Che cosa significa essere una donna in politica

 Archivio Istoreto Torino

Non era facile per noi, nel clima dell’epoca e poi nel dopoguerra, diventare protagoniste e praticare attivamente la partecipazione nella sfera pubblica aperta nella politica della nuova Repubblica nata dalla Resistenza. Si trattava di sfidare la morale, la famiglia, l’opinione pubblica, il maschilismo imperante anche tra i nostri compagni di partito: l’educazione patriarcale era trasversale e comune a tutti, ed era quello a cui siamo state educate,  e quindi noi donne abbiamo dovuto conquistare, ritagliarci e difendere gli spazi contro chi ci avrebbe preferito a casa o dietro le quinte. In Costituente eravamo molto unite e solidali in quanto donne, anche se di schieramenti politici diversi. Comuniste, cattoliche e liberali, siamo state capaci di trovare punti di accordo oltre le differenze con chi ha condiviso i principi di giustizia, libertà e solidarietà e voluto “fare pezzi di strada insieme”, come dite voi oggi.

C’era molta curiosità attorno a noi, eravamo comunque le prime donne in politica e nelle istituzioni, eravamo poche e ci sentivamo costantemente sotto esame e sotto i riflettori; questo era tanto più forte se, come me eri comunista e giovane e la stampa  ancora piena di retorica di regime era la prima incredula, ci trattava con curiosità e con toni sensazionalisti; ci sembrava di rappresentare tutte le donne che avevano votato per la prima volta e credo che siamo state motivo di orgoglio per tutte loro. Da questa condizione e dal ruolo centrale che le donne hanno nella società ho trovato la forza per la mia attività tanto nel Partito quanto nei ruoli istituzionali che ho ricoperto.

Nella febbre di attivismo e partecipazione del dopoguerra, in cui si trattava di ricostruire daccapo l'intero mondo, ripartire dall'essere donne è stato fondamentale. Sono stata una collaboratrice attiva di «Noi donne», una rivista importante per la presa della parola e per raccontare noi e il nostro mondo: sfogliate qualche numero negli anni e avrete un'idea molto interessante di come è cambiata la società italiana, benché i problemi sembrano sempre gli stessi. Io comunque ho sempre risposto duramente a chiunque usasse toni maschilisti e autoritari, in particolare per metterci in difficoltà durante l’esercizio delle nostre funzioni!