SAN GIOVANNI IN CONCA RIVIVE GRAZIE AD INTERNET
1275: chiamati dal suono della campana, i "vicini" (cioè i parrocchiani) di San Giovanni in Conca si riuniscono con il sacerdote, alla presenza dei loro "consoli" e degli "anziani", per decidere di vendere alcune terre di proprietà della chiesa: era necessario ed urgente provvedere al restauro dell'edificio, il cui tetto e le cui mura minacciavano seriamente di rovinare! [G. Biscaro]
E prima? Qualche indizio: è possibile, ma non certo, che la chiesa abbia sofferto conseguenze dagli incendi che nel 1071 e nel 1075 sconvolgono buona parte di Milano. Altri guasti verranno probabilmente nel 1162, con le devastazioni che seguono all'assedio posto da Federico Barbarossa. In quest'occasione (è solo un'ipotesi...) la nostra chiesa potrebbe aver subito danni più rilevanti di altre a causa della sua posizione strategica. Essa si trovava infatti allo sbocco del percorso di entrata in città da Sud, che partiva dall'antico arco trionfale romano, trasformato dai milanesi assediati in torre fortificata. (L'arco sorgeva pressappoco nei pressi dell'attuale stazione "Crocetta" della metropolitana).
Gli studiosi sembrano concordi nell'ipotizzare una RICOSTRUZIONE DELLA CHIESA IN STILE ROMANICO alla fine del Mille o al primo tratto del secolo seguente: l'abside e la cripta sono le parti che ne conservano il carattere.
Al periodo della ricostruzione romanica vengono assegnati due capitelli già appartenenti a pilastri della chiesa ed oggi esposti nella cripta. In pietra calcarea, presentano una parte superiore a intreccio ed una parte inferiore decorata da due fiere mostruose che avevano probabilmente un significato simbolico. Si collocano nell'ambito della fiorente scuola scultorea romanica lombarda che raggiunge le massime espressioni in Sant'Ambrogio a Milano
Nella seconda metà del Duecento la chiesa di San Giovanni in Conca assume un aspetto "GOTICO-LOMBARDO". Viene approntata anche una nuova decorazione pittorica. La chiesa ora non è più un edificio ad aula unica, ma ha tre navate, anche se non si può escludere che questo cambiamento si sia verificato in precedenza.
Dopo questa radicale ristrutturazione, essa, del precedente impianto romanico conserva ormai solo l'abside e la cripta. E questa "trasformazione" duecentesca potrebbe essere anche l'opera di un unico maestro dalla forte personalità artistica. Sembra accertato che, nonostante le sue travagliate vicende, San Giovanni in Conca, almeno fino al distruttivo "taglio" operato nella seconda metà dell'800, abbia sostanzialmente conservato lungo il corso dei secoli le dimensioni dell'originario edificio tardo-antico.
Il rifacimento-rinnovamento della II metà del Duecento - in cui sopravvivono alcuni dei più antichi elementi romanici - dà alla chiesa un aspetto che può essere definito "gotico lombardo" (secondo gli studi di A.M. Romanini.) In questa fase essa si presenta con queste caratteristiche:
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Delle tre navate, quelle laterali sono poco più basse di quella centrale e coperte con *volte a crociera (ill. A) mentre la centrale è "a tetto", con *capriate a vista. (ill. B)
La suddivisione fra le tre navate è marcata da due file di tre *pilastri cilindrici in cotto (ill. C e D) che reggono arcate a sesto acuto appena accennato e che (immaginando di partire dall'ingresso) individuano le prime quattro campate, sia della navata centrale sia delle laterali.
Di fattura più complessa (con una sezione a trifoglio) sono le ultime due coppie di pilastri polistili in cotto (ill. C) che scandiscono il successivo spazio del transetto. [Il pilastro polistilo è formato da un nucleo centrale al quale si addossano semicolonne]
Al di sotto dell'abside e del presbiterio si trova, interrata, la cripta, la cui fondazione è collocata in età romanica tra la fine dell'XI secolo ed il XII secolo. Essa, come talora accadeva, per la sua realizzazione richiese appunto la sopraelevazione del presbiterio, cui si saliva mediante una scala. ▼
Presbiterio sopraelevato, scala che conduce al presbiterio, due scale laterali che scendono verso la cripta. (Basilica di San Vincenzo a Galliano)
In questo video di "Youtube" una visita alla Basilica di Galliano.
A Galliano, nei pressi di Cantù (Como), si trova l'antichissima Basilica di S. Vincenzo. Ebbe dapprima un'aula unica, poi l' aggiunta delle navate laterali, poi la creazione della nuova abside con presbiterio sopraelevato e della sottostante cripta "a oratorio", forse verso gli inizi del Mille. Vicende che sembrano ricordare per alcuni aspetti quelle di San Giovanni in Conca.
Ovest←
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Sezione longitudinale della chiesa di San Giovanni in Conca come si presentava verso la fine del Duecento circa. Si noti a destra la cripta sottostante all'abside ed al presbiterio, che sono orientati verso Est.
→Est
PRESBITERIO: parte terminale della chiesa in cui è collocato l'altare, spesso sopraelevata rispetto alla navata centrale e riservata al clero per le funzioni religiose. Si trova solitamente nella parte orientale della chiesa. Moltissimi edifici religiosi sono infatti orientati verso il punto da cui sorge la luce, con evidente valore simbolico.
"Tiburio", "campata", "transetto", "protiro"... Alcuni docenti dell'Università di Verona hanno reso disponibile in rete un ampio lessico dell'architettura classica e medioevale, di utile consultazione. Cliccare sul pulsante "Le parole e le cose"
Il transetto di San Giovanni in Conca è del tipo "non aggettante" (non sporgente) e dunque non fuoriesce dalla linea delle pareti laterali perimetrali, che si innestano così direttamente alla conca absidale: diversamente da altre chiese, essa non ha la pianta a croce e continua a mantenere la sua pianta originaria. Al di là del transetto, troviamo la parte sopraelevata della chiesa (sovrastante la cripta) costituita dal presbiterio e dall'abside semicircolare cui si accede mediante un'ampia scala centrale.
Il transetto di San Giovanni in Conca superava in altezza il corpo antistante della chiesa e, in corrispondenza di uno spazio centrale interno di forma quadrata, era coperto da un tiburio quadrato di altezza superiore. Esso appare come nuova interpretazione del tradizionale tiburio delle chiese romaniche lombarde: era uno spazio definito all'interno da quattro pareti rettilinee, con volta a crociera (vedi sopra) ad arco acuto, coperta all'esterno da un semplice tetto piramidale. Insieme a quello di S. Sigismondo di Cremona è (era) uno dei più importanti esempi lombardi di tiburio quadrato.
■ (Le finestre ad arco acuto - polifore - che si aprivano nelle pareti del tiburio e del transetto vanno invece probabilmente collocate nell'ambito dei lavori fatti eseguire da Bernabò Visconti nella seconda metà del XIV secolo) ■
← Qui a sinistra un'immagine del tiburio quadrato della chiesa di San Sigismondo di Cremona, costruita a partire dagli anni Sessanta del '400.
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Una vecchia foto scattata verso il 1949 ci restituisce l'immagine del tiburio (quadrato), del transetto e dell'abside di San Giovanni in Conca. Sullo sfondo una foto di Piazza Missori negli anni '50.
CHE COSA È IL TIBURIO
Il tiburio è la struttura di copertura poligonale (o cilindrica) che racchiude al suo interno la cupola di una chiesa e si conclude con un tetto piramidale a falde inclinate. Costituisce una particolarità dell'architettura del Nord Italia ed ebbe un fiorente sviluppo nel periodo romanico e rimase a lungo radicato nella cultura architettonica lombarda.
Il tiburio delle basiliche romaniche lombarde costituirà un punto di riferimento fondamentale per le fabbriche religiose del Rinascimento lombardo. Non solo gli artisti locali, ma lo stesso Bramante ed i bramanteschi non potranno sottrarsi a quest' eredità.
San Giovanni in Conca può essere collocata fra le chiese dell'area padana caratterizzate da una struttura "a sala", cioè, semplificando, da un minimo dislivello in altezza fra la navata centrale e quelle laterali. Lo spazio interno ha un'impronta fortemente unitaria, poiché si determina un'ariosa comunicazione fra di esse. In generale in questi casi la navata centrale riceve luce, lateralmente, dalle aperture collocate nelle pareti perimetrali delle navate minori, come nella nostra chiesa.
L'impianto "a sala" sembra diffondersi con l'arrivo degli "ordini mendicanti" in Lombardia nel terzo decennio del Duecento: esso si dimostra infatti particolarmente adatto alle esigenze di predicazione di francescani, domenicani..., anche perchè garantisce un'acustica eccellente.
A Milano, l'antica basilica di Sant'Eustorgio era stata trasformata, con ingegnose modifiche, in una chiesa a sala, dopo che nel 1220 vi si erano insediati i domenicani. E i capitelli del portale di San Giovanni in Conca richiamano da vicino quelli delle colonnine introdotte per innalzare Sant'Eustorgio...
□ In un'edicoletta ricavata nello spessore del muro, è collocato un busto (XII-XIII secolo) che si riteneva raffigurasse San Giovanni Evangelista.
□Subito sotto all'edicoletta uno splendido rosone in pietra databile alla seconda metà del Duecento: il cerchio più interno si apre in quattro lobi disposti a quadrifoglio e da esso si irraggiano le colonnette: l'insieme dà vita ad un semplice ed elegante traforo.
□Il portale è del tipo "a finto protiro" (il protiro è la struttura che, sulla facciata di una chiesa, ne orna e copre il portale). E' di fattura duecentesca, con arco a tutto sesto iscritto in un timpano e può essere accostato a quello di San Gottardo in Corte a Milano [vedi], la cui fabbrica è però da ascriversi ad un periodo successivo. Nella strombatura (cioè nella svasatura obliqua) il portale è riccamente ornato da pilastrini lisci e tortili (che cioè si avvolgono a spirale).
Due sottili lesene centrali suddividono la facciata in tre scomparti di quasi uguale ampiezza. Ciascuna lesena è rinforzata alla base da una semicolonna in pietra con capitello "a cubo sgusciato", cioè smussato. In ciascuno dei due scomparti laterali si apre una monofora "a cielo". I due oculi possono invece essere collocati fra i lavori voluti da Bernabò Visconti.
Il rosone
L'edicoletta
Una monofora "a cielo"
Semicolonne con capitello "a cubo sgusciato"
La vecchia fotografia da cui sono stati tratti i quattro particolari della facciata è collocabile fra il 1876 e il 1880. Un timbro a inchiostro viola sul retro dice: "Carlo Losè, fotografo, Corso Garibaldi 86, Milano". La foto fu probabilmente scattata per documentare lo stato della chiesa prima dei lavori per la sua trasformazione in Tempio Valdese, che fu poi inaugurato l'8 maggio 1881. Come si vede, la facciata della chiesa aveva nel frattempo subito altri lavori e modifiche.
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M.Russo e G.Guidi, del Politecnico di Milano ci offrono un'affascinante ipotesi ricostruttiva ("Rappresentazione diacronica di edifici antichi")
L'immagine da loro elaborata permette anche di apprezzare la tripartizione cromatica della facciata: al centro il grigio dell'arenaria, ai lati il rosso del laterizio, con le due monofore che lasciano vedere l'azzurro del celo. La vivace policromia della facciata di San Giovanni in Conca era accentuata da una "decorazione a bacini", motivo piuttosto diffuso nell'architettura italiana del periodo: si trattava di una trentina di tondi o ciotole di maiolica verde, inseriti in facciata a scopo ornamentale, ora semplicemente allineati, ora disposti a formare una croce.
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La facciata di San Giovanni in Conca era nettamente sopraelevata rispetto al resto della chiesa, in modo tale da consentire l'apertura di due ampie monofore aperte "a cielo".
La facciata di San Giovanni in Conca è del tipo "a capanna", profilata in alto da una fascia di coronamento costituita da archetti pensili intrecciati.
Se c'è una persona che ha studiato in modo approfondito San Giovanni in Conca, questa è ANGIOLA MARIA ROMANINI (1926-2002), storica dell'arte, che ha ampiamente indagato, fra l'altro, lo sviluppo dell'architettura gotica in Lombardia. Ha avuto anche la possibilità di valutare di persona ciò che era rimasto della chiesa poco prima della sua definitiva demolizione. Ha lavorato in prestigiose istituzioni scientifiche europee, ricoperto incarichi come quello di membro del Comitato per la salvaguardia della Torre di Pisa e di consigliere della Presidenza della Repubblica per il patrimonio artistico. A lei dunque l'ultima parola: