IL MONDO DEI VETTORI

punto

linea

poligonale aperta

poligonale chiusa

Come faccio a trasmettere un disegno a distanza ai tempi di Leonardo?

Il sistema dei punti ha dei limiti: se voglio trasmettere a distanza, ad esempio, l'immagine di una linea, devo dare le coordinate di ogni punto.

Non procedo più per porzioni di schermo ma utilizzo elementi nominati e nominabili: le entità!

A questi elementi si può accoppiare una trasformazione intelligente: scala, duplica, distorci...

In un ambiente vettoriale le entità (linee, poligoni...) sono "poggiate sullo schermo", ma rimangono comunque descritte attraverso un sistema di mappatura per punti.

MONDO RASTER

  • sistema di punti

  • incisi

  • per porzioni di schermo

  • rappresentazione

  • mappatura (x,y)

MONDO VETTORIALE

  • entità nominabili

  • poggiati sullo schermo

  • punto di inizio e fine

  • descrizione delle entità

  • mappatura (x,y)

MONDO GENERATIVO

Il SALTO avviene quando invece di rappresentare e poi descrivere utilizzando le coordinate, genero un'equazione per trasmettere, ad esempio, una linea (Y= X+2). Questo è fortemente parametrico! Mondo dei nurbs.

IL MONDO DEI LAYERS

Anche i layers sono entità e quindi nominabili. Quello che cambia è che sono organizzati! Lavoro su layer diversi dove organizzo i vari elementi. Con questo SALTO cambia il nostro modo di pensare, di progettare e di fare architettura.

TRE LIVELLI IN CUI IL LAYER È UTILE:

1) INTERPRETATIVO E CRITICO

Vediamo e interpretiamo il mondo attraverso layer.

2) RAPPRESENTATIVO

Rappresentiamo il mondo attraverso i layer: il disegno di una casa e dei suoi sottosistemi impiantistici, strutturali...

3) GENERATIVO

Creiamo il mondo architettonico attraverso i layer.

I layers di Roma (stratificazione)

Kentridge, murales sui muraglioni del Tevere (sottrazione)

Con il layer usciamo dall'estetica dello zoning. La città industriale è la città della distinzione, dove gli edifici sono "poggiati" sul suolo senza alcuna relazione con questo. Tutto si conforma solo in base alla funzione. Il layer ci permette di ottenere la mixitè e di gestire la complessità. Possiamo creare relazioni tra i vari layers, anche diversi tra loro tipologicamente e concettualmente, con il fine di gestire meglio la complessità e quindi anche di progettarla.


PETER EISENMAN

All’inizio degli anni '70, in America, inizia a diffondersi il movimento dell’arte concettuale e visuale. Ciò che tenta di fare Peter Eisenman è quello di trasporre questi concetti nel mondo dell'Architettura. Viene definito uno dei New York Five, di cui facevano parte Michael Graves, Charles Gwathmey, John Hejduk e Richard Meier, giovani architetti dell'epoca che intendono l'architettura moderna come concettuale e espressiva.

All’inizio degli anni 70 Eisenman fa sperimentazioni formali e espressive su residenze molto spesso invivibili. Manipola questi volumi e piani per creare spazi (senza il supporto dell'informatica)

Il tema del Layer in Eisenman si lega all'idea di palinsesto

Con il termine palinsesto ci riferiamo alla pergamena, l'oggetto su cui venivano trascritti i documenti. Essendo molto prezioso e raro, un una volta che i documenti trascritti non servivamo più, questa veniva grattata e riutilizzata. Attraverso questa operazione si lasciava una traccia e possiamo dunque parlare di stratificazione. Nel mondo bizantino avveniva la stessa cosa ma in riferimento alle decorazioni murarie. Anche in questo caso è possibile vederne la traccia.

Eisenman lo fa diventare un vero e proprio strumento di progetto. Va alla ricerca di queste tracce, studiando mappe storiche. Questo concetto deriva dal fatto che il mondo non è effettivamente come ci appare, ma ci sono delle tracce, dei palinsesti, che possono essere riscoperti e diventare materia di progetto.

Un esempio è ciò che fa nell'IBA a Berlino. In seguito alla guerra erano rimasti dei corpi di edifici con vuoti urbani e c'è la necessità di ricostruire l'isolato mancante. Con la tecnica del palinsesto rintraccia giaciture secondo lui significative.

Definisce due orditure; la prima segue l'esistente e il costruito, mentre l'altra è ottenuta con un'operazione di traslazione.

Il progetto definitivo segue l'una o l'altra orditura a seconda dei punti.

Uno sviluppo di questo modo di fare è il concetto di swinging. Entra così in gioco il concetto di vibrazione.

Un esempio significativo lo possiamo ritrovare in Casa Guardiola. L'operazione che compie è quella di far vibrare i volumi ad L e catturarne dei fermo immagine. Solo alcuni di questi andranno a costituire il progetto vero e proprio. Si creano in questo modo una serie di spazi molto complessi tra di loro ma che danno grande dinamicità al progetto.

Dinamismo di un cane al guinzaglio, Balla, 1912

Casa Guardiola, Eisenman, 1988

Nel progetto per la Chiesa per l'anno Duemila a Roma, continua a portare avanti il discorso di sfocamento, ampliandolo a quello di tessiture. Ci troviamo davanti ad una griglia che, deformandosi, va a creare un capo di forze. Questa griglia "tirata" da una parte all'altra arriva a generare il progetto.

Chiesa per l'anno Duemila a Roma

Concept