SAN GIOVANNI IN CONCA RIVIVE GRAZIE AD INTERNET
E così dal 1881 le polemiche terminano. San Giovanni in Conca è stata accorciata, manomessa, manipolata... Ma ciò che resta della millenaria chiesa, con la sua bella facciata, è ancora lì nella piazzetta a ricordare che, lo si voglia o no, il passato è sempre con noi...
1861: 192.000 abitanti circa
1881: 320.000 abitanti circa
1901: 490.000 abitanti circa
1921: 701.000 abitanti circa
1951: 1.274.000 abitanti circa
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Le linee di espansione di Milano previste dai tre piani regolatori varati prima della II Guerra mondiale.
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"Se il Duomo si fosse trovato nell'area della nuova stazione..." sarebbe stato attraversato da un viadotto ferroviario, così come è capitato al vecchio Lazzaretto di Milano... La vignetta è del 1857, tratta dal giornale "L'Uomo di Pietra": in quell'anno il Lazzaretto quattrocentesco fu gravemente compromesso dall'attraversamento ferroviario e tra il 1881 ed il 1910 l'area fu oggetto di una grande operazione speculativa. Anche l'area alle spalle del Castello Sforzesco non sfuggì agli appetiti speculativi, che furono però bloccati, evitando sventramenti, demolizioni, edificazione intensiva. Si fece così più forte la richiesta di un piano regolatore generale: furono varati il Piano Beruto (dal 1884), il Piano Pavia-Masera (dal 1912) e il Piano Albertini (1934).
1909: progetto per un "grattanuvole" di 14 piani ed alto una cinquantina di metri (architetto Achille Manfredini). Avrebbe dovuto essere costruito in piazza San Giovanni in Conca (oggi Missori) ma il progetto non fu approvato dagli Uffici Comunali.
I primi due piani regolatori non intervengono in modo pesante sulla struttura della piazzetta di San Giovanni in Conca, che si apriva davanti al Tempio Valdese inaugurato nel 1881 al posto della vecchia chiesa. La demolizione e ricostruzione di quel che restava del palazzo un tempo di Bernabò Visconti e poi l'apertura di Corso Italia (1915 circa) danno un po' di respiro alla piazzetta, ma cancellano antiche memorie. Nel 1916 l'inaugurazione del monumento a GIUSEPPE MISSORI le fa cambiare il nome.
1914: inizio della costruzione di Palazzo Meroni (architetti C.Penati-C.Tenca) tra corso Italia e corso di Porta Romana, con angolo verso piazza San Giovanni in Conca. Completato da cupola molto alta, è un ibrido fra l'eclettico ed il floreale.
In seguito alla demolizione e ricostruzione di quel che restava della "Ca' di Can" (così veniva popolarmente chiamato un palazzo che era stato un tempo di Bernabò Visconti), il Municipio (1909) fa approntare nella nuova sede alcuni uffici, parte dei quali destinati alla celebrazione dei matrimoni: la piazza si trasforma in un luogo decisamente festoso e popolato. (Ma al piano soprastante la sala dei matrimoni era l'ufficio mortuario...)
A partire dal 1929, a causa della stipula del Concordato fra la Chiesa cattolica e lo Stato italiano, i matrimoni inizieranno ad essere celebrati di preferenza nelle singole chiese.
Al termine di un bando di concorso per un nuovo piano regolatore della città, nel 1927 viene premiato il progetto di P. Portaluppi e M. Semenza. Sarà però CESARE ALBERTINI, ingegnere capo dell'Ufficio tecnico municipale, a dargli concreta stesura ed attuazione. L'approvazione definiva del piano (1934) passa attraverso una lunga serie di stralci, varianti, piani particolareggiati, provvedimenti legislativi. Già fin dal 1931 viene approvato uno "stralcio" del piano regolatore riguardante l'area a sud del Duomo e il quartiere del Bottonuto. Entrambi i provvedimenti condannavano senza appello la ex chiesa di San Giovanni in Conca, divenuta Tempio Valdese.
...giorno dopo giorno: qualche brano tratto dagli articoli, il destino di San Giovanni in Conca e qualche notizia di cronaca...
▬ 1928: "VECCHIA MILANO PROSSIMA A SCOMPARIRE: ... Per la zona a Sud della Piazza del Duomo si è preparato un rinnovamento davvero radicale... tutte le costruzioni comprese tra via Cappellari, via Carlo Alberto, piazza Missori, Via Rastrelli, via Larga sono destinate a cadere sotto il piccone risanatore" ► [altra notizia] "PORTINAIA SORPRESA A RUBARE DI NOTTE IN UNA BOTTEGA" [7.2.1928]
▬ 1928: "UN VASTO RIFACIMENTO DECISO IERI: ... La nuova Piazza Diaz a forma allungata... dai lati della piazza si staccheranno due vie... la piccola chiesa di San Giovanni in Laterano verrà demolita... necessaria la demolizione della chiesa evangelica valdese... il nuovo albergo disporrà di circa 400 camere, il teatro avrà oltre 3000 posti a sedere" ► [altra notizia] "LE DISGRAZIE. ESCE DALL'OSPEDALE E ANNEGA" ... [22.5.1928]
▬ 1930: "QUELLO CHE SCOMPARE: ... Dalle vicinanze del Duomo spariranno tutti i segni della decrepitezza... La via San Giovanni in Conca prende il nome dalla chiesa omonima della quale da un'altra parte del piano regolatore è prevista la demolizione" ► [altra notizia] "IMMONDIZIE: SISTEMI DI RACCOLTA E TARIFFE" [8.11.1930]
▬ 1935: "COLPI DI PICCONE DECISIVI: ... Della via San Giovanni in Conca, della via San Giovanni in Laterano e relativa chiesetta non resteranno che ricordi nelle persone di buona memoria. Rimpianti, probabilmente, no." ► [altra notizia] "STATO CIVILE DI MILANO: 26 LUGLIO 1935-XIII. NATI 49. MORTI 26. MATRIMONI 40." [27.7.1935]
▬ 1938: "IL RIASSETTO DEL BOTTONUTO. CINQUANTA CASE DA DEMOLIRE: ... Si tratta di vecchie catapecchie, la cui scomparsa è necessaria oltre che per ragioni di igiene, anche per ragioni sociali e morali... demolite 50 case, oggi abitate da 680 famiglie. La sistemazione del Bottonuto è strettamente collegata con il completamento di Piazza Diaz e con la nuova sistemazione di Piazza Missori e del "Covo" di via Paolo da Cannobio." ► [altra notizia] "ENTUSIASTICHE OVAZIONI AL DUCE IN UN RADUNO D'OPERAI A VAPRIO" [26.10.1938]
▬ 1941: "IL PICCONE ALL'OPERA IN VIA PAOLO DA CANNOBIO: ... Sloggiati gli inquilini, i muratori hanno preso possesso delle annose muraglie... le botteghe si sono affrettate a far fagotto. Il tabaccaio s'è rifugiato al n.11, il Banco del Lotto s'è trasferito... Crolla l'edificio che stava accanto alla chiesa di San Giovanni in Conca; aveva accolto gli uffici dello Stato Civile e la sala dei matrimoni" ► [altra notizia] "LA NUOVA CARTA DEI GENERI ALIMENTARI: per l'acquisto dei formaggi (duri e molli) varranno i buoni n. 34, 35, 36". [25.11.1941]
▬ 1944: "SPETTACOLO D'UN CANTIERE IN TEMPORANEO LETARGO: ... il malinconico steccato che da tanto tempo sbarra la piazza Diaz... Dinanzi a noi si drizzano ed emergono le sommità di grigi pilastri allineati sormontati da ciuffi di ferri sporgenti... come salvata da un miracolo, rosseggia isolata e solitaria, con la sua abside vetusta, la chiesa di San Giovanni in Conca" ► [altra notizia] "RICERCA DI MILITARI E CIVILI DISPERSI: ... Chi avesse notizie del marinaio Vittorio Casiraghi... scriva a Renzo Casiraghi, via C. Farini 31, Milano." [3.10.1944]
Progetto pubblicata sul "Corriere" il 7. 2.1928. La lettera C indica la nuova struttura di collegamento fra la Piazza del Duomo e la futura Piazza Diaz, fulcro del rinnovamento della zona. Tra via Larga e Piazza Missori è già indicato un tratto dell'arteria di collegamento (la "Racchetta"), che comporta l'abbattimento del Tempio Valdese (ex chiesa di San Giovannni in Conca)
Il "Covo" (Via Paolo da Cannobio 35) era la prima sede del quotidiano "Il Popolo d'Italia" fondato da Mussolini, vicinissima a Piazza Missori. Via Adua è l'attuale via Larga. Nel progetto Piazza Diaz è stata allargata. ("Corriere della Sera" , 26.10.1938)
La fotografia può essere collocata fra il 1925 e il 1930. A sinistra la facciata della ex chiesa di San Giovanni in Conca affiancata dagli Uffici Municipali. In fondo Palazzo Meroni e Corso Italia
Una selezione di immagini d'epoca (1905-1945 circa) della piazza San Giovanni in Conca (poi Missori) e del Tempio Valdese (ex chiesa di San Giovanni in Conca).
San Giovanni in Conca. Raimondo Giovanetti (1933).
Dopo i lavori del 1880-81, il troncone superstite della chiesa aveva trovato una sua dignitosa collocazione nella piazza ed alla fine della II guerra mondiale, a dispetto dei bombardamenti, era ancora lì. Ma ciò che non era riuscito ai "picconatori" del XIX secolo, ai "picconatori" del periodo fascista (dato che la guerra aveva fermato i lavori), riuscirà ai "picconatori" dell'Italia democratica.
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Un esempio delle trasformazioni avvenute nella zona del Bottonuto. (A sinistra una foto di via di San Giovanni in Conca (scomparsa). In questo punto avremmo avuto alle spalle la chiesa di S. Giovanni in Laterano (scomparsa), a destra ed a sinistra la via Tre Alberghi (scomparsa). Camminando lungo la via, dopo la svolta a destra, si sboccava in piazza Missori, avendo a sinistra la facciata della chiesa. La foto di destra mostra la situazione di oggi (Via M. Gonzaga) →
Foto databile fra il 1945 ed il 1946. Sullo sfondo la piazza Diaz in costruzione
Un fantasma turba le notti di parecchi urbanisti, progettisti, architetti (e investitori immobiliari) milanesi per almeno una trentina d'anni: la "Racchetta": un'ampia strada di scorrimento veloce dei veicoli nel pieno centro della città, per allontanare dalla piazza del Duomo il traffico di attraversamento. Il nome "Racchetta" compare per la prima volta nel progetto presentato al concorso per il piano regolatore del 1926-27. [illustrazione a destra]
Anche nel piano regolatore poi adottato nel 1934 ("Piano Albertini") si prevedeva una "strada di scarico" che convogliasse il traffico in direzione est-ovest, ma con tracciato leggermente diverso.
Come cinquant'anni prima una nuova grande arteria dovrà passare sull'ex chiesa, già mutilata.
Nel 1929 CESARE ALBERTINI, sulla rivista "La Casa" rispondeva alle critiche :
♦ Il piano regolatore del centro "doveva avere soprattutto scopi d'igiene e di viabilità", "provvedere ai bisogni della circolazione, e predisporre la sede per mezzi di trasporto più rapidi e più potenti"
♦ la "questione estetica" doveva essere considerata non prioritaria
♦ il piano doveva portare portare un "tornaconto" che ne rendesse possibile l’attuazione
♦ tracciando nuove arterie attraverso i quartieri "dove esistono case vecchissime", si otteneva un incremento di valore nelle aree e da questo poteva "nascere un interesse alla esecuzione del piano”.
RIASSUMENDO: erano destinate a scomparire le vie S. Giovanni in Laterano, Visconti, Bottonuto, S. Giovanni in Conca, Tre Alberghi, Poslaghetto. Sarebbero state ampliate le vie Larga, Chiaravalle, Pantano, Velasca, Rastrelli e Paolo da Cannobio.
I punti neri indicano il tratto centrale della Racchetta allora previsto: da Piazza San Babila a Foro Bonaparte. Per l'orientamento: Castello Sforzesco (punto viola) - Arena (azzurro) - Giardini pubblici (blu) - Duomo (giallo) - Ospedale maggiore (rosso) - Tempio Valdese di S.Giovanni in Conca (verde).
Dal "Piano particolareggiato" per la sistemazione della zona sud e ovest di P. Duomo, firmato da C. Albertini (1928). ► A S. Giovanni in Conca; B S. Giovanni Laterano (chiese da demolire); C attuale Teatro Lirico ► 1 via C.Alberto (oggi via Mazzini); 2 futura via Albricci; 3 Via Tre Alberghi; 4 futura via M.Gonzaga; 5 futura P. Diaz; 6 via P. da Cannobio; 7 via Larga.
Nella zona vicina all'ex chiesa di San Giovanni in Conca fra il 1931 e il 1932 già vengono avviate le demolizioni per realizzare la futura piazza Diaz e poi bonificare l'intero quartiere a sud del Duomo (Bottonuto).
← Collocata, com'era, in un intrico di viuzze, la piccola chiesa di San Giovanni in Laterano (profilo di colore verde) avrebbe impedito la realizzazione di Piazza Diaz e delle nuove larghe vie (colorate in giallo sul piano particolareggiato di Albertini). Si trovava a poco più di cento metri a nord est da quel che restava di San Giovanni in Conca (profilo di colore viola). Nel 1936-1937 la chiesa fu demolita, a partire dal campanile.
(Altre notizie su S. Giovanni in Laterano)
MILANO, 1936: Mussolini, sul balcone di Palazzo Castani (Piazza San Sepolcro), dà il primo colpo di piccone per la sua trasformazione in nuova sede dei Fasci lombardi. ↓
← Un filmato del 1932: Mussolini a Milano per visitare le opere del regime: l'autostrada Torino-Milano, la scuola Arnaldo Mussolini, la casa dei sindacati, l'istituto per la maternità e infanzia, il palazzo della borsa, la "casa degli invalidi al lavoro". (Dall'Archivio dell'Istituto Luce. 4 novembre 1932)
↑ ROMA, 1936: Mussolini dà il primo colpo di piccone alla Spina di Borgo, l'area tra Castel Sant'Angelo e Piazza San Pietro. (Archivio dell'Istituto Luce)
Gli anni del fascismo portano grandi trasformazioni alla struttura di Milano. Le demolizioni hanno un ritmo incalzante: nel periodo 1927-1937 vengono demoliti più di 120.000 vani (prevalentemente di edlizia degradata nel centro, dove il numero degli abitanti diminuisce, con l'allontanamento dei ceti popolari).
In connessione con le indicazioni del piano Albertini, iniziano ad essere tracciate nuove e più ampie vie e ad essere sventrate e ricostruite diverse zone: l'area di Piazza degli Affari, legata all'insediamento della nuova Borsa; la zona attorno alla nuova sede del Palazzo di Giustizia; la zona di piazza S.Babila e dell'attuale corso Matteotti; la zona di piazza della Repubblica e di via Turati; la zona Diaz-Missori-Bottonuto.
Nel 1929-30 viene coperta la fossa interna dei Navigli.
(alcuni titoli del "Corriere d'Informazione" e del "Nuovo Corriere della Sera" degli anni 1945-1946)
◙ Ricostruire, dunque, era necessario. Le distruzioni, oltre che dolorosissime ferite, potevano dimostrarsi anche impreviste opportunità. La scelta fu quella di una sostanziale continuità con il passato: molte delle operazioni condotte nel primo periodo del dopoguerra possono essere lette come completamento di quanto era stato realizzato negli anni del fascismo.
◙ Tra un progetto e l'altro, una commissione di studio e l'altra, un piano di ricostruzione e l'altro, in attesa del nuovo piano regolatore generale (1953), ritorna dunque in campo anche il tema della "Racchetta". L'arteria, che era stata solo in minima parte tracciata, viene confermata anche nel nuovo piano, con il percorso piazza San Babila, piazza Missori, via Vincenzo Monti, vincolando l'assetto delle nuove costruzioni. Nuovi abbattimenti e sventramenti (compreso quello di San Giovanni in Conca) sembrano dunque in arrivo, sia pure con i tempi, sempre molto lunghi, connessi di solito alle realizzazioni dei piani regolatori.
◙ Leggendo infatti "Il Corriere della Sera" del 21.11.1957 si apprende che sarebbe stato battezzato con il nome di Corso Europa "il primo tratto della Racchetta fra San Babila e il Verziere, tratto ancora in gestazione ma già vitale perché profilato di palazzi ormai in funzione."
(Sullo sfondo la TORRE VELASCA(1956-1958) una delle più caratteristiche realizzazioni dell'architettura milanese del dopoguerra) → PER SAPERNE DI PIU'
La foto può essere collocata nel 1944-45. Il punto rosso indica la piazza Diaz, il blu San Giovanni in Conca; la sequenza di puntini verdi l'attuale via M.Gonzaga, quella di puntini gialli lo spazio per la realizzazione della futura via Albricci. In fondo a destra il Duomo.
ATTO PRIMO
Qualcosa si sta muovendo per la ex chiesa di S. Giovanni in Conca, ormai definitivamente condannata dal piano regolatore del '34. Nel luglio del 1946 la "Società Anonima Immobiliare Proprietà Civili e Rurali", che intendeva costruire un modernissimo albergo e sala cinematografica in piazza Missori ("Albergo dei Cavalieri") incarica il noto architetto EMILIO LANCIA (progettista del palazzo) di effettuare un rilievo della cripta. La Società era venuta a conoscenza di uno studio di variante al piano regolatore (da parte del Comune) per tutelare la cripta e proponeva una modesta riduzione del suo perimetro.
La situazione odierna di piazza Missori dall'alto. In rosso è indicato il perimetro di San Giovanni in Conca nella sua interezza, la linea gialla segnala invece il "taglio" della vecchia chiesa del 1880-81. Il palazzo dell'"Albergo dei Cavalieri" è la grande struttura di forma triangolare arrotondata che si vede in basso a destra.
I lavori di demolizione in corso.
EPILOGO
L'epilogo è mesto: rimangono pochi resti dell'abside, (collocati in una piccola "isola" verde) che fungono da spartitraffico e che da non pochi milanesi vengono chiamati "il dente cariato". La cripta (riconosciuta come una delle cripte romaniche più interessanti di Milano) è salvaguardata e, nel tempo, sarà restaurata e resa fruibile ai visitatori. La facciata viene smontata e rimontata sul prospetto della nuova Chiesa valdese in via Francesco Sforza, con eliminazione degli interventi ottocenteschi. [Come si vede nella foto a destra, i filari di pietra sono numerati prima dell'operazione di smontaggio] I materiali impiegati, in questa operazione sono quelli antichi provenienti dalla demolizione della chiesa, tranne il paramento di mattoni. Il Comune infatti, per compensare della perdita la Comunità valdese, proprietaria dell'edificio, le aveva garantito in cambio la conservazione della facciata di San Giovanni in Conca.
ANTEFATTO
Osservando una mappa del 1946, (Portale Cartografico - Comune di Milano) si nota che la realizzazione della nuova arteria (la "Racchetta") non era completa nemmeno nella zona a sud del Duomo, dove pure si erano iniziati i lavori prima della guerra. La stessa Piazza Diaz (che doveva essere il fulcro del rinnovamento) non era stata del tutto completata, come anche l'eliminazione del vecchio quartiere del Bottonuto. Verso San Giovanni in Conca l'attuale via Maurizio Gonzaga era chiaramente tracciata, mentre la via Albricci (larga una trentina di metri) non aveva ancora preso del tutto il suo aspetto odierno.
L'"Albergo dei Cavalieri" in piazza Missori, dell'architetto Emilio Lancia. A destra un particolare di Palazzo Meroni (1914-1924)
ATTO SECONDO
Tre sono i protagonisti di questo nuovo scontro intorno a San Giovanni in Conca: il Soprintendente ai monumenti GUGLIELMO PACCHIONI, la Società costruttrice, che sosteneva i suoi diritti legali, ed il Comune che si trovava in una scomodissima posizione, tra esigenze di tutela e urgenza di intervento.
Lo scontro si fa piuttosto aspro negli ultimi mesi del 1948. Pacchioni, nell'impossibilità di salvare la chiesa (un angolo del futuro albergo si sarebbe trovato aderente ad un fianco del tempio), insiste per la salvaguardia almeno della cripta e pretende un accurato rilievo ed una campagna fotografica per documentare a futura memoria lo stato della chiesa. Richiede inoltre la conservazione di tutti quegli elementi dell'abside della chiesa che si sarebbe ritenuto opportuno salvare. Il 26 novembre, di fronte ad un rifiuto del Comune, fa notificare l'ordine di sospensione dei lavori di demolizione della chiesa. Inutilmente: essi riprenderanno nel febbraio del 1949 e dureranno per circa tre anni.
L'"Albergo dei Cavalieri" apre nella primavera del 1949. In quegli stessi anni vengono effettuati importanti scavi archeologici nell'area della chiesa.
Nel 1956 ANTONIO CEDERNA pubblica un libro dal significativo titolo "I vandali in casa": in copertina, come si vede, una foto del "rudere inventato" di San Giovanni in Conca: è proprio di Cederna infatti l'invenzione di quest'espressione così incisiva.
Giornalista instancabile, polemista puntuale ed efficace, dal 1949 pubblica sulla rivista "Il Mondo" una serie di articoli contro i disastri che una ricostruzione post-bellica spesso miope e frettolosa stava causando ai centri storici. Le sue campagne contro gli sventramenti di Roma e di Milano hanno un'eco grandissima. Cederna, che fu anche un ispiratore dell'associazione "Italia nostra", muore nel 1996.
֍ Per conoscere più a fondo la figura di Cederna, si possono consultare, in rete, la voce del "Dizionario biografico degli Italiani" e la pagina a lui dedicata dall' IBC dell'Emilia-Romagna. E' disponibile su internet anche l' "Archivio Antonio Cederna".
֍ Cederna così riassume l'ultimo atto della storia millenaria di San Giovanni in Conca in un articolo apparso su "Il Mondo" nel 1954: ↓
"Nel nostro secolo anche i ruderi si possono fabbricare artificialmente e in pochi mesi, con tutta l'apparenza dell'autenticità: oggi Milano ne offre un esempio particolarmente ben riuscito, in piazza Missori. C'era una volta l'antica chiesa di San Giovanni in Conca...
I bombardamenti aerei portano morte e rovina alle popolazioni civili, ma infondono nuovo vigore agli sventratori, poiché offrono loro (e agli speculatori) vaste aree fabbricabili... i lavori di fondazione del nuovo albergo-cinema (che ha la forma di una gigantesca fetta di panettone) squassano violentemente le murature della chiesa, con tacita soddisfazione degli uffici comunali, patroni della nuova arteria... l'Immobiliare si assume l'onere di dare il colpo di grazia alla chiesa sventurata: si mangia via, perché le dà fastidio, e per non rinunciare a una cinquantina di metri quadrati fabbricabili, un pezzo di chiesa, tra abside e tiburio.
Vacillante e semiincastrata nel nuovo palazzaccio di 11-12 piani, S. Giovanni in Conca appare adesso come un antipatico moribondo che non vuol morire: allora (autunno 1948) si smonta un'altra volta la facciata e per il resto ci si affida finalmente a Sua Maestà il Piccone... Si potrebbe ancora lasciare in piedi il potente arcone trionfale e tutta l'abside... A un certo punto, come Dio vuole, il piccone si ferma e dell'antica chiesa resta sul luogo un miserando "reliquato monumentale", quale oggi appare, in mezzo alla strada... quel che oggi resta di San Giovanni in Conca sembra davvero un rudere con tutte le carte in regola, che si trovi lì dalla caduta dell'impero romano o dai tempi del Barbarossa.
...un rudere falsissimo perché senza storia, perché violentemente "liberato" e artificialmente estratto dalla sua compagine... E tutto per nulla... il "reliquato" attuale della chiesa con la sua aiola e i suoi marciapiedi occupa press'a poco la stessa area che occupava la chiesa dopo le demolizioni del secolo scorso (la chiesa poteva dunque restare, anche con la nuova "arteria" ma dava noia al palazzone dell'Immobiliare)... la nuova arteria è nata morta, non vuol prender forma... sventra la piazza da un capo all'altro... raderà al suolo metà (si badi) di un altro bellissimo monumento, il seicentesco collegio di Sant'Alessandro... l'unica cosa ancora tollerabile in Piazza Missori è il monumento equestre del colonnello garibaldino Giuseppe Missori... Ma anche questi due, cavalcatura e cavaliere, tra poco se ne vanno."
L'amarezza di Antonio Cederna si spiega anche considerando che il Piano regolatore per Milano del 1953 aveva confermato la Racchetta e che i suoi effetti apparivano sempre più devastanti là dove essa, con i suoi 30 metri di larghezza, cominciava ad essere progressivamente realizzata (via Larga, via Albricci, Corso Europa). E Cederna aveva ragione nel considerarla un "nato morto": da piazza Missori la Racchetta non avrebbe più fatto un passo. Si evitano così proprio quegli ulteriori sventramenti che egli temeva. Nel 1958 si propone un percorso in sotterranea per il tratto non ancora realizzato tra piazza Missori e via V. Monti e, dopo qualche anno, l'idea viene abbandonata.
Un particolare del transetto di San Giovanni in Conca durante i lavori di demolizione della chiesa →
Il tratto di Racchetta effettivamente (e lentamente) realizzato, da piazza San Babila a piazza Missori.
Il tratto di Racchetta in progetto e mai realizzato da piazza Missori all'imbocco della via V. Monti.
↑ Una via San Giovanni in Conca esiste ancor oggi a Milano. Si trova a fianco della Chiesa Valdese di via Francesco Sforza.
Il 24 giugno 2015 viene inaugurata, dopo i lavori di riqualificazione compiuti in occasione dell'EXPO, la nuova Piazza Missori. La parte centrale della pavimentazione rievoca in qualche modo la presenza della antica chiesa di San Giovanni in Conca e del suo sagrato, ed è realizzata con lastre in granito. Incisa su una lunga lastra la scritta "BASILICA DI SAN GIOVANNI IN CONCA"
CONCLUSIONI: che cosa abbiamo guadagnato e che cosa abbiamo perduto in conseguenza delle demolizioni di San Giovanni in Conca e delle aree circostanti.
Abbiamo guadagnato spazi ampi, palazzi moderni, incremento dei valori residenziali e commerciali, movimenti di capitali, investimenti immobiliari e finanziari. Abbiamo certamente perduto: 1) una ragnatela di strade di origine romana e medievale, con le loro case ed i loro palazzi; 2) una chiesa ed un'area della città dalla storia millenaria che, se interrogate oggi e in futuro con mezzi tecnologici sempre più raffinati, si sarebbero rivelate uno scrigno prezioso di informazioni e chiarimenti sulla nostra storia.