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Ad alberi e liane

Li vedi anche tu? Quei manichini che reggono intelligenze artificiali? È il Capodanno della non umanità. I cellulari guardano lo spettacolo. Gli "umani" guardano i cellulari. I cellulari guardano la realtà in faccia. Gli "umani" guardano la realtà schermata. Alla mezzanotte, l'unico contatto fisico è con un pezzo di tecnologia.

La parola "auguri" significa desiderio di crescita, di miglioramento. Se questa è evoluzione, meglio tornare ad alberi e liane...

3 gennaio 2024

Educazione emotiva a scuola: basta omissioni!

...è sufficiente pubblicare un post o un commento sui social per esprimere la propria opinione: basta questo per accorgersi di "come stiamo messi". Rispetto, democrazia, ascolto: perfette sconosciute. E il problema non è solo avere un parere diverso. Il problema è volersi imporre, non accogliere la diversità e reagire con violenza. 

Il dramma è questo: gestire la frustrazione. La frustrazione che il mondo attorno a me può andare in una direzione completamente diversa. Che l'altro non sia d'accordo e che io devo accogliere ciò. 

E questo vale per un'opinione, per una scelta di vita...

Il contrario di "rispetto" è "violenza". Questo dobbiamo gridarlo ai quattro venti.

E questo va insegnato a scuola. Non creando il senso di colpa. Questo sarebbe da sciocchi. 

Va insegnato "in positivo": conoscendo se stesso come essere umano capace di provare emozioni, sentimenti; e come li provo io, così li prova l'altro. E come HO BISOGNO che siano conosciuti e riconosciuti i miei (di emozioni e sentimenti), così C'È BISOGNO (è giusto, è opportuno, è necessario, è DOVUTO) che siano conosciuti e riconosciuti quelli altrui.

E per questo c'è bisogno di allenamento.

Diciamoci la verità: mai nessuno si è preso la briga di lavorare con noi e per noi su questo. Siamo circondati da un'anaffettività spaventosa: non siamo in un videogioco; non hai "altre vite" e chi ferisco non ha "altre vite" come in un videogioco. Mettiamocelo in testa. Siamo anaffettivi e stiamo generando altre persone vittime di questa anaffettività.

Per questo, come bisogna "imparare ad imparare", bisogna "sentire di sentirsi", "emozionarsi dell'emozione". Sapere cioè come funzioniamo, cosa possiamo provare, dare nome a quello che sentiamo. E così saremo capaci di sapere e sentire quello che prova l'altro.

Altrimenti, signori, siamo davanti ad un genocidio affettivo di massa. 

Ecco perché la Scuola (ed educare più in generale) non può rimanere fuori da tutto ciò: perché? Perché servono gli esperti, perché abbiamo bisogno di accostarci a genitori che non hanno tempo, che non hanno i mezzi e che spesso - DICIAMOLO - non hanno voglia.

Io non voglio prendere parte ad un genocidio affettivo di massa. Non so voi...

21 novembre 2023

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L'Italia s'è... pesca!

Non vale la pena, credo, fermarsi qui sulla questione pubblicitaria, con nessi, annessi e connessi (bastano le prime pagine di alcune famose testate, no?).

Forse finalmente possiamo aprire gli occhi e renderci conto che una pubblicità può perfino sollevare il pensiero collettivo. Sollevarlo, interrogarlo. Quasi provocarlo.

Certo, non è mica la scoperta dell'America questa. Forse però tanti non hanno inquadrato il potenziale che uno spot può mettere in campo. Soprattutto quando sa mettere in campo la quotidianità. 

Fa specie che per far pensare l'Italia serva... una pesca. Ma - giriamo la frittata - almeno c'è un modo per far pensare tutti. Dai lettori intrepidi di Giornali agli interlocutori diuturni delle nostre Radio.

Valgono più alcuni secondi che grandi discorsi. 

Al di là della pesca.

Ancora un'occasione perché ognuno possa dire la sua? Ancora un amo lanciato per un altro tipo di... pesca?

Fatto sta che oggi - che ci piaccia o no - l'Italia s'è pesca!

28 settembre 2023

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Emozioni, prima dei sentimenti!

Sentimenti? C'è un passaggio precedente: quello delle emozioni. L'educazione emotiva sta prima e alla base di ogni altro tipo di formazione/apprendimento: se non so riconoscere, accogliere e "scegliere" le emozioni che mi abitano, non avrò nè mente nè cuore pronti per imparare nozioni e soprattutto per vivere relazioni all'altezza della nostra umanità. L'educazione emotiva a Scuola chiede sia un percorso ad hoc, sia l'incontro con le diverse discipline e con le prospettive che essa apre nei diversi campi di studio. 

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Genitori... social... scuola

È necessario educare gli adulti, che si sono ritrovati catapultati in un mondo nato quasi dal nulla (il virtuale) e spesso ci vivono come gli uomini primitivi: loro "deificavano" gli elementi forti della natura, qui invece si "deificano" mezzi e persone che in qualche modo ti fanno esistere nel loro emisfero di idee e nelle loro mode. Servono urgentemente un illuminismo ed un rinascimento del mondo virtuale! E perché no... anche un po' di romanticismo, per tornare a sintonizzarsi con le emozioni reali, che fanno sentire la propria e altrui umanità! 

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Il mondo "di" Vannacci

...ed eccoci di nuovo al dilemma: qual è l'equilibrio fra la libertà di pensiero e il rispetto di tutti? Credo che la prima possa in alcuni casi degenerare in ideologia, mentre il rispetto è la base di tutto, di qualsiasi tipo di relazione. E quindi, la bilancia dovrebbe pendere da questo lato. Perché sul rispetto altrui, chi non è d'accordo semplicemente non è umano. 

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Dolce e i giovani di Sicilia

È una vergogna continuare a "etichettare", a "ghettizzare". "Esistono" giovani di qualunque parte del globo terracqueo che si impegnano, che si ingegnano... ed altri che "vogliono essere campati" da altri. L'errore è sempre voler definire, ingabbiare, marchiare (nord, sud, Lombardia, Sicilia: chi più ne ha, più ne metta). E tanto più, la questione lascia pensierosi perché si va a fare la lezioncina nella propria terra d'origine. La questione non riguarda una porzione di cervelli e di cuori respiranti in una zona d'Italia. La sfida è intercettare sin da piccoli le inclinazioni e gli entusiasmi di ciascuno. E fare leva su quelli, come educatori e formatori. Il resto, verrà da sè. 

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