SAN GIOVANNI IN CONCA RIVIVE GRAZIE AD INTERNET
Nella seconda metà del Cinquecento la chiesa di San Giovanni in Conca è interessata da diverse opere di restauro e modifica. Anche il campanile, adiacente al lato sinistro della facciata, viene innalzato. Iniziatisi i lavori nel 1596, esso viene portato a circa 42 metri d’altezza (dai precedenti 24 metri) su disegno dell’architetto DIONIGI CAMPAZZO, lo stesso che era già intervenuto nella ricostruzione della vicina chiesa di Sant’Antonio Abate. Con questa sopraelevazione diventa uno dei campanili più alti della città (216 gradini!). Fra le carte d’archivio si trova un elenco delle spese sostenute e risulta anche che la torre (come spesso veniva chiamata) era dotata di tre orologi da sole e tre campane. Non sappiamo però con precisione quando essa sia stata originariamente costruita; è probabile che risalga ad epoca medievale.
Dopo la soppressione dei Carmelitani di San Giovanni in Conca da parte del governo austriaco (1782), il campanile diventa di proprietà statale e nel 1805 viene impiegato come torre di segnalazione per la rete del “telegrafo ottico” da poco inventato dal francese Claude Chappe.
Grazie ad un sistema di bracci ruotanti che assumono posizioni corrispondenti a lettere e numeri, è possibile comunicare messaggi tra postazioni elevate, distanti tra loro una decina di chilometri. Un addetto individua con il cannocchiale il segnale in arrivo e provvede a ripeterlo per la postazione successiva. Con questo sistema innovativo potevano essere inviati messaggi da Milano a Parigi in circa un’ora: Napoleone lo utilizza su larga scala. ↓
UNO STRANO DESTINO
۞ Uno strano destino attende la vecchia torre: qualche anno dopo (1808) essa è ceduta al conte PIETRO MOSCATI (allora Direttore generale dell'Istruzione pubblica) perché possa installarvi un osservatorio fisico-astronomico (una "specola", secondo il linguaggio del tempo). La torre, di forma quadrata coi lati di circa sei metri e mezzo, era adatta allo scopo, anche perché più alta dell’osservatorio di Brera: egli fa dunque allestire una stanza superiore del campanile per i suoi apparecchi meteorologici e per una camera oscura.
۞ Il Moscati effettua misurazioni del vento, della pioggia e utilizza anche un moderno telescopio. Non mancano strumenti per la misura del tempo, mentre le sue osservazioni si estendono anche alle oscillazioni del campanile. Nel 1821 egli dona il suo osservatorio al Liceo di Sant’Alessandro, istituto scolastico che sorgeva di fronte a San Giovanni in Conca e la cui origine (con il nome di "Scuole Arcimbolde") risaliva ai primi del Seicento. Divenuto una delle scuole più prestigiose della città, nel 1865 viene intitolato a Cesare Beccaria. Solo nel 1957 il “Beccaria” abbandonerà piazza Missori per trasferirsi nella sede attuale di via Linneo.
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Pietro Moscati (1739-1824), famoso medico e docente di anatomia e clinica medica, si adoperò per migliorare il funzionamento delle istituzioni sanitarie ed affinare la preparazione di medici ed infermieri. Celebri le sue iniziative nel campo dell'ostetricia, della lotta alla sifilide, della farmacologia. Già nel 1780 allestisce nella sua abitazione un osservatorio meteorologico per il quale progetta macchinari e ordina all’ estero strumenti innovativi.
Nell'immagine a sinistra il punto di vista insolito ci permette di individuare con immediatezza il campanile di San Giovanni in Conca. Nell'illustrazione esso è indicato come "Specola Moscati". Le chiese di San Giovanni in Laterano, di San Giovanni in Conca e di Sant'Alessandro sono viste dall'alto con l'abside in primo piano: la facciata, di conseguenza, risulta pressoché nascosta.
۞ Col passare del tempo l’osservatorio viene quasi abbandonato, gli apparecchi tolti e la torre incontra un progressivo degrado e una legge del 1882 ne trasferisce definitivamente la proprietà dallo Stato al Comune di Milano. Le polemiche tra “conservatori” e “demolitori” che avevano già interessato la chiesa di San Giovanni in Conca, si indirizzano verso il campanile: esso, dopo l’esecuzione dei lavori per la trasformazione della chiesa in Tempio valdese (1881), si ergeva ormai completamente isolato nella piazza.
۞ Anche in questo caso le proposte per un uso “alternativo” non mancano: vi è chi ne vuole ricavare una specie di “torre panoramica”, chi vuole semplicemente conservare la torre mettendone in luce l’antica struttura, chi pensa di conservarne solo la parte inferiore, la sezione milanese del Club Alpino vorrebbe installarvi una stazione meteorologica. Abbattere, non abbattere? La discussione si fa animata: sui giornali, in Consiglio comunale; persino durante il corteo carnevalesco del 1884 un carro esibisce la torre di San Giovanni in Conca accompagnata da una turba di astrologi... Ma la decisione, sia pure a fatica, è ormai presa: tra il giugno e l'agosto dello stesso anno la demolizione è completata. Durante i lavori vengono rinvenuti resti di sculture romane e lapidi funerarie di epoca romana e medievale.
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[Epigrafe funeraria del I secolo d.C. ritrovata durante la demolizione del campanile. Il testo è stato interpretato così: Cetronia, liberta di una donna, Amena, per sé e per Cetronia, liberta di Gamalis, sua patrona e per Amabile, ordinò che fosse fatto per testamento.] →
Particolare di una veduta di Milano del 1640 di Giovanni B. Bonacina. Il campanile di San Giovanni in Conca (cerchiato in azzurro) è visibile subito a sinistra della cupola di S. Alessandro.
Per la chiesa di San Giovanni in Conca è ipotizzabile una ricostruzione in stile romanico nel XII secolo (o poco prima); ciò che resta dell'abside e la cripta seminterrata sono le parti che ne conservano il carattere.
La cripta è "sostanzialmente integra" ed è "la più preziosa cripta romanica milanese insieme a quelle di San Sepolcro e di San Vincenzo in Prato" (L.C. Schiavi)
E' visitabile grazie all'impegno dei volontari di "APERTI PER VOI", iniziativa del Touring Club Italiano.
La chiesa milanese del Santo Sepolcro presenta una cripta (XII secolo?) pressoché unica in Italia. Ha un'estensione che occupa tutto lo spazio al di sotto dell'intera chiesa e può essere considerata più una chiesa inferiore che una cripta vera e propria. Essa destò l'interesse di Leonardo da Vinci che lasciò rilievi dei due edifici, con un'annotazione autografa. Nel disegno qui a fianco, a destra la pianta della chiesa, a sinistra la pianta della cripta o chiesa sotterranea.
Spaccato di una chiesa romanica con presbiterio sopraelevato e cripta sottostante, cui si accede da due ingressi laterali.
◙ VARI TIPI DI CRIPTA. Nelle chiese la cripta nasce come spazio sotterraneo per conservare i corpi dei santi, dei martiri, preservandone le "sacre reliquie". Nel tempo essa si trasforma e raggiunge in epoca romanica la forma e la funzione di "cripta a oratorio": un vero e proprio luogo di culto, uno spazio unitario, interrato al di sotto della zona terminale della chiesa, in stretta connessione con il presbiterio, e che può ampliarsi anche sotto altre zone della chiesa. Spesso è una semplice aula semicircolare con navate separate da colonne, ma assume anche forme più complesse.
E' questo il modello che si consolida tra il X e l'XI secolo, anche perché sembra rispondere all'esigenza di collocare nuovi altari, con la creazione di nuove cappelle. A differenza di altri tipi, la cripta "a oratorio" non sempre richiedeva la presenza di reliquie. La spinta alla costruzione di nuove cripte si esaurisce con il XII secolo, soprattutto perché si va affermando la tendenza a collocare le reliquie sacre negli altari delle chiese soprastanti.
◙ QUANDO E PERCHE'. Non poche difficoltà si incontrano nel datare con precisione le cripte, perché talvolta venivano "inserite" in edifici già esistenti o in ricostruzione (e questo potrebbe essere il caso di San Giovanni in Conca). Altre volte, al contrario, esse continuavano a permanere in edifici eretti in un periodo posteriore. La cripta di San Giovanni in Conca è stata variamente datata, in una serie di proposte che va addirittura dal VI-VII secolo alla fine del XII. La diversità degli elementi che si rinvengono nelle sue strutture può far pensare anche a fasi di costruzione diverse.
E. CATTANEO, nel 1984, rilevando "il mistero circa la sua origine e la sua funzione", avanzava per la cripta di San Giovanni in Conca quest'ipotesi: essa, come altre, potrebbe essere sorta in seguito alle disposizioni del sinodo di Aquisgrana (anno 816), che prescrivevano forme di vita comunitaria per tutti i chierici. La costruzione di cripte avrebbe appunto favorito una migliore partecipazione collettiva alla preghiera, offrendo anche un riparo dal freddo invernale a coloro che erano tenuti a pregare nelle ore notturne.
◙ La cripta di San Giovanni in Conca è una tipica cripta "a oratorio" ◙
CRIPTA "SEMIANULARE"
Ricostruzione della cripta semianulare della basilica di S. Pietro a Roma voluta probabilmente da papa Gregorio Magno (590-604) in corrispondenza della tomba dell'apostolo. Si trattava di un corridoio semicircolare coperto sul quale si innestava, al centro, un altro corridoio rettilineo che raggiungeva la tomba del santo, collocata sotto l'altare maggiore. Una struttura di questo tipo poteva assorbire in modo ordinato un notevole flusso di devoti che volevano avere un contatto ravvicinato con le reliquie sacre.
CRIPTA "A ORATORIO"
Sezione longitudinale della pieve di Santa Maria di Viguzzolo (Alessandria), costruita intorno al 1000. La cripta, forse di epoca posteriore, si estende sotto l’abside ed il presbiterio, sopraelevato, fino a raggiungere la metà della navata centrale.
Sezione longitudinale di San Giovanni In Conca. La cripta si estende sotto l'abside ed il presbiterio, sopraelevato, ma non sotto il transetto e la navata centrale.
(Per avere qualche informazione in più sull'importanza ed il significato delle reliquie sacre nel Medioevo CLICCA QUI)
Chiesa di San Donato, Sesto Calende (Varese) (metà del IX secolo ca.)
La cripta
Basilica di San Vicenzo di Galliano. Cantù (Como) (sec. XI)
La cripta
Chiesa di San Pietro al Monte. Civate (Lecco) (secoli IX-XI)
La cripta
Chiesa di San Michele, Oleggio (Novara) (seconda metà dell'XI sec. ca)
La cripta
Basilica dei SS. Pietro e Paolo di Agliate. Carate Brianza (MB) (secoli IX-XI)
La cripta
Ricostruzione virtuale del presbiterio della chiesa di San Giovanni in Conca e degli ingressi laterali alla cripta sotterranea, riferibile all'età medievale. (Immagine tratta da "Percorsi della Milano antica", video realizzato dal Centro di produzione multimediale - Bicocca)
Una volta entrati nella cripta di San Giovanni in Conca, è consigliabile porsi in modo tale da avere il semicerchio dell'abside di fronte.
Le file di colonne suddividono l'ambiente della cripta in sette piccole navate coperte da volta a crociera. I capitelli hanno forma diversa, con due tipi prevalenti: uno a foglie angolari lisce, un altro (corinzio) a foglie grasse, con un motivo decorativo semplice: una crocetta e, più spesso, una rosetta.
← Oggi un'anonima scaletta di una ventina di gradini ci conduce, dall'esterno, nella cripta. Un tempo non era così. Si scendeva ovviamente dall'interno della chiesa, attraverso due scale laterali collocate nei pressi del presbiterio, scale "comode" come ci informa la "guida" di Milano di C. TORRE del 1674.
← Si può avere un'idea della situazione della chiesa (prima delle trasformazioni barocche) osservando un'immagine di San Vicenzo di Galliano (Cantù) (cui si è accennato in un precedente capitolo): scala centrale che sale verso il presbiterio, scale laterali che scendono alla cripta).
↑Est
Ovest↓
Capitello "a foglie grasse" con crocetta.
Capitello "a foglie grasse" con rosetta.
Capitello a foglie angolari lisce.
Capitello a foglie angolari lisce.
Una delle sette navatelle in cui è suddivisa la cripta.
Volte a crociera.
Un capitello antico, rovesciato, utilizzato come base di una colonna.
Le 18 colonne, di diversa altezza e larghezza, sono frutto di riuso di materiale antico. Un'indagine dell'Istituto per la Conservazione dei Beni culturali del CNR segnala che i fusti delle colonne sono costituiti da materiale diverso: trachite euganea, calcare di Aurisina, serizzo, marmo di Carrara, ceppo del Brembo, pietre di Verona e di Angera. I capitelli sono stati realizzati con alcuni dei materiali usati per i fusti.
Nel settore orientale della cripta è visibile una cisterna romana - una delle poche rinvenute a Milano - che costituiva il bacino di raccolta idrica per la "domus" mosaicata del III secolo d.C., (preesistente alla chiesa) in cui fu trovato il "mosaico della pantera". Nell’angolo opposto all’ingresso si può notare un frammento di bacino in porfido rosso antico, il prezioso marmo dal caratteristico color porpora, espressione del fasto imperiale romano e bizantino, utilizzato per il ciborio di Sant’Ambrogio e di cui è costituita la vasca-fonte battesimale del Duomo di Milano.
Il sarcofago della moglie di Bernabò Visconti, in marmo di Musso e di Candoglia, attribuibile alla bottega di BONINO DA CAMPIONE (1380-1390 circa). Sulla fronte sono raffigurati Cristo con due angeli al centro, San Giovanni e San Luca ai lati.
UN SARCOFAGO. Nella cripta trovava posto il sarcofago della moglie di Bernabò Visconti, Beatrice Regina della Scala. Esso molto probabilmente si trovava in precedenza sopra, nella chiesa, a destra subito dopo l'entrata e fu forse spostato qui dopo la conclusione dell'episcopato di Federico Borromeo (1631), secondo lo studio di A. BONAVITA. Si può vedere oggi ai Musei del Castello Sforzesco di Milano, non lontano dall'arca di Bernabò.
[A destra copia della parte iniziale del "Verbale di consegna" alla Parrocchia di Sant'Alessandro in Zebedia (1892) dei resti mortali di Beatrice Regina della Scala, moglie di Bernabò Visconti] →
RELIQUIE. C'era qualcuna delle tanto ricercate reliquie sacre nella cripta? Effettivamente un'antica tradizione attesta la presenza "in loco" dei resti di San Castriziano, terzo vescovo di Milano secondo antichi elenchi, figura forse più leggendaria che storicamente reale. Nel 1678 fu redatto, secondo le procedure ed i criteri del tempo, una sorta di "certificato di autenticità" delle reliquie della chiesa: un pezzo di sostegno del letto di Sant'Ambrogio, il velo di S. Maria Maddalena de' Pazzi, una pezzuola intrisa del sangue di San Carlo (M. Caciagli). Non è però ricordato S. Castriziano. Allo stato attuale degli studi, la presenza delle sue reliquie (nella chiesa o nella cripta) rimane indimostrabile. Sappiamo invece che, intorno alla metà del Settecento, il patrimonio di reliquie della chiesa era conservato nella bella sagrestia di forma ottagonale.
ALTARI. E' possibile, ma non si hanno dati storici certi, che nella cripta siano stati eretti uno o più altari.
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I "MAESTRI CAMPIONESI"
Architetti, scultori, abilissimi artigiani della pietra e del marmo, originari della zona dei laghi di Como e di Lugano. Sono i “Maestri campionesi”, attivi tra la seconda metà del 12° secolo e la fine del 14°soprattutto nell’Italia settentrionale (Modena, Bergamo, Monza, Milano).
Per Milano sono importanti i nomi di Ugo da Campione (autore di alcune statue della Loggia degli Osii nell’odierna Piazza Mercanti: 1316-1330 circa) e di Bonino e Giacomo da Campione, coinvolti, dalla fine del ‘300, nel cantiere del Duomo.
BONINO DA CAMPIONE è ritenuto autore della statua equestre di Bernabò Visconti (1360 circa) già nella chiesa di San Giovanni in Conca. A lui, ma più probabilmente, alla sua bottega, sono attribuiti il sottostante sarcofago dello stesso Bernabò e quello della moglie (opere più tarde). Si è avanzata l'ipotesi che possa essere l'autore anche di un "Ritratto virile" con le fattezze di Bernabò Visconti ritrovato nei depositi del Museo del Castello Sforzesco. (L'immagine si trova in fondo al capitolo "Signore e padrone").
Il monaco P. Puccinelli, alla metà del Seicento, ricorda di aver visto nella cripta alcune pitture raffiguranti San Castriziano, che erano già allora appena distinguibili e di cui comunque si sono perse le tracce. Rimangono invece resti di affreschi che, nel 1967, vengono tolti, applicati su tela e conservati nel Museo del Castello Sforzesco. Qualcuno, che era nascosto dietro una solida muratura, si riesce a riportarlo alla luce solo dopo un faticoso lavoro di scalpello.
Due frammenti sono databili alla I metà del XII secolo e costituiscono uno dei più antichi esempi della pittura milanese: li fecero dipingere tali Berta ed Isabella (nobildonne dell'epoca ?) Si distinguono tratti di figura umana e di bordura ornamentale, un velario su cui compare un animale fantastico: maculato con zampe feline, coda di serpente, testa caprina sul lungo collo; interessante pagina del ricco bestiario medievale.
Sempre nella cripta si trovavano una Madonna col Bambino in trono, (forse della prima metà del XIII secolo), una Natività, un San Paolo e il Miracolo di un santo diacono (San Leonardo, protettore dei carcerati?) databili alla seconda metà dello stesso secolo. Alla prima metà del XIV secolo si assegnano una Santa Veronica e L'arcangelo e Tobia, alla seconda metà due angeli a mezzo busto entro tondo blu, forse originariamente collocati lungo una delle due scale che scendevano alla cripta.
UNA PROPOSTA
Perché non restaurare alcuni di questi frammenti e ricollocarli dov'erano, con adeguata protezione? Sarebbe un modo per valorizzare ancor meglio la cripta, creando anche un evento culturale che potrebbe avere grande risonanza...
Secondo una testimonianza dei primi anni Sessanta dell'Ottocento, alla cripta, insidiata dall'umidità, non si poteva più accedere, dato che erano state tolte le scale...
Negli anni Trenta del Novecento, quando sembrava che il mito del "piccone risanatore" dovesse trionfare, e poi negli anni della frenetica ricostruzione del dopoguerra, la consapevolezza del valore storico-artistico della cripta non è mai venuta meno, pur tra resistenze, incomprensioni, difficoltà. (E durante il fascismo fu avanzata l'idea di fare della cripta un sacrario dei martiri del regime...)
Sfogliando le pagine del "Corriere della Sera" (anni '30-'50) veniamo fra l'altro a sapere che:
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♣ si pensa di rendere accessibile la cripta per mezzo di una galleria che dovrebbe partire da un nuovo, vicino (e futuro) palazzo (1938-1939-1940)
♣ si progetta di formare sopra la cripta una zona di rispetto sistemata a giardino, con scala d'ingresso (1948)
♣ il Comune di Milano (che ne è ancor oggi il proprietario) valuta la possibilità di fare smontare l'intera cripta e ricostruirla al Castello Sforzesco, incaricando a questo scopo un prestigioso studio di architetti (1948)
♣ l'arcivescovo di Milano affida al parroco della vicina chiesa di S. Alessandro il compito di officiare le funzioni del culto cristiano (1951)
Dal "Corriere della Sera" del 24.3.1938:
"UNA MILLENARIA CRIPTA CHE MINACCIA DI SPARIRE"
"... umili colonne composte di materiale povero, ma ingentilite da capitelli uno diverso dall'altro. E in mezzo alla piccola biancheggiante selva, un'intrusione di cose eterogenee, anacronistiche e profane: il quadrato manufatto per la caldaia del riscaldamento e le sue grosse tubature pensili; depositi di carbone, tramezzi per magazzini e ripostigli, attrezzi assortiti."
E dieci anni dopo... →
Così appariva la cripta di San Giovanni in Conca nel 1948 [Foto del "Corriere della Sera" del 23.11.1948]
Dopo l'abbattimento della chiesa, un primo intervento di restauro della cripta si ha fra il 1949 e i primi anni Cinquanta. I più importanti lavori compiuti:
Nuovi lavori erano evidentemente necessari, se un articolo apparso nel marzo 1966 sul "Corriere della Sera" informava che la cripta sarebbe stata restaurata, riaperta e che la Giunta municipale aveva stanziato a tale scopo 10 milioni di lire. Sembra che nulla sia poi stato fatto perché 24 anni dopo....
... la situazione era quella che si poteva leggere sullo stesso quotidiano in un articolo del 3 giugno 1990:
"Più volte abbiamo sollecitato l'intervento del Comune - precisa Elisabetta Roffia, soprintendente ai beni archeologici della Lombardia - soprattutto per il restauro della cripta romanica (...) Opere di pregio archeologico che giacciono tra muffe e cespugli, al di là di una vecchia porta arrugginita, tenuta chiusa da un grosso catenaccio. (...) L'architetto A.Griffini del Comune non esclude la possibilità di riaprire provvisoriamente al pubblico la cripta, come escamotage per tenerla viva, se non altro nella memoria della gente."
Sino al 1998 rimangono ricoverati nella cripta parecchi frammenti di scultura lapidea, alcuni dei quali murati alle pareti. Opere spesso di piccole dimensioni, talvolta dal soggetto e dall'epoca difficilmente identificabili, talora prive di un numero di inventario che consentisse di ripercorrerne la vicenda. Capitelli e brandelli di capitelli antichi, frammenti di sculture, di decori, di iscrizioni, appartenenti ad un arco di tempo dall'età romana al '500. Tutto questo materiale, studiato, catalogato e pubblicato, è oggi conservato nel deposito esterno del Museo d'Arte antica del Castello Sforzesco in via Rubattino a Milano.
Alla fine sarà proprio un grande evento religioso, le cui origini risalgono addirittura al Medioevo, a ribaltare la situazione: il "Grande Giubileo" previsto per il 2000.
Per l'occasione viene varato un complesso di misure e stanziamenti per sostenere l'avvenimento, che ha grande portata non solo religiosa, ma anche culturale e turistica a livello internazionale. Sono previsti anche numerosi lavori di restauro e recupero del nostro patrimonio artistico e monumentale. Un "Piano degli interventi di interesse nazionale" è approvato nel 1997: e prevede uno stanziamento specifico di 700 milioni di lire per il restauro e la valorizzazione della cripta di San Giovanni in Conca.
NUOVI RESTAURI ALLA CRIPTA IN OCCASIONE DEL GIUBILEO DEL 2000:
●risanamento dalle infiltrazioni, consolidamento e restauro delle strutture
● esame degli intonaci interni e loro ripristino con malte simili a quelle antiche ove necessario
● sollevamento del pavimento realizzato cinquant'anni prima per realizzare un nuovo isolamento e un impianto di riscaldamento
●realizzazione di impianti tecnologici e di servizio culturale necessari per valorizzare il monumento, destinato a diventare, per i pellegrini del giubileo, un centro di accoglienza e orientamento
(Progettista e direttore dei lavori nella cripta: architetto Francesco Curcio)
Attualmente (2019) la cripta di S. Giovanni in Conca è aperta dalle 9,30 alle 17,30 tutti i giorni, tranne il lunedì.
♦1. FUTURO PROSSIMO: "VOLONTARIATO"
"Volontariato" è forse la prima parola chiave per indicare una direzione lungo la quale la cripta di San Giovanni in Conca può tornare ed è tornata a rivivere, e non solo grazie ad Internet. E "volontariato", in questo caso, significa TOURING CLUB ITALIANO.
Dal 2005 i Volontari per il Patrimonio culturale del TCI garantiscono giorno dopo giorno, in tutta Italia, l'apertura di circa 80 luoghi d'arte e di cultura grazie all'iniziativa "APERTI PER VOI". E dal 2009, in seguito ad una convenzione tra il TCI ed il Comune di Milano, la cripta di San Giovanni in Conca è fra quei luoghi.
In quell'anno i visitatori alla cripta sono già 4.814 ed il loro numero va sempre più crescendo. Il picco (28.996) si ha nel 2015, in occasione dell'Expo a Milano; negli ultimi anni i numeri si sono assestati stabilmente tra i 20.000 e i 24.000 all'anno. Dal 2009 al 2018 i visitatori sono stati più di 170.000. L'autore di questo sito si onora di essere uno dei Volontari di "Aperti per voi".
♦2. FUTURO PROSSIMO: INCROCIO
Nuove esperienze. Far incrociare media diversi, sfere sensoriali diverse, diversi campi artistici, passato e futuro: potrebbe essere questa un'altra strada per ridare nuova vita alla cripta di San Giovanni in Conca. Vi è un progetto dell'architetto ETTORE LARIANI e del musicista FRANCESCO RAMPICHINI, intitolato "CRIPTA MANENT": si tratta di un "allestimento sensibile" con cui gli autori (grazie a tecnologie avanzate ed alla "interattività materica") intendono recuperare la memoria storica, riconsegnare la cripta ad una sua funzione vitale, offrire alla città uno spazio di contemplazione.
۞ Il visitatore dovrebbe scendere nella cripta e ricevere una radiocuffia con 4 possibilità di scelta: a) INFO; b) STORIA; c) ORCHESTRAZIONE: guida all'utilizzo degli strumenti predisposti nella cripta; d) TRAGUARDATORE, da utilizzare nello spazio sovrastante. Se il visitatore decide per "Storia", osserva i pannelli accompagnato dalla voce guida. Al termine può decidere per "Orchestrazione": sceglie uno degli strumenti a disposizione, per esempio una colonna sonora. Osservando la proiezione a parete “Meccanismo metronomico” pizzicherà la corda d'arpa, partecipando così all'esecuzione dell'"opera aperta". La videoproiezione infatti visualizza un diagramma che indica quando agire sullo strumento. Non si richiedono competenze musicali e si vive l'esperienza dell'interagire con un luogo di grande fascino, dotato di grandi potenzialità acustiche.
۞ Conclusa l'eperienza nella cripta, il visitatore risalirebbe al piano strada. Qui potrebbe osservare il pannello con le riproduzioni della chiesa e accomodarsi sulla "Seduta". Il "Traguardatore" in ferro è orientato verso la sommità dello scomparso campanile, che nell'800 era utilizzato come osservatorio astronomico. Nel rettangolo prospettico del Traguardatore vedrà i punti luminosi di una costellazione, mentre in radiocuffia, isolato dal traffico cittadino, potrà ascoltare la traduzione in linguaggio musicale di ciò che sta vedendo.
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Il progetto "CRIPTA MANENT - DALLA TERRA AL CIELO" è stato redatto dagli autori su incarico della Direzione generale per i Beni culturali e paesaggistici della Lombardia, cui è stato consegnato nel 2010.
ALLESTIMENTO PROGETTATO NELLA CRIPTA ↓
Il progetto prevede un allestimento della cripta con impianti interattivi per emissioni sonore (suoni di corde d'arpa), canne d'organo appoggiate a terra, calici in cristallo a strofinamento manuale, campane a batacchio appese, cui si aggiungono diffusori aromatici. Su di una parete dovrebbe essere proiettato "Meccanismo metronomico", che è una sorta di direttore virtuale della performance: un diagramma indicherà allo spettatore quando può agire sullo strumento scelto.
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ALLESTIMENTO PROGETTATO A LIVELLO STRADALE ↓
Nello spazio soprastante è prevista l'installazione del "Traguardatore" cioè di un cannocchiale in ferro grezzo, orientato verso la sommità del "campanile fantasma" di San Giovanni in Conca, abbattuto nel 1884. [Vedi sopra] Il visitatore dovrebbe avere a disposizione anche una "Seduta" in ferro grezzo o altro materiale, inamovibile ed un pannello grafico con riproduzioni della chiesa.
Foto tratte dal sito http://www.studiolariani.it
IL TEATRO ROMANO DI MEDIOLANUM
Dal 2008 sono visitabili i resti del Teatro romano (sorto sotto l'impero di Augusto) esistenti sotto il palazzo della Borsa e quello della Camera di Commercio di Milano. Anche in questo caso Ettore Lariani e Francesco Rampichini hanno curato l'"allestimento sensibile" dell'area, dopo che gli studiosi dell'Università Cattolica avevano eseguito gli scavi archeologici. Di seguito un breve video illustra questa nuova ed appassionante realtà.