di attaccare.
Ghit, esasperato, si coprì il volto con una mano. Ma con chi cazzo sono venuto ad affrontare un demone? Evocò la sua arma spirituale e si preparò. Quegli insetti, per quanto stupidi, erano tanti. E qualcosa gli diceva che, sotto il Monte, dovevano essere dannatamente pericolosi.
Smaug estrasse la sua nuova ascia bipenne, soppesandola. Un fremito lo attraversò, poi una voce invase la sua mente: "Tagliare a dadini la cipolla, farla dorare per bene… dddddorare... poi due cucchiai di burro e mescolare perrrrr benneeeee!" Era l'ascia a parlare. Confuso, Smaug provò a interrogarla, ma l’arma continuava a blaterare ricette.
Ignorandola, balzò su uno scarafaggio, ma l’ascia scivolò sul carapace durissimo, scheggiando il pavimento.
Rex applaudì ironico: "Mi raccomando, non ammazzarle tutte quelle mattonelle."
Infuriato, Smaug sollevò di nuovo l’ascia e stavolta squarciò la corazza della creatura.
Non fece in tempo a sorridere che tutte le creature gli si gettarono addosso, trasformandosi in una foresta di morsi, chele, pinze e zampe furiose che scavavano ovunque. Una strana sostanza viscida colava dalle fauci di quegli schifosi.
I morsi, di per sé, non erano dolorosi, ma erano centinaia. Inoltre, la sua ascia veniva corrosa dall'acido, trasformandosi lentamente in un pezzo di ferro inutile, senza filo né bilanciamento.
Ghit teneva a bada gli scarafaggi con la sua arma spirituale e la mazza, ma notò che la bava dei rugginofaghi stava corrodendo il suo scudo e la sua armatura. Nel frattempo, Kreena cercava di raggiungere i compagni zigzagando tra le trappole, ma la fretta le fece mettere una zampa in fallo. Una trappola scattò inesorabile, investendola con un'altra fiammata.
Arrivò nella stanza rifiammeggiante, imprecando e supplicando Smaug di aiutarla: "Quel vile chierico mi ha attaccata un’altra volta!"
Rex, intanto, decise di intervenire. Sollevò il suo martello portentoso, lo piantò a terra e lo scagliò con forza sullo scarafaggio più vicino. Un boato echeggiò nella stanza. Quando la polvere si diradò, al posto dello scarafaggio c’era solo una poltiglia viscida che colava tra le crepe del pavimento.
"Hai visto come si fa, draghetto? Perché ci stai mettendo tanto?" sorrise beffardo.
Poche cose Smaug sapeva fare, e ignorare le provocazioni non era una di queste. Gonfiò il petto, ruggì sommessamente e sputò un soffio di fuoco che investì quattro scarafaggi davanti a lui. Le creature sfrigolarono, urlarono e, appena le fiamme si spensero, saltarono tutte addosso al draconico, gettandolo a terra.
Rex scoppiò in una risata sguaiata. Ghit cercò di raggiungere l’amico, ma la strada era sbarrata da quelle immonde creature. Dal canto suo, Kreena faceva del suo meglio per evitare di finire nelle bocche fameliche.
Smaug doveva cavarsela da solo. La vita di tutti era in pericolo.
A Barovia, la situazione stava peggiorando rapidamente. Un nuovo forgiato si avvicinò minaccioso a Difesa, parandosi davanti:
"Fatti controllare immediatamente, oppure sarai considerato ostile alla causa del padrone."
Difesa lanciò un’occhiata a Bardaghola, che a sua volta guardò Arabella. La stregona, invece di rispondere, pensò bene di intrufolarsi nella casa vicina. Di sicuro c’era qualcosa di valore dentro, e lei non aveva intenzione di occuparsi di armature senzienti e padroni misteriosi.
Messo alle strette, Difesa accettò di farsi controllare. Aprì il pettorale, permettendo al forgiato 012 di connettersi con uno spinotto per iniziare la scansione. Per un attimo, entrambi rimasero immobili, in diagnosi. Anche la vampira colse l’occasione per entrare nella casa.
Dentro, trovarono un altro forgiato, scomposto e mezzo smontato tra tavole fracassate. Bardaghola osservò, confusa: "Perché di colpo ci sono Difesa ovunque?"
Avvicinandosi, notò qualcosa di anomalo. A differenza del loro Difesa, di solito vuoto (tranne quando esplodeva in seguito a sofferenze psichiche), questo conteneva qualcosa nel pettorale: un feto rinsecchito, chiaramente morto, ma con un sinistro sorriso vampiresco. "Che sta succedendo? E se mio padre fosse coinvolto?"
Si girò, ma Arabella era scomparsa. "Come al solito si starà cacciando nelle fauci di un Mimic," pensò esasperata.
All’esterno, Difesa approfittò della connessione con 012 per violarne i pensieri. Scoprì che l’altro forgiato era stato programmato per catturare vampiri su ordine del sommo Tarsil. "Vampila", così era chiamata la preda, era il prossimo obiettivo. Difesa si ritrasse, furioso, mentre 012 dichiarava con tono meccanico:
"La tua programmazione è difettosa. Sarai riprogrammato. Porta la Vampila con te dal padrone."
Bardaghola, all’interno, si irrigidì. La situazione stava diventando spinosa. Cosa avrebbe fatto Difesa? Da sempre blaterava di voler ritrovare Tarsil, e ora ne aveva l’opportunità, ma catturare una compagna era un’altra questione.
Difesa entrò nella catapecchia e sembrò esitare. Poi si fermò, deciso:
"Non posso prendere Ghola. È una mia compagna. E le tue ‘Vampile’ non sono eticamente accettabili."
"Prendila e inseriscila nel nostro compagno 008 in ricarica," ordinò 012. "Oppure ti considererò ostile."
Difesa sollevò la mazza, si frappose tra Ghola e l’altro forgiato:
"Considerami pure ostile."
E la battaglia iniziò.
Nel frattempo, Smaug era sommerso dai rugginofaghi. I morsi e la bava acida continuavano a indebolirlo, la sua pelle coriacea ormai coperta di ferite. La sua ascia, corrotta e smussata, non riusciva più a penetrare i carapaci.
Ghit, alle prese con tre creature che bloccavano la sua strada, cercava di avanzare, mentre Kreena era impegnata a schivare e attaccare a morsi. Smaug capì che avrebbe dovuto cavarsela da solo. Come sempre.
La battaglia era stata brutale, ma ancora non conclusa quando Smaug, abbattuto dai rugginofaghi, venne sommerso da mandibole affamate. Otto creature si gettarono contemporaneamente su di lui, trovando una breccia nelle sue difese. Le ferite si moltiplicarono, e con un urlo strozzato il dragonide crollò, perdendo conoscenza.
Rex osservò la scena con un sorriso amaro:
"Un altro eroe da strapazzo che se ne va," disse, schiacciando un rugginofago con un colpo del suo martello. "Eri un bluff, draghetto. Almeno ora farai felici gli insetti."
Ghit, urlando, provò a raggiungere Smaug, ormai inerme, ma un insetto approfittò della sua distrazione per sciogliergli lo scudo. Un secondo attacco dissolse parte della sua corazza, lasciandolo esposto e umiliato. Sopraffatto dalla vergogna, ripiegò indietro.
Ma Smaug non era finito. Qualcosa dentro di lui si risvegliò. Uno spasmo di dolore lo riscosse dal torpore, e con un urlo feroce si rialzò in piedi, furioso. I rugginofaghi, spaventati dalla sua determinazione, arretrarono.
Rex, vedendo il compagno rinato, esplose in un grido di gioia:
"Smaug il Rinato!" tuonò, battendo il martello sul terreno a ritmo.
Ricoperto di sangue, Smaug fissò Rex con uno sguardo d’acciaio. Gettò via l’ascia corrotta e impugnò due piccole asce gemelle, tuffandosi di nuovo nella mischia senza alcuna strategia, ma con una ferocia inarrestabile.
Kreena, contagiata dall'entusiasmo, si unì a Rex nelle ovazioni per il dragonide, ma ciò la distrasse. Non si accorse delle mandibole che la afferrarono alle spalle, quasi tranciandola in due. Con un gemito lancinante, fu sbalzata via e atterrò accanto a Ghit, in un lago di sangue.
"Guarda cosa mi hai fatto, vile chierico!" urlò Kreena con rabbia.
Smaug si voltò di scatto, vedendo la scena. La sua compagna, in fin di vita, sussurrò:
"Smaug… Ghit non mi ha difeso… e ora io muoio. Ah, destino crudele, che mi hai fatto incontrare questo vile Ghit…"
Ma Smaug non poteva distrarsi. Gli insetti lo circondarono di nuovo, e anche se riusciva a schivare qualche colpo, le mandibole trovavano spesso le sue carni. Le sue asce gemelle vennero corrose in pochi istanti.
Rex avanzava verso di lui, cantando le sue lodi. Ma Smaug, nel tentativo disperato di respingere gli assalti, fu nuovamente placcato e abbattuto. Stavolta, sembrava che non ce l’avrebbe fatta.
Intanto, Ghit riuscì a sconfiggere i suoi avversari e si precipitò da Kreena. Prima che potesse dire qualcosa, la creatura spirò, disegnando con la zampa una freccia insanguinata puntata verso di lui.
"Deve proprio avercela con me," pensò Ghit, confuso. Mosso da un misto di compassione e sfida, decise di non darle la soddisfazione dell’ultimo insulto. Con un'invocazione divina, riportò Kreena in vita.
Quando Kreena rinvenne, lo guardò con occhi pieni d’odio e strillò:
"Ah, marrano! Vile chierico! Non ti bastava vedermi morire, dovevi trascinarmi di nuovo in questo mondo di sofferenze!"
Nel frattempo, Smaug si rialzò di nuovo, per la seconda volta. La sua forza di volontà era indomabile. Con un ruggito, afferrò un giavellotto e lo scagliò contro i rugginofaghi, ricacciandoli indietro. Rex, galvanizzato, si unì alla mischia, il suo martello riducendo in polvere le creature.
Quando l’ultimo insetto si gettò in un baratro per fuggire, un giavellotto scagliato da Smaug lo seguì, fuori mira di dieci metri. Ma non importava: la battaglia era conclusa.
Smaug e Rex si incontrarono, circondati dai corpi straziati degli insetti. Sporchi di sangue e viscere, si abbracciarono come fratelli di sangue, giurandosi fedeltà eterna.
Ghit, invece, osservava Kreena, che lo fissava con il solito rancore. A modo loro, tutti erano sopravvissuti. Forse.
"Che incredibile ammasso di muscoli senza cervello," pensò Ghit, mentre Kreena si precipitava dal barbaro per raccontargli come era stata tradita e uccisa dallo stesso Ghit nelle nebbie di Barovia.
Intanto, la battaglia infuriava. Difesa, saldo dietro il suo scudo, proteggeva Ghola, che però non riusciva a scalfire il nemico. Sotto un tavolo, nascosta nell'ombra, Arabella evocò il suo lupo, una creatura galvanizzata dalla luce della luna. Questi, trasformato in una furia implacabile, si lanciò contro 012 come una belva assassina, scardinandogli quasi una gamba.
Il forgiato, nel frattempo, cercò di folgorare Difesa, ma questi attivò i suoi dissipatori, neutralizzando ogni attacco nemico. Arabella, tuttavia, non era in forma: i suoi incantesimi mancavano il bersaglio uno dopo l’altro. Forse la sua condizione – con coda e zampe da topo – la stava ancora frastornando. Eppure, il suo lupo valeva per due. Con un attacco feroce, mise 012 in ginocchio.
Ghola, approfittando dell’occasione, marchiò il forgiato con una luce tracciante, permettendo a Difesa di sferrargli un colpo micidiale. Con un potente fendente, gli aprì il petto, spegnendolo tra un rumore di ferraglia. Quando il corpo si disgregò, rivelò un altro di quegli strani feti al suo interno.
Difesa e Ghola si misero subito a studiare il cadavere: il primo cercava dati utili, mentre la seconda tentava di comprendere quanto suo padre fosse invischiato in quella macabra storia. Ma nessuno dei due aveva fatto i conti con l’avidità della stregona.
Arabella, infatti, durante lo scontro aveva notato uno strano forziere. Appena i due si distrassero, si avvicinò furtiva. Escluso che fosse un mimic, iniziò a giocherellare con la serratura, che però sembrava magica. Poi ricordò: aveva una chiave rubata a un mago.
"Forse può funzionare," pensò, estraendo la chiave di pietra. Con sua sorpresa, questa si trasformò davanti ai suoi occhi, adattandosi alla serratura del forziere. Un sussurro le giunse nella mente:
"Incontriamoci al Livello Perduto. Trova il mio gemello nella palude strisciante."
L’ultimo suono che Difesa e Ghola sentirono, prima di essere risucchiati in un gigantesco portale violaceo e vorticante, fu il click della serratura che si apriva. Stringevano ancora frammenti di 012, ma si ritrovarono improvvisamente immersi in una palude fetida.
Si scambiarono uno sguardo, poi fissarono Arabella. La stregona, spostandosi un ciuffo bagnato dalla fronte, alzò le spalle e disse:
"Ehi, almeno non era un mimic."
Rizzely li condusse nella sua dimora. Le porte si richiusero silenziosamente, e gli avventurieri si guardarono intorno con curiosità. Di maghi, ormai, ne avevano incontrati parecchi, e ogni volta erano stati sorpresi dall’eccentricità di ciascuno: un’eccentricità che sfociava quasi sempre in ossessione... o pazzia, a seconda del mago.
Rizzely, tuttavia, sembrava diverso. Aveva l’aria di una persona normale, eccezion fatta per la sua gentilezza e cortesia, caratteristiche che negli altri maghi risultavano spesso carenti.
“Queste sono le mie stanze, e per il momento sono a vostra disposizione. Non avete nulla da temere.” Fece una pausa, fissando gli occhi su Ghola. “Anzi, perché non vi fate una bella dormita ristoratrice?”
Arabella, nel frattempo, non riusciva a staccare lo sguardo dall’ascia che le era uscita dal collo. Sentiva un legame profondo con quell’arma, un legame che emergeva appena oltre la sua smisurata avidità. Quanto poteva valere? Perché l’aveva generata? Che cosa rappresentava? Domande che si accavallavano nella sua mente, finché, dai recessi più remoti della coscienza, una rivelazione la colse. La voce della sua signora si fece strada tra i suoi sogni di ricchezza e potere, sussurrandole:
Sark è ancora una pedina estremamente importante del grande disegno. Quest’arma è un dono, un ricettacolo della sua anima. Attivala, ma bada bene: non condividere questa informazione con nessuno.
Arabella rimase interdetta per un istante, finché Smaug, ruotando l’arma tra le mani, non attirò nuovamente la sua attenzione. Una gigantesca gemma color sangue brillava sull’ascia. Con quella potrei ricavare un bel gruzzoletto... Chissà se Durnan conosce qualche compratore, pensò, mentre le parole della sua patrona venivano sepolte dagli istinti meschini che la dominavano.
Smaug, intanto, era stupefatto. L’arma era portentosa: leggera, bilanciata, affilata e incredibilmente potente. Anche se non riusciva a spiegarsi come, la sentiva connessa alla sua stessa natura, come se fosse stata creata appositamente per lui. Esaminandola insieme a Difesa, si chiedeva quanto devastante potesse essere in combattimento.
Difesa, dal canto suo, non comprendeva come fosse stata costruita. Sembrava forgiata da un unico pezzo, senza giunture, saldature, viti o elementi che ne spiegassero la struttura. Impossibile, pensò, senza riuscire a capacitarsene. Stava per chiedere al dragonide il permesso di maneggiarla quando entrambi sentirono un suono alle loro spalle: uno sgocciolio sinistro.
Arabella era lì, a fissare l’arma, incapace di contenere la propria sete di ricchezza. Tentava goffamente di non sbavare, ma il desiderio di possesso era troppo forte. Smaug, con un gesto rapido, riuscì a infilare l’ascia nello zaino, nascondendola poi sotto il mantello.
Nel frattempo, Bardaghola decise di seguire il consiglio del mago, che gli era parso quasi profetico. Si spostò nella stanza accanto, cercando un posto tranquillo dove riposare.
Nella stanza c’era un tavolo con uno strano plastico, un dipinto incredibilmente reralistico di uno strano individuo ammantato di nero che si rigirava una strana gemma tra le dita con un nano sullo sfondo, stranezze da mago si disse, ignorò tutto si posizionò sul soffitto e si accinse a schiacciare un pisolino.
L’attenzione di ghit fu attirata anch’essa dallo strano dipinto, secondo il chierico rappresentava Alater nella sua folle esplorazione di sottomonte, l’epoca remoto in cuo aveva plagiato le menti dei nani per usarli come minatori, poi vide i libri del mago, volumi e volumi rilegati in pelle che però appena apriva mostravano solo pagine bianche, le parole sfuggivano ai suoi occhi, come nella stanza di Kalabash, la sua magia era di un altro tipo evidentemente, ma decise di andare a fondo chiedendo al mago delucidazioni, e un modo per leggere quei tomi.
Arabella invece viste le mire sull’ascia sfumate iniziò a girovagare per le stanze del mago, doveva pur esserci qualcosa di valore nelle stanze personali di un potente mago, sicuramente qualcosa che al mago non servisse più, anzi qualcosa di cui voleva disfarsi, ma era troppo gentile per chiedere a loro, appena conosciuti di occuparsi.
Entrò nella stanza dove dormiva Ghola, vedendola appena al soffitto, come al solito fuori portata, non sa disturbò ma si imbatté nel plastico sul tavolo, sembrava ricostruire una serie di percorsi e stanze che però non le suggerivano nulla, ma sotto al tavolo invece trovò una mattonella che non combacia bene con le altre, un rapido sguardo a Bargaghola e ai suoi compagni la convinse che nessuno badava a lei e si accucciò per indagare meglio.
Difesa e Ghit intanto stavano ascoltando il mago che li rassicurava che nessuno li li avrebbe disturbati, e che non poteva insegnare al chierico a leggere libri magici, la sua magia era diversa e ci sarebbero voluti anni di accademia solamente per intravedere i simboli arcani che popolavano le pagine.
Dopo un po però il forgiato capì che quei discorsi non facevano per lui, si era ripromesso di tenere sempre d’occhio Arabella, non aveva dimenticato che era responsabile della morte di Sark, il suo primo amico, e non credeva fino in fondo alla storia dell’amnesia, così andò a vedere cosa stesse rubando stavolta quella losca stregona.
Arabella sentì dei passi avvicinarsi, così ficcò nella sua sacca in fretta e furia quello che aveva trovato nello scomparto segreto, un grosso tomo avvolto in un panno con un laccio di cuoio, una bacchetta di legno con lo stemma dello Xanathar e una strana chiave fatta di pietra, che non appena toccò le disse:
Incontriamoci al Livello Perduto. Trova il mio gemello nella palude strisciate.
Stupefatta si infilò tutto nella sacca, la stessa sacca dove stava il corpo martoriato di Sark e si alzò con espressione innocente a fronteggiare il paladino.
Difesa le si parò davanti, ma non fece in tempo a proferire parola che Ghola emise un gemito nel sonno, qualcosa la tormentava pensarono i due compagni, poi si accorse che nella sua sacca qualcosa stava muovendosi, e diventata sempre più pesante, stupito ci infilò la mano pescando l’idolo maledetto che aveva scagliato in faccia a Kotrinz appena un'ora prima.
Immediatamente Ghola iniziò ad urlare, gli occhi del feticcio si spalancarono e anche lui emise un urlo, Arabella e DIfesa si fissarono una frazione di secondo prima che la compagna in preda al terrore cadesse loro addosso, e con un bagliore nero tutti e tre sparirono nel nulla, lasciando l’idolo urlante a rotolare sul pavimento.
Ghit fissò l’idolo, poi fissò Smaug, poi fissò Rizzelyn, ed esclamò: ok abbiamo un problema.
No no preoccuparti, la vostra amica aveva una questione irrisolta che adesso sta…risolvendo, disse con pazienza e calma il mago, aspettiamo qui e poi parleremo.
Ma intervenne Ghit, se fosse in pericolo? dove sono spariti? non li vedo neppure col mio mantello, non sono scomparsi disse piano, se ne sono andati proprio.
Il mago sorrise e rassicurò i due compagni, non preoccupatevi tutti è come deve andare non ha senso lottare contro il destino è tutto sotto controllo, solo uno sciocco si carica un fardello non suo e che non esiste no?
Con riluttanza il chierico si tranquillizzò un po ', e per evitare di stare in pensiero decise di insistere sui tomi arcani, ok esclamò, nell’attesa allora scommetto che puoi trovare un modo per farmi leggere quei tomi no?
Rizzelyn sorrise sornione, ok, posso aiutarti con un piccolo incantesimo, fammi prendere il mio libro.
quello che successe poi, Smaug non se lo seppe piegare, un attimo prima il mago era calmo, posato, padrone della situazione, e un attimo dopo aver guardato sotto ad un tavolo stava urlando come un pazzo, con le mani nei capelli disperato.
Si è presa il mio libro, la fonte del mio potere, quella stronza avida ladra che Pelor la incenerisca qui e subito, dobbiamo trovarli immediatamente, riportarli qui, tutto è perduto senza il mio libro, io sono perduto senza il mio potere.
Afferrò per le spalle il povero Ghit, e scuotendolo lo investi di improperi, vi ho aperto la mia casa, fatto riposare, perdonato per aver menato i miei ratti e lei che fa? mi deruba? dovete andare a riprenderla immediatamente.
Il chierico stupefatto, chiede spiegazioni, ma non era tutto parte di un disegno? non era tutto sotto controllo chiese? i loro compagni sarebbero tornati col libro, e poi…
no no mi serve il libro immediatamente, siamo spacciati senza, dovete portarmi il sangue di un demone demone, per il rituale, vi mando a prendere la ladra, ci salviamo tutti e poi vi togliete dalle palle e chi si è visto s’è visto chiaro?
come? cosa? quando? un demone? Ghit sempre più confuso fece un passo indietro, mentre Smaug invece estrasse l’ascia e disse, dov’è questo demone?
Rizzelyn gli toccò la fronte, e Smaug vide il luogo, eccolo, andate li ammazzatelo portatemi il sangue, su su non c’è tempo.
Ghit provò a riprendere il controllo della situazione, non puoi mandare i tuoi topi mannari? o farci accompagnare? un demone sembra una cosa pericolosa.
A no no, i miei topi devono proteggere me, ora più che mai, andateci voi è una vostra responsabilità.
il chierico mise le mani avanti: la conosciamo appena a dire il vero, viaggia con noi ma neppure noi ci fidiamo sai?
non mi importa se rivolete i vostri amici serve quel sangue, ribadì sempre pi acido il mago.
Ok ma almeno dacci una guida no? uno dei tuoi compagni che ci porti fino a li, Smaug non è forte con l’orientamento provò a mentire Ghit.
Sbuffando Rizzelyn alzò una manica e chiamò Kreena ad alta voce, un piccolo topo marrone sbucò da sotto al mantello e li salutò.
Ho sentito tutto padron Rizzelyn li accompagno io e detto questo sfrecciò tra le gambe di Smaug invitandoli a seguirla.
una nebbia rossa vorticava attorno alle gambe di Ghola, una luna immensa e rossastra illuminava un castello arroccato su un picco sullo sfondo, e tutto sembrava sospeso in una notte perenne, come cavolo ho fatto a tornare in questo posto? esclamò disperata?
Quale posto esclamò Arabella di rimando, e Dove siamo sussurrò Difesa?
tra le ombre al limite del loro campo visivo tetre sagome si muovevano e ringhi, ululati e fugaci urla completano il mio ritorno a casa pensò Ghola.
Siamo a Ravenloft, spiegò agli amici, è un posto molto pericoloso, e non so come ci siamo finiti, quello che dobbiamo fare però, è andarcene immediatamente, solo che non so come fare.
Proviamo a procedere, a trovare un riparo disse Difesa, magari qualcuno ci aiuterà.
Si misero in marcia attraverso la nebbia, che strisciava tra le loro gambe e sembrando viva, ma pochi passi dopo si imbatterono in una grande vasca a forma di teschio, una donna disperata si mise ad urlare appena li vide, Padroncina, è tornata mi aiuti, siamo tutti spacciati, disse tra le lacrime.
Ghola interdetta non si ricordava di lei, ma evidentemente la donna la conosceva bene, due denti affilati le si intravedevano dalle labbra, una vampira pensò, e non si avvicinò oltre.
Chi sei disse Difesa? non ti conosciamo.
ma la donna in preda alla follia continuò con le sue disperate urla, fino a capire che Ghola non la riconosceva proprio, così in preda alla follia estrasse un coltello mezzo arrugginito e si sgozzò riempiendo lentamente la vasca del suo sangue.
Non conosco lei disse ai compagni Ghola ma riconosco la follia che permea questo luogo, è molto pericoloso avere contatti con chiunque, dobbiamo
Ma una strana melodia di un organo a canne riempì l’aria, l’immagine di un uomo che suonava un organo fatto d’ossa comparì nella pozza di sangue, e tutti si congelarono di terrore.
Ghit intanto seguiva il topo che li stava guidando, la sua vista potenziata del mantello non gli rivelava alcun pericolo, ma sapeva bene che lì a sottomonte tutto era una trappola mortale, arrivati ad un bivio, disse a Smaug di aspettare mentre lui e il topo andavano in ricognizione, a metà corridoio circa una mattonella si abbassò sotto al suo piede e una freccia si piantò nel muro dove un attimo prima c’era stata la sua testa, per fortuna non aveva il naso, altrimenti ora sarebbe piantata su quella parete pensò.
Non potresti avvisarmi delle trappole disse al topo? tu non vivi qui?
e io che ne so scusa, non mi avventuro mai nel territorio del demone per questo sono viva.
Non valeva la pena di rispondere, aveva avuto antipatia per quella topa non appena l’aveva vista, si concentrò e individuò altre 2 trappole più avanti, le indicà a Kreena e disse, le sai almeno disinnescare?
Krena sfrecciò verso la prima, dandogli dell’incompetente, ma appena toccò la trappola una vampata di fuoco la investì e la scaraventò lontano.
Smaug sentendo le urla della topa e temendo un attacco accorse ascia alla mano, ma quello che vide fu solamente una topa in fiamme che insultava Ghit e insisteva sul fatto che l’avesse spinta tra le fiamme, poi un click fece scattale la trappola della freccia.
grazie ai suoi riflessi afferrò la freccia tra i denti e la spezzò, vedi? non ti ha avvertito della trapplola il tuo amico, anche se sapeva bene che era qui, è uno stronzo, guarda che mi ha fatto disse la topa a smaug
Ghit però non aveva tempo da perdere e invitò l’amico a proseguire, scavalcarono le trappole successive e si misero ad origliare, una vasta sala in penombra, il lato più lontano compoletamente crollato mostrava un aprofonda voraggine, e degli strani rumori di qualcuno che grattava la pietra che ribalzavano sulle pareti.
Smaug si fece avanti annoiato e immediatamente delle antenne sbucarono da dei fori sul pavimento poi una voce gutturale li apotrofò come stupidi coglioni.
Vi siete fatti scoprire dai rugginofaghi, un nano con un enorme martello e la faccia irritata emerse dall’ombra in fondo.
Smaug gli rispose a tono, vorrò dire che risolveremo il problema no? li ammazziamo così non ci scopriranno.
e il nano alzando un soprsacciglio indicò col martello, più in fondo, tutta la fottuta colonia?
Smaug che non aveva ne le capacità ne la voglia di contare i menici alzò l’asica e disse sempolicemente, certo tutta la colonia, e caricò seguito da un preoccupato Ghit.
Bentornata Figliola, disse il suonatore d’organo, ancora a rincorrere i tuoi fanciulleschi sogni? e si girò a guardarla con due canini affilati che le sorridevano.
Riuscirò a guarirti Padre, anche se ora sembra impossibile io ce la farò…urlò Ghola.
Guarirmi dalla mia vita immortale, dal mio potere infinito e dal dominio totale che ho su qeste lande? quale folle vorrebbe mai guarire da un sogno così dolce?
Arabella di fianco a Bardaghola anniui e fiu subito fulminata da uno sguardo di disapproazione di Difesa.
Ghola estrasse il mezzo medaglione trovatoi tra i resti di Trezia e lo alzò mostrandolo a Strand, questa è la chiave, disse, con questo ti salverò dopo di chè rovesciò la vasca con sangue e spezzò il collegamento mentre iuna risata riecheggiava nell’aria.
Stolta figlia, attena a fare proclami senza sapere chi ti porti dietro, il tuo amico non è quello che pensa di esserem e non sa nulla di cosa lo porta qui…poi il silenzio.
Arabella intanto fissava pensierosa il filo nero che legava la sua gemma, il petot di Difesa e quello di Ghola, che diavolo era quella cosa?
poi uno schianto improvviso li riportò tutti e tre al tresente, la porta in legno dietro nella catapecchia dietro la vasca esplose e una copia di Difesa con 12 candele sulle spalle si presentò loro.
Numero 10, disse che ci fai con loro? fai subito rapporto.
Difesa stupito farfugliò qualcosa, e gli occhi del Difesa 012 si accesero, qualcosa non va in te fammi controllare il tuo nucleo di memoria disse avanzando minaccioso verso di loro.
Scavalcando il corpo ancora caldo dell’avido nothic, Difesa si avvicinò alla porta che conduceva all’esterno della stanza. Ghola, in astinenza da una mossa standard, si appese al soffitto, posizionandosi speculare al gigante, che intanto aveva poggiato un orecchio (nonostante ne fosse sprovvisto) contro le assi, tentando di percepire che bizzarria li attendesse dall’altro lato. Nulla, nessun rumore. Bardaghola bussò, chiedendo se ci fosse qualcuno.
Dei passi si affrettarono verso la porta, e una voce gutturale rispose: “Chi è? Che volete?”
“Siamo avventurieri,” rispose Difesa, e… uno spioncino si aprì d’incanto, rivelando due occhi umani incorniciati da un ciuffo di capelli scarmigliati.
“Togliti l’elmo, straniero, se vuoi presentarti come si deve,” dissero gli occhi.
Difesa, in imbarazzo, bofonchiò che l’elmo era maledetto e non poteva toglierlo. Ghola incalzò l’interlocutore, chiedendo il suo nome per guadagnare tempo, ottenendo così “Yeek.” Scorrendo l’oscurità alle spalle di Yeek, Ghola scorse un’altra figura nascosta. “Non sei solo, a quanto pare,” osservò. Difesa, rincuorato, rincarò: “Chiedere cose agli stranieri senza rivelarsi non è educato.”
Yeek iniziò a sniffare l’aria e, indicando Smaug, chiese come mai puzzasse di bugbear. “Non sarete mica invischiati con lo Xanathar, vero? Noi odiamo quella gilda di infami…” Tutti negarono con veemenza, e Smaug si avvicinò, pronto a intervenire.
“Sono Kotrinz,” disse la compagna, affacciandosi allo spioncino. “Che volete qui? Perché ci disturbate?” Ghit mostrò l’interno del proprio scudo, dove era inciso il simbolo degli Arpisti, ma non si lesse alcuna reazione negli occhi dei due barricati dietro la porta.
“Vogliamo commerciare,” disse la Barda. “Ci serve dello spirito nanico, ne avete?” La donna annuì e, dopo un breve lasso di tempo, mostrò la bottiglia. “Sono 15 MO,” disse, con gli occhi che luccicavano.
Difesa non aveva idea del valore dello spirito e neppure gli altri, ma la Barda aveva con sé più di 500 monete e pagò senza problemi. Dopo aver assaggiato il liquido, le sembrò di ottima fattura. Tuttavia, un tatuaggio sul polso della donna attirò la sua attenzione: “Zentharim.” Quella gente era pericolosa, e di sicuro non ci si poteva scherzare.
“Quindi, Kotriz? Tutto qui? Siamo a posto? Se è così, girate i tacchi e sparite,” disse.
“Aspetta,” intervenne Difesa. “Vogliamo informazioni, poi ce ne andremo.”
“Quelle costano,” sorrise accattivante la mercante. “Fate una domanda e vediamo se posso rispondere.”
Difesa estrasse il piccolo manufatto di legno, trovato al livello 1, che causava incubi al portatore, e lo porse alla donna. “In cambio di questo, voglio sapere se conosci un mago che si chiama Tarsil.”
Kotriz rifiutò il manufatto, spiegando che non era solita essere pagata prima di sapere se le informazioni erano di valore e che lì a Sottomonte più della metà dei folli che incontrava erano maghi, quindi non poteva aiutare.
“È un elfo biondo con gli occhi che sfolgorano come il sole,” disse, e stava per aggiungere altro quando lei e Barda si accorsero che i loro interlocutori erano ammutoliti, un’espressione di terrore dipinta sui loro volti.
“Non conosciamo nessuno che abbia quell’aspetto, e ora fareste meglio ad andarvene,” disse, tentando di chiudere lo spioncino.
Difesa, però, fu più svelto: infilò la mano nella fessura, tentando di impedirne la chiusura. “Non mentirmi, maledetta! Tu sai di chi sto parlando, vero? I tuoi occhi ti hanno tradita.”
Bardaghola, usando il suo talento per scassinare, sbloccò la porta, e il forgiato la calciò con forza, mandando a gambe all’aria Kotrinz e Yerk. I due non si fecero mettere i piedi in testa: con un lungo fischio, Yerk chiamò a raccolta i compagni, e dall’oscurità dietro di loro, molti passi affrettati annunciarono i rinforzi.
Difesa scagliò l’idolo in faccia alla donna: “Prendi il tuo pagamento e dimmi dove si trova il mio amico.” Ghola, che non voleva che si arrivasse alla violenza, si appese nuovamente al soffitto, tentando di calmare Difesa. Ma era troppo tardi; l’irruenza del forgiato, solitamente calmo e pacato, aveva fatto precipitare gli eventi. Quadrelli di balestra iniziarono a tempestare il paladino, che avanzava come un carro armato verso Kotrinz. A nulla servivano le armi leggere dei suoi compagni: lui voleva risposte e se le sarebbe prese.
Un topo sgusciò tra le gambe di Arabella, che lo guardò incuriosita. Ma prima che potesse rendersi conto della situazione, il topo le si gettò sulla caviglia, mordendola dolorosamente. Urlando, evocò il suo segugio del malaugurio e attaccò, seguita da Smaug, che non vedeva l’ora, e da un sorpreso Ghit, che poté solo mettersi in difesa. I compagni iniziarono a combattere contro i nemici che tiravano quadrelli dalle ombre del corridoio.
Il lupo di Arabella morse il povero Yerk, che iniziò a squittire; la sua faccia si deformò, si riempì di pelo e due incisivi da roditore gli spuntarono sotto al naso. Ghit impallidì: stavano combattendo contro dei topi mannari? Quali creature si nascondevano in quel labirinto?
Nel frattempo, Difesa continuava ad avanzare, immune ai colpi e con un solo obiettivo: costringere Kotrinz a dire la verità. Arabella, Smaug e Ghit tenevano a bada i topi mannari che uscivano dal corridoio, mentre Ghola si teneva fuori dalla battaglia e, con la sua mossa standard, si infiltrò dietro le linee nemiche. Evocò una voce illusoria, cercando di fermare la battaglia: una voce gutturale di bugbear chiamava i compagni, dicendo che i loro nemici si stavano scontrando tra loro.
Questo fece esitare Kotriz, che esclamò: “Ma allora non siete dello Xanathar?” Ma Difesa, ignaro, continuò nella sua crociata verso la bugiarda, che non aveva mentito, ma solo rifiutato il pagamento. Quando Difesa raggiunse il suo obiettivo, un vortice luminoso fece materializzare una figura al centro della stanza, e tutti si fermarono interdetti.
Un mago strano si ergeva in mezzo a un arcobaleno di colori, con molti occhi che fluttuavano attorno a lui e la pelle più nera di una notte senza luna. “Buongiorno, avventurieri. Sono XXX,” disse. “Posso pregarvi di non uccidere i miei collaboratori?”
Ghit, con un’intuizione, indossò il suo mantello con gli occhi e vide un’immensa figura fatta di arcobaleno troneggiare sopra al mago. “Qualcosa di potente,” pensò. “Ho diverse cose da dirvi,” continuò il mago, “ma vi pregherei di essere civili. Seguitemi nel mio studio, appianiamo le divergenze e nessuno si farà male. Che ne pensi, Difesa?”
Il gigante acconsentì, riprendendo l’idolo da terra, ma Ghola rimaneva diffidente; i maghi dicevano pochissimo di ciò che era bene dire, e era meglio tenere alte le difese. Il mago la fissò e le disse: “Lettrice di tarocchi, ti consiglio di farti una bella dormita stanotte; le tue idee si schiariranno parecchio, che ne dici?” Poi, senza aspettare risposta, fissò Arabella, che iniziò a tossire. Dal cristallo sulla sua gola, un raggio rosso fece materializzare ai piedi di Smaug un’ascia riccamente decorata con gemme rosse, che sembrava grondare sangue.
“Jaziyra vi manda i suoi saluti e mi ha chiesto di accogliervi…” Gli occhi della stregona si illuminarono di intuizione. “Venite, i miei amici si assicureranno che nessuno ci disturbi…” E detto questo, si avviò nel corridoio.
I compagni si fissarono per un secondo e poi lo seguirono; che altro potevano fare?
Decisi a mettere il maggior numero di mura tra loro e Trezia si addentrarono nei corridoi, nuovamente furono attanagliati dal puzzo terribile di marcio e stantio che già prima aveva preannunciato la presenza adi ghoul, di sicuro ce n’erano ancora nascosti da qualche parte.
Arabella stufa di non aver ancora trovato nulla di valore, o nulla di terribile da investigare si porta in testa all’esplorazione e si ferma davanti ad una porta malmessa, le assi sono sconnesse e sembrano stare al loro posto per miracolo, se dovesse essere chiusa a chiave basterà bussare per sfondarla pensò. Ma appena mise la mano sulla maniglia le assi esplosero e delle mani artigliate la afferrarono alla gamba e alla gola.
Arabella si mise ad urlare, i ghoul l’avevano afferrata e la trascinavano dentro la porta con le unghie che scavavano nella sua carne, Difesa intervenì all’istante sfondando il petto di una delle creature con il pesante martello, e poi Smaug con lascia decapito la seconda e la terza.
Le altre due creature che si stavano dando alla fuga furono freddate da Ghit con la sua fiamma sacra, ormai quelle minacce erano solo seccature per il gruppo, ma comunque potevano ancora fare male, come testimoniava la gamba della stregona.
Senza farsi scoraggiare però proseguirono, Difesa curò la compagna e continuarono ad esplorare la zona, si trovavano in una parte collassata del corridoio, dove una vena di rame sembrava essere stata scoperta e depredata.
Un corpo si trovava tra le macerie, una tunica viola con vistose maniche, due stivali di gomma e un biglietto stretto tra le mani... Sono quasi giunta a dimostrare a Alaster che la magia è sorpassata ormai, il mio corpo però mi intralcia è solo un peso, devo evolvere, e sfidarlo... al corpo mancava la testa...
Tuttu tranne Smaug intuirono quello che era successo, e anche che erano in un vicolo cieco, dovevano tornare indietro...
Ghola si ammantò nuovamente di invisibilità e tornò nella stanza trappola, Trezia era intenta a inviare fulmini sulle bobine di Maurizio che intanto correva a destra e a manca modificando la stanza, ora tutta l’area era piena di strani globi dorati e delle lame entravano e uscivano dal soffitto, mattonelle a pressione erano disseminate ovunque, e Trezia era raggiante per le modifiche.
Salve Trezia disse ghola, come va la trappola?
Magnificamente disse il tescio folle, ma poi si bloccò, aspetta un attimo come fai a sapere che è una trappola?
Be si vede ancora più di prima, ora è proprio la madre di tutte le trappole disse la barda.
Trezia si mise ad urlare, nooooo deve essere una trappola che non sembra una trappola, altrimenti non funzionerà, Maurizioooooo dobbiamo rifare tutto da capo disse fulminandolo ancora più ferocemente di prima.
Vattene insulsa creatura non potresti mai capire niente di trappole la mia scienza è troppo per la tua debole mente.
Così gli altri sfrecciarono verso il cunicolo sul fondo mentre il povero Maurizio li guardava con una devastata da un senso di inutilità assoluta, solo Smaug percepì il suo dolore una frazione di secondo prima di gettarsi nell’apertura sul fondo.
Trezia però era completamente folle e non voleva lasciarsi sfuggire la possibilità di testare la trappola su quegli insetti fastidiosi, così appena li vide voltare le spalle li attaccò con i suoi fulmini.
La battaglia iniziò cruenta con le scariche del teschio che rimbalzavano sulle piastre, e maurizio che caricava a testa bassa.
Difesa e Smaug si frapposero tra la massa di bobine elettriche e i maghi dando il tempo a Arabella di lanciare i suoi incantesimi, Ghit era particolarmente efficace essendo Trezia una non morta e così a colpi di giavellotto della fede e fiamma sacra riuscì a ferirla pesantemente.
Barda dalle retrovie gestiva la situazione teletrasportando i compagni lontano dalle saette e incoraggiandoli con i suoi incantesimi di supporto.
Difesa gravemente ammaccato difese Arabella fino alla fine che con l’ultimo raggio di gelo riuscì a mettere alle strette Maurizio che collassò inerme sul pavimento, ormai le scosse elettriche non avevano più speranzo di rianimarlo.
Trezia in svantaggio numerico provò a usare tutta la potenza della sua trappola elettrica ma un poco per volta fu resa inerme e sconfitta.
Deflagrò in un’esplosione abbagliante lasciando dietro di sé solo un mucchietto di ceneri.
Gli amici si guardarono soddisfatti, ma Bardaghola si sentiva stranamente attratta da quelle ceneri, qualcosa luccicava al loro interno, qualcosa di rosso e malvagio, tuffò la mano ed estrasse la metà di un medaglione con rubini incastonati, tutti la fissarono stupiti.
Quel medaglione era metà del motivo per cui era venuta a sottomonte, metà del suo obiettivo, ma era anche metà di un problema gigantesco che la seguiva da un po, infatti nelel obre dietro a ghit vide i consueti occhi rossi, che al limitare del suo campo visivo la scrutavano sempre, ma non era quello il momento di lamentarsi, finalmente aveva la prova di essere sulla pista giusta.
Scesero giù per un budello di roccia e si ritrovarono in un grande corridoio con una alcova a nord, tutto era fatto di marmo rosso, e un grande altare si stagliava davanti a loro.
Era lordato da una miriade di impronte di mani goblinoidi sentenziò Ghit, ma le scritte sotto erano in nanico, per provare a leggerle Ghola ripulì un po' uno dei fianchi e immediatamente sentì una voce nanica risuonarle nella mente, non capì cosa le diceva, a immediatamente riuscì a percepire una cavità segreta nel monumento, che però era già stata saccheggiata...
Una benedizione nanica disse Arabella quando la barda raccontò la vicenda, peccato che però non ci siano tesori...proseguiamo disse.
Con circospezione e senza fare rumore proseguirono per l’immenso corridoio, fino a trovarlo sbarrato da un muro d’ossa accatastate, Difesa provò a spingere ma sembrava impossibile da smuovere così decise di fare sul serio, appoggiò entrambe le mani e spinse a massima forza, un fragore assordante riempì la sala una sezione del muro crollò e mostrò che dall’altro lato una sala quadrata li attendeva, con al centro 4 nothic, smunti, nevrotici e famelici di segreti.
Immediatamente li circondarono, folli di curiosità, iniziarono a guardare e sondare le memorie degli avventurieri scandagliandone i segreti, poi Ghit prese la parola.
“Salve,” disse, “stiamo cercando informazioni e abbiamo segreti e potenti magie da condividere, ma solo per informazioni dello stesso valore.” La situazione degenerò immediatamente: le creature andarono in frenesia quando Arabella estrasse da un vecchio panno logoro il cuore ammuffito trovato al primo livello. La sua aura maligna catturò tutti gli sguardi e uno dei nothic lo prese in mano, sbavando.
“Appartiene a un drow,” disse, “è imbevuto di magie e richiede sintonia per essere attivato.” Poi si concentrò e successe l'impossibile: il suo petto si squarciò, le costole esplosero verso l’esterno e il cuore si strappò dal costato. Il vecchio cuore ammuffito che teneva in mano si sollevò e si sostituì al cuore del mostro, che annaspava impazzito dal dolore. Il cuore del nothic cadde a terra, ammuffendo e diventando identico a quello appena utilizzato, prima che il mostro collassasse in un lago di sangue con il petto squarciato.
Un silenzio assordante riempì la stanza. Arabella deglutì rumorosamente: aveva girato con una condanna a morte in tasca per chissà quanto tempo, e aveva pure rischiato la vita per ottenerla. Uno degli altri nothic si avvicinò timidamente al compagno, prese il cuore ammuffito dal pavimento e lo esaminò.
“Appartiene a un nothic,” disse, “è imbevuto di magie e richiede sintonia per essere attivato.” Ma Ghit, con un calcio, fece cadere il cuore maledetto di mano. “Stupida creatura, non hai visto cosa è appena successo?” esclamò Ghola. Ma guardando l’occhio avidamente stupido del mostro, capì che era come parlare al vento. “Devo capire come funziona il cuore,” sussurrò, “che poteri cela e come può essere usato.”
Arabella si riprese l’artefatto, lo avvolse nella pezza logora e lo diede a Ghit. “Meglio se non gira in mani sbagliate,” disse. Una frase del genere non sembrava adatta a quella bocca, pensarono tutti i compagni. Infine, chiusero le trattative con i nothic: “Non abbiamo più affari da concludere,” sentenziò Difesa, e la creatura, irritata, si allontanò per i corridoi.
Dopo aver trascorso la notte, o meglio quello che pensavano fosse notte, visto che li sotto era impossibile capire che ora fosse, si prepararono a ripartire.
Tornare nel marcato Goblin era fuori discussione, troppe creature, troppo stupide e troppo goblin!
Decisero di proseguire verso sud oltrepassando la pompa dell’acqua e giungendo in un'altra sala, che sembrava abbandonata da secoli, dei tavoli con delle strane e polverose ampolle e libri incartapecoriti, scaffali con vecchi attrezzi e pinze disseminate ovunque.
Un laboratorio o qualcosa di simile pensarono gli avventurieri, Ghit si mise a frugare i tavoli senza trovare nulla di utile, tutto era o troppo vecchio o troppo strano, Difesa intanto guardava qua e là confuso, mentre Smaug annoiato a morte accarezzava la sua ascia, era libero già da una notte e non aveva ancora dato prova del suo valore.
Quello che non sapevano però era che il rumore che stavano facendo non era passato inosservato, una trappola stava scattando, o meglio un guardiano si era appena svegliato dal suo torpore magico e li attendeva nella stanza a fianco.
Proprio quella in cui stava entrando Smaug, seguito da Arabella e Ghola.
Appena i tre entrarono, sentirono un vento gelido sussurrare parole incomprensibili, gli spettri della Barda la avvertirono che qualcosa si era destato e che non era amichevole, ma non fece in tempo ad avvertire il barbaro che una padellata lo centrò in piena faccia.
Immediatamente tutte le altre quattro pentole della cucina in cui si trovavano iniziarono a vorticare, e a tempestare di colpi il muso di Smaug.
Il Draconico si era trovato invischiato in molte battaglie, ma mai prima d’ora era stato attaccato da padelle senza un padrone, il suo cervello non resse l’enorme mole di dati da analizzare, anche perché le padelle eccedevano le 4 unità, numero oltre il quale non aveva mai imparato a contare, e si bloccò sul posto.
Ghola e Arabella invece ormai avvezze ad ogni genere di stranezza, attaccarono immediatamente difendendo il loro compagno, che ormai sputava denti a destra e a manca, appena arrivarono anche Difesa e Ghit la battaglia volse velocemente alla conclusione, le padelle animate da uno spettro furono distrutte, e con esse anche la trappola del mago.
Infuriato come non mai Smaug raccolse i suoi denti, e sfrecciò nella stanza successiva, mai in vita sua aveva fatto una figura tanto misera, invece di mostrare ai suoi nuovi compagni quanto valeva, si era fatto prendere a padellate in faccia.
Aprì la porta e si trovò in una stanza da letto con uno studio, sebbene fosse vecchissima si vedeva che lo stile era ricercato, quasi sontuoso, di sicuro apparteneva a qualcuno di importante pensò Arabella entrando.
Ghola e Ghit notarono che davanti al letto un intricato cerchio di evocazione era stato rotto, e sulla scrivania parecchi tomi accatastati emanavano una debole luce magica.
Ghit iniziò a studiare i tomi, ma appena li apriva le parole sparivano, anche solo provare a leggere la costa era impossibile, qualche sortilegio li proteggeva.
Arabella intanto cercava qualcosa di valore, mentre Difesa e Smaug guardinghi tenevao d’occhio ogni cosa nella stanza.
Ghola invece si avvicinò al cerchio, sembrava il classico cerchio di evocazione, ma qualcuno lo aveva interrotto, così era inutilizzabile si disse afferrando un gessetto bianco che stava ancora li di fianco al tappeto.
Appena la linea fu ripristinata un bagliore rossastro illuminò tutta la stanza, Difesa e Ghit urlarono all’unisono “No Arabellaaaaaaa” ma poi videro che era stata Ghola stavolta a metterli nei guai, e poi dal cerchio proruppero un terribile odore di alcol e dei terribili verso gutturali, rutti ad essere precisi.
Uno strano individuo si era materializzato all’interno, con rossi tatuaggi in faccia, una strana tunica a scaglie e due bottiglie di vino una per mano, li guardava biascicando parole incomprensibili e caricando un incantesimo.
Immediatamente la battaglia iniziò con raggi magici che saettavano per la stanza, ma che sembravano lanciati a caso.
Il nemico sembrava completamente ubriaco, Ghola e Arabella attaccarono colpendo il nemico, Difesa abbatté il suo maglio e lo stesso fece Smaug gettando a terra il mago.
Questo sembrava più preoccupato della sua birra che dei colpi, e si mise carponi a tentare di difendere le bottiglie, fui Ghit che fermò gli amici.
Chi sei gli chiese? Perché ci hai attaccato?
Chi siete voi piuttosto questa è camera mia, e questo era il mio cerchio, lo avete riparato senza il mio consenso.
Ghola sprezzante rispose che loro erano in 5 e lui da solo, quindi potevano riparare quello che volevano.
Kalabash si presentò, ancora alticcio, ma un po’ più padrone di se, sono uno degli apprendisti di Alastor, e sono stato chiuso qui nel cerchio da quella puttana di Trezia che mi ha rubato la birra.
Piano piano disse Ghit, di che stai parlando? Chi è Trezia?
La puttana ruba birre, non so dove sia ma deve pagare, ei disprezza la magia e mi invidi per quello mi ha tirato questo brutto scherzo disse Kalabash sempre più fuori di sé.
Aspetta disse Ghit tentando di calmarlo per estorcergli informazioni, ti piace bere? Io posso darti dello spirito nanico, se ci aiuti.
A quella affermazione il mago si immobilizzò, sono tutto orecchi disse, che posso fare per te?
Dicci di più su questo posto? Dacci informazioni e ti darò lo spirito nanico.
Kalabash iniziò a cantare come un canarino, raccontando la storia di Alastor, della sua pazzia, parlò dei suoi sette apprendisti, e di come avessero riempito il piano di aberrazioni e trappole magiche e soprattutto parlò male della puttana di Trezia, convinta che la scienza battesse la magia e della sua ossessione per impressionale il mago folle.
Ghit come promesso gli diede lo spirito nanico, ma il mago ne voleva di più iniziò a sbraitare che lo avevano truffato, e che erano delle luride scrofe come Trezia, anzi peggiori, e che…
Ghola con un calcio ruppe nuovamente il cerchio magico riconfinando il poveretto chissà dove, ora capisco perché era rotto, disse ridendo, meglio lasciarlo così.
Decisero di continuare l’esplorazione, le informazioni erano preziose ma senza contesto e potevano essere benissimo un ammasso di menzogne, Ghit prese con se un po’ di libri, stanotte si disse avrò qualcosa da fare se capisco come convincerli a farli leggere.
Tornarono sui loro passi e provarono a svoltare a est, la stanza era un grande deposito di barili, un fetore di rancido e marcio proveniva dagli stessi e l’atmosfera era lugubre.
Con circospezione i 5 proseguirono senza toccare nulla, entrando in un’altra stanza con banconi metallici e strane attrezzature anch’esse metalliche, bobine di rame, sfere con assurdi fili intrecciati delle vasche piene di liquidi verdastro.
Difesa percepì una strana elettricità nell’aria, quello era un laboratorio, ma molto più simile a quello dove era stato assemblato lui, setacciarono il posto, ma Smaig fece cadere un attrezzo, ed un rumore echeggiò per la stanza, tutti si immobilizzarono, un ringhio basso si diffuse appena prima che i barili esplodessero.
Otto creature magrissime, viscide e con gli occhi rossi si misero a ringhiare e tentarono si accerchiarli.
“Ghoul” disse sicura Ghola, conosco queste creature, in gruppo sanno esser pericolose state attenti.
Ma Smaug si era già gettato nella mischia la sua ascia tranciò in due il Ghoul più vicino, altri due però gli si gettarono contro graffiandolo, Difesa a martellate li tenne distanti, mentre Arabella sfoderò le sue campane necrotiche, curando i Ghoul appena feriti da Ghola, la solita vecchi Arabella pensò tra sé Ghit che intanto lanciava giavellotti della fede sulle schifose creature striscianti.
La sua magia sacra era particolarmente efficacie, e pian piano riuscirono a sconfiggerli senza subire ferite.
L’atmosfera però si era caricata di ozono, l’aria sembrava elettrica e le attrezzature prima spente ora si scambiavano piccoli fulmini, probabilmente un’altra trappola si era attivata.
Proseguendo si trovarono davanti ad una grande porta fatta di piastre di rame, la maniglia anch’essa dello stesso materiale sembrava lanciare piccoli fulmini, se volevano continuare dovevano aprire quella porta…
Difesa si fece avanti, e tutti si guardarono con aria stupita, possibile che con una porta elettrificata, il primo a farsi avanti fosse il loro compagno fatto completamente di metallo? Perfino Smaug si grattò la testa presagendo il disastro imminente.
Fu Ghit a fermare il forgiato, e con tatto a fargli notare che rischiava di friggersi i circuiti, era evidente che si stavano addentrando in una trappola, e che tra tutti lui rischiava di più...
Difesa assentì e si fece da parte, li sarebbe stato utile Tarsil pensò. A la sua mano magica, ma loro erano li proprio per trovarlo, serviva Tarsil per trovare Tarsil, questo cortocircuitò i suoi pensieri e il gigante restò immobile a deframmentarsi.
Smaug smanioso id menare le mani e recuperare l’onore perso con le pentole, provò ad usare la sua ascia per spingere la porta, il manico in legno avrebbe funzionato, e con qualche tentativo, sudando freddo e schivandosi quando le piccole saette gli passavano vicino riuscì a socchiudere la porta.
Tutti si fiondarono a sbirciarci dentro, e l’estasi si spense immediatamente appena si resero conto che se davvero quella fosse stata una trappola, accatastarsi tutti e infilare la testa proprio lì non era stata un’idea geniale, così si affrettarono a sparpagliarsi nuovamente.
Ghola come al solito divenne invisibile e si appesa al soffitto, “mossa standard” sussurrò Arabella, che ormai aveva imparato le abitudini della vampira.
Guardando dentro Ghola vide una grande stanza illuminata da torce verdi e azzurre, non sembravano magiche, ma portenti tecnologici piuttosto.
Pavimento pareti e soffitto erano foderate di piastre di rame, le stesse su cui stavano i suoi compagni, e in fondo una imponente figura di spalle stava armeggiando con le stesse bobine giganti che aveva visto nel laboratorio.
La fessura dalla quale stava guardando non le permetteva di vedere altro, ma percepiva bene grazie ai capelli che le si rizzavano sulla nuca che tutto li dentro era elettrificato, quella era proprio una trappola.
Saltò sul pavimento con una mossa aggraziata e riferì tutto ai compagni, il momento che tanto temeva stava per giungere, quello in cui dovevano fare un piano, nulla di buono era mai accaduto loro dopo che avevano fatto un piano, e a dirla tutta, durante l’ultima strategia avevano aperto la testa di Sark, e Difesa era esploso come un petardo...si rincuorò, era difficile peggiorare le cose a dirla tutta, quindi poteva solo andare meglio.
Smaug propose di spalancare la porta, evitare i fulmini e fracassare di botte il gigante che si trovava all’interno.
Difesa annuì soddisfatto.
Ghit ricordò loro che il rame conduce elettricità quindi sarebbero stati colpiti appena varcata la soglia non sarebbero arrivati al gigante.
Difesa annui soddisfatto
Arabella disse che serviva volare, se non toccavano il pavimento non sarebbero stati fulminati.
Difesa annuì soddisfatto
Ghola ricordò che al momento nessuno poteva volare
Difesa annuì soddisfatto
Ghit allora propose di colpire il gigante dalla distanza attirarlo vicino e capire che cosa fosse e l’entità del pericolo.
Difesa annuì soddisfatto
Arabella preparò i suoi incantesimi, Gola e Ghit si schierarono, Smaug spalancò la porta e, Difesa che probabilmente aveva annuito troppo caricò con un’azione impetuosa e si catapultò nella stanza trascinandosi dietro i compagni.
Il terrore si dipinse negli occhi di tutti, tranne che in quelli di difesa che sprizzavano figaggine visto che aveva usato uno dei suoi poteri più fighi da paladino sfrecciando verso il nemico e menando martellate a destra e a manca.
Le scosse iniziarono a serpeggiare e il gigante si girà di scatto...era un golem di carne modificato, delle bobine gli uscivano dalla schiena e si connettevano ai circuiti sul soffitto, iniziò a urlare e a scagliarsi addosso agli invasori.
Ormai erano lì e decisero di scatenare l’inferno, ma fu l’inferno a scatenarsi su di loro, il golem menava come un fabbro, le saette li rallentavano e indebolivano e cosa più preoccupante guarivano il mostro.
Decisero di ripiegare fuori dalla porta e salvare la pellaccia, il Golem li inseguì urlando fino ai battenti ma, fortunatamente, si fermò.
Ghola decise di prendere la situazione in mano, diventò invisibile e si avventurò in esplorazione, la forza in quel caso non era la soluzione.
Seguì il golem che tornava a posto e lo vide armeggiare su una strana macchina, in fondo alla stanza poi un’altra figura che non avevano visto stava biascicando frasi sconnesse.
Si avvicinò ancora e vide che era un teschio fluttuante avvolto da saette che dava continuamente ordini a Maurizio, così scoprì chiamarsi il golem elettrico.
La trappola deve essere perfetta Maurizio, stavolta Alaster ne resterà impressionato e gli dimostrerò che la sciocca magia non è nulla davanti alla scienza.
Muoviti sposta la bobina e ricalibra tutte le valvole ioniche, quegli idioti la furi sono solo una minima distrazione, la mia trappola è il portento che stupirà Alaster, così mi porterà il rispetto che merito.
Ghola capì subito che la creatura era completamente folle e ossessionata e tentò il tutto per tutto.
“non credi che una trappola non dovrebbe sembrare una trappola?” esclamò ritornando visibile.
Maurizio iniziò ad urlare, e il teschio si girò di scatto pronto a folgorarla, ma poi si bloccò...stupida infima creatura, non hai tutti i torti.
Una trappola deve avere la caratteristica di essere segreta, di non destare sospetti, disse.
La barda rinfrancata insistette, questa è potentissima certo ma Alaster capirà subito che si tratta di una trappola, il tuo genio può sicuro fare di meglio, stupirlo, folgorarlo e diventare così più furba di lui.
Si, urlò il teschio, siiiiiii, Io Trezia la più potente, stimata e tecnologica dei suoi adepti, Trezia che ha superato il maestro, sono sicura che stavolta riconoscerà che la stupida magia non vale nulla paragonata alla tecnologia, mhuahahahahahah.
Intanto gli alti sentendo questi discorsi si erano avvicinati, Smaug, triste constatò: Quindi non si menano le mani? Ghit Arabella e Difesa lo trapassarono con lo sguardo.... e lo spinsero verso il fondo della stanza, dove un tunnel si perdeva nel buio.
Andatevene creature infime, non ho tempo per voi, io e Mauri dobbiamo riprogrammare tutto, disse Trezia e iniziò a scatenare un vortice di fulmini che resettò il golem e iniziò a cambiare la forma della stanza.
Quando tornerete qui verrete annientati dalla potenza di una trappola impossibile da individuare, vi risparmio visto che mi siete stati utili e vi userò in seguito.
Ghola e Ghit non se lo fecero ripetere due volte e si affettarono ad uscire dalla stanza raggiungendo i compagni in corridoio.
L’orrore si impadronì del gruppo tutto quello per cui avevano lottano fin ora era stato vanificato da un’assurda frase detta da quella che cedevano fosse una loro compagna.
Mentre Ghit e Ghola si precipitavano verso Arabella che si era accasciata a terra dopo un urlo disperato, Ciro e Caloggero se sa ridevano allegramente, doveva essere solo una semplice missione di ricompensa ed invece avevano assistito ad un vero e proprio dramma, un tradimento, un gigante in armatura un burnout e una vecchia che stramazza davanti agli amici, lavorare con lo Xanathar dava sempre i propri frutti non c’era da lamentarsi.
Ghola era incredula mentre teneva la testa di Arabella tra le mani tentando di rianimarla la vide lentamente ringiovanire, e la gemma nera rifulgere sul collo, i suoi occhi iniziarono a tremare come fosse in trance, ma fu il rumore che sentì alle sue spalle quello che la raggelò.
Difesa emise un urlo straziante mentre si riaccendeva, ma c’era qualcosa di strano la sua voce non era più meccanica come prima sembrava umana, sulla piastra della sua armatura superiore si aprirono vistose crepe fino a farla esplodere, rivelando quello che si celava al suo interno.
Un corpo scarnificato, e intrappolato da catene si contorceva tentando di uscire, la faccia deformata dal dolore e gli occhi vacui fissarono Ghit che indietreggiò di un passo, poi in un lampo di luce rossa, le catene si serrarono sul corpo trascinandolo saldamente all’interno dell’armatura che si saldò di nuovo e gli occhi del forgiato si riaccesero, con i consueti rumori di avvio.
Nello stesso momento Arabella si risvegliò, i 4 si fissarono e il primo a parlare fu Difesa, accusando la Stregona di aver tradito Sark e il gruppo, ma a differenza di quello che pensavano tutti, la bella addormentata con una voce diversa da quella di Arabella, più giovane e cristallina, si scusò asserendo di non sapere nulla di quello di cui stavano parlando e li fissò innocentemente.
I colpi di scena non accennavano a finire così Caloggero si intromise, delusi di non aver assistito anche al linciaggio che si era prefigurato.
Il vostro Sark non è tornato in vita, il nostro Quorik è definitivamente spacciato, ma mi avete fatto divertire, e voglio farvi un dono, un compagno che potrà servirvi nel servire lo Xanathar e senza attendere risposta stappò un’ampolla che sprigionò un denso fumo rossastro e fece comparire loro davanti un draconico ammasso di muscoli rossi con una gigantesca ascia bipenne, una vistosa cicatrice da chica mala sull’occhio destro e una coda che frustava l’aria a destra e a sinistra.
Questo è Smaug, il nostro barbaro d’élite, la cremmmmma in coppa ammammeta, sghignazzò Ciro, ora è un problema vostro, e Smaug non percependo il tono canzonatorio flexò i muscoli fiero.
Ecco un altro palestrato fissato pensò Ghit, e lo sguardo di Ghola lo convinse che anche la barda avesse gli stessi pensieri.
Poi i due bugbear li informarono che al piano inferiore, chiamato le stanze Arcane, c’erano due posti di guardia della gilda, che hanno il compito di togliere di mezzo il mercato goblin, e di eliminare la minaccia di un misterioso Drow…se volete dare una mano sarete ricompensati Smaug ha un lasciapassare della gilda, parlate con i comandanti dei posti di guardia, ciao picciottiii, e se ne andarono, e lasciarono il gruppo a lavare i panni sporchi.
Difesa insistette che Arabella ammettesse le sue colpe ma la povera davvero sembrava non ricordare nulla, la barda intercede per lei, gli spiriti le sussurrano che Arabella davvero sembra una tabula rasa e che non c’è traccia della vecchia cleptomane e mezza fossilizzata di prima, così Ghit propose di discutere il tema quando saranno al sicuro e soprattutto sposta l’attenzione sul corpo martoriato del compagno.
Sa bene che non è stato lui a ucciderlo, ma la spada che gli ha squarciato il cranio è la sua, e per quanto poco si sente colpevole di aver ceduto all’ira.
Difesa alla fine cedette, anche perché oltre ai problemi con Arabella ne ha altri, si sente strano, sembra che ora il suo pensiero sia libero dagli ordini che gli imponevano di recuperare Tarsil, li percepisce ancora come urgenti, ma non ne è più controllato, comprende per la prima volta cosa significa pensare liberamente e questo lo destabilizza, alla fine accetta il consiglio del compagno senza naso.
Iniziarono a discendere le scale verso il secondo livello, davanti procedeva Bardaghola come al solito a testa in giù dal soffitto, e subito dietro Arabella, tornata giovane, completamente senza memoria e curiosa.
A circa metà scala una nicchia nel muro videro un piedistallo con uno splendido diadema, Ghit e Barda pensarono subito ad una trappola e bloccarono le mani di Arabella che in quel caso sembrava proprio la vecchia che ben conosceva, toccarlo sarebbe un enorme errore, come mai si trovava li e nessuno lo aveva ancora preso?, probabilmente, disse Ghit è perché chi lo tocca muore, e in quel momento uno Spectator comparve dal nulla e iniziò a guardare il gioiello con occhio sognante chiamandolo tesoro, e sbavando copiosamente.
Il gruppo si immobilizzò, anche senza conoscere la creatura era chiaro a tutti che si trattava di qualcosa di completamente folle e pericoloso, l’occhio centrale della strana testa fluttuante non si staccava mai dal gioiello ma gli altri quattro occhi posti al termine di altrettanti tentacoli invece guizzavano maligni su di loro.
È bellissimo il mio tesoro vero? Sussurrò tenendoli d’occhio, in molti provano a metterci le mani, voi lo volete? Bisogna essere folli a non volere un tesoro del genere no?
Bardaghola prese la parola negando con veemenza, ma Arabella sbavava quanto la creatura, anche Ghit intervenne cercando di spezzare la tensione e chiedendo cose a caso allo Spectator, nella speranza di distrarlo o di dare tempo a Bardaghola di pensare a qualche piano.
Ma invece fu Arabella a convenire con il mostro, è bellissimo il diadema, chissà se è magico..., starebbe benissimo in testa a chiunque…
Certo che è magico, risponde lo Spectator, lo vuoi? Ti piace?
Difesa, appena in tempo, si frappose tra la stregona e la creatura spezzando il collegamento, non lo vogliamo, stiamo cercando degli amici, uno mago, di nome Tarsil, lo conosci?
Ghola tirò un sospiro di sollievo, e la situazione si rilassò.
La creatura non lo degnò di risposta, insistendo che il diadema era favoloso, magico, preziosissimo, e SUO, parlando però a tutti in generale
Lentamente tutti annuirono soprattutto al “SUO” finale e decisero di provare a proseguire.
Lo Spectator li fissò allontanarsi soddisfatto e poi tornò ad assicurarsi che la bellezza del suo diadema non andasse sprecata.
Assurdo disse Ghit a Ghola, ogni angolo di questo labirinto è pieno di folli o mostri, oppure mostri folli confermò lei sghignazzando.
Potevamo batterci disse intanto Smaug a Difesa poteva essere una bella battaglia, il tipo sembrava abbastanza forte da farmi scaldare un po’, ma Difesa non incoraggiò il nuovo compagno preferendo un approccio un po’ più soft.
Se dobbiamo viaggiare assieme perché non mi racconti qualcosa di te Smaug?
Certo disse il dragonide, sfoderando l’ascia, questa è la mia più fedele amica, ho dedicato la mia vita alla battaglia e quello che desidero è diventare sempre più forte, e… avere le ali, come le leggende!
Gli occhi di Difesa ebbero un tremito, un sentimento di simpatia per Smaug lo sorprese, era molto simile a Sark pensò e subito dopo, che cosa è questa cosa che sento? Nostalgia? E si chiuse in sé stesso per analizzare queste sue nuove percezioni.
I 5 intanto raggiunsero la fine delle scale, e subito sentirono lo schiamazzo di vocine in fondo al tunnel a Est, profumo di carne alla brace e persino delle stonatissime note, registrò mentalmente Ghola.
Deve essere il mercato Goblin sentenziò Ghit, e cautamente decisero di addentrarcisi, una stanza immensa si parò loro davanti sembrava una vecchia stanza del trono con due file di ampie colonne e annidato tra loro una specie di bazar brulicante di goblinoidi schiamazzanti.
Gli avventurieri si irrigidirono, solitamente i goblin non erano molto affidabili, e in quella quantità potevano essere molto letali, ma due guardie fecero cenno loro di proseguire, annunciando le regole del mercato.
Salve gente alta, qui se comprate o vendete siete amici, se rubate sarete arrestati e fatti schiavi semplice e conciso come piace a re Yeek.
Ah chiarissimo disse Ghola, e si avventurarono nel bazar, gli odori erano dei più strani, e le vocine gutturali degli avventori erano comiche e spiazzanti nel contempo, ma poteva vedere che le guardie avevano detto il vero, nessuno lo attaccò, ne li minacciò, tentarono solo di vendere ogni genere di cianfrusaglia.
Vagando per il mercato e tenendo d’occhio le mani di Arabella intravidero una piccola stanza con delle gabbie appese, schiavi sentenziò Ghit, con una nota di tristezza nella voce, lui lo sapeva bene.
Un nano robusto ma malconcio stava in quella appesa più in alto, aveva la barba rasata, segno che lo avevano voluto umiliare.
In un’altra invece, Difesa intravide una vecchia conoscenza, Wart, il goblin che avevano conosciuto alla caverna dei Cragmaw, ma che ci faceva li? Era di sicuro un farabutto quindi, in gabbia era al suo posto, ma come aveva fatto ad arrivare al secondo livello di sottomonte?
Wart lo vide ed iniziò a sbracciarsi chiamandolo in tutti i modi e attirando parecchi sguardi su di loro, tanto che il gruppo sentendosi troppo osservato tentò di ritirarsi, non era il caso di farsi notare a parlare con un criminale.
Stavano tornando verso la scala da cui erano usciti quando un gruppetto di goblin li avvicinò, salve gente alta siete qui per fare affari? Dissero con vocine losche.
Non proprio disse Ghola, ce ne stavamo andando.
O peccato, potevamo avere una cosa interessante di cui discutere… per conto del nostro re, Yeek dissero.
Ghit che aveva già annusato puzza di fregatura si affrettò ad assicurare che avevano un appuntamento altrove, ma che sarebbero tornati, così i goblin sospirarono e cedettero, se tornate fateci sapere potrebbe essere interessante per voi, e salverebbe il nostro re che è stato maledetto…
Una bella trovata pensarono Ghit e Ghola, ma se la svignarono verso il tunnel tornando da dove erano entrati.
Si avventurarono verso sud, cercando una stanza dove accamparsi o almeno chiudere una porta tra loro e i goblin e finirono in una specie di magazzino con un pozzo.
Al centro una vasca di pietra con un meccanismo a pompa, inutilizzato da secoli, e un corridoio che si perdeva verso sud nuovamente, stanchi e affamati decisero di accamparsi li.
Dopo aver stabilito che la spada è di proprietà di Ghit, e averlo rispiegato altre 3 volte col pugnale alla mano ad Arabella, il gruppo è pronto per ripartire, e fa mente locale.
Ah già stavano tentando di recuperare il cervello al loro compagno Sark, che ora è Quorik, obbedendo ciecamente agli ordini dello Xanathar, famoso per essere il signore della criminalità di WatherDeep… esattamente conferma Difesa che aggiorna il suo Cloud e si mette in attesa.
Barda dalla sua posizione standard, cioè appesa a testa in giù ai soffitti, è l’unica a rendersi conto che Quorik non è più legato al pony di Difesa e gli si scaglia contro, proprio mentre Ghit urla “inginocchiati” all’ex compagno.
Lo placcano e iniziano a discutere su come procedere fin chè il chierico disgustato dalla petulanza del gruppo si incammina, sa bene che dovranno andare dallo xanatar, così li attende nel corridoio dei vermiiena.
Alla fine tutti si decidono e scortano Quorik nuovamente legato al pony fino alla grande porta della zona controllata dai Bugbear della gilda.
Difesa prova a spingere una delle ante, ma sembra che sia chiusa e nonostante i suoi muscoli d’acciaio non si smuove di un millimetro, poi arriva barda che gli fa notare che c’è scritto “tirare” e la porta ruota sui cardini perfettamente oliati aprendosi con estrema facilità.
Si trovano davanti a una scelta, nord verso un corridoio buio e leggermente in salita, e sud, dove una grata blocca loro la strada.
Barda ricorda che dovevano andare a Sud e lo comunica a Ghit, che in un raptus d’ira estrae la nuova spada e la abbatte sulle sbarre con un frastuono infernale.Da una fossa poco oltre le sbarre un urlo li raggela, una voce intima loro di essere liberata e li invita ad entrare.
Barda in modalità standard sbircia nella fossa e vede quello che sembra un non morto dagli occhi rossi, in armatura completa che tenta invano di scalare le piatte pareti.
Il gruppo si palesa, e interroga la creatura, che si offre di raccontare la propria storia in cambio della libertà.
Naturalmente gli avventurieri temporeggiano e chiedono chi sia quel Daggerfort di cui il cavaliere continua ad invocare con ira.
Così la creatura racconta loro della sua infame compagna, daggerfort appunto, con la quale si era avventurato 10 anni fa per esplorare sottomonte, e che arrivati li, una notte lo ha gettato nella fossa tagliandogli la gola, e tenendosi tutti i tesori.
La mattina dopo Halleth, così si chiamava al tempo si era risvegliato in quello stato con una rabbia incontrollata e con la precisa consapevolezza della posizione della vecchia amica traditrice.
Ghit e barda si rendono conto che hanno a che fare con un Revenant, e che non è pericoloso, basta non mettersi tra lui e la sua nemica, così senza consultare nessuno il chierico gli cala una corda e lo fa uscire.
Il divoracervelli, nel frattempo contatta il suo signore, per capire come procedere, il beholder è compiaciuto di sapere che hanno assolto al loro compito, e sembra ben disposto verso il gruppo, ma vuole sapere perché ci hanno messo tanto.
il servo lo ragguaglia e gli racconta cosa stanno facendo ora.
Il beholder sghignazzando lo ringrazia è stupito che Hallet sia divenuto un revenant, e un po contrariato che lo abbiano liberato, ora romperà le palle a daggerfort, che 10 anni fa lavorava già in incognito per la gilda….un omicidio pianificato come tanti.
Poi lo informa che sta per mandare Ciro e Caloggero a portargli l’anello, qui Quorik fa il suo madornale errore, risponde allo xanatar che non ha bisogno gli mandi anche quel coglione di caloggero, e che è un idiota patentato, ma subito l’ira del suo sognore esplore, informa il divoracervelli che caloggero a sposato a sua cuggina e ora è parte della famigghia…….poi chiude bruscamente la comunicazione.
Questo secondo l’etichetta cavalleresca li ringrazia, e si accomiata, Ghit però che ha letto uno sprazzo di pensiero di Quorik apprende del mandante del tradimento e prova a convincere daggerfort ad abbandonare la vendetta facendogli un pippone metafisico sul senso della ricerca, del perdono e dei veri colpevoli.
Quorik intanto riesce a liberarsi, e il pony lo vede, ma l’unica cosa a cui pensa è che ha freddino, sfortunatamente però il Gola lo riplacca e lo lega nuovamente.
Per un attimo il revenant vacilla, ma poi gli occhi esplodono fiamme rosse e l’ira ha il sopravvento, mettendo mano alla spade li saluta per l’ultima volta si gira e se ne va….. non prima però di suggerire loro di controllare bene il murales alle loro spalle, precisamente la cometa…
Arabella pensando ci sia un tesoro ci si fionda, e vede che è rappresentato tutto il dungeon, tutti i 23 livelli e che c’è un teschio sul terzo, una cometa sul sedicesimo e una torre all’ultimo. capiscono che sono pulsanti, e li premono lasciando per ultima la cometa.
Il teschio esclama: il portale per Skullport è disattivato.
La torre dice: il portale per la torre e agibile solo a livello 23
la cometa sussurra: il porto stella si raggiunge solo a livello 16, poi una porta segreta si spalanca su un nero tunnel tortuoso.
Arrivano in una grande sala con una statua di un gigante a due teste, e vengono raggiunti da Ciro e Caloggero, che fredda con un gelido sguardo Quorik legato al pony.
Picciotti taglia corto Ciro siamo qui per ordine dello Xanatar, pigliatevi sto anello e accomodatevi al livello 2, la gilda vi autorizza a passare, e siete i benvenuti se voleste arruolarvi…
Poi tende con fare pomposo la mano con l’agognato anello….chi di voi è il capo?
tutti tacciono così Arabella si fa avanti, facendo sogghignare Caloggero che sussurra, "alla faccia dell’esperienza eh?”
Arabella si gira, verso Quorick, il suo cervello va a mille il suo cuore pure, tutti attendono che liberi l’amico, pure Quorick aspetta il momento dove uscirà, ma poi fulmineo, Ghit estrae la spada e la abbatte come una meteora sul cranio pelato del monaco immobilizzato aprendoglielo a metà e facendo strazio di del Divora cervelli.
Il mondo si ferma tutti lo guardano, e poi guardano il corpo di sark in un mare di sangue con Quorick tranciato in due morto sul colpo….. l’unico a fare qualcosa è Caloggero, che se la ride in modo sguaiato.
Poi Ghit si giustifica…..”be tanto lo riportiamo in vita, ma volevo togliermi un sassolino dalla scarpa”, il gruppo approva in effetti Quorik era uno stronzo.
Tutti guardano Arabella, che alza l’anello ed esclama: “desidero disfarmi della personalità di Wysabella immediatamente”.....l’anello si illumina, poi si spegne e si sgretola in mano alla stregona.
Non c’è altro da dire, altro da fare non ci sono più speranze per Sark, Difesa si spegne, Barda e Ghit si pietrificano mentre la Vecchia tira un lungo e godurioso sospiro di sollievo.
Escono dalla capanna curati e rinfrancati si consultano sul prossimo passo.
il gruppo vuole riprendere il cervello del compagno, le manticore sono morte quindi ora lo xanathar rispetterà il patto.
La vecchia però sente della magia provenire dalle porte sul lato est della stanza, e Ghit si sente strano, come attirato dalla stessa porta, così il gruppo decide di investigare.
ma come possono proseguire avendo Quorik tra di loro a piede libero? si è rivelato infido e traditore e ora potrebbe fuggire abbandonando lì, così l’idea geniale viene a Difesa.
il paladino si ricorda che un suo potere può fare al caso loro, evoca un pony da battaglia e lega l’ex compagno così possono trascinarselo in giro senza rischi, e così partono all’avventura.
Si dirigono alla porta e la aprono trovandosi davanti un gigantesco tempo in rivona, statue abbattute di divinità che non conoscono sono sparse in penombra e oltre un altare sbrecciato un gruppo di statue in cerchio sembra fissare un falò anch'esso di pietra.
l’atmosfera è tetra e solenne al tempo stesso, e il gruppo si sparpaglia in esplorazione, Ghit è attirato vero la statua di un elfo, al centro del gruppo che fissa il falò…….tutte hanno dettagli troppo perfetti per essere state fabbricate da mani umane, sono essere pietrificati sussurra Ghola, ma Ghit non la sente, è attirato dalla statua e precisamente dalla spada che porta al fianco, che ai suoi occhi brilla di luce bianca.
La statua però ha una differenza dalle altre, sembra di un bero lucido, come fosse ossidiana, appena Ghit la sfiora inizia a ribollire ed eplode, la sostanza nerastra si rivela essere un protoplasma nero che attacca il gruppo e inizia a danneggiare el armi dei compagni.
Il povero Difesa fa scudo col suo corpo ma viene corroso malamente, tutti attaccano a distanza se possono ma il protoplasma è guizzante e schiva molti colpi, Arabella usando colpo accurato si rende conto che serve il fuoco, e lo comunica, così la battaglia inizia a volgere a favore degli eroi.
Il colpo finale viene dato dal duo Pony-Quorik che carica in mezzo all’acido il mostro stroncando definitivamente.
Subito dopo però Arabella guarda famelica la spada, “mela fai vedere?” sussurra a Ghit…..che allarmato fa un passo indietro, la vecchia si lancia e la afferra e lui estrae il pugnale e la ferisce al braccio….serve il resto del gruppo a dividerli e a spiegare alla stregona la definizione di proprietà privata….Tornano nella capanna, e il chierico si addormenta abbracciato alla spada, dopo aver nuovamente legato come una porchetta il corpo del povero Sark….a quorik inizia a piacere
Quorik è stanco di aspettare e ricorda al gruppo che il cervello di Sark non ricrescerà da solo, devono arrivare dai bugbear e in fretta se voglio che lo xanathar rispetti il patto, non perdersi a raccogliere cuori secchi lungo la strada.
Barda e Ghit nuovamente sentono puzza di bruciato, e Quorik leggendo le loro menti se ne accorge e li anticipa, sussurrando al chierico che o si muove e convince il gruppo oppure sarà direttamente responsabile della morte permanente de monaco più stupido della storia.
Difesa si mette in marcia e presto trovano una seconda porta, con circospezione vi ascoltano attraverso, la annusano e la toccano, perfino quorik prova a percepire pensieri attraverso il legno ma nulla…provano ad aprila ma improvvisamente una vecchia urlante la attraversa e gesticolando si allontana sparendo attraverso un muro.
difesa interdetto prova a processare l’accaduto ma non capendoci niente formatta la memoria e apre la porta, trovandoci dietro solo 2 scope, e un secchio.
Interdetto, cancella nuovamente la memoria e prosegue verso la prossima porta, dove trovano già Arabella in modalità Dyson che prova ad aprirla, sente odore di Oro…
La porta è vecchissima e messa parecchio male, appena la socchiudono cade da uno dei cardini, e il cigolio fa girare una figura seduta al buio all’interno.
Un bambino senza una gamba su una sedia a rotella la guarda e inizia a lamentarsi che tutto è rotto, e che sono stati gli altri a rompere le cose, lei gli risponde dandogli ragione e il bambino sorridendo la chiama nonna.
Lui vuole che le cose siano riparate, e lei tenta di ingannarlo dicendo che lo farà immediatamente ma dei pugnali iniziano a fluttuare intorno alla figura che si innervosisce sempre di più.
Difesa e Bardaghola confortano il piccolo dicendogli che ripareranno le cose, ma appena il paladino tocca un’ascia conficcata nella porta in fondo alla stanza questa si rompe facendo imbestialire il piccolo paralitico.
Per fortuna la nonna interviene e lo distrae, e Barda gli casta illusione sulla sua gamba mancante, intuendo la mossa Difesa fa finta di fabbricargli una protesi e stranamente il trucco riesce, il bambino sorride e scompare regalando loro uno strano ventaglio, difesa lo sventola e una potente raffica di vento gli spegne le candele sulla testa e sbatte barda contro il muro, Ghit lo guarda e gli scandisce a denti stretti NON SI GIOCA CON LA MAGIA QUI DENTRO.
Tutti tirano un sorriso di sollievo tranne Bardagola che resta assorta pensando alla strana natura di quegli spettri, non ha mai sentito parlare di apparizioni del genere.
Difesa e Arabella intanto scoprono una strana mola da affilatura, arrugginita e rotta, il resto nella stanza è devastato, come si lamentava il piccolo.
Nuovamente Quorik minaccia il gruppo, e li spinge in fondo al corridoio, dove una doppia porta gigantesca sbarra loro il passaggio, Ghit appoggia l’orecchio, e sente uno strano ringhio provenire da dentro, non sembrano bugbear, ma come al solito sono costretti ad entrare, aprono le porte e varcano la soglia.
Quorik è l’unico a individuare le 4 proprietarie dei pensieri che sente provenire da infondo alla stanza nella zona più oscura, e si dirige all’opposto.
Bardagola stranamente sale sul soffitto, si ammanta di invisibilità e va in esplorazione, vede in fondo una fossa scavata nel pavimento, e dentro 4 manticore intente a osservare di soppiatto gli amici, vuole tornare ad avvisare i compagni ma sfortunatamente il soffitto è cedevole e dei calcinacci cadono al suolo allertando le fiere, che sparano una raffica di aculei nella sua direzione, uno la colpisce alla spalle e un secondo al fianco.
Le belva schizzano fuori dal nascondiglio e la battaglia inizia, Bardagola casta luminescenza su due di loro dando dei bersagli a Ghit e Difesa che non vedono al buio, aumentando notevolmente le loro possibilità di sopravvivere.
Difesa e Arabella vengono ingaggiati da una manticora, un’altra si avventa sui Barda e Ghit mentre le due rimanenti iniziano un tiro incrociato di aculei che sfianca gli avventurieri.
Quorik si getta in mischia iniziando a menare cazzotti e mazzate ma contro due nemici inizia a subire duri colpi, difesa invece tiene la posizione, ma Arabella viene raggiunta prima da un aculeo e poi da un morso che la fa quasi capitolare, è costretta a farsi scudo con il paladino.
Ghit cura bardaghola ma anche lui viene messo a dura prova dagli aculei e dai morsi, la situazione è in stallo, ma non per molto il corpo di Sark è pieno di morsi e ferite, le sue bastonate hanno stroncato una manticora ma ha esaurito il suo KI con l’ultimo attacco infatti la manticora gli pianta il pungiglione in pieno petto e lui collassa a terra svenuto.
Tutti si allarmano, se il corpo di sark soccombe il divoracervelli potrebbe tentare di svignarsela facendo esplodere la testa dell’amico, Arabella decide di sfoderare uno dei suoi attacchi speciali e scaglia un potentissimo tuono che colpisce prima una manticora e poi rimbalza su un'altra, Bardaghola dalle retrovie galvanizza tutti con la sua ispirazione bardica e mentre la vecchia scaglia tuoni a destra e a manca Difesa e Ghit avanzano stringendo in accerchiamento una delle manticore e stroncandola a martellate.
Una seconda Manticora soccombe sotto le campane maledette della vecchia che presa da un impeto di assurdo entusiasmo si lancia sulle due rimanti scagliando un raggio di fuoco che ne avvolge una uccidendola.
L’ultima ormai morente si trascina verso la vecchia per tentare di ucciderla ma la stregona sembra Thanos con le 5 gemme del potere in pugno, la guarda e la annienta con un potentissimo tuono.
La battaglia è terminata ma a un carissimo prezzo, Arabella cade in ginocchio sfinita, Difesa è illeso, ma ha fallito nel difender Sark Barda casta Capanna di Leolund e tutti vi strisciano dentro per curarsi.
Mentre la decrepita e avida Arabella setaccia ogni singolo centimetro dei dormitori di Harria, trovandoci per altro un discreto bottino e un luccicoso anello che la manda in visibilio, nella mente di Quorik una voce imperiosa e from Napulè si congratula con lui per la missione conclusa.
Lo chiama Uaggliò e gli dice che l’anello con il desiderio maggiore si trova nella stanza a sud dove i suoi bugbear sorvegliano l’entrata al livello due, ma prima ci sarebbe unu secondo problema….e incarica il monaco senza cervello di guidarli alla stanza delle manticore, prendersene cura.
Quorik capisce che lo Xanathar intende usare per bene le sue nuove pedine e decide di ingannarle, annuncia che il suo padrone ha deciso di mantenere il suo patto, e li guida alla stanza delle manticore, spacciandola per il covo dei bugbear.
Arabella in preda alla frenesia da Monete d’oro e arrapata dalla possibilità di mettere le mani su un manufatto che possiede una carica dell’incantesimo “Desiderio” si lancia in avanscoperta, apra la porta in fonda alla sala del trono e si trova in un lungo corridoio con ai lato un’infinità di statue di nobili armati….poco più avanti verso est 3 ragni giganti giacciono morti, uccisi da quadrelli di balestra.
Ottimo pensa non dovrò ucciderli io e prosegue, viene raggiunta dal gruppo che analizza le statue scoprendo che si tratta di nobili di waterdeep, e che tutte le statue sono state vandalizzate.
Quorik li guida verso est, dove dice, il manufatto con il desiderio li attende, è stanco di stare in quel corpo muscoloso che aveva il cervello dal gusto più insensibile che
abbia mai mangiato, Bardaghola e Ghit-ano però si guardano di sottecchi qualcosa non li convince, come mai stanno andando a nord est? inizialmente il divoracervelli aveva detto che la gilda dello Xanathar era di stanza a sud del dungeon, ma appena fatti quei pensieri, vedono Quorik fissarli e spaccarsi un dito sorridendo.
Li minaccia di continuare a menomare in monaco se non fanno quello che è stato ordinato, e a malincuore tutti obbediscono, tranne Arabella che non vede la scena perchè si trova davanti ad una porta bordata di ferro che da verso nord prova ad aprirla e questa si socchiude rivelando un corridoio tortuoso che discende nell’oscurità…. un luogo adatto dove nascondere un tesoro le suggerisce il suo geriatrico cervello.
Per fortuna Difesa e Ghit-ano la raggiungono e decidono di esplorare la zona con cautela, Bardaghola come al solito sul soffitto, li anticipa, ma è abbastanza offesa dal fatto che nessuno le dia retta sul tema “quorik ci sta fottendo”.
Scendono fino ad arrivare ad uno slargo quadrato, in centro una statua di un sawagin barone li osserva a mani giunte tenendo sui palmi un ricco cofanetto, Barda dal soffitto nota che una strana pozza di liquido verde fluttua magicamente sopra la statua, la tocca scoprendo dolorosamente trattarsi di Acido, avvisa il gruppo però solo della strana presenza (perchè ancora offesa).
Ghit fa rapidamente mente locale…..una statua mostruosa che offre un tesoro con sopra nascosto tra le ombre del soffitto un liquido verdognolo fluttuante, può essere solamente un trappolone…..tutti nel gruppo sono d’accordo, chi potrebbe mai essere così fesso da cadere in una trappola tanto banale?
Arabella che ha ascoltato tutto, ma ha sentito solamente “scatola preziosa misteriosa” usa scassinare e apre la scatola, non prima però che un lago di acido cada dal soffitto ustionando tutti i compagni tranne Bardaghola che stupefatta assiste alla scena paradossale che si svolge sotto di lei….
la vecchia stregona piena di pustole e in preda a dolori lancinanti, avanza, prende la scatola e corre via assieme agli altri amici che se la sono data a gambe.
Barda si offre di curarla, ma la vecchia in preda ad un raptus di follia e dolore urla che vuole morire, così potrà attivare un potere strabiliante che teneva segreto, tutti sono scioccati l’acido deve esserle entrato nelle orecchie e così salirebbero a due i membri del party che si sono giocati il cervello.
Ma la geriatrica sembra certa di quello che dice, vuole morire e lo deve fare adesso, così vedendo la determinazione negli occhi della stregona gli altri fanno un passo indietro e acconsentono.
Arabella fa un profondo respiro, si concentra e …poi ci ripensa, non morire non sarebbe una buona idea non funziona cos’ l’incantesimo.
I compagni si rendono conto di essere in presenza di una folle al di là di ogni possibile salvezza e si guardano sbigottiti tra loro.
Non accortasi dello shock che serpeggia nella stanza la vecchia apre il cofanetto con un ghigno alla Jafar e contempla quello che sembra un cuore rinsecchito, lo annusa, sembra appartenesse a un tiefling, strano è di sicuro magico.
Barda e Difesa la fermano immediatamente dal toccarlo, ormai è chiaro che nel dungeon tutto è una trappola, e che la vecchia va sorvegliata da vicino.
Ghit usa divinazione sull’artefatto per avere un segno della sua divinità, il segno arriva, una folata di vento strappa via il cuore dalle mani dello stregone facendolo bruscamente rotolare via, significa sciagura e dolore, quell’oggetto è sicuramente maledetto, lo avvolgono in una pezza e lo sequestrano ad una Arabella sconsolata e ingobbita.
Dopo circa 4 ore il gruppo protetto dalla cupola magica si è ristabilito, Difesa sente un rumore sospetto vicino alla porta rossa della stanza di addestramento, i suoi sensori però non riescono a captare l’origine dello strano grattare che sente tra le ombre, si avvicina, bussa sulla porta, prova a cercare lì attorno ma alla fine si convince di esserselo immaginato, si gira e torna dai compagni, ignorando completamente la piccola ombra che furtiva gli si avvicina alle spalle, e poi si dilegua indisturbata…
Gli altri intanto si svegliano e si preparano a riprendere l’esplorazione, la battaglia con i vermi iena li duramente provati e le lezioni di twerking fuori programma li hanno lasciati indolenziti e doloranti, si ripromettono di procedere con maggiore cautela d’ora in avanti.
Ghola e Sark come al solito procedono avanti tornando alla stanza delle colonne, dove hanno precedentemente trovato lo scheletro del serpente, e prendendo il tunnel di sinistra i vermeiena.
Quando vengono raggiunti dal gruppo decidono di cambiare corridoio stavolta, Difesa è ancora sotto shock per aver quasi perso i propri amici, e si guarda continuamente alle spalle, mentra la vecchia non è interessata a confrontarsi nuovamente con quelle schifose creature e vedere Ghit twerkare come non ci fosse un domani.
Affrontano il tunned diritto davanti a loro, dove il giorno prima Sark e Difesa avevano scorto dei mozziconi di torcia e delle strane rientranze lungo le pareti.
Con molta circospezione Ghola entra camminando sul soffitto, vede che le torce spente sono lì da un bel po di tempo, e che nelle alcove sono alloggiati dei grandi specchi con cornici di pietra chiara, si specchia e sospettosa prova a capire se qualche trappola vi è stata installata.
Sark invece, una un approccio differente, entra e va diretto a vedere gli specchi, per sua fortuna, sono solamente specchi e null’altro, tutti tirano un sospiro di sollievo, Ghit-ano si era già preparato a curaro il monaco avventato.
La vecchia Arabella inizia a inoltrarsi tra gli specchi e ne tocca uno che magicamente però si dissolve mostrando una serie di mensole nascoste dietro.
Presa dall'avarizia e immaginando che un’alcova segreta di sicuro è stata realizzata per stoccare tesori o meglio ancora oggetti magici, dimenticata la prudenza tutti si mettono a cercare dietro agli specchi.
Ghola trova una maschera dorata con incastonati al posto degli occhi una gemma rossa e una blu, sembra essere molto preziosa ma memore della disavventura con la spada luminosa decide di non rischiare indossandola.
La dà a Ghit-ano perchè la costudisca, ma Arabella si intromette per averla, la ritiene molto preziosa e pensa già a quali poteri possa nascondere, e inizia pressare il chierico per avere la maschera, ma sente un urlo di Ghola che frizza tutti…
Si girano e vedono Sark e la barda in fondo al corridoio, che si fissano increduli a bocca aperta, la cosa strana è che ci sono due monaci e due Barde esattamente identiche!
Un sark attacca l'altro, mentre le Ghole si accusano a vicenda di essere delle impostore, ma è impossibile per gli amici capire quale sia la vera, inoltre Difesa prova a sguainare i suo martello, ma non lo trova nel fodero…qualcuno lo ha derubato.
Ghola arretra e con un incantesimo fa rifulgere di luce violacea i due Sark e la sua copia, intimando al gruppo di attaccare, di aiutarli.
Sark viene colpito da Sark, e poi Ghola attacca ghola la scena è assurda ma alla fine il gruppo riesce a distinguere i nemici, sono delle ombre mutaforma che nascoste negli specchi attendevano le loro prede.
Sark finisce quasi al tappeto, e viene maledetto dall’ombra mentre Ghola riesce a uccidere la sua appena in tempo.
Un altra trappola del mago folle, un’ennesima ritirata nella cupola di protezione della barda.
Riprendono poi l’esplorazione oltrepassando la galleria degli specchi e scoprendo finalmente una nuova area, davanti a loro si presenta un bivio, a destra la galleria li conduce ad una vecchia stanza usata come area di sosta temporanea, dei vecchi sacchi a pelo e quello che resta di un falò li avverte che precedente degli avventurieri devono essere passati di, lì ma dei proprietari non v’è traccia, tornano suo loro passi e proseguono per il tunnel di sinistra che si apre in uno slargo, Ghola e Sark individuano due porte, pesantemente danneggiate e con delle riparazioni di fortuna un po ovunque, Ghit, Arabella e Difesa invece stanno nelle retrovie.
Difesa si apposta vicino alla prima porta e prova ad ascoltare se all’interno ci sono rumori sospetti, non sentendo nulla di strano prova a tira la maniglia, ma non appena socchiude la porta dalle toppe di riparazione della porta sbuvano 3 lance e una vocina di Goblin che urlando incita i compagni a infilzare chiunque sia così stupido da tentare di entrare.
Le lance scalfiscono la corazza del gigante ferendolo appena, questo spalanca la porta e vede che un manipolo di goblin capitanato da due bugbear li stava attendendo in agguato, la battaglia inizia immediatamente Sark si getta nella mischia facendo strage di nemici seguito da Ghola che dal soffitto lancia i suoi incantamenti.
Nella retroguardia intanto la vecchia e Ghit-ano vengono bersagliati da frecce, una seconda porta si apre e 5 goblin si dispongono in formazione per eliminare il nemico.
Arabella da sfogo alle sue arti magiche, e con fiotti di acido e campane spettrali liquefa la maggior parte dei deboli nemici, mentre Ghit con la sua fiamma sacra arde vivi i pochi che stanno fuggendo.
Intanto dentro la stanza dell’imboscata Difesa mette alle strette uno dei bugbear, stramazzandolo a terra con la sua lancia presa in prestito da uno dei goblin, mentre Sark e ghola fanno piazza pulita del restante manipolo di Goblin…uno però gli è familiare, i tratta di Wart una loro vecchia conoscenza che tramortiscono e basta.
Fanno prigioniero il bugbear rimanente con estrema facilità, questi nemici sono alla loro portata e non li spaventano.
Finalmente hanno fatto un passo in avanti nell’esplorazione, ora possono interrogare i due prigionieri, e raccogliere preziose informazioni.
A battaglia finita Difesa e gli altri legano il bugbear stordito e iniziano ad interrogare Wart che come al suo solito offre informazioni sconclusionate, assurde e di un inutilità epica.
l’unica cosa che riesce a rivelare è l’ubicazione del martello trafugato a Difesa, lo avevano utilizzato lui e i compagni goblin per giocare con il corpo scheletrico di un vecchio avventuriero che sfortunatamente era finito tra le grinfie dello xanathar.
Sark nel frattempo tenta di interrogare il bugbear che ha appena finito di pestare, lo fa rinvenire con un potente schiaffone, e questo sputando l’ultimo dei suoi denti apre gli occhi e lo guarda terrorizzato.
il monaco vuole sapere se ci sono altri armigeri, e dove sono nascosti, e soprattutto dove si trova lo xanathar, il prigioniero però e malandato e non riesce a parlare, bisbiglia appena, al chè Sark gli si avvicina, ma appena lo fa il bugbear sorride e la sua testa esplode in una fontana di sangue e materia cerebrale.
Un divoracervelli si catapulta sul monaco colpendolo con un raggio psichico e stramazzandolo al suolo con gli occhi rovesciati.
Appena gli eroi comprendono di essere sotto attacco anche l’altro cranio del bugbear morto esplode e un attacco colpisce bardagola tramortendola, il gruppo serra i ranghi, Sark è privo di conoscenza ma i nemici sono solo in due, e non sembrano essere dotati di artigli notevoli o fauci pericolose.
Ghit-Ano però non è dello stesso parere, conosce molto bene quella specie di nemico, anzi, ha passato la sua vita giurando vendetta ai suoi mandanti i mindflayer.
Avverte il gruppo della pericolosità delle onde psichiche del divoracervelli, e tutti si lanciano sul nemico.
Il primo viene messo a terra e finito con pochi colpi, ma il secondo approfittando di un momenti di distrazione si avvicina al corpo dello sventurato monaco, gli apre la bocca e vi stricia all’interno.
Un urlo potente e uno spasmo scuote il corpo del compagno poi uno spruzzo di sangue dalle orecchie e una risata malefica raggela il gruppo.
Sark si rialza con un ghigno terribile stampato sul volto, intima agli amici di cessare gli attacchi, si presenta come Quorik, il nuovo proprietario dei questo ammasso di muscoli un tempo chiamato Sark.
Dopo circa 4 ore il gruppo protetto dalla cupola magica si è ristabilito, Difesa sente un rumore sospetto vicino alla porta rossa della stanza di addestramento, i suoi sensori però non riescono a captare l’origine dello strano grattare che sente tra le ombre, si avvicina, bussa sulla porta, prova a cercare lì attorno ma alla fine si convince di esserselo immaginato, si gira e torna dai compagni, ignorando completamente la piccola ombra che furtiva gli si avvicina alle spalle, e poi si dilegua indisturbata…
Gli altri intanto si svegliano e si preparano a riprendere l’esplorazione, la battaglia con i vermi iena li duramente provati e le lezioni di twerking fuori programma li hanno lasciati indolenziti e doloranti, si ripromettono di procedere con maggiore cautela d’ora in avanti.
Ghola e Sark come al solito procedono avanti tornando alla stanza delle colonne, dove hanno precedentemente trovato lo scheletro del serpente, e prendendo il tunnel di sinistra i vermeiena.
Quando vengono raggiunti dal gruppo decidono di cambiare corridoio stavolta, Difesa è ancora sotto shock per aver quasi perso i propri amici, e si guarda continuamente alle spalle, mentra la vecchia non è interessata a confrontarsi nuovamente con quelle schifose creature e vedere Ghit twerkare come non ci fosse un domani.
Affrontano il tunned diritto davanti a loro, dove il giorno prima Sark e Difesa avevano scorto dei mozziconi di torcia e delle strane rientranze lungo le pareti.
Con molta circospezione Ghola entra camminando sul soffitto, vede che le torce spente sono lì da un bel po di tempo, e che nelle alcove sono alloggiati dei grandi specchi con cornici di pietra chiara, si specchia e sospettosa prova a capire se qualche trappola vi è stata installata.
Sark invece, una un approccio differente, entra e va diretto a vedere gli specchi, per sua fortuna, sono solamente specchi e null’altro, tutti tirano un sospiro di sollievo, Ghit-ano si era già preparato a curaro il monaco avventato.
La vecchia Arabella inizia a inoltrarsi tra gli specchi e ne tocca uno che magicamente però si dissolve mostrando una serie di mensole nascoste dietro.
Presa dall'avarizia e immaginando che un’alcova segreta di sicuro è stata realizzata per stoccare tesori o meglio ancora oggetti magici, dimenticata la prudenza tutti si mettono a cercare dietro agli specchi.
Ghola trova una maschera dorata con incastonati al posto degli occhi una gemma rossa e una blu, sembra essere molto preziosa ma memore della disavventura con la spada luminosa decide di non rischiare indossandola.
La dà a Ghit-ano perchè la costudisca, ma Arabella si intromette per averla, la ritiene molto preziosa e pensa già a quali poteri possa nascondere, e inizia pressare il chierico per avere la maschera, ma sente un urlo di Ghola che frizza tutti…
Si girano e vedono Sark e la barda in fondo al corridoio, che si fissano increduli a bocca aperta, la cosa strana è che ci sono due monaci e due Barde esattamente identiche!
Un sark attacca l'altro, mentre le Ghole si accusano a vicenda di essere delle impostore, ma è impossibile per gli amici capire quale sia la vera, inoltre Difesa prova a sguainare i suo martello, ma non lo trova nel fodero…qualcuno lo ha derubato.
Ghola arretra e con un incantesimo fa rifulgere di luce violacea i due Sark e la sua copia, intimando al gruppo di attaccare, di aiutarli.
Sark viene colpito da Sark, e poi Ghola attacca ghola la scena è assurda ma alla fine il gruppo riesce a distinguere i nemici, sono delle ombre mutaforma che nascoste negli specchi attendevano le loro prede.
Sark finisce quasi al tappeto, e viene maledetto dall’ombra mentre Ghola riesce a uccidere la sua appena in tempo.
Un altra trappola del mago folle, un’ennesima ritirata nella cupola di protezione della barda.
Riprendono poi l’esplorazione oltrepassando la galleria degli specchi e scoprendo finalmente una nuova area, davanti a loro si presenta un bivio, a destra la galleria li conduce ad una vecchia stanza usata come area di sosta temporanea, dei vecchi sacchi a pelo e quello che resta di un falò li avverte che precedente degli avventurieri devono essere passati di, lì ma dei proprietari non v’è traccia, tornano suo loro passi e proseguono per il tunnel di sinistra che si apre in uno slargo, Ghola e Sark individuano due porte, pesantemente danneggiate e con delle riparazioni di fortuna un po ovunque, Ghit, Arabella e Difesa invece stanno nelle retrovie.
Difesa si apposta vicino alla prima porta e prova ad ascoltare se all’interno ci sono rumori sospetti, non sentendo nulla di strano prova a tira la maniglia, ma non appena socchiude la porta dalle toppe di riparazione della porta sbuvano 3 lance e una vocina di Goblin che urlando incita i compagni a infilzare chiunque sia così stupido da tentare di entrare.
Le lance scalfiscono la corazza del gigante ferendolo appena, questo spalanca la porta e vede che un manipolo di goblin capitanato da due bugbear li stava attendendo in agguato, la battaglia inizia immediatamente Sark si getta nella mischia facendo strage di nemici seguito da Ghola che dal soffitto lancia i suoi incantamenti.
Nella retroguardia intanto la vecchia e Ghit-ano vengono bersagliati da frecce, una seconda porta si apre e 5 goblin si dispongono in formazione per eliminare il nemico.
Arabella da sfogo alle sue arti magiche, e con fiotti di acido e campane spettrali liquefa la maggior parte dei deboli nemici, mentre Ghit con la sua fiamma sacra arde vivi i pochi che stanno fuggendo.
Intanto dentro la stanza dell’imboscata Difesa mette alle strette uno dei bugbear, stramazzandolo a terra con la sua lancia presa in prestito da uno dei goblin, mentre Sark e ghola fanno piazza pulita del restante manipolo di Goblin…uno però gli è familiare, i tratta di Wart una loro vecchia conoscenza che tramortiscono e basta.
Fanno prigioniero il bugbear rimanente con estrema facilità, questi nemici sono alla loro portata e non li spaventano.
Finalmente hanno fatto un passo in avanti nell’esplorazione, ora possono interrogare i due prigionieri, e raccogliere preziose informazioni.
Dopo un riposo breve Ghit è libero dalla spada maledetta, la lascia cadere e la avvolge nel mantello, viene adocchiata subito da Arabella, che conta già le monete che Ubaya potrebbe sborsare per averla, ma la loro priorità ora proseguire nell’esplorazione.
Riprovano con la porta Verde, ma Ghola non è informa, le sue mani non sono ferme e non riesce a scassinarla.
Così Difesa propone di tornare sui propri passi e vedere dove conduce il corridoio dei bassorilievi.
Ghola riprova a forzare la porta della nalfeshnee, e dopo un click soddisfacente il brutto muso della nalfeshnee scompare, lasciando al suo posto un’entrata scura, fredda e misteriosa.
Ghola entra e per un pelo non scivola sul pavimento inclinato e bagnato, si sposta sul soffitto, e procede pian piano invitando il gruppo ad entrare.
Il Passaggio si restringe a un crepaccio di roccia allagato, dell’acqua filtra dalle pareti e arriva circa alla coscia di un eventuale esploratore.
Uno strano bagliore violaceo si irradia in fondo al tunnel, non fa in tempo a riferire al gruppo che sente Difesa che si incastra nella strettoio, poi scivola e frana per la ripida discesa tuffandosi nella stanza allagata.
Fa appena in tempo a capire quello che è successo che sente qualcosa strisciare alle sue spalle, e poi un dolore bruciante gli si irradia sulla schiena, gli amici lo sentono gridare, e Ghola accorre in tempo per vedere il compagno avvolto da una melma grigia che sta tentando di corroderlo.
Tutti tentano di accorrere in aiuto, ma lo spazio è poco e non possono usare potenti incantesimi per non ferire l’amico.
Il nemico viene ucciso da Sark a colpi di bastone, mentre gli altri portano Difesa al sicuro.
Poi esplorano la stanza, la fonte della luce viola è una statua a grandezza naturale di un sahuagin con un braccio mancante e la testa ruota di 180°.
Ghola trova il braccio mancante setacciando le acque lì intorno e Sark riposiziona la testa trovandovi all’interno una gemma grigia, e 3 candele che spartisce con Difesa.
L’unica altra cosa interessante nella stanza è una crepa piena di melma schifosa, da dove il monaco intuisce sia strisciata fuori la creatura che ha attaccato il Paladino.
ritornano nella stanza dei bassorilievi e stavolta in modo molto circospetto procedono verso Ovest dove la stanza degrada in una grande scalinata che li conduce a uno slargo circolare con 4 colonne doriche.
Ghola davanti al gruppo si spinge tra le colonne, e nota 3 corridoi che si diramano a nord, ovest e sud.
Da quello a sud, debolissimo sente dei passi che si allontanano, prova a seguirli ma all’imboccatura del tunnel vede una lugubre scritta fatta col sangue…
Pericolo di Morte
Intanto viene raggiunta dagli altri, sark e Arabella notano lo scheletro di un serpente gigante aggrappato ad una delle colonne, lo toccano, ma questo si sgretola immediatamente, facendo un bel po di rumore, ma scoprono uno scomparto segreto stranamente vuoto, qualcuno lo ha già saccheggiato.
Difesa controlla il corridoio a Ovest, ma il suo sesto senso non lo fa procedere, delle alcove con dei pesanti specchi sono allineati lungo tutto il tratto illuminato dalle sue candele, e un mozzicone di torcia giace abbandonato a metà corridoio.
Ghit invece procede a Nord, e appena vede la porta verde con le borchie si rende conto di dove si trova, riuscendo ad orientarsi meglio, purtroppo però neppure stavolta riescono ad aprire la porta dell’area di addestramento.
Nel frattempo Arabella di affianca a Ghola, grazie alla sua vista portentosa scorge in fondo al corridoio buio, un corpo accasciato, un Goblin le sembra e degli attrezzi sparpagliati li vicino.
Il gruppo decide di indagare meglio, Ghit analizzando il corpo capisce che ha il cranio sfondato da una mazza, o un arma molto pesante brandita da un energumeno molto forte, Sark riconosce le effigi dei CragMaw, delle vecchie conoscenze…il mistero si infittisce, cosa ci fa un cragmaw assassinato nel dungeon del mago folle, e di fianco a dei picconi?
Centra il ragno nero? fantasmi del passato tornano a tormentare gli avventurieri.
Seguono il corridoio fino a trovare un buco scavato a forza nella parete, Arabella fa notare immediatamente che il dungeon non potrebbe essere modificato o danneggiato da nessuno, è incantato dal mago folle raccontano le leggende, quindi…continua Ghit o qualcuno è abbastanza potente da rompere gli incanti di protezione, oppure è lo stesso mago a aver aperto il buco….in entrambi i casi la situazione è potenzialmente letale.
Ghola sbircia dall’apertura, il passaggio prosegue nella nuda roccia fino a una svolta a destra che le impedisce la visuale.
Resta in ascolto un momento, tentando di percepire eventuali pericoli, ma tutto sembra tranquillo, così entra nel tunnel.
Arabella e Ghit vedono uno strano tentacolo che silenziosamente scende dal soffitto e veloce come una frusta colpisce la Barda, la quale si getta a terra tra le convulsioni.
Un grosso verme con la bocca piena di tentacoli si cala sulla compagna mordendola alla spalla.
Sark e Difesa si schierano subito; il monaco sferra una raffica di colpi al nemico, ma altri due strisciano lungo le pareti e li attaccano.
Il corpo di ferro di Difesa respinge facilmente i morsi avvelenati, ma il monaco invece cade a terra twerkando come Ghola, Arabella evoca le sue campane e colpisce il vermeiena che sta attaccando Ghola.
Il riverbero delle campane spettrali fa guadagnare un po di tempo ai feriti, e Ghola riesce grazie alla sua forza d’animo a smettere di twerkare, Difesa intanto carica i nemici ma la sua foga è tale che gli scivola il martello e colpisce la barda in faccia, Ghit intanto usa fiamma sacra su uno dei vermi ferendolo e accecandolo momentaneamente, peccato che per scagliare l‘incantesimo si sia scoperto, e un tentacolo guizza oltre le sue difese facendo Twerkare a terra anche il chierico.
Difesa riprova col martello, ma nuovamente manovra male il martello e raggiunge di nuovo i denti di Ghola che sconvolta si allontana dall’amico…questo sconvolge il Paladino che si interroga sulla calibrazione dei propri sensori, e decide di spegnersi per deframmentare i suoi Hard disk.
Poi è la volta della vecchia che punta la mano e fa partire un incantesimo potentissimo che crepitando si schianta nel petto di Ghola facendola quasi svenire sul colpo.
La barda capisce che la situazione è drammatica, due compagni stanno twerkando nell’oscurità del tunnel, Difesa fa i classici rumori del modem 56k in riconnessione e Arabella, la vecchia sta caricando qualche strano incantesimo, non è più sicura se sono più pericolosi gli amici o i nemici, afferra la cetra e con una schitarrata di potenza teletrasporta lei, Sark e Ghit all’imboccatura del tunnel permettendo agli amici di riprendersi.
Difesa ora con il campo libero tempesta di martellate le creature, Arabella scaglia il suo potente incantesimo devastando i vermi, e Sark va in paranoia non riuscendo a raggiungere il nemico, prova a strisciare, a saltare in carpiato e ad appiattirsi ma il mastodontico corpo di Difesa gli impedisce di sferrare i suoi pugni suoi vermi.
Intanto Ghit si riprende e si prova ad attaccare i vermiiena, seguito da Ghola che ferita e spaventata dai suoi compagni usa i suoi canini per provare a nutrirsi dell’energia vitale del nemico, Ghit li vede allungarsi in un sorriso vampiresco, ma sfortunatamente il carapace del verme è troppo duro per essere penetrato.
Lo scontro si conclude quando Sark riesce a sgusciare tra DIfesa e Ghit e a sterminare i nemici a colpi di bastone.
Appena l’ultimo vermeiena crolla a terra, raccolgono i feriti e strisciano dentro la capanna di Leomund ancora attiva nella sala di addestramento.
Nessuno sa cosa diavolo sia successo e dove sia attualmente Edvin, ma questi non sono gli unici misteri che Sora e Sark sono stati costretti ad affrontare.
Tarsil non è mai emerso dal portale, e Wysabella non è più se stessa, anzi è proprio un’altra persona, una vecchia che si aggira per la taverna parlando di tanto in tanto con Sark.
Sora spinta dall’onore decise di recarsi a Thunder three per adempiere alla promessa fatta a Geralt di vador, cioè di sottomettersi al processo in seguito all’omicidio della famiglia di Ogre.
Sark e la vecchia Arabella invece restano al portale, vogliono ritrovare i vecchi amici (almeno Sark la pensava così all’inizio, poi gli allenamenti l’hanno distratto) restano pertanto in locanda cercando dei compagni per esplorare il dungeon di Sottomonte dove sospettano siano dispersi il mago e il ladro.
Sono passati 2 mesi da quando gli eroi sono stati vomitati fuori dal portale Spalancato della taverna di Durnan a Waterdeep, ma una sera la ruota del destino inizia a girare e a tessere le sue trame.
Uno strano viandante entra e si ferma a parlare con Mattrim, detto 3 corde un bardo dedito alla gozzoviglia e al sollazzo, che lo saluta chiamandolo Ghit-Ano invitandolo a bere.
Gli chiede un favore, visto che lo vede decisi ad avventurarsi a Sottomonte, consegnare un certo borsello a Skull Port, Sark e sentendo parlare di un avventuriero che vuol scendere si avvicina e si presenta, ma i due sono disturbati da stonatissime e lugubri note di Cetra provenienti da un angolino buio della taverna.
Ghola la Barda li osserva avvolta da ombre che sembrano sussurrarle cose inquietanti nelle orecchie.
Mattrim infastidito la invita a smettere, o almeno ad avvicinarsi per presentarsi, ma lei continua in modo inquietante a parlare con i suoi invisibili amici.
Nel frattempo Arabella viene avvicinata da Esvele, che cerca disperatamente informazioni del fratello Kessandro, invischiato con la gilda dello xanathar e disperso in chissà quale livello, appena le offre del denaro Arabella si accende di interesse e si avvicina a Sark che stà valutando se il nuovo smilzo e altissimo compagno senza naso è abbastanza forte da poterlo accompagnare alla ricerca di tarsil ed Edvin.
Ghit-Ano intanto prova a sondare i pensieri di Ghola, ma scopre che la svampita e strana figura è molto più di quello che sembra, infatti è lei a leggere i suoi pensieri e a spezzare l’incanto.
Alla fine Mattrim li apostrofa come la compagnia del Buco, facendo un cenno di invito alla Barda, che infine si avvicina accettando di presentarsi.
Sono tutti interrotti però da potenti colpi sul muro di fianco a loro, Sark dice avanti esce per controllare e vede un gigante in armatura che bussa su un dipinto di una porta sul fianco della locanda.
Si presenta e così conosce Difesa 008, che in modo inquietante parla come un androide, non tiene conto delle distanze di cortesia, e tenta di strappargli una mano in risposta alla richiesta di aiuto del monaco.
Visto che se non sono strani e disturbati non li vogliamo, li invita all’interno mentre Difesa gli dice di essere stato mandato dai Custodi per trovare Tarsil , e lo registra come “amico” nel suo Database.
Il gruppo è completo e così VoloThamp li saluta prendendo nota che la Compagnia del Buco si appresta a scendere a Sottomonte, chiedendo loro anche di ritrovare il Trono del Coronal… e fare luce su un’antica leggenda.
Ghola decide di unirsi ed estrae i tarocchi, analizzando il destino di tutti, e svelando gli arcani maggiori di ogni compagno raggelando tutta a taverna con la sua voce creepy.
Durnan però si avvicina a Difesa e gli chiede una moneta d’oro, per essere uscito dal portale, Difesa non ha la più pallida idea di cosa stia succedendo ma paga Durnan senza fare domande, soprattutto perchè il taverniere gli mostra il registro dove effettivamente un Difesa 007 era entrato circa 6 mesi fa nel dungeon….sospetto ma non abbastanza da indagare.
Mattrim quindi li accompagna al pozzo, fa pagare l’obolo per entrare e l’avventura ha inizio.
la carrucola inizia a cigolare e ben presto mettono piede nella prima stanza del primo livello di Sottomonte, il pavimento è chiazzato di sangue, sabbioso e con tracce qua e là, sui muri vedono degli scudi vecchi e sbrecciati, che al tocco si sgretolano, mostrano in elfico la scritta:
IL MAGO FOLLE ATTENDE OLTRE LE COLONNE ORNAMENTALI
E LANCIA I SUOI INCANTESIMI DA MAGICI PORTALI
Poi Sark individua una porta segreta con un piccolo foro di circa 2cm, ma non riescono ad aprirla in nessun modo è protetta magicamente e nessuno ha né attrezzi da scasso, ne l’incantesimo Scassinare…percepiscono però dei passi in lontananza…
Decidono di proseguire lungo il corridoio, e mentre si attarda Ghit trova tra la sabbia una tessera di mosaico giallo, e se la intasca.
Ghola precede il gruppo castando invisibilità e procedendo sul soffitto, i suoi spiriti la guidano all’interno del Dungeon, o almeno così lei crede.
Guida il gruppo in un largo corridoio con dei bassorilievi su ambo i lati, e uno scheletro avvolto in stracci neri a circa metà.
Il gruppo in modo circospetto avanza e studia prima lo scheletro, che si rivela essere quello di un kenku (il Pokedex di Difesa li ragguaglia su questi Corvi umanoidi) che stranamente è morto indicando uno dei bassorilievi, quello raffigurante un nalfeshnee, un potente demone con la faccia da facocero.
Sark e Arabella lo esaminano e scoprono che il muro nasconde qualche strana serratura, ma non riescono ad aprire il passaggio.
Ghola e Ghit invece sono attirati dal bassorilievo sull’altro lato, quello raffigurante una yochlol, della stessa tonalità di giallo del frammento di mosaico trovato poco prima.
il Chierico studia il bassorilievo fino a trovare dove inserire la tessera, che fa scattare un meccanismo, un altro passaggio segreto.
Nessuno del gruppo però ha gli attrezzi da scasso così dopo aver fallito diversi tentativi di forzatura tornano al pozzo e chiamano Durnan chiedendogli aiuto.
Lui dopo averli derisi assieme a tutta la locanda gli vende il kit con un sovrapprezzo di 10 MO.
Grazie ai grimaldelli Ghola riesce ad aprire la porta occultata dalla yochlol, e gli avventurieri entrano in quella che sembra loro una stanza di addestramento, al centro c’è un manichino trafitto da una spada lunga con la lama che emette una debole luce.
Setacciano la stanza e trovano sul fondo una porta verde con delle grosse borchie e una mano mozzata alla base del manichino…
Ghit usa Identificare e preveggenza sulla spada, e apprende che è magica, e che non gli arrecherà danno, così la impugna, una buona spada ben bilanciata e utile in un dungeon buio, ma appena la infodera scopre di non riuscire a staccarla dalla mano, si fa aiutare da Sark, ma anche se gli viene strappata di mano, essa ricompare immediatamente…una maledizione, benissimo cominciamo bene.
Arabella e Difesa intanto sono alle prese con la porta, ma anche stavolta falliscono, così Ghola propone di accamparsi per permettere a chierico di sciogliere la maledizione, e al resto del gruppo di riorganizzarsi.
Casta capanna di leomund e tutti vi si rintanano al sicuro.