La solidarietà nella Repubblica?

Durante tutta la mia vita mi sono impegnata ad essere solidale nei confronti della Repubblica (in particolare delle donne) e a usufruire delle mie conoscenze e della mia posizione politica per favorire i meno fortunati. 

Ho provato a fare del mio meglio anche nelle situazioni più difficili e rischiose: durante gli anni della brutale aggressione fascista alle organizzazioni dei lavoratori, attraverso l'attività clandestina svolta in Italia, sfidando la dittatura, ma anche in esilio, nel lavoro presso il centro estero del partito; nella guerra civile spagnola, partecipando sino all'ultimo alla lotta contro il franchismo.

In seguito, in un Paese provato dalla guerra, in una situazione di grande cambiamento e in un periodo complesso come quello del dopoguerra, io, insieme alle altre donne dell'Unione Donne Italiane, abbiamo svolto un lavoro difficile per conquistare libertà democratiche e per permettere che le donne avessero una rappresentanza politica adatta alle loro necessità. Abbiamo dato voce alle richieste del genere femminile e anche durante la Costituente abbiamo fatto in modo di rispettare le esigenze di tutte le donne italiane.

Ho tentato di fare tutto ciò come dirigente del partito, delle donne comuniste e del movimento femminile democratico e come parlamentare comunista. Insieme ad un'altra grande donna, Teresa Mattei, mi sono impegnata anche a trovare un simbolo adatto a rappresentare le donne nella giornata dell'8 marzo, che a partire dal 1922 è riconosciuta in Italia come “Giornata Internazionale della Donna". Abbiamo scelto la mimosa perché è simbolo della forza, luminosità ed energia delle donne; inoltre è uno dei primi fiori a sbocciare a inizio marzo e ha il vantaggio di essere poco costoso

A livello pratico, sempre grazie all'attività dell'UDI, abbiamo ottenuto grande risultati nel campo dell'assistenza verso bambini, reduci, istituzioni scolastiche e ospedaliere, con cifre altamente significative: soltanto nella prima fase della nostra attività, nel 1946,  attraverso l’Udi, sono stati offerti ai bambini 395.000 pacchi, sono stati assistiti 1.445.012 reduci, sono stati gestiti 268 asili, 134 doposcuola, 150 scuole diurne, 18 colonie permanenti; sono state compiute 10.534 visite agli ospedali ed infine sono stati elargite 81.298.142 lire in assistenza e sussidi.

Vorrei dire ancora una cosa. Sono vissuta in URSS per molto tempo e ho potuto constatare e ammirare lo spirito di solidarietà che si è radicato nella società comunista: una solidarietà fatta di rispetto per l’essere umano in quanto lavoratore, e di uguaglianza dei diritti e dei doveri per la costruzione del socialismo reale. 

Ho sempre pensato che il problema femminile ossia il problema dello sfruttamento e della disuguaglianza delle donne e quello della violenza sulle donne dovesse essere risolto da noi socialisti e comunisti in modo nuovo, in un modo non sentimentale, non sdolcinato o retorico ma in un modo scientifico, realista basandoci su una conoscenza profonda delle condizioni materiali, sociali e politiche delle donne in Italia. Per questo motivo, ho sempre inviato dei pacchi di libri e di riviste alle sezioni giovanili e di Partito in particolare in Meridione dove il materiale politico e culturale scarseggiava. La solidarietà va vissuta in concreto con pragmaticità.