ATTIVAscuola
ATTIVAscuola
Parlare il linguaggio dei giovani? Non è una priorità. Anche perché il rischio è diventare adultescenti. Adulti che non vogliono crescere e che credono di essere “all’altezza della situazione” solo perché capaci di utilizzare parole moderne e alla moda. Ma non possiamo omettere di... metterci un po’ del nostro impegno nel cercare di capire quel linguaggio.
Per intenderci, è come voler parlare con un altro che utilizza una lingua diversa senza fare qualcosa per capire ciò che vuole dire. Ora, i nostri giovani non è che utilizzino una lingua diversa (non esiste il “giovanese”), ma gli viene naturale mutuare termini o espressioni – spesso di altri idiomi – per dire qualcosa in modo sintetico.
Comprendere questo linguaggio ci fa essere meno cringe (meno imbarazzanti ed imbarazzati) davanti a loro; soprattutto, è un modo per incontrarli sulla stessa linea di parole. E allora, proviamo a sintonizzarci.
Con un termine al mese, se vi va.
Cominciamo da FLEXARE. La derivazione è inglese: flex è un verbo che significa “mettere in mostra”. Cosa? Di tutto di più. Una sorta di ostentazione di… muscoli, ricchezza, abbigliamento alla moda. E così via. Flex si trasforma in un verbo italiano con l’aggiunta di “-are” (come fosse un verbo di prima coniugazione, insomma).
Si FLEXA per “fare il figo” o per “le scarpe nuove”. Si FLEXA per le ultratecnologiche cuffiette con cui ascoltare la musica ed emarginarsi dalla realtà. Si FLEXA il proprio risultato scolastico o accademico… L’importante è avere qualcosa da FLEXARE, in buona sostanza.
Chi FLEXA non vuole proprio saperne di "umiltà". O comunque, ritiene che non sia proprio qualcosa di opinabile. Quasi che solo FLEXANDO si esista. Se non hai niente da FLEXARE, non esisti.
Pensandoci, i social “campano” di “flexamenti”: si pubblica per mettere in mostra. Per esistere agli occhi reali e virtuali. Quasi che sei noioso se non hai nulla da FLEXARE: il tuo profilo, il tuo diario, il tuo feed non ha niente da mostrare e condividere se non FLEXI!
Un proverbio boomer direbbe che FLEXARE ha a che fare con quel famoso detto: «chi mostra gode, chi guarda crepa». Forse c’è qualcuno a cui “mettere in mostra” le proprie capacità e i propri risultati: a se stessi. Non per vantarsi, ma per stimarsi. Perché a furia di FLEXARE, si può finire per diventare sconosciuti a se stessi e per trasformarsi in “vuoti ambulanti”.
Mentre, in realtà, ciascuno ha dei talenti che chiedono di essere FLEXATI nei fatti. E non con le parole. E nemmeno con un post sul social di turno.
16.09.2024