La Resistenza per me...

La Resistenza è stata la prima esperienza di emancipazione, libertà, attivismo e partecipazione diretta che una società molto tradizionalista e patriarcale come quella italiana ha concesso a noi donne. Provenivo da un ambiente antifascista e sono entrata in contatto con la resistenza a Bra, in provincia di Cuneo, nel 1944. Ero lì per continuare il mio percorso da infermiera della Croce rossa, tanto più importante dopo l'inizio della guerra. Lì ho ho lavorato all’ospedale provvisorio, ho trovato accoglienza da una famiglia locale, ho potuto finire gli studi e laurearmi. Durante questa permanenza, mi sono avvicinata ai gruppi partigiani di orientamento liberale, fedeli alla monarchia e al governo Badoglio. Dopo i bombardamenti su Torino, che hanno distrutto casa mia, sono partita con mia madre e mia sorella verso Noli in Liguria, dove mia nonna materna ci avrebbe ospitati. Ho continuato la mia attività da crocerossina, viaggiando continuamente tra Noli e Bra; sempre qui ho iniziato a fare la “staffetta”, il collegamento tra i Gap, Gruppi d’azione partigiana, in città e in collina ed i gruppi di partigiani delle Brigate Garibaldi in montagna. Data la vicinanza con le Alpi nei pressi di Cuneo, zona caratterizzata da una intensa attività, è stato facile entrare in contatto con questa realtà. Il mio nome partigiano è ‘Lola’, molti mi ricordano così. Sono diventata una partigiana combattente nel gennaio 1945 nella divisione Sap “Antonio Gramsci” brigata “Vittorio Pes”; qui ho incontrato quello che sarebbe diventato mio marito, Pietro Molinari, il comandante ‘Vela’.

Dopo la guerra mi sono stati assegnati per i miei meriti i riconoscimenti di “partigiana combattente” e la “croce di guerra”. La Resistenza mi ha insegnato anche a guardare le cose in prospettiva internazionale, perché i problemi non sono mai di un solo paese: durante la Terza legislatura in Parlamento ho preso la parola  contro il colonialismo francese in Algeria e contro l’arruolamento, mediante inganno, di giovani ragazzi italiani nella Legione straniera.

Penso che da lì, in quei venti mesi, sia nato la prima luce di quello spazio di libertà, democrazia e attivismo che ha caratterizzato la rinascita del dopoguerra, in cui c’erano enormi bisogni e bisognava risolversi insieme, in uno spazio pubblico finalmente democratico: la Repubblica. Un modo di intendere la vita radicalmente diverso insomma dai vent’anni di fascismo in cui sono cresciuta.


Per Approfondire:

http://www.70resistenza.it/doc.php?id=117

http://www.70resistenza.it/doc.php?id=212

http://www.70resistenza.it/doc.php?id=213

https://www.einaudi.it/content/uploads/2022/10/Pagine-da-INT_tobagi_benedetta_la_resistenza_delle_donne.pdf

https://www.micromega.net/donne-partigiane-la-resistenza-fu-anche-femminile/

https://www.raicultura.it/storia/articoli/2020/04/Donne-della-Resistenza-ee8e0740-1c2b-4f74-b5ac-967b027c0597.html